Interventi |
PORCINO Giovanni (Presidente) Passiamo all'esame della proposta di mozione n. mecc. 201502476/002, presentata dal Consigliere Marrone in data 8 giugno 2015, avente per oggetto: "Stop immigrati richiedenti asilo a Torino". PORCINO Giovanni (Presidente) Questo documento arriva in Aula ai sensi dell'articolo 93. La parola al Consigliere Marrone, sull'ordine dei lavori. MARRONE Maurizio È previsto che ci siano gli Assessori competenti per materia nelle mozioni che sono state inserite all'ordine dei lavori di oggi? PORCINO Giovanni (Presidente) In realtà non è vincolante, per la Giunta è presente l'Assessore Passoni. La parola al Consigliere Marrone, sul merito. MARRONE Maurizio In realtà il tema della mozione è semplice, parte da un dato molto chiaro. Sapete che il canale di accoglienza che vede come protagonisti i Comuni rispetto ai profughi è il cosiddetto sistema SPRAR, cioè il Sistema di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati. Con questa mozione chiedo semplicemente un ritorno nella legalità prevista dal decreto ministeriale che bandisce proprio lo SPRAR. Vorrei ricordare che si tratta sostanzialmente di una Legge, cioè di una normativa, che è quella che disciplina il bando con il quale il Comune di Torino accoglie i profughi. All'articolo 5 di questa normativa… PORCINO Giovanni (Presidente) Mi scusi se la interrompo, Consigliere. Non sentiamo più nulla. Chiedo ai Colleghi di rimanere al proprio posto e in silenzio. MARRONE Maurizio Io tanto parlo per il verbale, non c'è problema. Questo decreto all'articolo 5 prevede che ci siano dei tetti massimi di posti di accoglienza, in relazione al numero degli abitanti dei Comuni. La ratio è molto semplice: impedire che questo canale di accoglienza, che è volontariato - e su questo mi riservo un passaggio tra poco - impedisca che si creino degli squilibri in termini di tensione sociale per l'addensamento di profughi in un quartiere piuttosto che in un altro o anche solo per lo squilibrio in termini di risorse di welfare. Ora il problema è che questo decreto per le città della densità di abitanti di Torino, ovvero da 200.000 a 1 milione, prevede come limite massimo 100 posti, aumentabili in un massimo di straordinari altri 100 nel corso del triennio dal 2014 al 2016. Rispetto a un massimo legale consentito di 200, sapete quanti sono i profughi, i richiedenti asilo - anche su questo mi riserverò un passaggio - ospitati nel Comune di Torino attualmente? Sono 490 con il canale SPRAR, ovvero ce ne sono sostanzialmente 290 in più, più del doppio, oltre il limite legale; questo nonostante non sia intervenuto nessun decreto successivo a derogare o a modificare questo tetto massimo. Questo con l'effetto, non voglio dire con la finalità - o meglio lo dico, ma questo è un mio parere personale -, sicuramente con l'effetto di far arrivare semplicemente più fondi a sostegno del consueto solito circuito di associazionismo e cooperative che si occupano di questo tema, che tra l'altro scarica sui costi di questo progetto, quindi su risorse che sono in quota parte della Città e in quota parte del Ministero, anche dei propri costi di funzionamento, cioè gli affitti delle strutture, i restauri delle strutture stesse e gli stipendi dei loro operatori. Ora chiedo semplicemente che si arrivi a un ritorno alla legalità, se le normative - peraltro firmate Alfano, e non firmate Giorgia Meloni - arrivano a sancire un tetto massimo di posti, non si capisce perché la Città di Torino debba non solo sforarlo ma più che doppiarlo. È un qualcosa che non va, che non basta spiegarlo, come è avvenuto in Commissione e in Conferenza dei Capigruppo da parte della Vicesindaco, che mi spiace sia assente, ma la devo citare e non è colpa mia se è assente, sostanzialmente dicendo che si è sempre continuato così, ne abbiamo raccolti sempre di più, il Ministero non ci ha detto niente contro e ti credo visto che non sa più dove mandarli e va bene così. Eh no, perché gli appalti sono dei contratti e i decreti che bandiscono gli appalti sono delle normative e le normative e i contratti vanno rispettati e non li si può sempre tenere come una mera formalità ampiamente derogabili con prassi consuetudinarie, soprattutto quando si parla di quattrini e si tratta di business che abbiamo già visto in diversi contesti geografici e anche temporali portare ad affarismi davvero molto poco solidali e quindi quantomeno è una tematica molto molto sensibile. Lo