Che intorno al fenomeno, sempre più diffuso, dei suonatori ambulanti di origine extracomunitaria è cresciuto l'allarme da parte dei cittadini, con riferimento particolare ad alcuni aspetti:

• Lo sfruttamento dei minori, particolarmente quelli provenienti dall'area balcanica, che costituisce l'oggetto di una specifica indagine condotta dal c.d. "pool fasce deboli" della procura torinese;
• L'insistenza di tali soggetti, che talvolta si fermano a suonare (ben al di là dei 30 minuti concessi dal regolamento di Polizia Urbana) davanti ad abitazioni o a esercizi commerciali per ore o giornate intere, arrecando disagio e disturbo a residenti e operatori;
• Le modalità di "spiegamento" e di coordinamento degli stessi, con punti di ritrovo e di raccolta e procedure consolidate in caso di "disturbo" ad opera delle Forze dell'Ordine, che fanno pensare ad una organizzazione efficiente facente capo alla criminalità specializzata nella "tratta" di immigrati da destinare all'accattonaggio o alla prostituzione.

a quali ragioni si debba la sostanziale inefficacia del contrasto a questi fenomeni, particolarmente per le attività di competenza prevalente o esclusiva del Comune, in particolare:

1. Per quali ragioni i suonatori non vengano allontanati dopo il termine previsto dal Regolamento Comunale, essendo pervenute al gruppo interpellante notizie circa il diniego a intervenire opposto in alcuni casi dal Comando dei Vigili Urbani;
2. Quale sia il contributo dell'Amministrazione, anche attraverso l'attività del nucleo di PG della Polizia Municipale, al contrasto dei fenomeni di sfruttamento dei minori in queste attività;
3. Quali siano le disposizioni impartite dal Sindaco e dal Comando ai Vigili circa le attività di dissuasione di attività che, ancorché legali se esercitate nelle forme stabilite dalla legge e dal vigente regolamento di Polizia Urbana, attualmente si traducono in attività di tipo francamente criminoso quali lo sfruttamento di minori e l'estorsione ai danni dei passanti e degli esercenti.