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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 15 Giugno 2015 ore 10,00
Paragrafo n. 21
MOZIONE 2015-02476
"STOP IMMIGRATI RICHIEDENTI ASILO A TORINO" PRESENTATA DAL CONSIGLIERE MARRONE IN DATA 8 GIUGNO 2015.
Interventi

PORCINO Giovanni (Presidente)
Passiamo all'esame della proposta di mozione n. mecc. 201502476/002, presentata
dal Consigliere Marrone in data 8 giugno 2015, avente per oggetto:

"Stop immigrati richiedenti asilo a Torino".

PORCINO Giovanni (Presidente)
Questo documento arriva in Aula ai sensi dell'articolo 93.
La parola al Consigliere Marrone, sull'ordine dei lavori.

MARRONE Maurizio
È previsto che ci siano gli Assessori competenti per materia nelle mozioni che sono
state inserite all'ordine dei lavori di oggi?

PORCINO Giovanni (Presidente)
In realtà non è vincolante, per la Giunta è presente l'Assessore Passoni.
La parola al Consigliere Marrone, sul merito.

MARRONE Maurizio
In realtà il tema della mozione è semplice, parte da un dato molto chiaro. Sapete che
il canale di accoglienza che vede come protagonisti i Comuni rispetto ai profughi è il
cosiddetto sistema SPRAR, cioè il Sistema di Protezione Richiedenti Asilo e
Rifugiati. Con questa mozione chiedo semplicemente un ritorno nella legalità
prevista dal decreto ministeriale che bandisce proprio lo SPRAR. Vorrei ricordare
che si tratta sostanzialmente di una Legge, cioè di una normativa, che è quella che
disciplina il bando con il quale il Comune di Torino accoglie i profughi.
All'articolo 5 di questa normativa…

PORCINO Giovanni (Presidente)
Mi scusi se la interrompo, Consigliere. Non sentiamo più nulla. Chiedo ai Colleghi di
rimanere al proprio posto e in silenzio.

