C I T T À D I T O R I N O
INTERPELLANZA: "EATALY, UN GRANDE GROSSO GAMBERO ROSSO CHE MANGIA LA PICCOLA E MEDIA IMPRESA?" PRESENTATA DAI CONSIGLIERI COMUNALI VENTRIGLIA, GHIGLIA, GALASSO, LONERO E RAVELLO IN DATA 30 GENNAIO 2007.
I sottoscritti Consiglieri Comunali,
PRESA VISIONE
delle entusiastiche recensioni e resoconti stampa relativi all’operazione Eataly;
CONSIDERATO TUTTAVIA CHE
- la nuova società, Eataly Distribuzione, è partecipata al 60% da Oscar Farinetti - ex Unieuro - e per il restante 40% da Coop Liguria, Coop Piemonte e Coop Adriatica;
- dopo Torino, gli organizzatori prevedono l’apertura di nuovi megastore a New York, Milano, Verona, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari e Palermo (senza contare l’adesione entusiastica del Presidente diessino della Liguria Claudio Burlando che è già pronto a "mettere a disposizione" 7 mila mq. della stazione marittima di Genova), per un investimento complessivo di 200 milioni di Euro;
- come riferisce "Il Sole 24 Ore", Farinetti "ha creato in tre anni una rete di raccolta e valorizzazione di prodotti artigianali alimentari di pregio acquistando piccole aziende di altissimo livello come il pastificio di Gragnano, una dozzina di salumifici" e, aggiungo, almeno una fonte di acque minerali;
RILEVATO CHE
- il volume dell’investimento e il core business dei partners Coop fa più pensare a una grande operazione finanziaria-industriale, tesa a far assorbire imprese medio-piccole dalle Coop - più che alla valorizzazione del prodotto artigianale che, in quanto tale, prevede produzioni limitate;
- la strategia di acquisizione e trasformazione del sistema d'impresa si fonda sulla pressione esercitata dal colosso cooperativo sui piccoli artigiani e produttori, che - altro che valorizzazione delle specificità - promuove l’omologazione delle imprese agroalimentari, strangolate dal nuovo player, esperto in Grande Distribuzione Organizzata;
RILEVATO CON PREOCCUPAZIONE CHE
- contrariamente a quanto dichiarato dal Dr. Farinetti, i prezzi più accessibili dei prodotti non discendono tanto dall’"accorciamento della filiera tra chi produce e chi consuma", quanto dal potere di disciplina dei prezzi della grande distribuzione, anche conseguente al regime fiscale di favore, che nel tempo non ha esitato a ricorrere a forme di dumping per rafforzare la propria posizione dominante in alcuni segmenti di mercato;
- in passato, tutti i prodotti di qualità finiti sotto il controllo della Grande Distribuzione, nell’arco di pochi anni hanno visto una dilatazione dei volumi di produzione e un abbassamento dei livelli qualitativi (nel solo settore enologico, si pensi al Brunello, o al Nero d’Avola o al Prosecco della Valdobbiadene, un’area che produceva 20.000 bottiglie/anno DOCG e oggi arriva a 20 milioni di pezzi);
- pertanto Eataly, alla luce degli investitori, del piano industriale e delle aggressive metodologie adottate dai colossi della Grande Distribuzione sul prodotto di qualità, difficilmente appare come "unione di piccoli produttori selezionati in collaborazione con Slow Food" (quotidiani del 27 gennaio), perchè un'unione di piccoli produttori al massimo produce un Consorzio di tutela, come ve ne sono tanti e di ottimo livello anche in Piemonte, nessuno dei quali si è imparentato con ingombranti Coop con 200 milioni di Euro di investimento;
PRESO ATTO
che il Sindaco, forse colpito da una sindrome di Trimalcione, ha rilasciato generiche dichiarazioni sulla vocazione enogastronomica di Torino, senza preoccuparsi di dare alcuna garanzia sul mantenimento dei livelli di qualità del prodotto offerto, di difesa del consumatore e della piccola-media impresa e dei suoi addetti;
INTERPELLANO
Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:
- quale sia la partecipazione della Città, al di là del rapporto di concessione, con la società Eataly Distribuzione e in particolare se tra gli amministratori della stessa risultino esservi persone che esercitano funzioni di pubblico amministratore negli EE.LL. ovvero in utilities pubbliche;
- se, dopo averci rassicurato su San Paolo-Intesa, su Expo2015 e su altre partite nell’arco del suo mandato, possa anche rassicurarci sui meccanismi attraverso i quali Eataly Distribuzione potrà garantire qualità, autonomia e prestigio alle produzioni di qualità, ovvero Eataly non debba rappresentare l’ennesima operazione coop su Torino, una specie di parco a tema sulla gastronomia di qualità, che offre prodotti, servizi e impresa tipici delle Coop di grande distribuzione, focalizzata sui ritorni economici e politici a discapito della qualità e varietà dei prodotti e della piccola e media impresa agroalimentare.
F.to: Ferdinando Ventriglia
Agostino Ghiglia
Ennio Galasso
Giuseppe Lonero
Roberto Ravello