Città di Torino

Consiglio Comunale

Città di Torino > Consiglio Comunale > VERBALI > Torna indietro

Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 30 Ottobre 2017 ore 14,00
Paragrafo n. 33
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2017-03908
PIANO DI INTERVENTI RICHIESTO DALLA CORTE DEI CONTI - SEZIONE REGIONALE DI CONTROLLO PER IL PIEMONTE. APPROVAZIONE.
Interventi
VERSACI Fabio (Presidente)
Passerei alla discussione della delibera stessa, non so chi interviene se la Sindaca o
l'Assessore per l'illustrazione della delibera per il Piano di interventi. Prego Sindaca
Appendino.

APPENDINO Chiara (Sindaca)
Grazie Presidente, io se nessun Consigliere richiede nuovamente l'illustrazione non la
illustrerei vista che sono andata personalmente in Commissione, lascerei spazio al
dibattito poi replico alla fine se nessuno si oppone, sennò la reillustro ma l'ho già fatto
due volte in Commissione.

VERSACI Fabio (Presidente)
Ho iscritto a parlare la Capogruppo Artesio.

ARTESIO Eleonora
(inc) Adotterò sull'insieme degli atti deliberativi che si muovono nella logica del piano
di rientro un atteggiamento comune, vale a dire un'analisi critica non tanto sui singoli e
specifici punti, se non poi per la cessione delle quote (inc), quanto piuttosto una critica
generale per la scelta che è stata compiuta. Credo che l'occasione con la quale la Giunta
sottopone al Consiglio l'approvazione di questo piano che costa delle riduzioni di spesa
dell'alienazione di patrimonio, il congelamento per un anno degli organici, quindi
nuovamente una morsa di sacrifici alla Città, come alcuni atti irreversibili quali appunto
quelli delle alienazioni o delle vendite, sia una scelta politica che forse è stata valutata
come preferibile rispetto alla dichiarazione di predissesto, ma certamente è una scelta
politica che non sfida il tema vero con il quale non la Città di Torino e chi l'amministra,
ma l'insieme degli enti locali si trovano a misurarsi che è la questione del debito
pubblico. Io vorrei ricordare che da un'analisi condotta dal Consiglio nazionale dei
dottori commercialisti e dagli esperti contabili e conclusa a giugno del 2017, ci sono ad
oggi 67 comuni che non rispettano almeno 5 dei parametri di deficit strutturale. 151
quelli che hanno dichiarato il predissesto, con capoluoghi significativi e 107 i comuni in
stato di dissesto. Ora coloro che non sono particolarmente appassionati ai temi del neo
municipalismo o non sono particolarmente indotti ad apprezzare le qualità e le
competenze degli amministratori pubblici potrebbero dire che si tratta di incapacità
locali, circoscritte e legate all'eccessiva volontà di intervento delle amministrazioni che
vanno oltre l'erogazione dei servizi essenziali e si pongono vocazioni politiche di
troppo largo raggio. In realtà questa condizione è venuta a verificarsi negli ultimi 15
anni a seguito delle conseguenze successive manovre di restrizione della spesa pubblica
e di riduzione dei trasferimenti. Devo dire, caso non frequente per quello che mi
riguarda, che oggi ho particolarmente apprezzato l'intervento del Consigliere Fassino
che, nello sviluppare il tema del sotto finanziamento del trasporto pubblico locale,
arredava e lasciare intravedere alcune soluzioni come quelle di possibili ingressi di
capitali privati nel sistema dei trasporti che non mi convincono, ma che dall'altro lato
apriva una scenario, credibile anche ai suoi occhi, di necessità di ulteriore alimentazione
economica dei trasferimenti dello stato sui servizi fondamentali. In realtà negli ultimi 15
anni è avvenuto il contrario, in nome del debito pubblico i comuni che concorrevano a
una parte del debito per il 2,1% del totale sono stati chiamati attraverso tagli ai
trasferimenti e ossequio ai patti di stabilità interni, al massimo del sacrificio. Tant'è che
il loro contributo alla riduzione della spesa pubblica è passato da 1,6 miliardi del 2009
ai 16,6 del 2015. Allora c'è da chiedersi se non si sia colmata la misura, se non siamo a
una condizione che non potrà che vedere il Sindaco e la maggioranza di turno
arrovellarsi in soluzioni sempre più faticose, nel cercare di far quadrare i conti,
sottraendo sempre più soddisfazione alle esigenze dei propri amministrati, mortificando
sempre di più le potenzialità del proprio territorio in nome di un equilibrio che sembra
solo i comuni stiano percorrendo. Ma forse non è casuale che si chieda proprio ai
governi di prossimità, come le autonomie locali, di recedere dal ruolo della loro politica.
Di dismettere la loro funzione di governo e di convertirla in una funzione di controllo
contabile, forse perché proprio là dove si tocca con mano la modifica sociale e
ambientale, proprio là, dove si possono stringere alleanze fatte con gli interlocutori
perché gli si vede in faccia e gli si incontra di persona, proprio là dove la politica
potrebbe più fare si vuole che faccia di meno. E allora io confido sempre che possa
esserci una stagione di riscatto degli enti locali, ma per riscattare gli enti locali bisogna
compiere degli atti di orgoglio e non degli atti di soggezione. E quindi l'unico atto di
orgoglio che io ravviso è quello di una chiamata all'appello della propria comunità
politica, non dicendo alla propria comunità sopporta e china la testa, ma dicendo alla
propria comunità dobbiamo insieme rappresentare, nei livelli istituzionali, adeguati
quali sono le nostre esigenze e quali coperture sarebbero necessarie per soddisfarle,
nell'interesse non di un perimetro locale corporativo, ma nell'interesse di una
collettività nazionale, che non può che trarre vantaggio dalla migliore qualità della vita
del proprio territorio e dei proprio territori diffusi. Per fare questo accanto alla chiamata
l'orgoglio, io ricordo tempi non sovversivi di chiamate all'orgoglio, quando a fronte di
famiglie che richiedevano l'estensione del tempo scuola e di comuni che non erano
autorizzati alle assunzioni si organizzavano incontri nazionali con i torpedoni pieni dei
genitori delle scuole e delle insegnanti delle scuole primarie. Ma se questo vi può
sembrare oggi, nella crisi della politica, nell'indebolimento delle passioni civiche,
eccessivo, almeno un aspetto bisognerebbe fare: provare a narrare un'altra storia,
rispetto a quella che ci viene raccontata sul debito pubblico e sulla necessità che i
comini concorrano ancora e ancora di più a diminuire il debito pubblico: E' quello che
proponevo di fare quando proponeva l'audit pubblico, l'audit pubblico che non è di
nuovo una verifica interna dei propri uffici, e nemmeno l'affidamento ad una società di
advisor specializzata. E' di nuovo le débat public, il momento pubblico di confronto in
cui si racconta perché si è speso, come si è speso, per ridare, io credo, anche credibilità
alla politica perché in tutti questi mesi, non ultimo la seduta di oggi in cui si è discusso
quanto si fosse sbagliato, dove si fosse sbagliato, come si avesse sbagliato e chi avesse
sbagliato, io penso che gli amministratori che si sono succeduti abbiamo cercato di
operare quella che si chiama la resilienza, cioè riuscire con gli strumenti che avevano a
disposizione e io credo anche gli strumenti corretti nella correttezza, di reggere l'urto di
una domanda sociale che non riuscivano più ad accompagnare con le risorse a loro
disposizione, e oggi la resilienza non basta più, oggi però la resilienza si chiama
ennesimo rientro. Salvo poi trovarsi da qui ad un ampio di anni a scoprire che forse le
conseguenze negative che si sono prodotte sono superiori ai vantaggi che abbiamo
registrato. Quindi, è proprio per una diversità di approccio che non posso misurarmi con
i contenuti di questi atti deliberativi né li posso condividere.

IMBESI Serena (Vice Presidente)
Grazie, ho iscritto a parlare il capogruppo Morano.