MARRONE Maurizio
Io tanto parlo per il verbale, non c'è problema.
Questo decreto all'articolo 5 prevede che ci siano dei tetti massimi di posti di
accoglienza, in relazione al numero degli abitanti dei Comuni. La ratio è molto
semplice: impedire che questo canale di accoglienza, che è volontariato - e su questo
mi riservo un passaggio tra poco - impedisca che si creino degli squilibri in termini di
tensione sociale per l'addensamento di profughi in un quartiere piuttosto che in un
altro o anche solo per lo squilibrio in termini di risorse di welfare.
Ora il problema è che questo decreto per le città della densità di abitanti di Torino,
ovvero da 200.000 a 1 milione, prevede come limite massimo 100 posti, aumentabili
in un massimo di straordinari altri 100 nel corso del triennio dal 2014 al 2016.
Rispetto a un massimo legale consentito di 200, sapete quanti sono i profughi, i
richiedenti asilo - anche su questo mi riserverò un passaggio - ospitati nel Comune di
Torino attualmente? Sono 490 con il canale SPRAR, ovvero ce ne sono
sostanzialmente 290 in più, più del doppio, oltre il limite legale; questo nonostante
non sia intervenuto nessun decreto successivo a derogare o a modificare questo tetto
massimo.
Questo con l'effetto, non voglio dire con la finalità - o meglio lo dico, ma questo è un
mio parere personale -, sicuramente con l'effetto di far arrivare semplicemente più
fondi a sostegno del consueto solito circuito di associazionismo e cooperative che si
occupano di questo tema, che tra l'altro scarica sui costi di questo progetto, quindi su
risorse che sono in quota parte della Città e in quota parte del Ministero, anche dei
propri costi di funzionamento, cioè gli affitti delle strutture, i restauri delle strutture
stesse e gli stipendi dei loro operatori.
Ora chiedo semplicemente che si arrivi a un ritorno alla legalità, se le normative -
peraltro firmate Alfano, e non firmate Giorgia Meloni - arrivano a sancire un tetto
massimo di posti, non si capisce perché la Città di Torino debba non solo sforarlo ma
più che doppiarlo. È un qualcosa che non va, che non basta spiegarlo, come è
avvenuto in Commissione e in Conferenza dei Capigruppo da parte della
Vicesindaco, che mi spiace sia assente, ma la devo citare e non è colpa mia se è
assente, sostanzialmente dicendo che si è sempre continuato così, ne abbiamo
raccolti sempre di più, il Ministero non ci ha detto niente contro e ti credo visto che
non sa più dove mandarli e va bene così.
Eh no, perché gli appalti sono dei contratti e i decreti che bandiscono gli appalti sono
delle normative e le normative e i contratti vanno rispettati e non li si può sempre
tenere come una mera formalità ampiamente derogabili con prassi consuetudinarie,
soprattutto quando si parla di quattrini e si tratta di business che abbiamo già visto in
diversi contesti geografici e anche temporali portare ad affarismi davvero molto poco
solidali e quindi quantomeno è una tematica molto molto sensibile.
Lo dico giusto per i Colleghi che mi stanno ascoltando, darei anche qualche dato
perché lo SPRAR, quello di cui stiamo parlando, è un canale volontario. A Torino
siamo a quota quasi 500 e ci sono Province come Cuneo, come Vercelli, come
Novara, come il VCO - questi sono dati freschi di oggi - che per scelta, mi viene da
dire, illuminata dei loro Sindaci non hanno attivato questi canali e il risultato è che
hanno molto meno profughi da accudire rispetto a noi, che abbiamo, come loro, le
imposizioni della Prefettura, ma anche rispetto a queste Province, quelli che ci siamo
cercati noi con lo SPRAR sforando questo limite.
Un ultimo dato che voglio dare è quanti veri profughi ci siano su tutta questa gente
accolta, perché con questa retorica per cui un tempo c'erano tanti clandestini… ve li
ricordate i clandestini? E adesso non ci sono più, perché non c'è più il reato di
clandestinità; oggi ci sono quelli che hanno il permesso di soggiorno legato al lavoro,
turismo e quant'altro e poi ci sono i profughi. Non sono profughi, sono richiedenti
asilo, cioè quelli che ci dicono di essere profughi, ma in pendenza di un giudizio
delle Commissioni Prefettizie che ancora non hanno detto se sono profughi o meno.
Andando a concludere, vi do questo dato che è l'ultimo reperibile, quello di fine
2014 e quindi comunque sei mesi fa grossomodo, che dice che su 544 che erano a
dicembre, adesso sono un po' di meno, 490, sapete quanti sono i rifugiati veri
effettivi, cioè quelli che hanno il titolo in tasca di protezione internazionale? Sono
69.

PORCINO Giovanni (Presidente)
La invito a concludere, Consigliere.

MARRONE Maurizio
Meno del 13%. Tutti gli altri sono persone che non sono profughi, ma come se
fossero profughi paghiamo a livello di vitto e di alloggio e lo facciamo oltre i limiti
legali di un Decreto Legge, in virtù del quale abbiamo attivato questo canale di
accoglienza.
A meno che il centrosinistra non ci stupisca con un voto favorevole a scatola chiusa,
vedo purtroppo un po' di disattenzione e di assenteismo. Quello che vi dico è che ora
che stiamo votando un atto formale di indirizzo che cita il rispetto di un decreto…

PORCINO Giovanni (Presidente)
Consigliere, deve concludere.

MARRONE Maurizio
Sto concludendo, però questo è un passaggio importante.

PORCINO Giovanni (Presidente)
È due minuti oltre il tempo consentito, Consigliere.

MARRONE Maurizio
Rinuncerò successivamente.

PORCINO Giovanni (Presidente)
Le faccio concludere il ragionamento.

MARRONE Maurizio
Lo concludo. Sto solo richiamando l'attenzione dei Colleghi sul fatto che, quando c'è
un atto di indirizzo che chiede il rientro nei parametri di una normativa, legale, c'è
una responsabilità nel dire "sì" o "no", è molto semplice; dichiarare che si vota "no"
e dire alla Giunta che se ne può fregare dei limiti disposti da un Decreto pone delle
responsabilità, per cui invito chi non fosse convinto o chi avesse dei dubbi o chi non
mi volesse dare ragione - che è una cosa politicamente legittima - piuttosto ad
astenersi o a non partecipare al voto, ma non a votare negativamente, perché un
domani, qualora dovesse rivelarsi un malcostume - come io temo - all'interno di
questo sistema di accoglienza, le responsabilità anche amministrative rimarranno.

