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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 16 Ottobre 2017 ore 14,00
Paragrafo n. 21
MOZIONE 2017-02652
(MOZIONE N. 74/2017) "DIRITTO DI CITTADINANZA: UN PRINCIPIO DI UGUAGLIANZA ED EQUIT? DA AFFRONTARE AL DI FUORI DELLE STRUMENTALIZZAZIONI POLITICHE." PRESENTATA IN DATA 3 LUGLIO 2017 - PRIMO FIRMATARIO TRESSO.
Interventi
POLLICINO Marina
Grazie, Presidente. Ogni giorno io alterno la mia professione d'insegnante con l'attività
di Consigliera Comunale. La mia esperienza quotidiana in classe è quella in cui
adolescenti italiani, per più di metà della loro giornata, convivono con adolescenti di
varia nazionalità ed etnia e di diversa estrazione sociale ed economica in varietate
concordia. Una concordia in classe che si potrebbe bene estendere all'intera comunità
cittadina e nazionale proprio per preservarla da pregiudizi e stereotipi. Ora, io voglio
credere nella bontà di questa mozione, che mi auguro davvero dettata non da
opportunismo politico, non dal tentativo, neanche tanto velato, di strumentalizzare a fini
politici, a pochi mesi dalle elezioni, la posizione del Movimento 5 Stelle, ma da una
vera e reale volontà di affrontare una tematica da me fortemente avvertita. Ribadisco,
fortemente avvertita perché, certamente, da insegnante che guarda i suoi ragazzi, non
posso accettare di avere in classe allievi cittadini e allievi che, forse in futuro, lo
diventeranno. Si tratta di una condizione d'ineguaglianza formale che contraddice le
fondamenta del mio mestiere, dalla mia missione educativa e didattica. Leggo
testualmente: "Il sistema educativo deve formare cittadini in grado di partecipare
consapevolmente alla costruzione di collettività più ampie e composite, siano esse
quella Nazionale, quella Europea, quella Mondiale". Non si tratta di una frasetta tratta
da un testo qualsiasi, sto parlando delle indicazioni nazionali per il curriculum della
scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione, legge dello Stato dal 2012. Si
afferma che la scuola deve formare cittadini. Sempre le indicazioni al titolo
"Cittadinanza e Costituzione" affermano, "Accanto ai valori e alle competenze, inerenti
la cittadinanza, la scuola del primo ciclo include nel proprio curriculum la prima
conoscenza della Costituzione della Repubblica Italiana". Ed è notizia di questi giorni,
che è stato emanato il decreto che cambia gli esami della scuola secondaria e di primo
grado, la Ministra Fedeli, sottolinea l'importanza che assumeranno già da questo anno
scolastico, i livelli di padronanza delle competenze, connesse all'attività svolta
nell'ambito di Cittadinanza e Costituzione. Bene, vediamo adesso, in che paradosso si
trovano i docenti. Essi sono tenuti a impartire i principi della Costituzione della
Repubblica Italiana anche a quei bambini che non godono della cittadinanza italiana, e
devono anche spiegare loro che la carta fondamentale del nostro Paese stabilisce che
tutti i cittadini, e sottolineo cittadini, hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti
alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione di opinioni
politiche, di condizioni personali o sociali, sottolineo quest'ultima frase. E mi chiedo,
ma come si concilia lo "ius soli temperato" con il dettato Costituzionale?

POLLICINO Marina
Sì. Anche qui, ancora la legge prevede la novità dello "ius culturae", anche qui la
cittadinanza del bambino, formato e istituito dallo Stato Italiano, trova un limite nella
condizione personale e sociale del genitore. In conclusione, una riforma del diritto di
cittadinanza densa di contraddizioni, non rappresenta un passo in avanti sul percorso
dell'eguaglianza formale e sostanziale dei diritti, ma altresì, inevitabile arresto di un
lavoro complesso e articolato, che deve tener conto dell'implicazione di un fenomeno
che non è soltanto italiano, ma che è inserito in un contesto europeo, non uniforme, né
omogeneo e che richiederebbe una visione d'insieme, un approfondimento e una
riflessione tale da coinvolgere tutte le nazioni europee. Per una volta sì, che possiamo
dire convintamente "E' l'Europa che ce lo chiede".

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