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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 16 Ottobre 2017 ore 14,00
Paragrafo n. 18
DELIBERAZIONE DI INIZIATIVA CONSILIARE 2017-02433
STATUTO DELLA CITT? DI TORINO - ADEGUAMENTO ALLE DISPOSIZIONI DELLA LEGGE 23 NOVEMBRE 2012, N. 215.
Interventi
VERSACI Fabio (Presidente)
Passerei al punto successivo che è sempre una delibera di iniziativa consiliare della
Consigliera Grippo, il mecc. è lo 02433:

"Statuto della Città di Torino e adeguamento alle disposizioni della Legge del 23
novembre 2012, n. 215".

Prego Consigliera Grippo, ne ha facoltà per 10 minuti.

GRIPPO Maria Grazia
Sì, grazie Presidente. Magari utilizzerò anche qualche minuto degli emendamenti,
sottraendo agli emendamenti e rinunciando successivamente. La proposta di
deliberazione che prendiamo in esame, e della quale io sono la proponente, si muove
lungo due direttrici, una più tecnica, che riguarda di fatto un adeguamento di legge, e
l'altra, sostanzialmente di approccio culturale, sulla quale, magari, spenderò poi due
parole. Mi fa piacere che, rispetto all'argomento, la Sindaca sia presente in Aula, perché
la ritengo comunque una proposta di deliberazione di una certa importanza.
L'adeguamento di legge a cui facevo riferimento è quello alla Legge 215 del 2012, con
la quale la rappresentanza di genere insieme agli organismi collegiali non elettivi dei
Comuni e delle Province, nel nostro caso città metropolitana, è divenuta finalmente
oggetto di garanzia, con questa legge gli Statuti hanno assunto il valore vero e proprio
di strumenti di tutela rispetto ad un principio che considero principio fondamentale, che
è quello della parità di genere. Un carattere ancor più vincolante ha assunto questo
principio quando è stata approvata, due anni dopo, rispetto alla 215, la Legge 56, che di
fatto ha quantificato e posto nelle condizioni di declinare il principio, sancendo che, nei
Comuni con popolazione superiore ai 3.000 abitanti, nessuno dei due sessi in Giunta
potesse essere rappresentato in misura inferiore al 40% e questa quantificazione è
diventata, più in generale, quella alla quale si fa riferimento per la rappresentanza di
genere in seno a tutti gli organi esecutivi non elettivi. La legge 215 poneva un termine
per l'adeguamento degli Statuti e cioè il maggio del 2013, devo ricordare che il Gruppo
del Partito Democratico, al quale appartengo aveva già fatto un lavoro nella precedente
consiliatura, un lavoro che purtroppo non era riuscito ad avere buon esito e quindi
ancora il nostro Statuto attende di recepire tutte quelle norme che garantiscano non
soltanto la presenza nella misura che dicevo di entrambi i sessi nelle Giunte, ma anche
nei board di aziende, enti e istituzioni che dipendono dai Comuni stessi. L'iniziativa, da
parte della sottoscritta, di riprendere in mano la questione non riguarda soltanto il mio
ruolo di Vice Presidente della Commissione Diritti e Pari Opportunità, ma anche il fatto
che ha cominciato ad reinteressarsi dell'argomento la Regione Piemonte, con un
monitoraggio su base regionale, che ha evidenziato come nei 240 Comuni con
popolazione superiore ai 3.000 abitanti, ancora tanti debbano adeguare i loro Statuti e
tra questi, inevitabilmente, spicca il Comune di Torino, quindi il Comune capoluogo.
C'è anche l'esigenza di evitare delle contestazioni, che sono state ben messe in luce in
un interpello che il Ministero dell'Interno ha rivolto al Consiglio di Stato, all'indomani
della promulgazione della legge, interpello all'interno del quale i Giudici del Consiglio
di Stato hanno addirittura richiamato i poteri sostitutivi e quindi la possibilità da parte
della Regione, qualora ponesse un termine più perentorio di quello che non è stato fanno
finora, ai Comuni per adeguarsi, di poter nominare un Commissario ad acta, per arrivare
all'adeguamento dello Statuto. Ho pensato che non fosse necessario ricorrere a tanto,
che ci fossero tutti i presupposti per arrivare finalmente alla modifica di legge che sto
andando ad illustrarvi, e quindi ho depositato questa proposta di deliberazione, che,
entrando nel merito delle modifiche, sostanzialmente, vede entrare nel merito
dell'adeguamento già fin dai principi generali, quindi all'articolo 3, dove troviamo il
rafforzamento della tutela delle condizioni di pari opportunità tra donne e uomini, con il
relativo cambiamento espressivo, quindi dal più generico verbo "promuovere" si passa
al più vincolante verbo "garantire" e poi le altre proposte di modifica sono declinazioni
di questo principio generale, e quindi troviamo all'art. 23, all'art. 76, piuttosto che
all'art. 81 alcuni ambiti di applicazione del principio, quindi la Commissione Comunale
di Vigilanza, piuttosto che l'affidamento di incarichi dirigenziali da parte del Sindaco, o
l'Agenzia per i Servizi Pubblici Locali. Le proposte di modifica che riguardano, invece,
l'art. 46 e l'art. 51 dello Statuto, fanno riferimento alla parità di genere nei board di enti,
aziende e istituzioni, che sono partecipati dai Comuni; l'art. 53 e l'art. 59 si riferiscono,
invece, alla composizione delle Giunte, quella Comunale e quella Circoscrizionale, e
infine l'art. 69 rafforza il ruolo di verifica oltre a quello propositivo e consultivo, che
sono i ruoli storici, in capo al Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, che,
di fatto, si occupa di andare a misurare e a verificare se questo principio è stato
applicato nell'ambito degli affidamenti degli incarichi nella macchina comunale. Dico
ancora due parole sugli emendamenti, Presidente, poi mi riservo di reintervenire, gli
emendamenti che io stessa ho proposto al testo originario, che, tra l'altro, ci tengo a
dire, è stato redatto in collaborazione con i giuristi della Federazione AICCRE, che
hanno svolto, che è quella che ha svolto il monitoraggio sui Comuni che citavo prima,
per conto della regione Piemonte, giuristi, peraltro, che ringrazio per il supporto fattivo
in questo lavoro, rispetto, dicevo, al testo originario, ho deciso di emendare dopo il
confronto con le colleghe e i colleghi delle circoscrizioni, perché a taluni era parso che
l'utilizzo dell'aggettivo "paritaria" riferito alla presenza, "presenza paritaria" in
alternativa alla locuzione "parità di genere", inducesse a un superamento rispetto alle
quote previste dalla legge, e quindi non la percentuale di 40 e 60 indicata dalla legge 56,
ma un effettivo 50 e 50. Ora, non è che questo non sia possibile, ma mi sembrava già un
traguardo straordinario dopo oltre 4 anni, poter garantire quelle che sono le percentuali
di legge. È chiaro, l'ho già detto in Commissione, che se questa Maggioranza, se la
Maggioranza di questo Consiglio Comunale intendesse andare oltre, e quindi superare
addirittura le percentuali di legge potrebbe farlo, troverei già straordinario che,
comunque, oggi si potesse arrivare ad un risultato che è stato così atteso da anni. Dicevo
all'inizio, quindi, chiedo scusa, e quindi ho ritenuto di dover sostituire, e questo è di
fatto l'oggetto degli emendamenti, di dover sostituire, laddove era utilizzato l'aggettivo
"paritetico" di doverlo sostituire con un esplicito riferimento alla legge vigente in
materia in questo momento. Dicevo in premessa che questa proposta di deliberazione si
muove lungo due direttrici, perché? Perché è vero che tratta di un mero adeguamento di
legge, ma è vero anche che avvalersi della legge per portare dei cambiamenti negli
schemi culturali, a mio modesto avviso, è non soltanto necessario, non soltanto utile, ma
anche necessario, soprattutto per arrivare a dei risultati concreti. Credo che il Comune di
Torino abbia la possibilità, arrivando finalmente all'approvazione di questa proposta, di
dare il buon esempio anche rispetto alle Amministrazioni che ancora non si sono
adeguate, e quindi c'è anche un po' il senso di fare scuola nei confronti di una
normativa nazionale che ha consentito di far guadagnare un ulteriore traguardo sul
percorso avviato già negli anni '90, da parte del legislatore, nel promuovere azioni
positive per garantire la parità di eccesso di uomini e donne alla partecipazione e alla
vita pubblica. Grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie a lei. Prego, Consigliera Ferrero.