PORCINO Giovanni (Presidente)
La parola al Consigliere Paolino.

PAOLINO Michele
Intervengo, in parte, sull'ordine dei lavori e, in parte, sul merito.
Per quanto riguarda l'ordine dei lavori, ormai c'è questo vizio preso dai Consiglieri
dell'opposizione per cui, infischiandosene del lavoro del Consiglio stesso e degli altri
Colleghi e quindi negando un approfondimento di merito, saltano il lavoro della
Commissione ed iscrivono i propri provvedimenti direttamente al Consiglio. Non
entro nel merito rispetto a questa scelta, potrei farlo da Capogruppo e votare contro
questa loro richiesta, perché è una possibilità che il Regolamento dà, però la valuto
politicamente molto negativa.
Poi si arriva al paradosso per cui il venerdì pomeriggio si iscrive un provvedimento e
si pretende che in Aula vi siano gli Uffici e l'Assessore, chiedendosi come mai non
sia venuto e quant'altro: è perché abbiamo forzato la mano, tutto qui. È
semplicemente perché abbiamo forzato la mano. Quindi, prendo atto che si sta
forzando la mano, su questo come su altri temi, in particolare legati alle vicende del
welfare.
Sulla questione del merito, credo che sia evidente che siamo di fronte ad una
strategia che vuole basarsi sulla paura dei cittadini che vivono una situazione
pesantissima relativa ad una difficoltà che non è della Città di Torino o di chi, in
qualche modo, si occupa del problema; in queste settimane, stiamo vivendo una
situazione gravissima sul piano internazionale, come minimo europeo.
Siamo di fronte a due Paesi, come Francia e Germania, che hanno chiuso le loro
frontiere. Abbiamo persone lasciate sugli scogli. Di che cosa stiamo parlando?
Quelle sono persone. Prima di tutto, per noi viene la sicurezza dei nostri cittadini e su
questo ci battiamo, la chiediamo e la pretendiamo, ma non ci stiamo quando si tratta
di provare a trovare altre scorciatoie per porre un problema politico, che non è la
richiesta di sicurezza, ma è governare la paura.
Stiamo assistendo ad una escalation, mi sembra anche abbastanza limitata nel
consenso delle forze politiche. Anche sul piano politico, nella giornata di ieri
abbiamo dovuto spiegare che un atto di vandalismo è un atto di vandalismo e va
trattato come tale, anche nel momento in cui c'è un'indagine in corso per capire chi è
stato, e quindi non è perché c'è stato un atto di vandalismo che bisogna sgomberare il
mondo e dare la colpa ai profughi.
Noi siamo per distinguere tra i delinquenti e le persone che vogliono percorsi di
cittadinanza. Siamo per una linea severa di rispetto delle Leggi nei confronti di chi
delinque. Siamo stati i primi e non i soli a dire che una persona che ha un decreto di
espulsione va espulsa. Su questo chiediamo una linea ferma, ma non si può pensare
di utilizzare - per fini, evidenti a tutti, elettorali e di propaganda - la paura dei
residenti. Basta! Ho chiesto con insistenza e più volte ai Capigruppo di minoranza
che fosse convocato il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica insieme alla
Conferenza dei Capigruppo, affinché vi siano un percorso condiviso per affrontare
questo tema ed una proposta congiunta, avendo ben chiare le competenze della Città
e le competenze degli altri soggetti e non facendo una miscellanea per cui un po'
tutto poi è riconducibile alla Giunta di Torino, perché non è così. Ci sono
responsabilità diverse e non è che i Comuni che non hanno accettato i profughi siano
più bravi dei Comuni che li hanno accettati, hanno soltanto scaricato una
responsabilità sul Comune più grande; è tutto lì, Consigliere Marrone. Quindi, come
vede, anche i numeri possono essere strumentalizzati ed usati per sostenere la propria
tesi, ma noi respingiamo in pieno questa tesi e ribadiamo l'invito a collaborare per
trovare insieme delle soluzioni.