MORANO Alberto
La proposta di delibera approda oggi in Consiglio dopo essere stata esaminata in
Commissione Bilancio, in questa sede occorre però ricordare, innanzitutto, che il 23
ottobre alle ore 10.30 del mattino la I Commissione ha udito il collegio dei revisori ed in
merito al parere non parere dagli stessi espresso, relativamente al piano interventi,
riporto le conclusioni perché sono illuminanti. Il collegio dei revisori dei conti esprime
il proprio parere che si sostanzia nel considerare favorevolmente gli interventi
prefigurati in entrata e in spesa, ritenendo per altro, alla luce delle considerazioni svolte
e non possibile valutare se e quando tali interventi possono portare a compimento il
risanamento dei conti. Al riesame compiuto dalla gestione dei residui attivi e passivi e al
ristabilimento degli equilibri della gestione di competenza finanziaria annuale e
pluriennale, obiettivi tutti segnalati dalla corte dei conti. In detta occasione il collegio
dei revisori, incalzato dal sottoscritto e da altri Consiglieri, io ero molto perplesso in
merito circa quanto affermato dai revisori nel loro non parere ha da un lato dichiarato, in
modo imbarazzante, il piano è provvisorio perché deve passare al vaglio della Corte dei
Conti, a novembre c'è l'assestamento e tutti i nodi vengono al pettine, dall'altro di aver
ripetuto, più volte di aver posto all'amministrazione numerose domande relativamente
alla situazione di GTT e all'impatto dell'assestamento di bilancio sul piano di interventi
senza ricevere risposte. Ad esito dell'audizione del collegio dei revisori e alla luce delle
loro imbarazzanti dichiarazioni che facevano balenare una mancata trasparenze della
Giunta e dell'Amministrazione, il Presidente del Consiglio Comunale e il Presidente
della Commissione controllo di gestione hanno quindi chiesto la formale convocazione
del Collegio dei Revisori, per avere contezza delle domande da loro poste
all'amministrazione, a cui l'amministrazione stessa non aveva dato risposta, secondo i
revisori, di verificare se le mancate risposte avevano un impatto sulla veridicità del
piano di intervento con l'atteggiamento in vero sorprendente, scorretto e censurabile
per lo meno da un punto di vista deontologico, il Presidente del Collegio in contrasto
con quanto previsto dall'art. 145 del regolamento ha deciso di sottrarsi al confronto
sottolineando che i Consiglieri potevano fare accesso agli atti come se non sapesse che
le risposte non sarebbero arrivate in tempo utile, con atteggiamento più responsabile gli
altri revisori sono intervenuti in conferenza capigruppo fornendo alcuni chiarimenti. E'
rimasto però irrisolto il problema di fondo: l'Amministrazione pur più volte sollecitata
dal Collegio dei Revisori, non ha fornito evidenza dell'impatto economico del piano di
intervento. Questa lunga premessa è doverosa perché noi Consiglieri oggi siamo
chiamati a votare un piano di interventi sul quale il Collegio dei Revisori, in modo
invero ambiguo come è stato il loro comportamento in questo anno, esprimono un
parere non parere, non ci dicono se questo piano di intervento (inc) realmente
necessario. In particolare il piano di interventi, a mio parere, presuppone innanzitutto
che venga data attuazione alla convenzione con GTT, approvata con delibera del
Consiglio Comunale del 13 settembre, ma come è emerso nel dibattito in sede di
discussione di interpellanza generale, ad oggi il Bilancio di GTT non è stato approvato
dalla Città, non è chiaro se verrà attuato il piano di salvataggio di GTT o se GTT verrà
assoggettato ad una procedura concorsuale. E in assenza di un piano di salvataggio che
preveda che la società prosegua nell'attività, la convenzione non potrà essere firmata
dalla Città, e la Città di Torino di troverà a dover affrontare, tra l'altro, un debito, io non
uso un termina tecnico, ma sostanzialmente fuori di bilancio di 27 milioni, che è
riportato nella delibera, oltre a dover incassare, se la società dovesse andare in una
procedura concorsuale, i crediti vantati nei confronti della società GTT in moneta
fallimentare che significa che non incassa il valore nominale facciale, ma che sarà un
importo più basso. Del pari, non è chiaro che cosa succederà Infra.To, il cui bilancio al
31dicembre 2016 non è stato approvato dalla Città. Anche in detta ipotesi, se non si
addiviene al salvataggio di GTT la sopravvivenza di Infra.To che ha crediti per oltre 30
milioni verso GTT verrà messa a forte rischio, e la convenzione con Infra.To non potrà
essere firmata, e qui la convenzione prevede che ci sono 58 milioni che vengono
disciplinato con la convenzione. Non abbiamo poi conoscenza se la Città sarà in grado
di addivenire il 30 novembre 2017 all'assestamento di bilancio, al riguardo sono incerti
tra l'altro gli importi incassati per oneri di urbanizzazione, l'incasso da parte del
Comune di quanto dovuto ad Amteco-Maiora, a titolo di saldo prezzo effettivo
pagamento del contributo promesso dalle fondazioni. Infine non è chiaro quali sia
l'impatto sui conti del Comune dell'allungamento dei tempi medi di pagamento che nel
terzo trimestre, questi sono dati ufficiali, indicatore trimestrale di tempestività di
pagamenti terzo trimestre 2017, 133 gg. indicatore trimestrale di tempestività di
pagamenti terzo trimestre 2016, 43 gg. Perché questo allungamento dei termini significa
che non sono stati pagati i fornitori probabilmente, ma per quali importi? Come impatta
tutto ciò sull'utilizzo dell'anticipo di tesoreria, perché affermare che vi è un
miglioramento dell'anticipo di tesoreria, e poi scoprire che vi è un ritardo nel
pagamento dei fornitori, non è il segno di una politica virtuosa, bensì quello di un
maquillage fraudolento. Per questi motivi, ritenendo che ad oggi il piano di interventi
non sia sostenibile, non essendo chiaro se ne sussistano i presupposti, ho più volte
richiesto all'Amministrazione e riformulo la richiesta oggi all'Amministrazione e ai
Consiglieri 5 Stelle, di invertire, dando prova di senso di responsabilità istituzionale
l'ordine delle delibere. Innanzitutto occorre avere chiarezza sul salvataggio di GTT, e
conseguentemente addivenire alla approvazione del bilancio della società da parte della
società ti Torino, questo comporta anche l'approvazione del bilancio di Infra.To. In
secondo luogo occorre fare chiarezza sulle sorti di Infra.To. In terzo luogo occorre dar
corso alla sottoscrizione delle convenzioni con GTT e Infra.To. Poi occorre approvare
l'assestamento di bilancio, infine si potrà consapevolmente votare l'approvazione del
piano di interventi, del piano di dismissione e della vendita di azioni IREN. In caso
contrario saremo chiamati ad approvare un piano di interventi necessariamente,
strutturalmente provvisorio, senza sapere i presupposti dello stesso sono correttI e
veritieri, credo che quello suggerito sia un atteggiamento responsabile che può essere
spiegato alla Corte di Conti che compreso dalla stessa, perché la Corte dei Conti non ha
chiesto un piano di interventi quale che sia o un piano di interventi che sia un libro dei
sogni. Ha chiesto un piano di interventi concreto di cui sussistano i presupposti. In
chiusura, voglio ricordare a tutti i Consiglieri 5 Stelle che l'approvazione dei documenti
falsi o palesemente inattuabili o privi dei presupposti comporta, come più volte sancito
dalla Corte dei Conti, l'assunzione di responsabilità personali da parte di Consiglieri e
che una volta si è salvati dalla Procura sul presupposto di un presunto inganno
perpetrato da parte del Sindaco, ma oggi a esito della discussione su questa delibera
nessuno potrà sostenere di non essere informato dei problemi circa la sussistenza o
meno dei presupposti del piano di rientro. E il voto favorevole diventa quindi
espressione consapevole di una volontà necessariamente informata con la conseguenza
che tutto ciò comporta se si dovesse verificare quanto da me chiaramente indicato.
Auspico quindi un rinvio della delibera, in caso contrario voterò contro per i motivi
sopra annunciati.

IMBESI Serena (Vice Presidente)
Grazie, ho iscritto a parlare il Consigliere Sicari. Ne ha facoltà.

