Servizio Centrale Consiglio Comunale

 

 

2006 01697/002

 

 

C I T T À D I T O R I N O

 

INTERPELLANZA: "STRUTTURE RESIDENZIALI PER PERSONE HANDICAPPATE" PRESENTAT DAL CONSIGLIERE COMUNAL ECASTRONOVO IN DATA 3 MARZO 2006.

Il sottoscritto Consigliere Comunale

PREMESSO CHE:

CONSIDERATO CHE:

VERIFICATO CHE:

  1. i servizi diminuiscono di qualità: nei centri diurni comunali il personale, da tempo, è sotto organico, non si utilizzano le figure professionali necessarie previste dalle delibere regionali, scarseggiano le consulenze esterne;
  2. i servizi diminuiscono in quantità: meno ore di frequenza nei centri diurni, divieto di frequentare il centro diurno a chi è ricoverato in strutture residenziali, con conseguente riproposizione di una vita da istituto.

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente

PER SAPERE:

  1. ripartire dai contenuti della delibera istitutiva dei centri diurni e delle comunità alloggio;

  1. tornare alla gestione diretta di almeno il 50% di comunità alloggio e centri diurni. La gestione diretta è altresì indispensabile per garantire un confronto qualitativo delle prestazioni e dei costi di gestione con il privato;
  2. porre fine al ricovero fuori provincia delle persone handicappate;
  3. l’apertura di un tavolo di lavoro, coinvolgendo le Associazioni, per approfondire le nuove problematiche dovute all’invecchiamento e/o al mutare delle condizioni psico fisiche delle persone handicappate che necessitano di assistenza, allo scopo di proporre alla Regione le modifiche necessarie: standard strutturali e organizzativi, personale, risorse;
  4. la definizione di punti inderogabili da inserire nel regolamento per l’accreditamento:

  1. rispetto dei contratti collettivi di lavoro che non dovrebbero essere meno convenienti di quelli firmati dalle organizzazioni sindacali più rappresentative;
  2. acquisizione da parte del Comune di Torino di tutti i posti disponibili della struttura accreditata (soprattutto se riguarda minori o persone con handicap intellettivo) per impedire che il privato, gestore del servizio, inserisca utenti non compatibili, come è già successo, per esempio, nelle comunità per minori Peter Pan e Trilli;
  3. continuità educativa in caso di cambio di gestione per evitare che cambino, da un giorno all’altro, tutti i referenti educativi e assistenziali degli utenti;
  4. valutazione delle idoneità del personale ad operare con assistiti non in grado di difendersi;
  5. garantire il diritto alla frequenza del centro diurno esterno, per almeno 4 ore al giorno, alle persone che vengono inserite in comunità alloggio;
  6. promuovere e finanziare nuove comunità alloggio, nella misura di almeno una ogni trentamila abitanti, con al massimo 8 posti letto più 2 di sollievo o pronto intervento per evitare che continui il flusso di invio in R.A.F. dislocate lontano dal luogo in cui hanno sempre vissuto e dalle loro relazioni affettive (60-70 sono state quelle allontanate nel 2005) perché non ci sono posti in città;
  7. evitare l’inserimento di persone affette da psicosi prevalente anche se associata ad insufficienza mentale nei centri diurni predisposti per gli insufficienti mentali in situazione di gravità o non avviabili al lavoro.

 

Torino, 3 marzo 2006

 

Giuseppe Castronovo