PORCINO Giovanni (Presidente)
La parola al Consigliere Ricca.

RICCA Fabrizio
Dopo questo intervento, capisco perché, a livello elettorale, nelle ultime due
settimane il Partito Democratico non abbia fatto altro che prendere schiaffi ed anche
forti: evidentemente, non è capace di parlare ai cittadini. Quando si parla di strategia
basata sulla paura e poi ci troviamo una ragazza disabile stuprata, oppure una gang
sudamericana che con un machete tronca un braccio ad un controllore e il Presidente
della Regione quasi difende questa gang sudamericana dicendo che forse non era il
caso di chiedergli il biglietto, mi viene da pensare che non sappiate proprio dove
vivete e neanche di che cosa state parlando.
La Francia e la Germania chiudono le frontiere per un semplice motivo: questa è
un'invasione e voi siete gli unici che non ve ne siete resi conto. Renzi e Alfano sono
due persone altamente incompetenti, altre persone che non sanno di che cosa si parla,
tanto che il razzista e xenofobo Hollande ha deciso di sospendere Schengen e di
mettere la polizia alla frontiera. Questa si chiama difesa dei confini. È semplicissimo,
fa quello che gli chiede il suo Paese. Che cosa facciamo noi? Andiamo a prendere le
barche a 10 chilometri dalla costa della Libia; è questa la differenza ed è il motivo
per cui il Partito Democratico prende schiaffi a tutte le elezioni, tanto che ha perso
quasi tutti i ballottaggi, ha perso una regione importante come la Liguria ed ha
rischiato fortemente in Abruzzo.
Oggi, dire che quello dell'immigrazione non è un problema significa non sapere dove
si vive. Vorrei fare un esempio, quello del MOI, all'interno del quale la Lega Nord
ha dimostrato che cosa avviene, ovvero lo spaccio, tanto che, negli ultimi sei mesi,
sono state 18 le persone arrestate per spaccio al suo interno; evidentemente, un
problema c'è ed è forte e voi non ve ne rendete conto perché continuate a difendere
questo tipo di politica. Parlate di espulsioni, ma, Capogruppo Paolino, lo sa che il
Partito Democratico ha contribuito alla votazione per l'abolizione del reato di
immigrazione clandestina? Si ricorda di aver votato la chiusura del CIE di corso
Brunelleschi? A volte parliamo, ma sembra che lo si faccia solamente perché si ha la
lingua in bocca.
Prima di fare delle riflessioni di questo tipo, è necessario capire qual è l'argomento e
sentire quali sono gli umori dei cittadini, perché, lo ripeto, più andiamo avanti e più
ve ne renderete conto (perdendo consensi probabilmente e, il prossimo anno, anche
perdendo la guida di questa Città), non siete più in grado di gestire determinate
situazioni. Sono convinto che, quando un soggetto non è più in grado di fare
qualcosa, deve fare un passo indietro e riconoscere la propria incompetenza: voi siete
arrivati a quel momento.

PORCINO Giovanni (Presidente)
La parola al Consigliere Tronzano.