dico giusto per i Colleghi che mi stanno ascoltando, darei anche qualche dato perché lo SPRAR, quello di cui stiamo parlando, è un canale volontario. A Torino siamo a quota quasi 500 e ci sono Province come Cuneo, come Vercelli, come Novara, come il VCO - questi sono dati freschi di oggi - che per scelta, mi viene da dire, illuminata dei loro Sindaci non hanno attivato questi canali e il risultato è che hanno molto meno profughi da accudire rispetto a noi, che abbiamo, come loro, le imposizioni della Prefettura, ma anche rispetto a queste Province, quelli che ci siamo cercati noi con lo SPRAR sforando questo limite. Un ultimo dato che voglio dare è quanti veri profughi ci siano su tutta questa gente accolta, perché con questa retorica per cui un tempo c'erano tanti clandestini… ve li ricordate i clandestini? E adesso non ci sono più, perché non c'è più il reato di clandestinità; oggi ci sono quelli che hanno il permesso di soggiorno legato al lavoro, turismo e quant'altro e poi ci sono i profughi. Non sono profughi, sono richiedenti asilo, cioè quelli che ci dicono di essere profughi, ma in pendenza di un giudizio delle Commissioni Prefettizie che ancora non hanno detto se sono profughi o meno. Andando a concludere, vi do questo dato che è l'ultimo reperibile, quello di fine 2014 e quindi comunque sei mesi fa grossomodo, che dice che su 544 che erano a dicembre, adesso sono un po' di meno, 490, sapete quanti sono i rifugiati veri effettivi, cioè quelli che hanno il titolo in tasca di protezione internazionale? Sono 69. PORCINO Giovanni (Presidente) La invito a concludere, Consigliere. MARRONE Maurizio Meno del 13%. Tutti gli altri sono persone che non sono profughi, ma come se fossero profughi paghiamo a livello di vitto e di alloggio e lo facciamo oltre i limiti legali di un Decreto Legge, in virtù del quale abbiamo attivato questo canale di accoglienza. A meno che il centrosinistra non ci stupisca con un voto favorevole a scatola chiusa, vedo purtroppo un po' di disattenzione e di assenteismo. Quello che vi dico è che ora che stiamo votando un atto formale di indirizzo che cita il rispetto di un decreto… PORCINO Giovanni (Presidente) Consigliere, deve concludere. MARRONE Maurizio Sto concludendo, però questo è un passaggio importante. PORCINO Giovanni (Presidente) È due minuti oltre il tempo consentito, Consigliere. MARRONE Maurizio Rinuncerò successivamente. PORCINO Giovanni (Presidente) Le faccio concludere il ragionamento. MARRONE Maurizio Lo concludo. Sto solo richiamando l'attenzione dei Colleghi sul fatto che, quando c'è un atto di indirizzo che chiede il rientro nei parametri di una normativa, legale, c'è una responsabilità nel dire "sì" o "no", è molto semplice; dichiarare che si vota "no" e dire alla Giunta che se ne può fregare dei limiti disposti da un Decreto pone delle responsabilità, per cui invito chi non fosse convinto o chi avesse dei dubbi o chi non mi volesse dare ragione - che è una cosa politicamente legittima - piuttosto ad astenersi o a non partecipare al voto, ma non a votare negativamente, perché un domani, qualora dovesse rivelarsi un malcostume - come io temo - all'interno di questo sistema di accoglienza, le responsabilità anche amministrative rimarranno. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Paolino. PAOLINO Michele Intervengo, in parte, sull'ordine dei lavori e, in parte, sul merito. Per quanto riguarda l'ordine dei lavori, ormai c'è questo vizio preso dai Consiglieri dell'opposizione per cui, infischiandosene del lavoro del Consiglio stesso e degli altri Colleghi e quindi negando un approfondimento di merito, saltano il lavoro della Commissione ed iscrivono i propri provvedimenti direttamente al Consiglio. Non entro nel merito rispetto a questa scelta, potrei farlo da Capogruppo e votare contro questa loro richiesta, perché è una possibilità che il Regolamento dà, però la valuto politicamente molto negativa. Poi si arriva al paradosso per cui il venerdì pomeriggio si iscrive un provvedimento e si pretende che in Aula vi siano gli Uffici e l'Assessore, chiedendosi come mai non sia venuto e quant'altro: è perché abbiamo forzato la mano, tutto qui. È semplicemente perché abbiamo forzato la mano. Quindi, prendo atto che si sta forzando la mano, su questo come su altri temi, in particolare legati alle vicende del welfare. Sulla questione del merito, credo che sia evidente che siamo di fronte ad una strategia che vuole basarsi sulla