Servizio Centrale Consiglio Comunale

 

 

 

2008 00441/002

 

 

 

C I T T À  D I  T O R I N O

 

 

INTERPELLANZA: "INNALZAMENTO FALDE ACQUIFERE TORINO" PRESENTATA DAI CONSIGLIERI COMUNALI CASSANO E CERUTTI IN DATA 25 GENNAIO 2007.

 

          I sottoscritti Consiglieri Comunali,  

 

PREMESSO CHE

 

-        la nostra Città è stata negli ultimi anni interessata da numerosi cantieri e costruzioni sotterranee (passante ferroviario, metropolitana, stazione di Porta Susa, parcheggi);

-        questa tendenza pare destinata ad aumentare nei prossimi anni,sulla scia delle soluzioni individuate in numerosi paesi del Nord Europa per rispondere a problemi di circolazione e logistici;

CONSIDERATO CHE

 

-        tutti questi scavi sembrano comunque destinati ad interferire con la falda acquifera che a Torino è ricca, alimentata dai fiumi che ne percorrono il territorio;

-        uno studio sull'evoluzione spazio-temporale dell'acquifero libero torinese, compiuto da Massimo Civita, del Dipartimento di Georisorse e territorio del Politecnico di Torino, in collaborazione con il Geologo Salvatore Pizzo, dello stesso Dipartimento si innestava, proseguendola, su una ricerca tecnica affidata al gruppo di lavoro di Massimo Civita dalla Regione Piemonte nel 1999;

-        a lavoro terminato,il succitato studio comprendeva un database informatizzato interattivo e aggiornabile in cui sono inclusi tutti i dati, ottenuti attraverso ben 11 mila pozzi antichi e recenti, relativi alle condizioni idrogeologiche del territorio di Torino e della prima cintura urbana compreso tra la collina torinese e le alture moreniche di Rivoli;

-        da quell'enorme massa di dati sono stati individuati circa 700 punti d'acqua che soddisfano le condizioni imposte dalla ricerca; a questi ne sono stati aggiunti altri, alcuni risalenti addirittura all'inizio del '700, trovati negli archivi o desunti dallo studio dei riferimenti storico-archeologici;

-        si e' così potuto non solo fotografare la situazione attuale ma, quel che più conta ai fini pratici, fare una attendibile valutazione delle modifiche in corso e di quelle prevedibili nel tessuto urbanistico e produttivo, consentendo di individuare la tendenza per i prossimi 20 anni;

-        in via generale, si nota che la profondità dell'acquifero più superficiale varia dai 60 metri della parte più alta della pianura alla base delle colline moreniche, sino a "qualche metro nella parte medio-bassa". Nell'area studiata (comprendente l'intera città di Torino, limitata a est dal Po ed estesa a nord verso Venaria e Borgaro, a ovest verso Collegno, Grugliasco e Beinasco e a sud verso Vinovo, Candiolo e Volvera) sono stati individuati sei tipi di trend, indicati come C3, C2 e C1 (crescenti), O (stabile) e D1 e D2 (decrescenti);

-        il trend di tipo 0, riscontrabile nel 52 per cento dell'area e in particolare nei comuni di Candiolo, Vinovo, La Loggia, Nichelino e in parte Moncalieri, indica "una sostanziale stabilità dei livelli piezometrici dell'acquifero libero, legata ad attingimenti regolari nell'ultimo trentennio o, quantomeno, a una sostanziale regolarità nell'utilizzazione della risorsa idrica in questa zona";

-        il trend di tipo D1, a leggera tendenza negativa, rappresenta il 24 per cento dell'area in corrispondeva dei comuni di Volvera, Beinasco e Grugliasco (in parte) oltre a Borgaro; il trend D2, "marcatamente decrescente" rappresenta il 7 per cento del territorio e caratterizza la zona tra Beinasco e la parte sud di Torino; infine il trend crescente di tipo C1 (6 per cento), C2 (7per cento) e C3 (4 per cento) caratterizza il comune di Torino e in modo particolarmente evidente il settore centro-occidentale, dove esiste una zona "di sensibile sovralzamento piezometrico";

-         l'abbassamento dell'acquifero nelle aree periferiche, prevalentemente agricole "è da mettere in relazione sia al costante aumento dei prelievi dalla falda idrica sia all'incremento termico, che ha di certo ridotto nel tempo la piovosità efficace"; la tendenza opposta nell'area urbana va attribuita, tra l'altro, alla chiusura di molti pozzi dell'acquedotto esistenti in città fino a qualche anno fa (piazza d'armi, villa Rignon, Basse di Stura), allo spostamento di grandi industrie utilizzatrici di acqua (dalla Viberti alla Lancia) senza trascurare, avverte lo studio, il contributo delle perdite dalle reti idriche;

-         supponendo costanti gli attuali rapporti prelievi-ricarica, la situazione proiettata al 2022, "limite temporale in cui, si postula, vi possa essere il teorico raggiungimento degli originali livelli storici": l'ampia zona 0 dovrebbe mantenere un livello costante; nelle due zone a trend decrescente la falda dovrebbe continuare ad abbassarsi da un minimo di 80 centimetri a un massimo di 1,6 metri; nella zona C1, la più esterna rispetto al comune di Torino, il livello dovrebbe crescere di 1,1 metri, nella C2, interna alla precedente, la crescita dovrebbe essere di 1,4 metri mentre nella C3, quella centrale corrispondente all'area nord-occidentale della Città, la crescita e' prevista in 3,4 metri;  

 

INTERPELLANO  

 

Il Sindaco e l'Assessore competente per sapere:

1)      quali siano i cantieri aperti o di prossima apertura maggiormente interessati dal fenomeno di innalzamento della falda;

2)      se vi siano ulteriori studi ed aggiornamenti elaborati dal Politecnico o da altri Istituti a riguardo;

3)      quali valutazioni sono state elaborate in relazione alle aree su cui dovrebbero sorgere edifici superiori ai 100 metri ed in particolare sul Grattacielo Intesa San Paolo e sul Palazzo Uffici della Regione.       

 

F.to  Luca Cassano

   Monica Cerutti