SICARI Francesco
Buonasera Presidente. Riprendo subito dal finale del Consigliere Morano. Noi stiamo
andando a votare una delibera ma la recepiremo di fatto con il prossimo previsionale.
Quindi non capisco quali problemi evidenzi lei potrebbero incorrere alla maggioranza di
quest'Aula. Ora vengo direttamente a ciò che da giorni, anzi forse da settimane,
precisamente forse da giugno, ci sono cose che mi passano per la testa e, lo dico, potrei
iniziare un discorso estremamente facile, riprendendo quelle che sono le dichiarazioni
già precedentemente lette dalla mia Capogruppo Giacosa in merito all'intercettazioni
ma non lo faccio, non lo faccio. Non lo faccio perché non ho bisogno delle
intercettazioni per dire che non siete stati in grado di governare, non ho bisogno di
leggere…nascondere le cose, quasi come nascondere le cose. Parliamo dei fatti,
parliamo di numeri. Tanto ormai qui dentro li conosciamo a memoria sia le pronunce
della corte dei conti sia le frasi dette da ogni Consigliere in quest'Aula. Come ho detto
un pochino di tempo fa, quando votavamo le delibere con cui andavamo a mettere, a
chiudere, un capitolo annoso per la Città, cioè debiti nei confronti di GTT e Infra.To, in
quella occasione ricordo chiaramente di avervi fatto delle domande e di non aver mai
risposto, ecco, la risposta a quelle domande è la risposta che possiamo trovare nelle
intercettazioni, ed è la conferma del fatto che non eravate in grado di governare. Oggi
durante i lavori di Aula, mi sono soffermato su alcune dichiarazioni fatte da ex
Assessori, l'Amministrazione fa l'Amministrazione, la politica fa la politica, la
matematica non è un'opinione, okay. La matematica non è un'opinione, dato che la
matematica non è un'opinione, anche su iniziativa suggerita in modo indiretto dal
Consigliere delle Minoranze, sono andato a fare dei controlli, perché è giusto controllare
ciò che è stato fatto prima, anche se in Commissione ci viene detto ogni volta che
citiamo il 2016 o 2015, che facciamo un lavoro stucchevole, faccio una brevissima
parentesi: quando noi citiamo il passato è più o meno quello che voi fate quando dite
che il Governo centrale ha ridotto i fondi, andate a scaricare? No! perché voi siete
convinti di quello che dite, e noi siamo convinti di ciò che diciamo. Quando noi
facciamo un'evidenza con il passato è perché l'evidenza c'è, e prendetene atto. Non
arrabbiatevi, capisco che non sia facile aver perso le elezioni, perché di fatto non siete
stati in grado di esprimere al meglio la vostra politica, ma tant'è. Allora ritorno, chiudo
la parentesi e di tutto quello che abbiamo affrontato già da quando siamo entrati in
questa, in questo luogo, uno dei passaggi che più difficilmente sono riuscito ad accettare
è quanto abbiamo trovato nel bilancio dello scorso anno, perché a un certo punto ci
siamo trovati in difficoltà, non riuscivamo a chiudere alcune partire. Allora sono andato
a vedere il previsionale, questi documenti sembrano, non lo so, la Città vi fa paura, ad
alcuni. Allora ho chiesto agli uffici, gli Assessori presenti il 29 aprile 2016 quando l'ex
Giunta ha liberato il previsionale 2016, l'unico assente era l'ex Vice Sindaco Elide Tisi,
tutti gli altri presenti, quindi anche il Consigliere Lo Russo che ringrazio, a differenza
dei suoi colleghi, è l'unico presente in Aula. Ah c'è anche la Lavolta. Di tutte le partite
iscritte in quel bilancio ce n'è una che mi fa saltare, ora un attimo che la trovo…una
partita iscritta al bilancio sulla base di una lettera…che adesso andiamo a leggere, se
riesco a trovarla…okay. Torino, 21aprile 2016, All'Assessore al Bilancio Gianguido
Passoni, al Direttore finanziario Anna Tornoni: sono attualmente in corso svariati
incontri e contatti con numerose realtà del territorio, si sta avvicinando la fase
conclusiva delle trattative finalizzate al reperimento di risorse finanziarie che
riguardano: contributi in conto utenze da SMAT per 2,5 milioni, contributi da Regione
per euro 15 milioni, contributi da fondazioni bancarie per euro 15 milioni. Lo stadio
avanzato dei negoziati consente al momento attuale di iscrivere queste somme al
bilancio di previsione la cui scadenza ormai molto ravvicinata non consente di attendere
specifiche formalizzazioni. Ripeto, non consente di attendere specifiche
formalizzazioni. Questo è l'unico documento che gli uffici mi hanno dato e con questo
documento la precedente Giunta ha iscritto 32,5 milioni in entrata, le famose entrate
straordinarie, sulla base di questo. Ora io non so quanti di voi tendono a far contratti con
altre persone o tendono a iscrivere partite nei loro bilanci familiari, però io prima di fare
una spesa cerco sempre si avere un'interlocuzione con il soggetto e io non mi muovo se
l'altro soggetto non mi manda un documento ufficiale con cui io posso iscrivere, non
c'è. Il documento non me l'hanno dato. O si sarà dimenticato ufficio o forse davvero
non c'è, quindi magari questa la approfondiamo in un'altra sede, anche perché quando
ci sono delle elezioni poi capita che l'amministrazione entrante si ritrovi con una tabella
di questo tipo, sempre chiesta agli uffici. Entrate straordinarie anno 2016, stanziamento
iniziale 15 milioni Regione Piemonte, 15 milioni Fondazioni bancarie. Questi sono
quelli della lettera, accertato al 31 dicembre 2016, 7 milioni da Regione Piemonte.
5,380 milioni dalle Fondazioni Bancarie. Ora, riprendendo una frase che ho sentito dire
all'ex Assessore Lubatti, la matematica non è un'opinione. Quindi i vari calcoli li lascio
ai presenti in quest'Aula, ma se è vero che la matematica non è un'opinione dovrebbero
esserci 32 milioni e mezzo, non c'erano. Questo rientra, questo è un singolo caso, ma
che identifica e sottolinea chiaramente quella che è stato il modo di amministrare questa
Città, che non è un modo che ho evidenziato io, ve l'hanno detto quelli della corte dei
conti. Cioè Francesco Sicari è un signor nessuno che è arrivato qua nel giugno 2016, ma
chi lavora in Corte dei Conti ha molta più esperienza di me, vi ha scritto e vi ha messo
nero su bianco più e più volte che qualcosa non va, che ricorrevate a pareggi di bilancio
con partite puramente contabili, cioè avevamo un'Amministrazione che aveva un
avanzo, lo iscriveva a bilancio, ma aveva…è una delle Città con il più grande problema
per quanto riguarda le anticipazione di tesoreria, non è in grado di pagare ma era in
grado di iscrivere in bilancio un avanzo. Anche questo ritengo che sia un argomento da
approfondire in un'altra sede, perché forse qui non abbiamo le competenze opportune
per poter arrivare al fondo della questione. Vorrei parlare ancora tanto ma non penso sia
necessario spendere tantissime parole, anche perché il dato di fatto è quello…è ciò che
arrivato il 30…no il 12 giugno 2017, ci viene richiesto di fare una manovra difficile,
perché io ricordo quando subivo le manovre, ed è difficile far quadrare i conti quando si
ha un'entrata piccola, quando si è un nucleo familiare piccolo e queste sono scelte che
ricadranno sulle persone. Lunedì scorso ci sono state delle parole quando si parlava
della questione del Carlo Alberto, in cui qualcuno si è anche permesso di dire "gridano
vendetta", queste partite, e chi glielo dice a tutte, tutti i cittadini, questa delibera non
grida vendetta? Questa delibera grida molta più vendetta di tutte le partite che sono state
citate in quest'Aula nell'ultimo anno, perché noi di fatto andremo a rivedere le spese.
Potrebbe anche voler dire tagliare e ne pagheranno i cittadini, io ho bisogno di
identificare i soggetti che non sono stati in grado di governare, che sono…e ne ho
bisogno per un motivo semplicissimo: io non mi posso fidare di queste persone, e
quest'Aula, è un'Aula di passaggio per queste persone, perché ci sono le elezioni. Noi
finiremo questo mandato per il quale ci siamo candidati e finiremo, quindi, in Consiglio
Comunale ma ho una strana sensazione che in tutti gli altri enti continuerò a vedere
persone che faranno un paio di mesi, forse qualche anno, continueranno a candidarsi,
sempre per arrivare più un alto. Magari un giorno, chi lo sa, fare i ministri. Ma io ho
bisogno di spendere il resto dei miei giorni, della mia vita a ricordare alle persone che
forse di alcune persone non ci si può fidare. Perché se non sono state in grado di
amministrare bene un comune come posso io fidarmi nel momento in cui le vedrò
amministrare una regione, forse gli sto già vedendo. E come potrò essere in grado di
fidarmi di persone che dovranno guidare la nazione, forse sto già vedendo anche quello.
Io in questo momento nutro in grandissimo problema di fiducia, e questo è soltanto la
prima occasione in cui vi ribadirò questo, continuerò a farlo fino alla fine del mandato.
Grazie Presidente. Io non ho nient'altro da aggiungere, anche perché so che non
risponderanno mai.

IMBESI Serena (Vice Presidente)
Grazie a lei, ho iscritto a parlare il Capogruppo Tresso.

TRESSO Francesco
Grazie Presidente. Cerco di tornare al tema della delibera, anche perché francamente a
me adesso interessa discutere quello che era il piano di rientro non tanto quello che è
stato fatto prima, ma di quello che si vuole fare nel corso di questa legislatura, perché
alla fine questo è il tema. Ci troviamo oggi quindi a votare questa delibera che deve
approvare un piano di rientro, che l'Amministrazione ha predisposto rispetto a quelle
che sono state le richieste della Corte dei Conti, e io ho letto con attenzione questo
piano di rientro, devo dire che riprende punto per punto le richieste della magistratura
contabile, al contempo devo riscontrare però, per quella che è la mia interpretazione,
questo piano rappresenta più un mero elenco di intenzioni, di propositi, che un vero e
proprio piano che (inc) per una visione di pianificazione. Io sono in imbarazzo a dover
votare un piano che in molti punti, per la carenza di elementi analitici di valutazione,
possa dare una concretezza sostanziale alla effettiva possibilità di risanare i conti e
soprattutto di capire in che tempi questa previsione possa essere portata a temine. Per
quello che riguarda la riduzione delle spese correnti viene specificato nel piano che si
vuole arrivare ad attestare la riduzione della spesa a un valore di 80 milioni di euro nel
2021, quindi in 4 anni, ed è prevista una progressiva riduzione, negli anni avvenire, in
particolare nel 2018 in avanti nel quadriennio. Ora, gli interventi che vengono
richiamati per il raggiungimento di questi obiettivi sono, a mio avviso, estremamente
generici e soprattutto non individuano delle priorità e non chiariscono quali possono
essere le linee di indirizzo che ognuno…ogni assessorato, per quelle che sono le materie
di competenza sui titoli su cui può operare, dovrà seguire. In pratica non si danno degli
elementi di coordinamento che possano poi effettivamente consentire a chi deve gestire
poi i singoli titoli di voci di spesa di agire secondo criteri di priorità. Ma ancora più
grave è il fatto che non si individuino dei livelli minimali di qualità dei servizi che
invece si vogliono garantire, e la lettura combinata di questi due elementi, da una parte
la riduzione delle voci di spesa, e…sia per quanto riguarda il personale, la
rinegoziazione dei contratti, i contratti di servizio intendo ovviamente, lascia aperta la
possibilità di esternalizzare questi servizi e, se pensiamo a servizi quali quelli legati agli
asili e alle scuole materne a me preoccupa pensare che possa, nel combinato disposto di
quello che vado a leggere, essere mantenuto come unico parametro la riduzione dei
costi. Io non ravviso elementi di garanzia in questo senso. Avrei preferito, avrei trovato
più coerente che la Giunta rispondesse alle richieste della corte dei conti provvedendo
da subito alla revisione del Documento Unico di Programmazione, è un compito a cui
comunque l'Amministrazione è chiamata in vista dell'approvazione di Bilancio 2018-
2020, che andremo a votare e rappresenta ovviamente sul triennio un utile orizzonte
temporale per valutare l'applicabilità delle proposte contenute nel piano. In questo
modo, provveduto quindi prima e contestualmente alla revisione del DUP, si sarebbe
dovuto fare un'analisi più dettagliata, più mirata che avrebbe evitato di consegnare a
noi, oggi, che ci troviamo a votare in quest'Aula, un documento che gli stessi Revisori,
com'è già stato richiamato anche negli interventi che mi hanno preceduto nelle
conclusioni delle loro relazioni, arrivano a definire non possibile valutare. Cioè ci
dicono esattamente nelle conclusioni che non è possibile valutare questo documento in
quanto non è possibile esprimere un giudizio in merito a se e quando gli interventi
possono portare a compimento il risanamento dei conti, all'esame della gestione dei
residui attivi e passivi ed il ristabilimento degli equilibri della gestione di competenza
finanziaria annuale e triennale. Questo dopo che, nell'ambito della commissione che è
già stata richiamata, gli stessi revisori ci hanno spiegato che hanno fatto richiesta di
avere alcune elementi maggiormente di dettaglio, elementi analitici, e che non sono stati
forniti loro questi chiarimenti. Segnatamente mi sto riferendo ai bilanci della GTT, della
più importante partecipata, di cui sappiamo, e se n'è discusso ampiamente in
precedenza, in fase di redazione questo piano industriale di cui a oggi, salvo alcuni
scarni elementi che ancora la Sindaca ci ha fornito in precedenza, però non abbiamo, e
siamo di fatto a novembre, non abbiamo elementi sufficienti per poter dire se questo
piano industriale potrà dare dei risultati attese e su quali cardini sarà intestato. E quindi
soprattutto non sappiamo dire quali siano gli elementi che continuano a tenere sospeso il
bilancio di questa società. Ma come si può quindi pensare di arrivare all'assestamento di
bilancio plausibile che di fatti è stato già bocciato lo scorso luglio, se non si chiarisce
prima, se non abbiamo elementi sufficienti per valutare l'esito di GTT. Avete rinviato
più volte questa approvazione di bilancio, prima era 20 settembre, poi si è rimandato di
20 gg. ora è spostato al 15 novembre. Si sta prendendo tempo, ma non si spiegano quali
siano le strategie che si hanno in mente. Non è chiaro se su GTT si preveda un
concordato preventivo, l'amministrazione straordinaria, se si pensano (inc) a una
privatizzazione, anche se poc'anzi la Sindaca ce l'ha esclusa. È una situazione grave e
trovo ancora più grave l'impressione che si sta dando di non avere delle soluzioni chiare
in mente e, in questo io trovo che 500 giorni non sono pochi, non si è da tempo cercato
di imboccare una strada, non la sia perseguita, non la sia chiarita. Se sia stato avviato un
interlocutore con il Governo certo non è facile avere un interlocutore con il Governo
quando non si è dato dimostrazione di avere anche un piano serio sulla mobilità e ci si è
comportati come in occasione del finanziamento della linea 2 della Metropolitana
tergiversando per un anno e di fatto rischiando di perdere i finanziamenti, ma non tanto
per i finanziamenti ma proprio per aver dato un segnale che anche su questo non c'è una
visione che dia una chiarezza anche al Governo centrale di quelle che siano le priorità e
la pianificazione. Quindi oggi si voterà, vi voterete, una delibera che ancora una volta a
mio avviso è un atto non utile, è un atto che rimanda senza, di fatto, spiegare. Tra l'altro
un atto in cui l'Amministrazione, credo, ha una politica recessiva cioè dimostra di non
avere una capacità di elaborazione che sviluppa delle idee anche diverse da quello che è
stato un po' le richieste solo di rispondere al compito che la magistratura contabile ha
dato. Dico, appunto, una politica recessiva, non si sforza di individuare interventi per
entrate di tipo strutturale. In un momento in cui il fondo monetario, anche recentemente,
2 mesi fa, il Fondo monetario internazionale ha affermato che l'economia italiana è
comunque proiettato verso una, seppur flebile, crescita. Si parla dell'1% del PIL nel
biennio 2018-2020. Di conseguenza sale anche l'IRPEF, ma questa crescita che pure è
modesta però significativa sembra non dover interessare Torino. Si interviene
unicamente sui tagli, nei migliori dei casi sul migliorare la riscossione, ma non si
prevedono delle politiche strutturali sulle entrate. Infine, il piano anche così come è
strutturato in alcune parti contiene degli elementi analitici che pongono dei dubbi,
ribadisco quello che più volte si è fatto notare anche sul previsionale, l'utilizzo degli
oneri di urbanizzazione a copertura della spesa corrente per manutenzione ordinaria, che
è una (inc) sia consentita dalla legge, la Corte dei Conti si è ripetutamente espressa
richiamando a cercare di non riproporre questa pratica. Ancora nella tabella che
esplicita l'utilizzo…

