Interventi |
BUCCOLO Giovanna Grazie Presidente, ci apprestiamo a discutere e a votare un piano di interventi, un piano che mai, appena insediati, avremmo pensato di dover redigere e di dover approvare per rimettere in equilibrio e a posto i conti della nostra Città. Vi abbiamo lasciato una Città in piedi, vi abbiamo lasciato una Città con i conti in ordine, erano queste le frasi e i proclami urlati, sbandierati, che sentivo e che ho sentito all'inizio del nostro mandato e per tutta la campagna elettorale, e che sento tutt'ora oggi in questa sede e fuori da queste sedi. Una sorta di loop continuo, forse per convincersi del fatto che alla fine sia davvero così. Ed è vero che bisogna parlare adesso anche del piano di interventi che andremo ad approvare, ma credo che sia anche giusto e doveroso capire perché si è arrivati a questo punto proprio anche per smentire ciò che viene detto riguardo al fatto che l'Amministrazione cerca alibi per fare il piano di interventi. E invece è bene, i conti della nostra Città non sono affatto in ordine e questo, a dirlo, lo hanno detto anche i miei colleghi, non sono io, semplice Consigliera di Maggioranza, ma un organo terzo imparziale che è la Corte dei Conti. E sa, Presidente, non serve una laurea alla Bocconi per capire che situazione in cui versa il bilancio della Città di Torino non è dei migliori, basta saper leggere, avere un minimo di comprensione, è italiano, e penso che chiunque se provasse a leggere, se gli venisse spiegato, potrebbe intuire o quanto meno capire che forse la situazione non è delle più rosee. Ma leggere cosa nello specifico, appunto, i pareri della Corte dei Conti sugli ultimi rendiconti presentati, 2014 e l'ultimo 2015 arrivato nel 2017. In realtà qualche sentore sul fatto che i conti non fossero stati lasciati così in ordine l'avevamo già avuto all'inizio del nostro mandato prendendo atto del fatto come, per esempio, a settembre mancavano quasi 1,8 milioni di euro necessari per aprire le scuole comunali. Altri 2 milioni e mezzo per i contratti di servizio, 800.000 euro per il finanziamento di SORIS, 1 milione per le spese di gestione e notifica delle sanzioni, 2 milioni per il trasporto disabili, 1 milione per (inc), 1 milione per i servizi educativi, 2 milioni al piano neve, ecc. Un lungo elenco di spese assolutamente prevedibile e in linea con (inc) degli anni precedenti che in assenza di parti che generano discontinuità e quindi un aumento o una diminuzione della stessa resta sostanzialmente analoga di anno in anno, ma nonostante ciò non erano comunque comprese nel bilancio di previsione. E noi con enorme sforzo siamo riusciti a non tagliare, non mettendo a rischi i servizi che noi riteniamo essere fondamentali per la nostra comunità urbana. E con l'ultima variazione di assestamento fatta a dicembre, siamo riusciti a portare in pareggio il Bilancio dei conti di Torino, perché la legge sul pareggio di Bilancio, come ben sapete, impone agli enti locali che il bilancio alla fine dell'anno deve essere in pareggio, tra le entrate ordinarie e le spese ordinarie. A fronte di tutte queste spese non previste, non sto a ripetermi, sono state messe anche entrate non certe e non riprendo l'intervento del Consigliere Sicari, mio collega, ma sono state previste entrate non certe sulla base di atti che attualmente l'Amministrazione non ha. L'Amministrazione appunto non ha alcuna documentazione che comprovi in base ai criteri stabiliti in base all'articolo 162 del TUEL che queste somme siano certe, oltre a questi 32,5 milioni quindi di entrate non certe, se ne sono incassati solo 15, hanno lasciato così un buco di 17,5 milioni, ci sono altri capitoli che non sto a dire perché….sennò non finirei più il mio intervento, però delle domande mi verrebbe da porre. Ad esempio, vi sentite di avere rispettato l'art. 162 del Testo Unico degli Enti Locali? Come è noto la Città di Torino peraltro si è assunta l'obbligo di corrispondere a Infra.To e GTT gli importi relativi alle rate di mutuo contratti per costruire la famosa linea 1 della Metropolitana e l'acquisto di mezzi di trasporto, in particolare degli autobus. Tali spese che per loro natura sono degli investimenti che per cadenza temporale sono certi sia nelle scadenze, quanto negli importi, erano stati finanziati a bilancio con mezzi straordinari, ossia con operazioni che non è certo che si realizzino. Come si può finanziare una spesa certa, per sua stessa natura un'obbligazione, con un incasso aleatorio che ha forti probabilità, com'è accaduto poi 2016 di non realizzarsi. A queste domande dovranno rispondere coloro che hanno operato tali scelte. A febbraio 2017 è arrivato il rendiconto dei Revisori dei Conti su rendiconto anno 2014, sul Bilancio previsionale 2015. Sì, perché la Corte dei Conti sui bilanci dell'Ente dà dei pareri finali, segnali di criticità, qualora ve ne fossero, dà dei suggerimenti, delle prescrizioni, accertando la situazione complessiva finale sullo stato del Bilancio della Città anno per anno. E già il 31dicembre 2014 la Corte dei Conti accertava che c'erano parametri di deficitarietà strutturale. Avrei ulteriormente da argomentare sempre nella direzione di dire la verità ai cittadini, bisogna anche dire che nel periodo tra il 1° gennaio 2017 e la data di approvazione del nuovo bilancio previsionale della nuova Amministrazione avvenuto in aprile, la Città è andata in esercizio provvisorio dovendo seguire per forza il