Interventi |
ARTESIO Eleonora Grazie. Questa proposta di mozione nasce, è vero, sull'onda di un particolare sentimento legato al clima nel quale si è svolta una seduta di un Consiglio Circoscrizionale e ancora di più rispetto agli atteggiamenti e alle parole che in quel Consiglio Circoscrizionale alcuni dei presenti hanno rivolto a interlocutori dell'Amministrazione, ma sostanzialmente alla popolazione presente che è anche oggetto della discussione, cioè alla popolazione dei campi rom. Quel clima di intolleranza che ho percepito in quella situazione, purtroppo non è un clima che può considerarsi isolato nella nostra contemporaneità. Io ho tolto con gli emendamenti il riferimento all'episodio specifico, ma voglio mantenere con grande convinzione invece la preoccupazione generale rispetto all'inasprimento delle relazioni interpersonali, rispetto all'accanimento con il quale nel dibattito pubblico si individuano colpevoli o oggetti della nostra insofferenza, alcune condizioni sociali, alcune categorie personali, alcune condizioni di provenienza e credo che questa condizione sia una condizione molto pericolosa per la convivenza civile. Non casualmente il nostro Paese, come per altro molti altri, si è dotato di una specifica legislazione volta a contrastare e a sanzionare tutte quelle condotte che puntano a incitare alla violenza e che puntano a costruire atteggiamenti di discriminazione, vuoi che la discriminazione sia fondata sulla razza, sull'etnia, sulla religione, sull'orientamento sessuale. E' una legislazione antica, quella del 1993 della legge Mancino, che io voglio richiamare per dire che il pericolo insito in questo deterioramento del clima sociale era già molto chiaro ai nostri legislatori nazionali. Ma voglio richiamarlo anche per dire che in particolare, coloro che sono stati scelti dagli elettori per rappresentare la democrazia dovrebbero avere molto a cuore questo tipo di preoccupazione, sia sul versante della sanzione e quindi censurare in modo formale questi episodi quando si verificano e sono molto dispiaciuta che a fronte di una mia interpellanza che chiedeva in modo esplicito di rappresentare al Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico quanto accaduto in quella seduta, in quella Circoscrizione, se non addirittura di costituirsi parte civile che a quella mia indicazione non si sia dato seguito, ma soprattutto, perché penso che la sanzione vada sempre accompagnata all'azione di sensibilizzazione, di promuovere da parte della città delle iniziative che agiscano su un'opera da un lato di educazione e, dall'altro, di reazione, perché se c'è un tema che mi preoccupa è il fatto che a fronte della violenza di quelle affermazioni o di quei comportamenti, non possa manifestarsi una reazione di segno opposto che usi le argomentazioni, che usi la convinzione e che rappresenti giustificazioni differenti. Sembra quasi che di fronte a un esercizio brutale di convinzioni e di gesti, il resto dell'ambiente, il resto di quella riunione, il resto degli interlocutori, resti ammutolito, mentre sappiamo bene che fortunatamente quelle stesse opinioni non sono così condivise. E allora voglio citare, come uno degli esempi che potrebbe essere praticato, quello che viene fatto in particolare in Germania. E' un paese che punta molto all'educazione permanente degli adulti, diversamente di quanto fatto da noi. In quel paese esiste un progetto che si chiama - e adesso farò un reato terribile nei confronti della lingua tedesca - stammtischparolen, il termine sta a indicare l'uso delle parole della birreria, vale a dire tutta quella serie di luoghi comuni da bar che sono frasi fatte, motti che veicolano delle generalizzazioni e che dal punto di vista contenutistico esprimono tendenzialmente delle posizioni xenofobe, razziste, antidemocratiche ma soprattutto che non lasciano spazio alle repliche perché sono assertive, basate su pregiudizi consolidati. Faccio degli esempi: non siamo più padroni a casa nostra; gli stranieri ci rubano i posti di lavoro; presto anche qui verrà imposta la svaria; macché poveracci che hanno tutti il cellulare; le donne che vengono molestate se la sono cercata perché girano nei parchi da sole; gli omosessuali sono dei pervertiti; gli ebrei controllano la grande finanza e via e via e via. Allora di fronte, appunto, alle parole da birreria, che purtroppo non rimangono confinate ai livelli alcolici ma diventano spesso dei linguaggi politici, bisogna reagire e lo fanno con un'attività formativa, con dei seminari che aiutano le persone a prendere parola anche quando le parole degli altri sono così violente e sembrano non lasciare spazio a reazioni. A questo invito la politica della nostra città che assuma sempre una vigilanza laddove si commette un reato d'odio e di discriminazione, ma che anche agisca per promuovere una migliore qualità delle relazioni. Ho fatto un esempio in quella direzione, ma potrebbero essere anche altri gli strumenti. |