IMBESI Serena (Vice Presidente)
La invito a concludere il suo intervento.

TRESSO Francesco
Sì. L'impiego delle entrate straordinarie, vengono anche qui ridotte di fatto le spese per
gli enti culturali, perché di fatto sono messe in conto capitale e non nella spesa corrente.
E ancora la previsione rinnovata di imputare al 2018 il debito di REAM io lo reputo un
atto tra l'incoscienza e l'arroganza, visti i richiami dei revisori, dei tribunali recenti. Io
non sono abituato a pensare male ma visto che non era necessario reinserire il tema in
questo documento mi viene quasi da pensare male invece, e si può pensare che sia stato
deciso per chiamare eventualmente a (inc) di giudizio tutti coloro che oggi riguardo alla
Maggioranza voteranno questo atto. Insomma, è una delibera che a mio modo di vedere
approva un piano approssimativo, privo di elementi oggettivi che garantiscano il
riequilibrio strutturale. Un piano che non dice nulla, oggettivamente, non affronta in
alcun modo le criticità legate al risanamento di GTT, il mio auspicio è che sarebbe stato
molto meglio sospenderlo chiedendo ulteriore proroga per evitare di chiedere al
Consiglio Comunale di esprimersi solo sulle intenzioni, grazie.

IMBESI Serena (Vice Presidente)
Grazie a lei, ha chiesto di intervenire il capogruppo Lo Russo.

