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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 23 Ottobre 2017 ore 14,00
Paragrafo n. 17

Discussione su "Fenomeni di violenza contro le forze dell'ordine da parte di antagonisti".
Interventi
PAOLI Maura
Grazie, Presidente. Leggo dalla richiesta di convocazione. "Ripetuti fenomeni di
violenza contro le Forze dell'ordine da parte degli antagonisti". Mai viste,
effettivamente mai visti tanti anni di particolare virulenza a Torino. Scontri Polizia
antagoniste alla manifestazione anti Lega, 28 marzo 2015. Torino, Primo Maggio di
violenza, antagonisti in piazza, manganellate e fumogeni, tre fermati e 7 agenti feriti,
funzionario Digos colpito con un piccone. Primo Maggio 2014, barricate per le strade,
aggressione agli ufficiali giudiziari, irruzione negli uffici del Comune, bombe carta
contro la caserma dei Carabinieri. 3 giugno 2014, scontri a Torino. Primo maggio 2013,
la Lega sfila contro gli immigrati in una Torino blindata, manganellate e lacrimogeni
per gli antirazzisti. 12 ottobre 2013, Torino, scontri, cariche e tensioni al corteo del
Primo Maggio, contestato Fassino. Maggio 2012, danneggiamenti, interruzione di
pubblico servizio, resistenza a Pubblico Ufficiale, violenza privata e invasione di terreni
di edifici, tra gli episodi contestati agli antagonisti ci sono anche i raid vandalici delle
scorse settimane a Torino, ai danni delle sedi del PD. Settembre 2012, Torino, scontri
all'università, carica studenti ai centri sociali. Marzo 2009, G8 delle università a Torino,
scontri tra Polizia e studenti. Maggio 2009, Torino, scontri con fascisti e Polizia.
Ottobre 2009... ma di che cosa stiamo parlando? E questi sono ovviamente solo alcuni
episodi di questi ultimi anni, continua. Sulla posizione politica ambigua tenuta nelle
diverse circostanze da parte dell'Amministrazione Appendino. 20 luglio 2016, "esprimo
a nome del Consiglio solidarietà alle Forze dell'ordine, credo che la violenza sia sempre
da condannare, per gli scontri di Chiomonte". Aprile 2017, i Capigruppo e i membri
dell'ufficio di presidenza esprimono piena solidarietà alle Forze dell'ordine,
condannando ogni forma di istigazione alla violenza, per i manichini dei Poliziotti
investiti. Primo Maggio 2017, Appendino: "la violenza è sempre sbagliata, senza se e
senza ma". Giungo 2017, Appendino: "gli scontri? Non si devono più ripetere,
intollerabile a resistere ai controlli, ritrovare ilo senso civico, per i fatti di piazza Santa
Giulia.". Settembre 2017, G7, la Sindaca in seguito agli scontri ha espresso sostegno
alle Forze dell'ordine per gli attacchi subiti. Torino, Appendino: "Appendino condanna
la decapitazione dei fantocci contro il G7, settembre 2017"...ma di che cosa stiamo
parlando? Continua. Sulle strategie da adottare, al fine di contrastare la pericolosa
deriva assunta negli ultimi mesi in Città, in relazione a questi fenomeni. Se potessi,
Presidente, so che non posso, farei una domanda agli esponenti del partito che hanno
governato per 20 anni questa Città, quali strategie avete adottato per far sì che nulla
cambiasse? Per far sì che la rabbia e la violenza siano stati così costanti nel tempo? E mi
piacerebbe chiedere a tutti gli esponenti dei partiti che hanno firmato questo documento
cosa hanno ottenuto negli anni, ignorando i motivi del disagio dei movimenti spontanei?
