Interventi |
ARTESIO Eleonora Bè, credo che coloro che hanno sottoscritto, come me, la proposta avanzata dal Consigliere Tresso, ma anche coloro che senza sottoscriverla, hanno dato pubbliche adesioni in questi giorni alle diverse iniziative che hanno attraversato l'Italia, a cominciare da quello del Corpo Docente degli Insegnati, affinché venga riconosciuta la cittadinanza italiana ai figli, nati in Italia, di persone immigrate, possa sperare che la nostra discussione di questa sera risulti pleonastica, perché velocemente il nostro Parlamento Italiano possa concludere l'iter legislativo e, quindi, le nostre anticipazioni siano il segno di una sensibilità che sarà normata nel modo più proprio, attraverso la legge. Quindi io spendo pochissime parole per il commento della mozione del Consigliere Tresso, che è stata adeguatamente illustrata, semplicemente per dire che mi sembra una conseguenza ragionevole della quotidianità della vita nella quale noi siamo immersi, quella di votare per il riconoscimento della cittadinanza italiana per dei minori e per dei giovani che studiano la nostra Costituzione, che parlano la nostra lingua, che pensano e che giocano in Italiano, ma non hanno titolo di dire oggi: "Sono italiano". E che, quindi, questa modalità, con la quale il Parlamento si sta misurando, in un ottica, per altro progressiva e prudenziale, quale quella che veniva descritta prima, è una assoluta necessità perché è giusta, perché occorre che la politica, a volte, produca degli atti che anticipino, sul piano del diritto e del diritto delle minoranze, quello che può essere il senso comune. Se il diritto non avesse fatto nei nostri anni delle anticipazioni, non avremmo tante misure legislative che tutelino la libertà delle persone, quale quelle che abbiamo, perché l'andamento dell'opinione pubblica è anche promosso e favorito, esattamente, da una produzione legislativa che guarda avanti e che producendosi, come atto di legge, aiuta la comprensione e favorisce la divulgazione di quelle scelte. Quindi, sulla questione, direi, che il livello generale del nostro impegno verso il Parlamento, auspico sia condiviso. A seguire, ci sono due mozioni. Una, che ho presentato io, sul riconoscimento, attraverso la civil card, come atto simbolico della Città, rispetto ai minori nati nella nostra Città, da figli d'immigrati, e quello, poi, presentato, come primo firmatario, dal Capogruppo Lo Russo. Dico brevemente, perché mi sono orientata a presentare la proposta della civil card. La civil card, intanto, non nasce come proposta esclusivamente qui al Comune di Torino, nasce come proposta di carattere nazionale, è già sta sperimentata in altre Città, in Provincia di Messina, nel X Municipio di Roma, nella Città di La Spezia, ed è una modalità con la quale si costituisce una sorta di memoria informatica su tutte le caratteristiche dei minori, per i quali verrà richiesta la Cittadinanza, fino al diciottesimo anno di questi giovani. In questa memoria vengono contenuti i dati sulla nascita, sulla vaccinazione, sulle iscrizioni a scuola, tutti i dati volti a determinare e far riconoscere quella continuità di residenza, che poi nelle proposte di legge è un prerequisito per ottenere la Cittadinanza Italiana. Funziona come una tessera magnetica con firma digitale, ha un modesto costo, poiché i Capogruppo mi hanno interrogato su questo aspetto, di riproduzione. Ciò che la civil card vuole però rappresentare non è un esempio d'informatizzazione dei dati anagrafici, ma, anzi, un esempio di anticipazione di questo principio di civiltà. E' stato così considerato, prima che qualche collega si cimenti in qualche altro attributo dei miei interventi, è stato così anche considerato dal Presidente Napolitano, che quando a Roma, nei Municipi, è stata adottata, ha ritenuto, in qualità di Presidente, di ringraziare personalmente il Presidente della Municipalità stessa. Il Consigliere Lo Russo ha ritenuto di accompagnare questa proposta con una che richiama l'applicazione di un punto del nostro Statuto, già voluto dalla precedente Amministrazione e dal precedente Consiglio, nel quel punto si propone la consegna, sempre a titolo simbolico, della cittadinanza civica. Ed è stata praticata questa forma in un anno, nel 2013, con una bella lettera, che, l'allora Sindaco Fassino aveva inviato ai genitori dei bambini nati in quell'anno, che cominciava così: "Bambini italiani, sono queste le parole che abbiamo scelto, per invitarvi alla festa organizzata dalla Città di Torino". Allora, poiché io... ARTESIO Eleonora Concludo, con la dichiarazione di voto, eh, con l'informazione sul voto. Poiché io tendo a raggiungere l'obiettivo, piuttosto che segnare il punto sulla titolarità di una proposta, il mio comportamento sarà il seguente, ovviamente voterò a favore della mozione del Consigliere Tresso, e anche voterò sulla mozione che chiede di rendere attuale e applicato il principio statutario. Chiedo, invece, che la mia mozione che ho illustrato, venga tenuta sospesa, come una sorta di vigilanza sui successivi atti di applicazione. |