LO RUSSO Stefano
Presidente, il giudizio che noi esprimiamo su questa deliberazione è un giudizio molto
critico per svariate ragioni, alcune abbiamo già avuto modo di dire in seduta di
commissione, altre che sia doveroso introdurle oggi nell'intervento che andremo a fare.
Il piano di intervento richiesto dalla Corte dei Conti aveva e ha uno scopo preciso, ed è
quello di individuare delle misure strutturali per, in qualche modo, evitare che lo
squilibrio strutturale in cui il Comune di Torino si trova in termini di conti possa in
qualche modo, in prospettiva, essere consolidato, in quanto squilibrio. E sotto questo
profilo ci saremmo aspettati che il piano di interventi avesse carattere di puntualità
nell'identificazione delle misure, ma soprattutto puntualità nell'identificazione delle
somme corrispondenti a queste misure. Invece, quello che capita è che questo piano di
interventi individua correttamente i capoversi e i capiti su cui bisogna intervenire, e lo
fa oggettivamente in maniera estremamente estensiva, ma difetta di uno strutturale
elemento e cioè non traduce in termini concreti e visibili, economici, qual è l'efficacia e
l'efficienza delle azioni che si vogliono per mettere in campo. Relativamente ad alcuni
dei passaggi, faccio riferimento per esempio al paragrafo 7 l'approvazione del piano di
revisione (inc) partecipate, abbiamo già detto, quando discutevamo proprio della
delibera di revisione e abbiamo avuto modo in quella sede di criticare, a nostro modo di
vedere, almeno due operazioni che, sotto questo profilo, non corrispondevano
all'esigenza di individuazione di certezza di risorse in entrata ed in particolar modo
faccio riferimento alle operazioni di SAGAT e di CAAT. Ma il punto, ed è venuto
anche fuori oggi in maniera abbastanza netta, riguarda più in generale una difficoltà che
abbiamo nel cogliere qual è la direzione verso cui l'Amministrazione Appendino, che
ha ormai sulle spalle - poi possono essere tanti, pochi - 500 giorni, oggi va di moda
questo numero; quindi lascio la valutazione se sono tanti o sono pochi a ciascuno di noi,
ha in qualche modo imboccato. Perché vedete, l'abbiamo detto in Commissione, quando
si parla di riduzione delle spese correnti nel comparto dell'istruzione, cito questo a titolo
semplificativo, si identifica con chiarezza un comparto in cui la spesa corrente del
Comune è rilevante, ed è assolutamente strutturale e che quindi comprensivamente deve
essere coperta attraverso entrate ordinarie, che è una struttura di spesa funzionale e
funzionante sul modello organizzativo ed erogativo del servizio. La Sindaca Appendino
nell'illustrazione della deliberazione in Commissione ha puntualmente ripetuto che una
delle azioni strutturali che andremmo a identificare che l'Amministrazione andrà ad
identificare per ridurre la spesa corrente nel settore, nel comparto istruzione, è la
riorganizzazione del servizio. Ora questa affermazione, apparentemente neutra e
assolutamente condivisibile in realtà non dice con chiarezza che cosa si intende per
riorganizzazione del servizio perché questa Amministrazione ha, comunale inteso non
questa che governa attualmente, ha affrontato la riduzione della spesa corrente a più
riprese. Lo fece parecchi anni fa nel campo de welfare, fondamentalmente con una
procedura l'allora Assessore Lepri, alle politiche sociali, in cui sostanzialmente fu fatta
una grande procedura di riorganizzazione dei servizi alla persona attraverso un
procedimento per cui il Comune si poneva in una posizione più di accreditamento e
c'era un privato sociale che erogava un servizio pubblico attraverso un meccanismo di
convenzionamento, cioè l'hanno fatto amministrazioni molto in là negli anni. Sui servizi
educativi invece questa procedura ha avuto un maggiore ritardo, un maggior grado di
ritardo, e proprio solo, pochi anni fa, per esempio, fu avviata l'operazione di
individuazione di servizi per l'infanzia in regime di convenzionamento. Ora,
ovviamente, ciascuno potrebbe esprimere le proprie opinioni politiche rispetto a questa
o a quell'altra misura nella misura in cui questa o a quell'altra misura venissero
esplicitate, invece quello che noi non vediamo qui è l'esplicitazione di quello che si ha
in mente di fare. Nel senso che, su alcune partite sono estremamente efficaci e puntuali,
penso alle azioni messe in campo correttamente da parte dell'Amministrazione
relativamente alla riscossione. E' stata fatta una delibera, c'è stata una chiara iniziativa
politica di potenziamento degli uffici di riscossione, del potenziamento di SORIS, cioè,
c'è un'affermazione di principio: dobbiamo migliorare l'efficacia delle riscossioni; c'è
un'azione amministrativa conseguente: viene distaccato del personale al servizio
riscossioni e tributi e c'è una seconda azione che riguarda il potenziamento di SORIS.
Riconosciamo e per certi versi, in questo caso, condividiamo affermazione, azione
amministrativa e conseguente come dire individuazione delle forme amministrative per
poterla sviluppare. Quello che critichiamo con forza è che i nodi politici veri, quelli più
tra virgolette scabrosi in termini politici, di scelte politiche, qui vengono aggirati e
assolutamente evitati. L'abbiamo detto prima, relativamente alla questione di GTT,
quando discutevamo di GTT, e ci chiedevamo e vi chiedevamo se il futuro di GTT è
l'azienda che rimarrà nella totale sfera della competenza e dell'assetto proprietario della
Città di Torino, modello 1, ci aspettiamo ovviamente che si dimostri alla Città, al
Consiglio Comunale, che quel modello che viene proposto è un modello che sta in
piedi. Nel breve, nel brevissimo, l'abbiamo detto, sul piano di salvataggio ma poi
soprattutto sul lungo periodo, oppure un modello che invece prevede (inc) panel
industriale, di un panel finanziario, del conferimento a un fondo. Le soluzioni ci sono,
non è che non ci siano, e noi saremo ben contenti di discutere nel merito delle diverse
soluzioni, come abbiamo sempre fatto. Pochi giorni fa, la settimana scorsa, Rolando ha
fatto proprio una delibera, sull'alienazione dei diritti di superficie con una residenza
universitaria alla Nebbiolo, che differiva rispetto alla vecchia procedura di concessione
e valorizzazione, la delibera come sa l'Assessore Rolando, l'abbiamo discussa, votata e
condivisa nel merito. C'è una linea, ci sono delle azioni amministrative, siamo
d'accordo. Invece qui, sul tema della riorganizzazione della spesa corrente si fanno
affermazioni di generico principio ma non si incide, perché ovviamente politicamente
complesso, in quelle che sono le vere questioni che riguardano la riduzione della spesa
corrente. Sul tema della dismissione delle partecipate, no, mi correggo, in realtà la
Sindaca un'affermazione importante e impegnativa l'ha fatta, cioè non c'è nessuna
intenzione politica di scendere nelle quote di partecipazione né di TRM né di AMIAT,
mi correggo da questo punto di vista. Ecco, ci aspettiamo analoga chiarezza, cioè la
posizione nostra è una posizione critica sul merito, dirò poi anche alcune cose sulle
affermazioni che sono state fatte, ma soprattutto sull'impostazione che noi non
cogliamo di visione e di soluzioni strutturali per il Bilancio del Comune di Torino. Che
l'Amministrazione ha certamente ereditato ma che, quindi ovviamente, si giustifica
dicendogli che ha ereditato, ma che a nostro modo di vedere ha significativamente
peggiorato in questi 500 giorni di governo. Sotto questo profilo, pertanto, tutta una serie
di questioni relative alla mancata certezza dell'efficacia del piano di risanamento,
derivano da queste semplici considerazioni. Poi ci sono tutte le considerazioni, io non
ripeto, interventi che condivido, per molti aspetti, sia del Consigliere Morano che del
Consigliere Tresso, relativamente alla indeterminatezza delle entrate previste per quanto
riguarda la situazione di GTT, degli effetti…dello scenario di GTT sul nostro Bilancio.
Tutte cose che condivido, tutte cose che ahimè hanno condiviso i Revisori dei Conti.
Quindi io, concludo dicendo: a nostro giudizio sul piano di rientro, è un giudizio
negativo, ma non è negativo perché in realtà non individua i punti cruciali, i punti
cruciali li individua, quello che non individua è come si risolvono le questioni nei
diversi punti cruciali. Apprendiamo con preoccupazione della lettura del parere dei
Revisori dei Conti, che dovrebbe indurre i Consiglieri di Maggioranza che si
apprestano, si accingono a votare, questo piano di rientro, almeno in questa circostanza
ad avere un maggior grado di cautela rispetto a questa cosa. Noi abbiamo, e ribadiamo
per l'ultima volta poiché credo di intuire che la risposta sarà per l'ennesima volta
negativa che forse varrebbe la pena ordinare in maniera diversa la sequenzialità delle
decisioni, prima avere certezza almeno sulle macro partite, l'abbiamo chiesto più volte.
Oggi l'Assessore Rolando l'ha detto, entro la metà di novembre GTT presenterà il suo
piano industriale, asseverato. Bene, ma a valle di quel piano industriale asseverato,
avremo contezza di numeri, che giustamente magari lei ha, io no, e conseguentemente
non ho idea di quali sono gli scenari che si palesano davanti a noi, perché quel piano
industriale immagino che qualche cosa lo dica, perché se devo fare un piano industriale
di un'azienda che c'ha non so quanti milioni di debito, ha uno squilibrio strutturale tra
entrate e uscite, immagino che qualche azione deve essere presa, lei magari la conosce,
Assessore Rolando, l'Appendino la conosce, io no la conosco, aspetto il 15 di
novembre. Però forse varrebbe la pena che tutto aspettiamo il 15 di novembre, perché
altrimenti il rischio che corriamo è che noi oggi votiamo, votate, una deliberazione che
come dicevo ha questi punti di criticità in assenza di un quadro completo e non è un
quadro che incide per 500.000 euro, è un quadro che incide per decine di milioni di
euro. E conseguentemente, sotto questo profilo, ribadiamo la richiesta che avevamo
formulato e cioè quella di sospendere questa deliberazione, negoziare con la Corte dei
Conti, per cui comunque, attenzione bene, io posso essere più o meno critico, voi potete
essere più o meno critici, poi c'è un giudice amministrativo, perché quello che state
facendo, che stiamo facendo, è un adempimento alla prescrizione di un organo terzo che
è la Corte dei Conti. Quindi, come dire, io posso dire un sacco di robe non esatte,
Morano anche, Tresso anche, poi vedremo che cosa ne dirà chi si deve esprimersi su
questa cosa qua, perché evidentemente quel giudizio in ultima istanza è loro ed è quello
di ordinare, in maniera diversa e sequenziale, in maniera diversa le diverse questioni.
Noi quindi non parteciperemo alla votazione di queste deliberazioni, di questo pacchetto
di deliberazioni, le ragioni per cui non parteciperemo alle votazioni di questo pacchetto
di deliberazioni sono quelle che (inc), non le condividiamo in toto, non condividiamo il
metodo che avete seguito. Mi si consenta una chiosa conclusiva, quest'oggi noi
abbiamo, come dire…io ho assistito a interventi arrivati dalle file della Maggioranza
che si basano nuovamente su uno stile che è quello di, come dire, cercare - a nostro
modo di vedere - alibi corretti, fanno parte della dialettica politica, rispetto alla
situazione che l'Amministrazione ha ereditato, bene, al di là della questione specifica
inviterei tutti ad avere una grande prudenza sotto questo profilo perché da un certo
punto di vista, come dire, eviterei sinceramente di utilizzare in maniera strumentale atti
e mezzi che tendenzialmente non sempre albergano in quello che a nostro modo di
vedere è la normale dialettica politica. Dopo di che ovviamente ciascuno agisce e dice le
cose che ritiene di dire, io ho ascoltato con grande attenzione l'intervento della
Capogruppo Giacosa nel precedente intervento, ho avuto modo di chiarirmi con lei
personalmente rispetto a quello che penso, rispetto al senso del suo intervento
precedente, quello sulla interpellanza generale. Inviterei davvero tutti a mantenere un
profilo che, nell'ambito della dialettica politica, fa riferimento alle cose che vengono
dette, alle cose che vengono scritte in quest'Aula, perché credo che questo debba essere
uno stile che secondo me uno stile che io spero, come dire, abbiate apprezzato, noi
abbiamo mantenuto con grande coerenza e correttezza e che evidentemente non è stata
ricambiata con altrettanta coerenza e correttezza per lo meno questa sera.