paura dei cittadini che vivono una situazione pesantissima relativa ad una difficoltà che non è della Città di Torino o di chi, in qualche modo, si occupa del problema; in queste settimane, stiamo vivendo una situazione gravissima sul piano internazionale, come minimo europeo. Siamo di fronte a due Paesi, come Francia e Germania, che hanno chiuso le loro frontiere. Abbiamo persone lasciate sugli scogli. Di che cosa stiamo parlando? Quelle sono persone. Prima di tutto, per noi viene la sicurezza dei nostri cittadini e su questo ci battiamo, la chiediamo e la pretendiamo, ma non ci stiamo quando si tratta di provare a trovare altre scorciatoie per porre un problema politico, che non è la richiesta di sicurezza, ma è governare la paura. Stiamo assistendo ad una escalation, mi sembra anche abbastanza limitata nel consenso delle forze politiche. Anche sul piano politico, nella giornata di ieri abbiamo dovuto spiegare che un atto di vandalismo è un atto di vandalismo e va trattato come tale, anche nel momento in cui c'è un'indagine in corso per capire chi è stato, e quindi non è perché c'è stato un atto di vandalismo che bisogna sgomberare il mondo e dare la colpa ai profughi. Noi siamo per distinguere tra i delinquenti e le persone che vogliono percorsi di cittadinanza. Siamo per una linea severa di rispetto delle Leggi nei confronti di chi delinque. Siamo stati i primi e non i soli a dire che una persona che ha un decreto di espulsione va espulsa. Su questo chiediamo una linea ferma, ma non si può pensare di utilizzare - per fini, evidenti a tutti, elettorali e di propaganda - la paura dei residenti. Basta! Ho chiesto con insistenza e più volte ai Capigruppo di minoranza che fosse convocato il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica insieme alla Conferenza dei Capigruppo, affinché vi siano un percorso condiviso per affrontare questo tema ed una proposta congiunta, avendo ben chiare le competenze della Città e le competenze degli altri soggetti e non facendo una miscellanea per cui un po' tutto poi è riconducibile alla Giunta di Torino, perché non è così. Ci sono responsabilità diverse e non è che i Comuni che non hanno accettato i profughi siano più bravi dei Comuni che li hanno accettati, hanno soltanto scaricato una responsabilità sul Comune più grande; è tutto lì, Consigliere Marrone. Quindi, come vede, anche i numeri possono essere strumentalizzati ed usati per sostenere la propria tesi, ma noi respingiamo in pieno questa tesi e ribadiamo l'invito a collaborare per trovare insieme delle soluzioni. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio Dopo questo intervento, capisco perché, a livello elettorale, nelle ultime due settimane il Partito Democratico non abbia fatto altro che prendere schiaffi ed anche forti: evidentemente, non è capace di parlare ai cittadini. Quando si parla di strategia basata sulla paura e poi ci troviamo una ragazza disabile stuprata, oppure una gang sudamericana che con un machete tronca un braccio ad un controllore e il Presidente della Regione quasi difende questa gang sudamericana dicendo che forse non era il caso di chiedergli il biglietto, mi viene da pensare che non sappiate proprio dove vivete e neanche di che cosa state parlando. La Francia e la Germania chiudono le frontiere per un semplice motivo: questa è un'invasione e voi siete gli unici che non ve ne siete resi conto. Renzi e Alfano sono due persone altamente incompetenti, altre persone che non sanno di che cosa si parla, tanto che il razzista e xenofobo Hollande ha deciso di sospendere Schengen e di mettere la polizia alla frontiera. Questa si chiama difesa dei confini. È semplicissimo, fa quello che gli chiede il suo Paese. Che cosa facciamo noi? Andiamo a prendere le barche a 10 chilometri dalla costa della Libia; è questa la differenza ed è il motivo per cui il Partito Democratico prende schiaffi a tutte le elezioni, tanto che ha perso quasi tutti i ballottaggi, ha perso una regione importante come la Liguria ed ha rischiato fortemente in Abruzzo. Oggi, dire che quello dell'immigrazione non è un problema significa non sapere dove si vive. Vorrei fare un esempio, quello del MOI, all'interno del quale la Lega Nord ha dimostrato che cosa avviene, ovvero lo spaccio, tanto che, negli ultimi sei mesi, sono state 18 le persone arrestate per spaccio al suo interno; evidentemente, un problema c'è ed è forte e voi non ve ne rendete conto perché continuate a