TRONZANO Andrea
Per rispondere al Capogruppo del PD, innanzitutto partiamo da quando noi eravamo
al Governo e, in quell'occasione, abbiamo dimostrato come si può cercare di
controllare un fenomeno mondiale e di difficile risoluzione, perché le scelte politiche
di quel Governo furono sagge e dimostrarono come ci possa essere il controllo su
quella situazione.
Inoltre, non c'è bisogno che il Capogruppo del PD ci spieghi che due panchine
divelte o tre alberi sradicati non siano magari colpa di quei profughi, perché lo
sappiamo anche noi. Non abbiamo attizzato nulla, abbiamo solo cercato di mantenere
alta l'attenzione su un tema determinante. Dove c'è illegalità purtroppo c'è anche il
pantano all'interno del quale si può sguazzare, ovvero in questo caso probabilmente
vandali che hanno approfittato di una situazione ai margini della legalità, ai limiti
della legalità o, forse, oltre i limiti della legalità, per dimostrare quanto Torino sia
vulnerabile rispetto a determinate tematiche.
La nostra unica strategia, Capogruppo Paolino e Consiglieri del PD, è quella di dar
voce ai cittadini torinesi; non c'è altra strategia. Se questa voce non la desse
l'opposizione, sicuramente non lo farebbe la maggioranza in questo momento. Sono
1.000 le firme raccolte - e, forse, anche di più - a sostegno della risoluzione di quel
tema importantissimo che c'è oggi al MOI. La manifestazione che si è svolta
recentemente non è un insuccesso: il fatto che 200 persone si riuniscano per dare un
segnale in quel senso non è un insuccesso, Capogruppo, tutt'altro. Se non ci fossimo
noi a dare voce con continuità a questo tipo di problema, probabilmente il tema si
assopirebbe e, conseguentemente, verrebbe dimenticato, cosa che noi non vogliamo
che accada. È per questo motivo che, pur sapendo che questo è un atto di vandalismo
che sicuramente dà fastidio ai cittadini, abbiamo chiesto che il Sindaco Fassino
intervenga dicendoci con voce chiara quando inizieranno i presidi di legalità, grazie
alle Forze dell'Ordine, in quella zona. Questo è quello che vogliamo far notare. Non
vogliamo attizzare nulla, vogliamo solo mantenere l'attenzione alta.
Siete pregati di non sminuire tutto parlando del consenso e delle elezioni che
verranno, perché non è così: ci stiamo occupando di questo tema da molto tempo. Ci
stiamo occupando del tema dei profughi da molto tempo, forse da un decennio, nella
nostra nazione e nella nostra città. Quindi, non è una questione che riguarda le
elezioni che arriveranno, ma si tratta di dare voce - lo ripeto ed è l'unica nostra
strategia - ai cittadini, che ce lo chiedono continuamente, Capogruppo Paolino.

PORCINO Giovanni (Presidente)
La parola al Consigliere Curto.