IMBESI Serena (Vice Presidente)
Grazie, ha chiesto di intervenire il Presidente Versaci.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie Presidente, come lei sa in questo anno e mezzo sono intervenuto poche volte in
questo Consiglio, non perché non avessi niente da dire ma perché il mio ruolo da
Presidente mi ha sempre fatto agire nell'interessa del Consiglio tutto e ho sempre
cercato di essere imparziale nello svolgere le mie funzioni. Però oggi stiamo discutendo
di una delibera molto importante che segnerà la storia di questa Città e sarebbe ipocrita
dire il contrario. Sì perché, cari colleghi, questa delibera non è una delibera come
un'altra, questo atto è frutto di una richiesta messa nero su bianco dalla Corte dei Conti,
com'è già stato detto prima da altri, un organo terzo indipendente e credo che nessuno
in quest'Aula possa sostenere il contrario. In questo atto richiedevano in questo
Consiglio di predisporre un piano di interventi, il piano di interventi lo stiamo
discutendo questa sera e mi creda Presidente, se le dico che mai mi sarei immaginato
due anni fa quando mi sono candidato, a trovarmi qui oggi a parlare di questa delibera.
Una delibera dove chiede dei sacrifici ai torinesi che ne fanno gia tanti, perché provare a
risanare i conti di questa Città che, purtroppo, si è scoperta non essere sana dal punto di
vista contabile. Io non mi metterò a dare colpe a nessuno però questi sono dati di fatto.
Questo non lo dico io, non lo dice Fabio Versaci, ma lo dice la Corte dei Conti, perché
questo voglio che sia chiaro, parla di deficit strutturale. E poi voglio ribadire una cosa
molto importante, io non ho mai pensato che la Sindaca e l'Assessore Rolando si
divertano a portare delibere come queste, e sono certo che sono persone oneste che
lavorano per il bene di questa Città. Una cosa però la sapevo benissimo, che non
sarebbe stato facile, sapevo benissimo che saremmo stati tartassati per ogni minima
cosa, a volte anche inventate. Attaccati da tutti a priori, in particolare dall'informazione
che mi dispiace dirlo, ma lo voglio ribadire quest'oggi, ho avuto l'ennesima riprova:
c'era una discussione in atto, un'interpellanza generale su GTT, importantissima,
intervengono i Consiglieri di Maggioranza e tutta l'informazione presente in Aula esce
fuori, non è rimasto un giornalista in Aula. Per me è un fatto gravissimo, però allo
stesso tempo all'informazione io gli faccio un sincero grazie, perché con i loro attacchi
continui ci ha fatto crescere e imparare dagli errori commessi e impareremo ancora tante
cose, però chiedo che lo stesso trattamento sia riservato per tutti allo stesso modo, e dico
anche che se la stessa attenzione dedicata al Movimento 5 Stelle in questi ultimi 5 anni,
mi tengo stretto, fosse stata presentata a tutti i partiti oggi noi non esisteremmo, il
Movimento 5 Stelle non ci sarebbe. Perché vede Presidente, da quando sono qui tutto ad
un tratto, tutti i problemi di questa Città andavano risolti subito. In pochissimi giorni,
ma anche in poche ore, potrei fare un elenco infinito ma cito i più noti a tutti e che ho
sentito più volte discutere in quest'Aula: i campi rom, siamo arrivati noi andava risolta
immediatamente la questione campi rom, ex MOI, Suk, una questione importantissima.
Su tutte e tre le cose però io posso dire che questa Amministrazione ci ha messo la
faccia e ci sta lavorando e sta portando delle proposte di soluzione. Perché poi,
parliamoci chiaro, non sono né io né la mia forza politica che ha messo la finanza a
dominare la politica, e mettere i conti davanti ai diritti. In questo Consiglio abbiamo
votato un documento presentato dalla Capogruppo Artesio su questo tema, i diritti prima
del pareggio di Bilancio ve lo ricorderete sicuramente, perché ormai è noto a tutti che i
comuni sono diventati lo scarica barile di ogni tipo di problema, e su questo spero, ci
tengo a dirlo, che il presidente dell'ANCI Decaro si faccia promotore con noi, ci
mettiamo ovviamente in gioco, verso il Governo per rimettere in moto i comuni. Come
diceva prima la Capogruppo Artesio ci sono 151 Comuni che hanno dichiarato il
predissesto, evidentemente c'è qualcosa che non funziona più nella macchina. Quindi
oggi qui non si tratta del Movimento 5 Stelle, del PD o di Forza Italia, si tratta della
Città di Torino. Una volta proviamo a parlarne seriamente senza parlare…senza fare
diatriba politica. Quante volte io ho sentito dire in questo anno e mezzo "lavoriamo
insieme per l'interesse della Città" ma tanto alla fine si cade sempre nella diatriba
politica. Io la responsabilità, per rispondere a quello che diceva il Capogruppo Morano
di mandare la Città in predissesto non me la potrei mai assumerla, sapendo che c'è
un'altra strada da percorrere, un'altra strada possibile, no, io parlavo di responsabilità.
Noi con questo piano di interventi non manderemo la Città nel baratro, e in questi mesi
mi sono sentito di re di tutto, di tutto in tema di rispetto dell'Aula, di tutto, mi sono
sentito dire irresponsabile, incapace, fascista, cagnolino, potrei fare un elenco infinito,
non era riferito…in generale. Non era riferito a lei, Capogruppo Lo Russo, che mi
guarda. So bene che qualcuno spera e sogna di vedere quest'Amministrazione andare a
casa. Lo spera e lo sogna solo per i propri tornaconti elettorali, però colgo anche
l'occasione per ringraziare quei colleghi di Minoranza che in questo anno e mezzo sono
stati propositivi, portando atti capaci di essere condivisi dal Consiglio, perché si può
dire tutto, adesso non ho il numero esatto, l'avevo fatto il conto, un sacco di atti che
vengono portati dalle Minoranze. Questo…la Maggioranza li approva, proprio perché
entra nel merito delle discussioni, e ringrazio soprattutto la Maggioranza perchè è stata
capace di assumersi sempre le responsabilità, sempre. Soprattutto perché si è assunta la
responsabilità di governare. Signor Presidente, spero che in un momento così difficile
come questo, chi parla di responsabilità, inizi per una volta ad assumersi le sue. Un atto
di responsabilità, io sono responsabile, sono stato scelto dai cittadini per amministrare
questa Città e mi assumo la responsabilità, anche commettendo degli errori. Prima
qualcuno ha detto che in questo piano ci sono delle cose buone, sicuramente, dobbiamo
arrivare nel Bilancio di previsione 2000…prossimo, per portare aventi questo piano.
Votiamo questo piano insieme, insieme, perché siamo responsabili. Quindi caro
Presidente concludo, che con questo voto favorevole io rinnovo la mia fiducia alla
Sindaca e alla sua Giunta. Grazie.

IMBESI Serena (Vice Presidente)
Grazie a lei, ha chiesto di intervenite la Consigliera Buccolo.

BUCCOLO Giovanna
Grazie Presidente, ci apprestiamo a discutere e a votare un piano di interventi, un piano
che mai, appena insediati, avremmo pensato di dover redigere e di dover approvare per
rimettere in equilibrio e a posto i conti della nostra Città. Vi abbiamo lasciato una Città
in piedi, vi abbiamo lasciato una Città con i conti in ordine, erano queste le frasi e i
proclami urlati, sbandierati, che sentivo e che ho sentito all'inizio del nostro mandato e
per tutta la campagna elettorale, e che sento tutt'ora oggi in questa sede e fuori da
queste sedi. Una sorta di loop continuo, forse per convincersi del fatto che alla fine sia
davvero così. Ed è vero che bisogna parlare adesso anche del piano di interventi che
andremo ad approvare, ma credo che sia anche giusto e doveroso capire perché si è
arrivati a questo punto proprio anche per smentire ciò che viene detto riguardo al fatto
che l'Amministrazione cerca alibi per fare il piano di interventi. E invece è bene, i conti
della nostra Città non sono affatto in ordine e questo, a dirlo, lo hanno detto anche i miei
colleghi, non sono io, semplice Consigliera di Maggioranza, ma un organo terzo
imparziale che è la Corte dei Conti. E sa, Presidente, non serve una laurea alla Bocconi
per capire che situazione in cui versa il bilancio della Città di Torino non è dei migliori,
basta saper leggere, avere un minimo di comprensione, è italiano, e penso che chiunque
se provasse a leggere, se gli venisse spiegato, potrebbe intuire o quanto meno capire che
forse la situazione non è delle più rosee. Ma leggere cosa nello specifico, appunto, i
pareri della Corte dei Conti sugli ultimi rendiconti presentati, 2014 e l'ultimo 2015
arrivato nel 2017. In realtà qualche sentore sul fatto che i conti non fossero stati lasciati
così in ordine l'avevamo già avuto all'inizio del nostro mandato prendendo atto del fatto
come, per esempio, a settembre mancavano quasi 1,8 milioni di euro necessari per
aprire le scuole comunali. Altri 2 milioni e mezzo per i contratti di servizio, 800.000
euro per il finanziamento di SORIS, 1 milione per le spese di gestione e notifica delle
sanzioni, 2 milioni per il trasporto disabili, 1 milione per (inc), 1 milione per i servizi
educativi, 2 milioni al piano neve, ecc. Un lungo elenco di spese assolutamente
prevedibile e in linea con (inc) degli anni precedenti che in assenza di parti che
generano discontinuità e quindi un aumento o una diminuzione della stessa resta
sostanzialmente analoga di anno in anno, ma nonostante ciò non erano comunque
comprese nel bilancio di previsione. E noi con enorme sforzo siamo riusciti a non
tagliare, non mettendo a rischi i servizi che noi riteniamo essere fondamentali per la
nostra comunità urbana. E con l'ultima variazione di assestamento fatta a dicembre,
siamo riusciti a portare in pareggio il Bilancio dei conti di Torino, perché la legge sul
pareggio di Bilancio, come ben sapete, impone agli enti locali che il bilancio alla fine
dell'anno deve essere in pareggio, tra le entrate ordinarie e le spese ordinarie. A fronte
di tutte queste spese non previste, non sto a ripetermi, sono state messe anche entrate
non certe e non riprendo l'intervento del Consigliere Sicari, mio collega, ma sono state
previste entrate non certe sulla base di atti che attualmente l'Amministrazione non ha.
L'Amministrazione appunto non ha alcuna documentazione che comprovi in base ai
criteri stabiliti in base all'articolo 162 del TUEL che queste somme siano certe, oltre a
questi 32,5 milioni quindi di entrate non certe, se ne sono incassati solo 15, hanno
lasciato così un buco di 17,5 milioni, ci sono altri capitoli che non sto a dire
perché….sennò non finirei più il mio intervento, però delle domande mi verrebbe da
porre. Ad esempio, vi sentite di avere rispettato l'art. 162 del Testo Unico degli Enti
Locali? Come è noto la Città di Torino peraltro si è assunta l'obbligo di corrispondere a
Infra.To e GTT gli importi relativi alle rate di mutuo contratti per costruire la famosa
linea 1 della Metropolitana e l'acquisto di mezzi di trasporto, in particolare degli
autobus. Tali spese che per loro natura sono degli investimenti che per cadenza
temporale sono certi sia nelle scadenze, quanto negli importi, erano stati finanziati a
bilancio con mezzi straordinari, ossia con operazioni che non è certo che si realizzino.
Come si può finanziare una spesa certa, per sua stessa natura un'obbligazione, con un
incasso aleatorio che ha forti probabilità, com'è accaduto poi 2016 di non realizzarsi. A
queste domande dovranno rispondere coloro che hanno operato tali scelte. A febbraio
2017 è arrivato il rendiconto dei Revisori dei Conti su rendiconto anno 2014, sul
Bilancio previsionale 2015. Sì, perché la Corte dei Conti sui bilanci dell'Ente dà dei
pareri finali, segnali di criticità, qualora ve ne fossero, dà dei suggerimenti, delle
prescrizioni, accertando la situazione complessiva finale sullo stato del Bilancio della
Città anno per anno. E già il 31dicembre 2014 la Corte dei Conti accertava che c'erano
parametri di deficitarietà strutturale. Avrei ulteriormente da argomentare sempre nella
direzione di dire la verità ai cittadini, bisogna anche dire che nel periodo tra il 1°
gennaio 2017 e la data di approvazione del nuovo bilancio previsionale della nuova
Amministrazione avvenuto in aprile, la Città è andata in esercizio provvisorio dovendo
seguire per forza il Bilancio di previsione finanziario 2016-2018, redatto e approvato
dalla Giunta Fassino. Bisogna dire che ritrovarsi al primo gennaio con un Bilancio di
cassa negativo per ben 273 milioni di euro, giunto durante il periodo di votazioni, ben
meno 405 milioni, evidenzia le criticità di un bilancio non strutturale del 2016 – 2018,
con un parametro come quello delle anticipazioni di cassa prossimo ai 5/12 del Bilancio
della Città. Un parametro critico, evidenziato come indicatore di una situazione di
predissesto. E infatti, lo scenario che andava delineandosi da lì a poco sarebbe poi
diventato realtà, con l'ultimo parere arrivato a giugno 2017, sul rendiconto del 2015.
Abbiamo gestito e stiamo gestendo quanto aveva preannunciato la Corte dei Conti,
ovvero stiamo gestendo un Bilancio che sta in piedi, un Bilancio solo con entrate non
ripetibili per garantire servizi essenziali e cercando di ripristinare una situazione di
equilibrio strutturale dei conti. A voler procedere per assurdo, quindi, seguendo tutte le
risposte che ho sentito in quest'Aula in questi mesi, in uno scenario di riduzione del
debito negli anni come ha affermato qualcuno in queste sedi, la Città di Torino ha meno
di entrate straordinarie sulle quali c'è sempre l'incertezza che possano essere replicabili,
non presenta una situazione tale da permettere agli uffici in maniera puramente tecnica
di poter costruire un bilancio che garantisca a tutti i servizi in modo strutturale a
prescindere dalla maggioranza politica di turno. Cioè evidenzia le criticità messe nero
su bianco dalla Corte dei Conti, evidenzia come la politica non sia corsa ai ripari
facendo scelte impopolari, di tagli. Ora si può andare solo nella direzione di
razionalizzare la spesa così tra l'altro come richiesto e suggerito dalla stessa Corte dei
Conti. Stessi suggerimenti fatti anche negli anni passati e mi chiedo come mai non siano
stati applicati. Chiudo dicendo…parere sul rendiconto della Corte dei Conti l'esistenza
al 31 dicembre 2015 di un equilibrio di parte corrente ancora perseguito mediante
l'applicazione di vincoli sui risultati di amministrazioni, di entrate derivanti da sanzioni
del codice della strada. Verificarsi nell'esercizio 2015 dei seguenti parametri di
deficiarietà strutturale: mancata restituzione delle anticipazioni di cassa a fine anno per
oltre il 5% delle entrate correnti, indebitamento non assistito da contribuzioni superiore
al 150% delle entrate correnti, l'esistenza delle passività potenziali quanto le rate di
contributo non più versate in favore di GTT e Infra.To e invito a provvedere alla
regolazione anche per il pregresso di rapporti finanziari pendenti con riguardo alle
società partecipate GTT e Infra.To. Della serie, bello fare degli investimenti, vantarsi di
aver fatto gli investimenti come un buon padre di famiglia, però poi le rate andrebbero
comunque anche pagate. E infine dispone che l'Amministrazione predisponga un
articolato piano di interventi, questo è il risultato del protrarsi di una situazione che
negli anni, appunto, ha portato la Città a un disequilibrio economico e finanziario e un
disavanzo strutturale di 80 milioni fra le entrate ordinari correnti le spese ordinarie
correnti. Ora toccherà a noi rimettere i conti in equilibrio, assumendoci una piena
responsabilità portando l'Ente ad un vero risanamento, fare in modo di non dichiarare
predissesto nell'esclusivo interesse dei cittadini e della Città tutta. Perché gli strumenti
offerti, forse questo va detto e spiegato bene, potevano essere due, ovvero: presentare un
articolato piano di interventi articolato volontario o seguire l'art. 243 bis del TUEL e
dichiarare subito il predissesto, che avrebbe avuto conseguenze ben peggiori rispetto al
piano di intervento volontario. Scelta infatti che non abbiamo preso in considerazione,
anche se politicamente parlando sarebbe stata molto più facile da prendere. Ma abbiamo
messo davanti, come sempre, da un anno a questa parte i cittadini e l'interesse e il bene
della collettività intera perché non se lo merita la Città e non se lo meritano i cittadini,
sappiamo che non sarà facile e che bisognerà prendere scelte a volte anche dolorose, ma
necessarie al fine di tutelare l'Ente e i cittadini, e fare in modo così di non dichiarare
predissesto, o peggio, il dissesto, perché se non si presenta un piano di interventi la
conseguenza è il 148 bis, comma 3 del TUEL, ovvero il commissariamento finanziario
dell'Amministrazione e questa è l'ultima cosa che io vorrei per la mia Città e, credo,
anche tutti i miei colleghi del Gruppo di Maggioranza. Torino è una Città forte che
conserva tutte le risorse che le servono per affrontare le sfide che abbiamo davanti e
crediamo fortemente che presentare alla Città un quadro reale e trasparente di quello che
esiste tanto nei problemi quanto nelle risorse ci consente di costruire quel legame di
fiducia e qual parametro di verità che è stato minato da una (inc) in questi anni, in questi
mesi, scusate in questi mesi…troppo distante dalla vita dei torinesi e dai fatti.
Auspichiamo quanto meno una presa di coscienza e di responsabilità finale da parte
delle minoranze e delle opposizioni nel votare la delibera sul piano di interventi
volontario così come prescritto e imposto dalla Corte dei Conti, e lavorare insieme con
responsabilità per costruire un futuro di responsabilità e prosperità duraturo per il futuro
e per gli anni a venire. Grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie. E' iscritta a parlare la Consigliera Montalbano.