La violenza è sbagliata, senza se e senza ma, e non ci stancheremo mai di ripeterlo, la
violenza è sempre sbagliata, è ambiguo affiancare a quest'affermazione che il dissenso
manifestato all'interno della legalità sia un valore? Che è nostro dovere proteggere la
pacifica espressione del dissenso? Che la politica si deve interrogare, più che sulla
strategia da adottare ai fini di contrastare queste pericolose derive, sulle ragioni delle
crescenti tensioni sociali, che caratterizzano sempre di più il nostro Paese e sulle
responsabilità della politica? È ambiguo affermare che la violenza è sempre sbagliata,
da qualsiasi parte arrivi? È come sul G7, abbiamo speso del tempo in quest'Aula a
parlare della violenza, di neanche una ventina di persone, che, ripeto, non sono mai
giustificabili, in quel corteo, però, c'erano anche migliaia di persone che chiedevano
pacificamente conto di violenze ben peggiori, e forse di quelle avremmo dovuto parlare,
della violenza di accettare di vedere le persone, pagate 2,50 euro all'ora a consegna,
accettare che la gran distribuzione paghi i propri lavoratori la metà se fanno il turno di
notte, accettare che le di cooperative paghino 4 euro lordi l'ora, più 80 centesimi per gli
straordinari, accettare che intere generazioni siano ora senza diritti. Ma qual è
l'obiettivo vero di questa discussione, allora? Conosciamo tutti la divisione dei poteri,
condividiamo tutti il rispetto e la gratitudine per chi deve definire quali siano le corrette
politiche da attuare in materia di gestione della sicurezza. Esprimiamo tutti solidarietà
alle Forze dell'ordine, quando vengono fatte, quando vengono ferite mentre fanno il
loro lavoro. Purtroppo, però, non ho sentito cori per dare solidarietà alle Forze
dell'ordine quando esprimono disagio, perché sono sotto organico, perché sono costretti
ai doppi turni, e devono rinunciare al riposo settimanale e alle ferie, perché hanno
autovetture vecchie o inadeguate, strutture fatiscenti, dotazioni come caschi e giubbotti
antiproiettili scaduti o non idonei, nonostante il Governo spenda più di Francia e
Germania, che sono Paesi molto più vasti. E non ho sentito pretendere chiarezza e verità
per la tutela delle immagini delle Forze dell'ordine, quando è capitato che qualche
elemento si sia macchiato di atto di violenza, per la tutela degli uomini e delle donne
che esercitano con coscienza il loro lavoro, la politica avrebbe dovuto insorgere
unanime, invece il disegno di legge per introdurre i numeri identificativi per le Forze
dell'ordine è ancora congelato in Commissione Affari Istituzionali. Un provvedimento,
che proteggerebbe chi correttamente fa il proprio lavoro senza infangare l'istituzione
che rappresenta, è fermo. Che rispetto c'è in questo? Ma forse l'obiettivo vero di questa
discussione, oltre a fare esercizio di dialettica, è quello di dividerci in squadre? È quello
di farci prendere posizione sugli antagonisti? Volete farci entrare nel teatrino che
recitate da 20 anni? Da una parte le destre, sgomberate, sono illegali, e dell'altro la
sinistra, avete ragione, ma il Comune non può. Volete farci dire che vogliamo o non
vogliamo sgomberare i centri sociali? Tra l'altro colgo l'occasione per dare a tutti uno
scoop, io non ho mai militato al Gabrio o in un altro centro sociale, e questo non lo dico
per prenderne le distanze, ma per il rispetto di quelle persone che tutti i giorni si
impegnano gratuitamente in un centro sociale, rappresentando un pensiero critico, una
controcultura, una richiesta di protagonismo che si esprime sempre, spesso, in un
antagonismo nei confronti del potere, realizzando, però, azioni concrete, stando vicino
agli ultimi, analizzando le problematiche dei propri territori o realizzando attività nei
loro quartieri. È proprio così, infatti, che ho conosciuto il Gabrio quando ero in
Circoscrizione, stando entrambi sul territorio era impossibile non entrare in contatto, e
ammetto che spesso mi hanno aiutato nello studio e nella consultazione di produzione di
documentazioni complicate. Ho, infatti, trovato persone con competenze professionali
in diversi ambiti, che sono gli stessi che tengono vivi sportelli gratuiti e aperti a tutti,
per condividere i loro saperi. Io vi prego, rendiamo utile, oggi, questo esercizio di
dialettica, analizziamo il perché delle tensioni sociali, troviamo delle risposte.
Chiediamoci come non lasciare spazi vuoti, chiediamoci come questa rabbia possa
trasformarsi in una risorsa, in un'opportunità per la Città e non in violenza. Chiediamoci
come risolvere i problemi dalla radice e non dal sintomo, per quanto sbagliato e
deprecabile sia. Facciamolo oggi questo esercizio di dialettica, ma non ripetiamoci ciò
che vi siete detti per 20 anni. Troviamo insieme risposte per la nostra Città, (inc.) una
crisi economica, dove ogni giorno restringiamo i servizi per coprire un debito
scandaloso, troviamo insieme risposte per le famiglie più fragili, che soffrono la
mancanza di una casa, nonostante le migliaia di case vuote, figlie delle speculazioni
edilizie perpetrate negli anni. Troviamo insieme risposte per il Moi e per i campi
nomadi, troviamo insieme risposte per la metà dei ragazzi con meno di 24 anni che a
Torino non studia e non lavora, per il precariato e per gli esodati. Troviamo insieme
risposte per la nostra Città in cui non si respira più, a meno che, qualcuno si prenda la
responsabilità di dire che la priorità di questa Città è trovare una soluzione per gli
antagonisti.

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