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Estratto dal verbale della seduta di Mercoledì 8 Novembre 2017 ore 14,00
Paragrafo n. 19
MOZIONE 2017-03204
(MOZIONE N. 83/2017) "REPRESSIONE DEI CRIMINI DI ODIO" PRESENTATA IN DATA 2 AGOSTO 2017 - PRIMA FIRMATARIA ARTESIO. (Testo coordinato)
Interventi
ARTESIO Eleonora
Grazie. Questa proposta di mozione nasce, è vero, sull'onda di un particolare
sentimento legato al clima nel quale si è svolta una seduta di un Consiglio
Circoscrizionale e ancora di più rispetto agli atteggiamenti e alle parole che in quel
Consiglio Circoscrizionale alcuni dei presenti hanno rivolto a interlocutori
dell'Amministrazione, ma sostanzialmente alla popolazione presente che è anche
oggetto della discussione, cioè alla popolazione dei campi rom. Quel clima di
intolleranza che ho percepito in quella situazione, purtroppo non è un clima che può
considerarsi isolato nella nostra contemporaneità. Io ho tolto con gli emendamenti il
riferimento all'episodio specifico, ma voglio mantenere con grande convinzione invece
la preoccupazione generale rispetto all'inasprimento delle relazioni interpersonali,
rispetto all'accanimento con il quale nel dibattito pubblico si individuano colpevoli o
oggetti della nostra insofferenza, alcune condizioni sociali, alcune categorie personali,
alcune condizioni di provenienza e credo che questa condizione sia una condizione
molto pericolosa per la convivenza civile. Non casualmente il nostro Paese, come per
altro molti altri, si è dotato di una specifica legislazione volta a contrastare e a
sanzionare tutte quelle condotte che puntano a incitare alla violenza e che puntano a
costruire atteggiamenti di discriminazione, vuoi che la discriminazione sia fondata sulla
razza, sull'etnia, sulla religione, sull'orientamento sessuale. E' una legislazione antica,
quella del 1993 della legge Mancino, che io voglio richiamare per dire che il pericolo
insito in questo deterioramento del clima sociale era già molto chiaro ai nostri legislatori
nazionali. Ma voglio richiamarlo anche per dire che in particolare, coloro che sono stati
scelti dagli elettori per rappresentare la democrazia dovrebbero avere molto a cuore
questo tipo di preoccupazione, sia sul versante della sanzione e quindi censurare in
modo formale questi episodi quando si verificano e sono molto dispiaciuta che a fronte
di una mia interpellanza che chiedeva in modo esplicito di rappresentare al Comitato per
la sicurezza e l'ordine pubblico quanto accaduto in quella seduta, in quella
Circoscrizione, se non addirittura di costituirsi parte civile che a quella mia indicazione
non si sia dato seguito, ma soprattutto, perché penso che la sanzione vada sempre
accompagnata all'azione di sensibilizzazione, di promuovere da parte della città delle
iniziative che agiscano su un'opera da un lato di educazione e, dall'altro, di reazione,
perché se c'è un tema che mi preoccupa è il fatto che a fronte della violenza di quelle
affermazioni o di quei comportamenti, non possa manifestarsi una reazione di segno
opposto che usi le argomentazioni, che usi la convinzione e che rappresenti
giustificazioni differenti. Sembra quasi che di fronte a un esercizio brutale di
convinzioni e di gesti, il resto dell'ambiente, il resto di quella riunione, il resto degli
interlocutori, resti ammutolito, mentre sappiamo bene che fortunatamente quelle stesse
opinioni non sono così condivise. E allora voglio citare, come uno degli esempi che
potrebbe essere praticato, quello che viene fatto in particolare in Germania. E' un paese
che punta molto all'educazione permanente degli adulti, diversamente di quanto fatto da
noi. In quel paese esiste un progetto che si chiama - e adesso farò un reato terribile nei
confronti della lingua tedesca - stammtischparolen, il termine sta a indicare l'uso delle
parole della birreria, vale a dire tutta quella serie di luoghi comuni da bar che sono frasi
fatte, motti che veicolano delle generalizzazioni e che dal punto di vista contenutistico
esprimono tendenzialmente delle posizioni xenofobe, razziste, antidemocratiche ma
soprattutto che non lasciano spazio alle repliche perché sono assertive, basate su
pregiudizi consolidati. Faccio degli esempi: non siamo più padroni a casa nostra; gli
stranieri ci rubano i posti di lavoro; presto anche qui verrà imposta la svaria; macché
poveracci che hanno tutti il cellulare; le donne che vengono molestate se la sono cercata
perché girano nei parchi da sole; gli omosessuali sono dei pervertiti; gli ebrei
controllano la grande finanza e via e via e via. Allora di fronte, appunto, alle parole da
birreria, che purtroppo non rimangono confinate ai livelli alcolici ma diventano spesso
dei linguaggi politici, bisogna reagire e lo fanno con un'attività formativa, con dei
seminari che aiutano le persone a prendere parola anche quando le parole degli altri
sono così violente e sembrano non lasciare spazio a reazioni. A questo invito la politica
della nostra città che assuma sempre una vigilanza laddove si commette un reato d'odio
e di discriminazione, ma che anche agisca per promuovere una migliore qualità delle
relazioni. Ho fatto un esempio in quella direzione, ma potrebbero essere anche altri gli
strumenti.

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