MONTALBANO Deborah
Grazie Presidente, ma molto brevemente, io volevo certificare gli assenti. Banchi vuoti
del PD in questo momento, a parte (voci fuori microfono), perché…come diceva il
nostro Presidente del Consiglio nel suo intervento questo è un momento difficile,
difficile, io non vi nascondo che votare questo piano di rientro ma anche IREN dopo,
non è semplice, non è semplice. Però in fin dei conti siamo qui noi da un anno, un anno
circa, io personalmente non ero neanche in Circoscrizione prima di entrare qui, non ho
mai fatto politica. Quindi a definirmi responsabile, io, della situazione che ho trovato
insieme ai miei colleghi per quanto riguarda la condizione di Bilancio del Comune di
Torino, faccio un po' fatica. Oggi questa responsabilità ce la dobbiamo prendere e noi
ce la prendiamo. Però, non solo, neanche aver valutato la possibilità di votarlo questo
piano di rientro, perché poi veniamo spesso accusati di non essere competenti di essere
degli irresponsabili, di essere, così, degli scapestrati, anche delinquenti durante,
insomma, gli eventi del G7 siamo stati anche nominati delinquenti. E poi, davanti a un
momento così importante, così delicato per la Città, io, da persona inesperta in politica,
vedere quei banchi vuoti, a parte il Consigliere Lavolta, davvero, davvero mi vergogno.
Ma mi vergogno di quello che oggi è la politica.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie. Io non ho nessun altro iscritto a parlare, voleva… in chiusura la Sindaca
Appendino. Prego.