difendere questo tipo di politica. Parlate di espulsioni, ma, Capogruppo Paolino, lo sa che il Partito Democratico ha contribuito alla votazione per l'abolizione del reato di immigrazione clandestina? Si ricorda di aver votato la chiusura del CIE di corso Brunelleschi? A volte parliamo, ma sembra che lo si faccia solamente perché si ha la lingua in bocca. Prima di fare delle riflessioni di questo tipo, è necessario capire qual è l'argomento e sentire quali sono gli umori dei cittadini, perché, lo ripeto, più andiamo avanti e più ve ne renderete conto (perdendo consensi probabilmente e, il prossimo anno, anche perdendo la guida di questa Città), non siete più in grado di gestire determinate situazioni. Sono convinto che, quando un soggetto non è più in grado di fare qualcosa, deve fare un passo indietro e riconoscere la propria incompetenza: voi siete arrivati a quel momento. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Tronzano. TRONZANO Andrea Per rispondere al Capogruppo del PD, innanzitutto partiamo da quando noi eravamo al Governo e, in quell'occasione, abbiamo dimostrato come si può cercare di controllare un fenomeno mondiale e di difficile risoluzione, perché le scelte politiche di quel Governo furono sagge e dimostrarono come ci possa essere il controllo su quella situazione. Inoltre, non c'è bisogno che il Capogruppo del PD ci spieghi che due panchine divelte o tre alberi sradicati non siano magari colpa di quei profughi, perché lo sappiamo anche noi. Non abbiamo attizzato nulla, abbiamo solo cercato di mantenere alta l'attenzione su un tema determinante. Dove c'è illegalità purtroppo c'è anche il pantano all'interno del quale si può sguazzare, ovvero in questo caso probabilmente vandali che hanno approfittato di una situazione ai margini della legalità, ai limiti della legalità o, forse, oltre i limiti della legalità, per dimostrare quanto Torino sia vulnerabile rispetto a determinate tematiche. La nostra unica strategia, Capogruppo Paolino e Consiglieri del PD, è quella di dar voce ai cittadini torinesi; non c'è altra strategia. Se questa voce non la desse l'opposizione, sicuramente non lo farebbe la maggioranza in questo momento. Sono 1.000 le firme raccolte - e, forse, anche di più - a sostegno della risoluzione di quel tema importantissimo che c'è oggi al MOI. La manifestazione che si è svolta recentemente non è un insuccesso: il fatto che 200 persone si riuniscano per dare un segnale in quel senso non è un insuccesso, Capogruppo, tutt'altro. Se non ci fossimo noi a dare voce con continuità a questo tipo di problema, probabilmente il tema si assopirebbe e, conseguentemente, verrebbe dimenticato, cosa che noi non vogliamo che accada. È per questo motivo che, pur sapendo che questo è un atto di vandalismo che sicuramente dà fastidio ai cittadini, abbiamo chiesto che il Sindaco Fassino intervenga dicendoci con voce chiara quando inizieranno i presidi di legalità, grazie alle Forze dell'Ordine, in quella zona. Questo è quello che vogliamo far notare. Non vogliamo attizzare nulla, vogliamo solo mantenere l'attenzione alta. Siete pregati di non sminuire tutto parlando del consenso e delle elezioni che verranno, perché non è così: ci stiamo occupando di questo tema da molto tempo. Ci stiamo occupando del tema dei profughi da molto tempo, forse da un decennio, nella nostra nazione e nella nostra città. Quindi, non è una questione che riguarda le elezioni che arriveranno, ma si tratta di dare voce - lo ripeto ed è l'unica nostra strategia - ai cittadini, che ce lo chiedono continuamente, Capogruppo Paolino. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Curto. CURTO Michele Prendo spunto dagli ultimi interventi dei Colleghi della minoranza, perché trovo abbastanza buffo che si dica che, in questo momento, è in atto un'invasione in Europa. Ritorniamo alle cifre, perché poi queste aiutano. Lo scorso anno sono sbarcati in tutta la frontiera meridionale dell'Europa 170.000 migranti, che, a fronte di un continente con 500 milioni di persone, significa una persona ogni 3.000 abitanti. La Turchia (un Paese che in tutte le statistiche sullo sviluppo umano, sul PIL e sullo sviluppo economico si situa dietro a tutti gli Stati dell'Unione Europea), negli ultimi 5 anni, ha dovuto ricevere 2.000.000 di migranti forzati e parliamo di rifugiati e di persone che fuggono dai conflitti mediorientali, che dovremmo conoscere a menadito, visto che, spesso, sono stati i nostri