CURTO Michele
Prendo spunto dagli ultimi interventi dei Colleghi della minoranza, perché trovo
abbastanza buffo che si dica che, in questo momento, è in atto un'invasione in
Europa. Ritorniamo alle cifre, perché poi queste aiutano. Lo scorso anno sono
sbarcati in tutta la frontiera meridionale dell'Europa 170.000 migranti, che, a fronte
di un continente con 500 milioni di persone, significa una persona ogni 3.000
abitanti. La Turchia (un Paese che in tutte le statistiche sullo sviluppo umano, sul PIL
e sullo sviluppo economico si situa dietro a tutti gli Stati dell'Unione Europea), negli
ultimi 5 anni, ha dovuto ricevere 2.000.000 di migranti forzati e parliamo di rifugiati
e di persone che fuggono dai conflitti mediorientali, che dovremmo conoscere a
menadito, visto che, spesso, sono stati i nostri eserciti o quelli dei nostri alleati a
determinare le condizioni che hanno portato a questa situazione.
In Turchia, i migranti giunti negli ultimi 5 anni sono 1 ogni 35 abitanti: quella sì che
è una situazione di emergenza enorme e della quale, peraltro, noi non ci occupiamo,
facendo finta di pensare che poi gli inevitabili meccanismi di attrazione economica
(che sono da sempre la base dell'emigrazione) non determineranno nel medio e nel
lungo periodo un problema direttamente per il nostro continente. È questo il punto.
Consigliere Tronzano, il punto è l'esatto contrario di quello di cui lei ha parlato.
Esiste una strategia europea dei movimenti di destra per creare una
strumentalizzazione sistematica nei confronti dell'arrivo dei migranti. Si cerca di
utilizzare una pagliuzza nell'occhio dell'Europa per non vedere qual è la trave, che è
ben altro: è il modello economico, è la situazione socio-politica, è la situazione
all'interno della quale sono purtroppo costrette una parte significativa delle
popolazioni europee. Si tratta di questa speculazione sistematica, che è tutta di
carattere politico, cioè la costruzione di un conflitto tra ultimi, penultimi e terzultimi
della nostra società, di un conflitto orizzontale invece che verticale, quando poi
invece le ricchezze nel nostro continente ci sarebbero.
Questo è il punto ed è un punto che si cerca di sollevare anche qui nella nostra Città.
Io credo che esista una grande questione in questo momento che investe l'Europa e
l'Europa che uscirà da questa discussione sarà probabilmente diversa, perché viene
meno una condizione fondamentale: se l'Europa che abbiamo costruito preferisce
spendere 3.000 miliardi di Euro per salvare le banche piuttosto che i 174 necessari
per salvare un Paese, o se l'Europa che abbiamo costruito non è in grado di
accogliere una persona ogni 3.000, è chiaro che stiamo parlando di un continente
completamente diverso da quello che era stato sognato 50 anni fa. È un'altra cosa, è
un'altra costruzione, una costruzione che difficilmente ci potrà appartenere. Questa è
la discussione che dovremmo fare tutti quanti insieme, anche in questa Città.
Dall'altra parte, di che cosa stiamo parlando? Certo, oggi esiste la questione del
MOI, ma la stiamo trascinando da tempo. Perché lì c'è il MOI? Perché fu fatta una
cosa che si chiamava "Emergenza Nord Africa", la prima, che fu gestita da un
Governo di centrodestra che non ebbe la capacità di affrontare i problemi in quel
momento; preferì non moltiplicare le Commissioni per entrare nel merito delle
condizioni di asilo di quelle persone, tant'è vero che i dati erano chiarissimi: il 90%
delle persone fu esaminato in due mesi e a quelle persone fu rilasciato un permesso,
come spesso succede in Italia, attraverso una sanatoria, per una situazione
d'emergenza e sono state parcheggiate. Facendo così abbiamo appiattito quelle
persone in un unico gruppo e in tutte le principali città d'Italia sono nati i MOI, ma
non li stiamo affrontando, li stiamo trattando come problemi di ordine pubblico,
senza voler fronteggiare l'altra situazione e l'altra discussione.
Certo, è necessaria una discussione, che penso andrà affrontata venerdì nell'incontro
che ci sarà tra il Consiglio Comunale, i Capigruppo Consiliari, ed il Comitato per
l'ordine e la sicurezza pubblica. È una discussione che va fatta in due tempi: in un
primo tempo, non ci deve essere solo la richiesta di un presidio interforze, ma,
finalmente, anche la richiesta di un censimento di quella situazione, per capire che
cosa c'è lì dentro, non in forma ostile, come qualcuno vorrebbe fare, ma in forma
intelligente, come questa Amministrazione ha più volte provato a fare. Dall'altra
parte, ci deve essere la richiesta al Governo di affrontare quella situazione in tutte le
città.
È chiaro che è un debito che ci portiamo dal passato: un passato che qualcuno
vorrebbe dimenticare, Colleghi della Lega Nord; un passato che voi avete gestito
molto male, raccontando agli italiani quello che provate a raccontare di nuovo oggi,
cioè che le presone si possono semplicemente rimandare a casa. Allora, non si
capisce perché, in dieci anni della legge Bossi-Fini, degli immigrati clandestini che
sono arrivati in Italia ne avete rimandati indietro l'1%, spendendo però più del 90%
delle risorse disponibili.
I Paesi intelligenti che stanno a guardare la modernità fanno una scelta opposta:
invece di spendere il 90% nelle forme di repressione inutili, spendono il...
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, non chiudono le frontiere, hanno
integrato...

PORCINO Giovanni (Presidente)
Consigliere Curto, la invito a concludere.

