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TRESSO Francesco Grazie, Presidente. Se mi concede, io farei che presentare la proposta di mozione anche unitamente all'emendamento che abbiamo presentato e poi il Consigliere Curatella potrà presentare il suo. Io ho presentato questo atto perché ritengo che lo strumento della pianificazione di emergenza sia una opportunità di cui la Città si deve dotare nell'ottica di avere degli strumenti, appunto, efficaci e che per essere tali richiedono dei costanti aggiornamenti. La Città di Torino ha adottato un proprio Piano di Emergenza nel 2013, quindi in tempi relativamente recenti, però ciononostante la proposta che è contenuta nell'atto richiede da una parte di aggiornare alcuni temi, che il Piano stesso contiene, e dall'altra provvedere anche ad una revisione sotto il profilo metodologico proprio per dotarsi di uno strumento che al di là, diciamo, di rispondere a quelli che sono i dettami della normativa, possa essere uno strumento più efficace nella prevenzione e nella gestione degli eventi di emergenza. In primo luogo, quindi, ritengo che, nella proposta che ho presentato, sia necessaria una revisione di quello che è il quadro, proprio conoscitivo degli elementi sia che da un lato caratterizzano la pericolosità, pericolosità può essere poi declinata secondo vari temi legati alla tipologie di rischio che possono interessare il territorio comunale e quindi sia da rischi legati ad eventi alluvionali, a rischi legati a eventi meno preannunciabili, come quelli per esempio, la possibilità di eventi terroristici, anziché altri ancora legati alla possibilità di accadimenti di incidenti di grande rilevanza, anche sulla rete viaria. E dall'altro la maggiore conoscenza di quelli che sono i cosiddetti elementi vulnerabili, cioè quelle rappresentazione del territorio che manifestano una potenziale vulnerabilità in funzione delle categorie di rischio che abbiamo ora evidenziato. Questo lavoro, a mio modo di vedere, può essere più efficace se viene svolto intanto avvalendosi di tutto quello che sono elementi cognitivi e…già presenti nelle banche dati sovraordinate, per esempio quelle delle Città Metropolitane anziché quelle disponibili a livello regionale. Nella parte di proposta si sottolinea anche l'importanza di dotarsi di strumenti che possano essere maggiormente utili, anche facilmente aggiornabili, e quindi di dotarsi di un modulo informatico che preveda, per esempio, l'utilizzo di sistemi georiferiti, quali quelli GIS, che usualmente vengono utilizzati in questo tipo di analisi, e anche di vedere il piano di responsabilità di funzione. Le funzioni sono la definizioni di responsabilità che vengono allocate alle diverse figure della macchina comunale, in modo tale che qualsiasi tipo di emergenza possa essere risolta, o comunque si possa efficacemente contrastare identificando delle precise responsabilità e la catena di comando, ovvero di colloquio che tra le funzione deve intercorrere. In ultimo, richiamo anche la necessità di definire quindi delle procedure a supporto delle attività che le diverse funzioni, ovvero i diversi responsabili delle diverse tematiche devono seguire, proprio per avere anche una sorta di strumento, di vademecum, da seguire nel corso dell'emergenza, e la possibilità che il Comune si faccia parte attiva anche nella sensibilizzazione delle tematiche legate al rischio, fermamente convinti che la prevenzione è la prima forma di…la conoscenza, pardon, e la divulgazione è la prima forma di prevenzione. Il percorso della mozione, da me presentata, è stato quello di avere un'ampia discussione in sede di Commissione, di cui sono stato anche contento della possibilità di... Abbiamo, per esempio, audito dei rappresentati tecnici degli enti istituzionali quali il magistrato del Po, l'Arpa, la Regione Piemonte, che hanno fatto presente che esistono anche gli strumenti, le linee guida che la Regione stessa ha individuato, proprio per la redazione di questi Piani, che come dico sono degli strumenti, e quindi credo che sia stato anche un percorso arricchente per tutti noi e ci ha dato anche modo di valutare l'opportunità anche di un segnale politico come questo - che oggi io chiamo il consiglio ad aree - di avviare un percorso che porti, in tempi possibilmente rapidi, ad una revisione secondo gli elementi che abbiamo elencati. L'emendamento che ho presentato è proprio in questo senso, nel senso, nell'individuare la possibilità di definire un programma di lavoro; questo è un lavoro che potrebbe richiedere anche tempi e risorse non necessariamente così brevi, ma è importante, secondo me, definire quale sia il percorso. Quindi, l'emendamento che ho proposto chiede di presentare un programma per l'aggiornamento complessivo del Piano definendo obiettivi, metodologia seguita, tempi e risorse che verranno destinate. Questo sì è un elemento, invece, questo programma, che può essere presentato in tempi rapidi e sulla base di quello si può sviluppare, un programma anche più lungo che potrà anche prevedere la possibilità di essere aggiornato nel tempo. Grazie. TRESSO Francesco Propongo di mettere in votazione il testo coordinato. |