eserciti o quelli dei nostri alleati a determinare le condizioni che hanno portato a questa situazione. In Turchia, i migranti giunti negli ultimi 5 anni sono 1 ogni 35 abitanti: quella sì che è una situazione di emergenza enorme e della quale, peraltro, noi non ci occupiamo, facendo finta di pensare che poi gli inevitabili meccanismi di attrazione economica (che sono da sempre la base dell'emigrazione) non determineranno nel medio e nel lungo periodo un problema direttamente per il nostro continente. È questo il punto. Consigliere Tronzano, il punto è l'esatto contrario di quello di cui lei ha parlato. Esiste una strategia europea dei movimenti di destra per creare una strumentalizzazione sistematica nei confronti dell'arrivo dei migranti. Si cerca di utilizzare una pagliuzza nell'occhio dell'Europa per non vedere qual è la trave, che è ben altro: è il modello economico, è la situazione socio-politica, è la situazione all'interno della quale sono purtroppo costrette una parte significativa delle popolazioni europee. Si tratta di questa speculazione sistematica, che è tutta di carattere politico, cioè la costruzione di un conflitto tra ultimi, penultimi e terzultimi della nostra società, di un conflitto orizzontale invece che verticale, quando poi invece le ricchezze nel nostro continente ci sarebbero. Questo è il punto ed è un punto che si cerca di sollevare anche qui nella nostra Città. Io credo che esista una grande questione in questo momento che investe l'Europa e l'Europa che uscirà da questa discussione sarà probabilmente diversa, perché viene meno una condizione fondamentale: se l'Europa che abbiamo costruito preferisce spendere 3.000 miliardi di Euro per salvare le banche piuttosto che i 174 necessari per salvare un Paese, o se l'Europa che abbiamo costruito non è in grado di accogliere una persona ogni 3.000, è chiaro che stiamo parlando di un continente completamente diverso da quello che era stato sognato 50 anni fa. È un'altra cosa, è un'altra costruzione, una costruzione che difficilmente ci potrà appartenere. Questa è la discussione che dovremmo fare tutti quanti insieme, anche in questa Città. Dall'altra parte, di che cosa stiamo parlando? Certo, oggi esiste la questione del MOI, ma la stiamo trascinando da tempo. Perché lì c'è il MOI? Perché fu fatta una cosa che si chiamava "Emergenza Nord Africa", la prima, che fu gestita da un Governo di centrodestra che non ebbe la capacità di affrontare i problemi in quel momento; preferì non moltiplicare le Commissioni per entrare nel merito delle condizioni di asilo di quelle persone, tant'è vero che i dati erano chiarissimi: il 90% delle persone fu esaminato in due mesi e a quelle persone fu rilasciato un permesso, come spesso succede in Italia, attraverso una sanatoria, per una situazione d'emergenza e sono state parcheggiate. Facendo così abbiamo appiattito quelle persone in un unico gruppo e in tutte le principali città d'Italia sono nati i MOI, ma non li stiamo affrontando, li stiamo trattando come problemi di ordine pubblico, senza voler fronteggiare l'altra situazione e l'altra discussione. Certo, è necessaria una discussione, che penso andrà affrontata venerdì nell'incontro che ci sarà tra il Consiglio Comunale, i Capigruppo Consiliari, ed il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica. È una discussione che va fatta in due tempi: in un primo tempo, non ci deve essere solo la richiesta di un presidio interforze, ma, finalmente, anche la richiesta di un censimento di quella situazione, per capire che cosa c'è lì dentro, non in forma ostile, come qualcuno vorrebbe fare, ma in forma intelligente, come questa Amministrazione ha più volte provato a fare. Dall'altra parte, ci deve essere la richiesta al Governo di affrontare quella situazione in tutte le città. È chiaro che è un debito che ci portiamo dal passato: un passato che qualcuno vorrebbe dimenticare, Colleghi della Lega Nord; un passato che voi avete gestito molto male, raccontando agli italiani quello che provate a raccontare di nuovo oggi, cioè che le presone si possono semplicemente rimandare a casa. Allora, non si capisce perché, in dieci anni della legge Bossi-Fini, degli immigrati clandestini che sono arrivati in Italia ne avete rimandati indietro l'1%, spendendo però più del 90% delle risorse disponibili. I Paesi intelligenti che stanno a guardare la modernità fanno una scelta opposta: invece di spendere il 90% nelle forme di repressione inutili, spendono il... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, non chiudono le frontiere, hanno integrato... PORCINO Giovanni (Presidente) Consigliere Curto, la invito a concludere. CURTO Michele Non hanno chiuso le frontiere, hanno integrato, tant'è vero che la maggior parte dei Paesi ad alto sviluppo economico sono anche ad alto indice di immigrazione negli ultimi dieci anni e hanno utilizzato quelle risorse per evitare che si determinasse un corto circuito fra gli ultimi e i penultimi della società, non hanno speculato al mercato della paura. Mi rendo conto che dire queste cose vuol dire distribuire perle ai porci, perché non c'è la volontà di capire queste cose, questo è il punto fondamentale. Allora, che cosa dobbiamo fare noi? È un altro livello. Noi dobbiamo chiedere al Governo nazionale che ci sia una scelta chiara rispetto a quelle situazioni in tutte le città d'Italia. È chiaro che non si può affrontare solo a Torino, perché Roma è nella stessa situazione, così come Milano e così come Napoli, ma, dall'altra parte, non si può pensare che rimanga su un livello esclusivamente delle Città una responsabilità che non possiamo assolutamente affrontare da soli. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola, sull'ordine dei lavori, al Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio Presidente, volevo solo segnalare che, se ci sono partiti politici che tendono allo "zero virgola" evidentemente è perché hanno questo tipo di politica. PORCINO Giovanni (Presidente) Non vedo quale sia l'ordine dei lavori, Consigliere. Le prossime volte eviterò di darle la parola sull'ordine dei lavori, se questo è il livello della discussione. La parola al Consigliere Liardo. LIARDO Enzo Io non aggiungerei molto. Vorrei solo rivolgermi principalmente al Consigliere Curto, che ha fatto un discorso molto organico e anche molto sentito da parte sua, e non rispondo neanche a quanto asseriva il Consigliere Paolino. Sono discorsi che, sicuramente, coinvolgono una parte importante per quanto riguarda le persone - voglio sottolinearlo -, però faccio presente un aspetto, cioè che non ci troviamo di fronte a delle situazioni del passato, Consigliere Curto, perché le situazioni sono cambiate notevolmente. Oggi come oggi, senza fare alcun tipo di speculazione, possiamo parlare di emergenza, ma è un'emergenza che la nostra Nazione non riesce ad affrontare adeguatamente, perché io penso che a nessuno di noi in questa Aula faccia piacere vedere queste persone che sbarcano nel nostro territorio, messe in un giardino o che stanno alla frontiera cercando di uscire dal nostro Paese. Sono situazioni che non abbiamo mai visto. Di conseguenza, non possiamo continuare ad affrontare il problema in senso ideologico, ma, secondo me, bisognerebbe iniziare a pensare qualcosa di nuovo e dovrebbe esserci una comunione tra le nostre e le vostre idee, perché ci dev'essere una via di mezzo. Non possiamo continuare ad essere indipendenti, perché il problema sta veramente diventando grave e qui non c'è in nessun modo alcun risvolto razzistico da parte del sottoscritto e sicuramente del Gruppo che io rappresento, però ormai bisogna avere un approccio diverso. Continuando così, facciamo finta che nulla stia accadendo attorno a noi e, di conseguenza, bisognerebbe guardarci un po' tutti e cercare di affrontare il problema - ripeto - con un approccio diverso, ma mi sembra che non ci sia alcuna volontà di farlo, né da parte della maggioranza né da parte della minoranza, che, magari, in certe situazioni, vorrebbe arrivare a delle soluzioni estreme che, sappiamo benissimo, non si possono applicare, ma non possiamo neanche darle torto, perché la situazione è estremamente grave. Allora, invece di fare come nel ping-pong e, quindi, far rimbalzare la palla da una parte all'altra del campo, proviamo a fermare questa partita e a cercare di approfondire trovando insieme una soluzione, che, sicuramente, dev'essere umana, perché sta diventando veramente un'emergenza, come è successo in questi giorni nella vicenda del MOI. Non bisogna stigmatizzare questi aspetti. Io, comunque, voglio dire pubblicamente a verbale che alle iniziative che sono state fatte in questi giorni, compresa la manifestazione alla quale anch'io ero presente, non ho assolutamente visto degli aspetti razzistici o degli squadrismi in mezzo alla strada, ma persone che cominciano ad essere esasperate. Allora, non sottovalutiamo il problema. |