CURTO Michele
Non hanno chiuso le frontiere, hanno integrato, tant'è vero che la maggior parte dei
Paesi ad alto sviluppo economico sono anche ad alto indice di immigrazione negli
ultimi dieci anni e hanno utilizzato quelle risorse per evitare che si determinasse un
corto circuito fra gli ultimi e i penultimi della società, non hanno speculato al
mercato della paura. Mi rendo conto che dire queste cose vuol dire distribuire perle ai
porci, perché non c'è la volontà di capire queste cose, questo è il punto
fondamentale.
Allora, che cosa dobbiamo fare noi? È un altro livello. Noi dobbiamo chiedere al
Governo nazionale che ci sia una scelta chiara rispetto a quelle situazioni in tutte le
città d'Italia. È chiaro che non si può affrontare solo a Torino, perché Roma è nella
stessa situazione, così come Milano e così come Napoli, ma, dall'altra parte, non si
può pensare che rimanga su un livello esclusivamente delle Città una responsabilità
che non possiamo assolutamente affrontare da soli.

PORCINO Giovanni (Presidente)
La parola, sull'ordine dei lavori, al Consigliere Ricca.

RICCA Fabrizio
Presidente, volevo solo segnalare che, se ci sono partiti politici che tendono allo
"zero virgola" evidentemente è perché hanno questo tipo di politica.

PORCINO Giovanni (Presidente)
Non vedo quale sia l'ordine dei lavori, Consigliere. Le prossime volte eviterò di darle
la parola sull'ordine dei lavori, se questo è il livello della discussione.
La parola al Consigliere Liardo.

LIARDO Enzo
Io non aggiungerei molto. Vorrei solo rivolgermi principalmente al Consigliere
Curto, che ha fatto un discorso molto organico e anche molto sentito da parte sua, e
non rispondo neanche a quanto asseriva il Consigliere Paolino. Sono discorsi che,
sicuramente, coinvolgono una parte importante per quanto riguarda le persone -
voglio sottolinearlo -, però faccio presente un aspetto, cioè che non ci troviamo di
fronte a delle situazioni del passato, Consigliere Curto, perché le situazioni sono
cambiate notevolmente. Oggi come oggi, senza fare alcun tipo di speculazione,
possiamo parlare di emergenza, ma è un'emergenza che la nostra Nazione non riesce
ad affrontare adeguatamente, perché io penso che a nessuno di noi in questa Aula
faccia piacere vedere queste persone che sbarcano nel nostro territorio, messe in un
giardino o che stanno alla frontiera cercando di uscire dal nostro Paese. Sono
situazioni che non abbiamo mai visto.
Di conseguenza, non possiamo continuare ad affrontare il problema in senso
ideologico, ma, secondo me, bisognerebbe iniziare a pensare qualcosa di nuovo e
dovrebbe esserci una comunione tra le nostre e le vostre idee, perché ci dev'essere
una via di mezzo. Non possiamo continuare ad essere indipendenti, perché il
problema sta veramente diventando grave e qui non c'è in nessun modo alcun
risvolto razzistico da parte del sottoscritto e sicuramente del Gruppo che io
rappresento, però ormai bisogna avere un approccio diverso. Continuando così,
facciamo finta che nulla stia accadendo attorno a noi e, di conseguenza, bisognerebbe
guardarci un po' tutti e cercare di affrontare il problema - ripeto - con un approccio
diverso, ma mi sembra che non ci sia alcuna volontà di farlo, né da parte della
maggioranza né da parte della minoranza, che, magari, in certe situazioni, vorrebbe
arrivare a delle soluzioni estreme che, sappiamo benissimo, non si possono applicare,
ma non possiamo neanche darle torto, perché la situazione è estremamente grave.
Allora, invece di fare come nel ping-pong e, quindi, far rimbalzare la palla da una
parte all'altra del campo, proviamo a fermare questa partita e a cercare di
approfondire trovando insieme una soluzione, che, sicuramente, dev'essere umana,
perché sta diventando veramente un'emergenza, come è successo in questi giorni
nella vicenda del MOI. Non bisogna stigmatizzare questi aspetti.
Io, comunque, voglio dire pubblicamente a verbale che alle iniziative che sono state
fatte in questi giorni, compresa la manifestazione alla quale anch'io ero presente, non
ho assolutamente visto degli aspetti razzistici o degli squadrismi in mezzo alla strada,
ma persone che cominciano ad essere esasperate. Allora, non sottovalutiamo il
problema.

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