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Estratto dal verbale della seduta di Mercoledì 8 Novembre 2017 ore 14,00
Paragrafo n. 21
MOZIONE 2017-03547
(MOZIONE N. 84/2017) "VALORI DELLA RESISTENZA ANTIFASCISTA E DEI PRINCIPI DELLA COSTITUZIONE REPUBBLICANA" PRESENTATA IN DATA 8 SETTEMBRE 2017 - PRIMO FIRMATARIO CARRETTA. (Testo coordinato)
Interventi
ROSSO Roberto
Io aborro il fascismo, il comunismo, l'autoritarismo, lo statalismo, il centralismo e tutti
questi porci di ismi che hanno offeso la vicenda umana all'interno del '900.
Proprio per questo però, da liberale, torno a ripeterlo, ritengo che chiunque possa
esprimere qualsiasi idea, e trovo vergognoso che ci sia un deputato di sinistra ed ebreo -
che tra l'altro conosco anche bene che è all'interno della camera dei Deputati nelle fila
del Partito Democratico - non perché essere ebrei sia una negatività, ma perché capisco
nella persona ebrea quell'atto: uno che ha avuto i genitori deportati ad Auschwitz dai
nazisti e dai fascisti, posso capire che abbia una reazione forte nei confronti di chi ha
offeso direttamente le loro famiglie. Non capisco invece chi ebreo non è, quindi non ha
avuto quell'esperienza, pur potendola condividere sul piano morale e culturale, pensi
che si possa mandare in galera per cinque anni uno che compera l'accendino con la testa
del Duce. Io in questi giorni, siccome faccio spesso video a favore della rivolta catalana
per la libertà contro il fascismo spagnolo, ho continuamente diatribe contro chi invece
rivendica il fascismo, l'autoritarismo, lo statalismo e il centralismo, continuamente.
Ritengo però che chiunque, chiunque, esprima dei pensieri, dei valori, degli ideali che
non sfocino nel crimine - e non possiamo fare del crimine anche là dove non c'è - abbia
il diritto di portare avanti la propria tesi. Io contesto quello che ha detto adesso il
Consigliere Carretta. Io non darei mai, per nessun reato di opinione, né per un fascista,
né per un comunista, neanche per quant'altro, mai per nessun reato di opinione, la
galera, o anche quanto meno la galera all'italiana che poi è la condanna senza
detenzione in carcere, a nessuno, per l'espressione delle proprie idee. Ci sono in questi
giorni veri episodi di fascismo. Quello che sta succedendo in Spagna è un vero episodio
di fascismo, in cui i castigliani con l'autoritarismo, lo statalismo, il centralismo
reprimono, violentemente, la richiesta di libertà di un popolo. 840 persone ferite per
essere andate con le mani in alto e una scheda elettorale a rivendicare la propria libertà
(voce sovrapposta). Io credo che si debba contestare il fascismo per gli atti che mette in
essere, per le ferite che mette in essere, e questo vada represso, ma dobbiamo porre un
limite sulle parole e sulle intenzioni. Non possiamo, se siamo liberali. Io credo che il
Consigliere Carretta venga da un'altra esperienza politica rispetto alla mia, ma oggi è a
tutti gli effetti un liberale, si esprime come un liberale, parla come un liberale, perché
chiedere che lo stato sanzioni i reati ideologici? Perché? Anch'io sono antifascista, mio
nonno, forse tu…mio nonno era il capo della struttura legale delle nuove brigate
autonome di Monferrato insieme al CLN piemontese. Mi ha insegnato a detestare il
fascismo e tutti gli autoritarismi, però credo che da liberali si debba porre un limite, ciò
che è solo parola, e non offende direttamente l'onorabilità di qualcuno, perché altrimenti
sarebbe querelabile, non può diventare un reato. Non lo può in Italia e non lo può in
qualsiasi Paese libero. Io spesso contesto gli americani su molte cose, però su una cosa
sono grandi, quello che chiunque in quel Paese può esprimere qualsiasi opinione, senza
paura di essere mandato in carcere. Noi siamo un Paese minore, figli di un dio minore,
in questo senso, perché la guerra l'abbiamo persa a differenza loro che l'anno vinta, e
non abbiamo questo coraggio di esprimerci liberamente sulle conseguenze. Io sono stato
una volta a un incontro con Casa Pound, ne ho contestato apertamente tutte le posizioni,
però ritengo che alcune cose del fascismo siano legittime: ad esempio la Carta sociale di
Verona, espressa nel novembre del '43, era una posizione molto simile a quella della
dottrina sociale della chiesa. Poi è chiaro che l'autoritarismo, la dittatura, queste cose
qui sono da aborrire, anche da combattere violentemente, anche con le armi, quando c'è
necessità. Ma non possiamo mettere le espressioni di valori, di pensieri e di ideali sullo
stesso piano di un reato. Questo credo che qualsiasi nazione liberale non lo possa
permettere, non lo dovremmo permettere neppure noi.

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