APPENDINO Chiara (Sindaca)
Grazie Presidente, certo che parlare ai banchi semi vuoti della Minoranza, non c'è il
centro destra, ringrazio il Consigliere Tresso, la Consigliera Artesio e il Consigliere
Lavolta, al posto di Lo Russo, ma è Lavolta, sono presenti ma mi viene anche un po'
difficile ovviamente rispondere a tutta una serie di questioni che tra l'altro sono state già
discusse in Commissione. Lo trovo anch'io una forma di non rispetto nei confronti delle
istituzioni di questa Città ma non perché…insomma un'assenza può capitare, ma perché
questo è oggettivamente un atto fondamentale per la Città. Si può condividerlo o non
condividerlo, condividere o non condividere, ma credo che sia inaccettabile non avere il
coraggio e la forza di non essere qui ed esprimere un voto che comunque rimarrà agli
atti della storia di chi arriverà dopo di noi. Noi abbiamo fatto una scelta, in ragione, tutti
i Consiglieri che sono intervenuti in Maggioranza hanno detto bene, anch'io non sono
felice di portare una delibera di questo genere in Aula. Anch'io vorrei poter parlare di
investimenti e parlare magari di grande risorse che arriveranno, però il contesto che noi
abbiamo davanti e io non voglio mettermi a fare dibattito politico sul passato perché
non è questo il punto, il contesto che abbiamo davanti è sostanzialmente un quadro che
prevede due scelte, non esiste la terza. Tertium non datur, non esiste. Sono due. O
presentiamo un piano di interventi che tra l'altro abbiamo avuto pochissimo tempo per
elaborare, perché chi oggi viene qui e ci dice non ci sono gli approfondimenti, non ci
sono i dettagli, come per altro ho detto in Commissione, dovrebbe avere l'onestà
intellettuale per capire che in 90 giorni, circa, adesso vado a memoria, è un po'
complicato riuscire a portare un dettaglio di ristrutturazione di tutti i servizi in un'ottica
quadriennale. E chiunque ha avuto responsabilità di governo ma anche di opposizione
sa benissimo cosa significa fare un piano del genere, entrando nei dettagli e che è
impossibile farlo in 90 giorni. Quindi il voto di oggi, a cui più Consiglieri di
Maggioranza hanno richiamato le Minoranze a un senso di responsabilità, significa oggi
dire: proviamo a fare il piano di rientro oppure coscientemente non siamo d'accordo e
andiamo in predissesto. Perché questo è il quadro, poi se qualcuno non vuole assumersi
la responsabilità non se l'assuma, ma è oggettivamente così. E non lo dice Chiara
Appendino in cui tranquillamente qualcuno non può credere ma lo dice la delibera della
Corte dei Conti. Quindi noi che cosa abbiamo fatto in questi pochi giorni, in questi
pochi mesi, è un lavoro che tra l'altro è stato già iniziato nei famosi 500 giorni visto che
oggi è il giorno dei 500 giorni, abbiamo iniziato a lavorare sulla discussione delle
entrate, abbiamo raccolto tutta una serie di critiche che erano ferme da tantissimi anni in
(inc). Abbiamo potenziato SORIS e tutto quello che è la discussione, ma perché? Perché
è evidente, quando mi si viene a dire prima che in questi 500 giorni noi abbiamo
peggiorato la situazione è evidente esattamente il contrario. Prendiamo i dati della
tesoreria, prendiamo i dati della capacità di incassare di cui abbiamo parlato più volte in
Commissione. Cioè il Comune si regge e si reggerà se noi riusciamo a fare
sostanzialmente quello che è previsto nel piano di rientro. 1) migliorare la nostra
capacità di riscossione per non creare più una montagna di residui come quella che ci
siamo trovati; 2) migliorare ovviamente la capacità di riscuotere quello che è già nei
residui e quindi ridurre i residui attualmente in Bilancio, perché noi dobbiamo sempre
ricordare che noi abbiamo residui in competenza che vengono generati durante l'anno e
non dobbiamo più crearne, è impossibile non crearne, però dobbiamo diminuirli, e in
più dobbiamo andare a riscuotere quello che c'è già in bilancio nei residui per
recuperare dal punto di vista della liquidità; ultimo tema è la liquidità, quante volte
abbiamo parlato in quest'Aula dell'utilizzo dell'anticipazione di tesoreria, dell'utilizzo
della questione dell'indebitamento, non voglio riprendere tutte queste questioni. Ma la
crisi di liquidità della Città di Torino è una crisi di liquidità forte che non è paragonabile
agli altri comuni d'Italia. Non è paragonabile agli altri comuni d'Italia. Né Milano, né
Roma, né Napoli. Questo bisogna dirlo chiaramente perché sennò non raccontiamo la
realtà. Quindi per prima fonte di sopravvivenza in questa Città è la capacità, ribadisco,
di riscossione e quindi di intervenire sulla propria capacità di avere liquidità, e non è
divertente perché questa Giunta non si diverte a riprendere il tema degli avvisi bonari, di
andare a recuperare le entrate. Non si diverte, no. Però si assume quella responsabilità,
perché dalla nostra capacità di riscuotere, con le imposte e con le tasse che sono dovute,
dipende l'equilibrio generale della comunità. Secondo tema, spesa corrente. Sarebbe
molto bello aumentare la spesa, ma non è così. E nei quattro anni noi non possiamo più
immaginare di avere un equilibrio che non è strutturale, che cosa significa? Ridisegnare
i servizi, cosa significa? Affrontare una sfida complessa, molto complessa, da cui però
dipende il futuro della Città. Quindi gli assessorati, la Maggioranza, i Consiglieri di
Minoranza, chiunque vorrà discutere con noi di come ridisegnare i servizi, la porta sarà
sempre aperta, degli Assessori, del Sindaco, delle Commissioni, non ho dubbi. Però lo
spirito deve essere questo. Perché se ci venite qui a dire che non bisogna tagliare la
spesa corrente, che non bisogna dismettere, che dobbiamo fare cose irrealizzabili
parliamo del nulla. Io ribadisco, l'ho detto in Commissione, lo dico anche qua in Aula
che la nostra porta sarà sempre aperta a chi vuole ragionare con noi sul ridisegno dei
servizi, perché il ridisegno dei servizi se riusciamo a farlo bene significa riuscire a
garantire dei servizi con minori risorse. E garantire i servizi essenziali. Se non ci
riusciamo, se non ci riusciamo, ovviamente, chi viene danneggiata è la nostra comunità.
Terzo tema, le dismissioni. Ne abbiamo già discusso in Aula, quindi non rientro
ovviamente. Quarto tema, e qui è il tema della responsabilità e su questo chiudo,
qualcuno dice, mi spiace che sia andato via il Consigliere Morano, predissesto.
Guardate che per me personalmente, e per molti Consiglieri di Maggioranza che oggi
votano questa delibera sarà stato molto più semplice, molto più semplice perché noi
scaricavamo le responsabilità politica, invece noi abbiamo fatto una scelta coraggiosa, e
lo rivendicherò, rivendicherò ogni giorno anche quando porteremo i tagli in quest'Aula.
Noi abbiamo scelto di utilizzare quel poco margine politico che ci rimane, perché
andiamo in piano di intervento e non in predissesto per decidere dove tagliare. Voi
direte che bello fare il Sindaco che taglia, no, non è bello, ma noi ci assumiamo questa
responsabilità oggi, di utilizzare quel margine politico per andare in equilibrio
strutturale che faccia sì che i tagli che noi facciamo siano meno dannosi per la nostra
comunità. La questione del rapporto, che diceva la Capogruppo Artesio tra Enti Locali e
Governo, io sono assolutamente d'accordo su quanto lei ha detto, tant'è che invito per
altro tutte le forze politiche, in particolare il PD, visto che è al governo del Paese a
prendere una posizione netta su quelli che sono gli emendamenti ANCI che sta portando
avanti il Presidente Decaro, su cui anche noi stiamo lavorando, ad esempio di non
aumentare FCDE del prossimo anno, ad esempio di andare a dare più risorse ai comuni,
ad esempio che FCDE come accantonato possa dare margine, maggior margine di
manovra ai comuni e quindi abbia un maggior impatto sulla spesa, faccio solo un
esempio: se noi non dovessimo, se il Governo dovesse approvare, a maggioranza,
dovesse approvare l'emendamento che non prevede più l'aumento dell'FCDE che è
stato protocollato da ANCI, noi prossimo anno avremo un risparmi di 15 milioni di
euro. Circa. Allora mi aspetto che chi è qui oggi, (inc) sì un minor taglio ovviamente di
15 milioni circa, faccio un esempio così, ma chi oggi rivendica un giusto rapporto tra
Enti Locali e Governo che deve essere rivisto perché non è pensabile che continuino ad
essere gli Enti Locali a sopperire alla mancanza di risorse statali, beh chi è qui oggi
faccia questa battaglia, che è trasversale perché da questa battaglia dipende l'esito di
molti comuni, non solo del Comune di Torino, come giustamente diceva la Consigliera
Artesio. Ci sono iniziative che ANCI sta portando avanti, bisogna vedere se il Governo
è sordo oppure no. Bisogna vedere il governo che cosa farà e la finanziaria è oggi.
Quindi io spero e auspico che oggi giustamente con la questione del rapporto tra Enti
Locali e Governo questa battaglia la faccia in modo trasversale perché credo che
appartenga davvero a tutti coloro che sono seduti qui oggi e tutti coloro che seduti qui
oggi hanno la responsabilità di mantenere quel collegamento con la comunità locale che
spesso si perde a livello più ampio, più alto, istituzionale. Anch'io invito le Minoranze a
riflettere su cosa significa non votare oggi questo atto perché non votare questo atto
oggi vuol dire assumersi la responsabilità che è meglio andare in predissesto perché non
esiste una terza via. Da oggi a dicembre noi lavoreremo ovviamente su quello che dovrà
essere il bilancio di previsione, che dovrà attuare questo piano di rientro e ribadisco, chi
vorrà contribuire è ben accetto da parte della Giunta nel ridisegno dei modelli. In ultimo
voglio ringraziare la Maggioranza perché so bene, la nostra Maggioranza, quanto sia
stato difficile e quanto sarà difficile nei prossimi mesi e credo che assumersi la
responsabilità di governare una Città ed essere Consigliere comunale di maggioranza in
queste condizioni sia forse una delle cose più difficile che possa capitare, e quindi io vi
ringrazio, e dico, rispondo a chi per altro a riconfermato la fiducia in questa Giunta che
da parte nostra il tentativo sarà sempre di tutelare le fasce più deboli. E la scelta di
andare in piano di rientro e non in predissesto è per tutelare le fasce più deboli. L'ho
detto più volte in Commissione quali sono le differenze: non rientro, noi ci assumiamo
l'onere politico di fare dei tagli per tutelare le fasce più deboli perché il predissesto non
ci avrebbe permesso ad esempio di mantenere la questione dell'ISEE, avremmo dovuto
togliere obbligatoriamente tutte le agevolazioni, avremmo dovuto tagliare
obbligatoriamente il 25% tutto quello che riguarda sostanzialmente gli enti, il
trasferimento agli enti, eccetera, eccetera. Così noi ci assumiamo la responsabilità di
dove tagliare, difficile, sì, ma io credo l'unica risposta responsabile, corretta che
possiamo dare alla nostra comunità. Grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie Sindaca.

VERSACI Fabio (Presidente)
Non essendoci altri interventi passiamo alla votazione degli emendamenti accorpati.
Passerei alla prima votazione che sono gli emendamenti accorpati dall'1 al 160 del
Capogruppo Morano ovviamente con il parere contrario della Giunta, prego Consiglieri
votate.
Se tutti i Consiglieri hanno votato, dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 23, contrari 23, dichiaro gli emendamenti respinti.

VERSACI Fabio (Presidente)
Darei lo stesso esito per gli emendamenti accorpati dal 161 al 180, tranne
l'emendamento 174.

VERSACI Fabio (Presidente)
L'emendamento 174 è dell'Assessore Rolando, se vuole illustrarlo, prego Assessore.

ROLANDO Sergio (Assessore)
Allora, l'emendamento 174 è il recepimento del parere dei revisori che è già stato
ampiamente illustrato prima degli interventi delle minoranze, recita testualmente: "al
posto di dato atto che il collegio esprimerà il proprio parere", è sostituito con "visto il
parere dei revisori dei conti che si allega al presente atto, secondo quanto previsto
dall'art 103, lettera C del regolamento di contabilità della Città di Torino (allegato n. 2).
Grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie a lei, Assessore. Pongo in votazione l'emendamento 174 della Giunta con il
parere favorevole. Prego Consiglieri votate.
Se tutti i Consiglieri hanno votato, dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 23, favorevoli 23, dichiaro l'emendamento approvato.

VERSACI Fabio (Presidente)
Passerei agli emendamenti accorpati dal 181 al 202 del Capogruppo Morano con il
parere contrario della Giunta. Prego Consiglieri votate.
Se tutti i Consiglieri hanno votato, dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 23, contrari 23, dichiaro gli emendamenti respinti.

VERSACI Fabio (Presidente)
Passerei alla votazione della delibera così emendata. Prego Consiglieri votate.
Se tutti i Consiglieri hanno votato, dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 23, favorevoli 23, dichiaro la delibera approvata.

VERSACI Fabio (Presidente)
Darei lo stesso esito per l'immediata esecutività dell'atto.
Copyright © Comune di Torino - accesso Intracom Comunale (riservato ai dipendenti)