Bilancio di previsione finanziario 2016-2018, redatto e approvato dalla Giunta Fassino. Bisogna dire che ritrovarsi al primo gennaio con un Bilancio di cassa negativo per ben 273 milioni di euro, giunto durante il periodo di votazioni, ben meno 405 milioni, evidenzia le criticità di un bilancio non strutturale del 2016 – 2018, con un parametro come quello delle anticipazioni di cassa prossimo ai 5/12 del Bilancio della Città. Un parametro critico, evidenziato come indicatore di una situazione di predissesto. E infatti, lo scenario che andava delineandosi da lì a poco sarebbe poi diventato realtà, con l'ultimo parere arrivato a giugno 2017, sul rendiconto del 2015. Abbiamo gestito e stiamo gestendo quanto aveva preannunciato la Corte dei Conti, ovvero stiamo gestendo un Bilancio che sta in piedi, un Bilancio solo con entrate non ripetibili per garantire servizi essenziali e cercando di ripristinare una situazione di equilibrio strutturale dei conti. A voler procedere per assurdo, quindi, seguendo tutte le risposte che ho sentito in quest'Aula in questi mesi, in uno scenario di riduzione del debito negli anni come ha affermato qualcuno in queste sedi, la Città di Torino ha meno di entrate straordinarie sulle quali c'è sempre l'incertezza che possano essere replicabili, non presenta una situazione tale da permettere agli uffici in maniera puramente tecnica di poter costruire un bilancio che garantisca a tutti i servizi in modo strutturale a prescindere dalla maggioranza politica di turno. Cioè evidenzia le criticità messe nero su bianco dalla Corte dei Conti, evidenzia come la politica non sia corsa ai ripari facendo scelte impopolari, di tagli. Ora si può andare solo nella direzione di razionalizzare la spesa così tra l'altro come richiesto e suggerito dalla stessa Corte dei Conti. Stessi suggerimenti fatti anche negli anni passati e mi chiedo come mai non siano stati applicati. Chiudo dicendo…parere sul rendiconto della Corte dei Conti l'esistenza al 31 dicembre 2015 di un equilibrio di parte corrente ancora perseguito mediante l'applicazione di vincoli sui risultati di amministrazioni, di entrate derivanti da sanzioni del codice della strada. Verificarsi nell'esercizio 2015 dei seguenti parametri di deficiarietà strutturale: mancata restituzione delle anticipazioni di cassa a fine anno per oltre il 5% delle entrate correnti, indebitamento non assistito da contribuzioni superiore al 150% delle entrate correnti, l'esistenza delle passività potenziali quanto le rate di contributo non più versate in favore di GTT e Infra.To e invito a provvedere alla regolazione anche per il pregresso di rapporti finanziari pendenti con riguardo alle società partecipate GTT e Infra.To. Della serie, bello fare degli investimenti, vantarsi di aver fatto gli investimenti come un buon padre di famiglia, però poi le rate andrebbero comunque anche pagate. E infine dispone che l'Amministrazione predisponga un articolato piano di interventi, questo è il risultato del protrarsi di una situazione che negli anni, appunto, ha portato la Città a un disequilibrio economico e finanziario e un disavanzo strutturale di 80 milioni fra le entrate ordinari correnti le spese ordinarie correnti. Ora toccherà a noi rimettere i conti in equilibrio, assumendoci una piena responsabilità portando l'Ente ad un vero risanamento, fare in modo di non dichiarare predissesto nell'esclusivo interesse dei cittadini e della Città tutta. Perché gli strumenti offerti, forse questo va detto e spiegato bene, potevano essere due, ovvero: presentare un articolato piano di interventi articolato volontario o seguire l'art. 243 bis del TUEL e dichiarare subito il predissesto, che avrebbe avuto conseguenze ben peggiori rispetto al piano di intervento volontario. Scelta infatti che non abbiamo preso in considerazione, anche se politicamente parlando sarebbe stata molto più facile da prendere. Ma abbiamo messo davanti, come sempre, da un anno a questa parte i cittadini e l'interesse e il bene della collettività intera perché non se lo merita la Città e non se lo meritano i cittadini, sappiamo che non sarà facile e che bisognerà prendere scelte a volte anche dolorose, ma necessarie al fine di tutelare l'Ente e i cittadini, e fare in modo così di non dichiarare predissesto, o peggio, il dissesto, perché se non si presenta un piano di interventi la conseguenza è il 148 bis, comma 3 del TUEL, ovvero il commissariamento finanziario dell'Amministrazione e questa è l'ultima cosa che io vorrei per la mia Città e, credo, anche tutti i miei colleghi del Gruppo di Maggioranza. Torino è una Città forte che conserva tutte le risorse che le servono per affrontare le sfide che abbiamo davanti e crediamo fortemente che presentare alla Città un quadro reale e trasparente di quello che esiste tanto nei problemi quanto nelle risorse ci consente di costruire quel legame di fiducia e qual parametro di verità che è stato minato da una (inc) in questi anni, in questi mesi, scusate in questi mesi…troppo distante dalla vita dei torinesi e dai fatti. Auspichiamo quanto meno una presa di coscienza e di responsabilità finale da parte delle minoranze e delle opposizioni nel votare la delibera sul piano di interventi volontario così come prescritto e imposto dalla Corte dei Conti, e lavorare insieme con responsabilità per costruire un futuro di responsabilità e prosperità duraturo per il futuro e per gli anni a venire. Grazie. |