FERRERO Viviana
Grazie Presidente. Allora, io, innanzitutto ringrazio la Consigliera Grippo, perché ha
messo a disposizione delle competenze, ha traghettato anche quel lavoro che si sta
facendo in Regione nel nostro Comune. Ma voglio ringraziare anche tutti i commissari
della, appunto, delle pari opportunità, perché noi ci siamo presi del tempo, abbiamo
voluto approfondire, analizzare anche i pareri delle Circoscrizioni che si sono, appunto,
come già lei bene ricordava, sostanzialmente attestati sul problema della parola "parità"
che in italiano significa proprio 50 e 50, mentre si riteneva che una percentuale
variabile, che includesse una parità liquida tra il 40 e 60 fosse più appropriata. Io in aula
vorrei, però ricordare, visto che questo lavoro è stato fatto, come il genere sotto
rappresentato potrebbe essere anche quello degli uomini, quindi facciamo anche questo
appunto, e ricordiamo che siamo proprio qui perché noi, la maggior parte delle donne
che sono presenti qui, perché era possibile una doppia preferenza di genere maschile e
femminile alla scorsa tornata elettorale. Un riequilibrio forzoso che ci potrebbero
imputare coloro che non hanno seguito l'iter di approvazione della legge, ma che in
realtà è la necessità di superare quell'altra forzatura culturale che rappresenta
l'emarginazione delle donne nel mondo politico; una storia così lunga che se viene
narrata nei libri di storia appare nei libri di storia addirittura un'altra storia. Si consideri
che la sottorappresentanza politica delle donne è un problema globale, la percentuale
media mondiale dei membri donna nelle legislature nazionali si ferma e si attesta circa
sul 19%, e la composizione di genere nelle istituzioni pubbliche appare, delle donne in
politica, nei paesi scandinavi, in Olanda e in Germania, tra il 42%, seguite poi dal 30%
in Austria, Spagna e Gran Bretagna, Italia e Francia dove si registra una media intorno,
però poi, al 20%. È vero che si tratta di paesi in cui la cultura delle pari opportunità in
ogni settore della società è molto radicato, in effetti le donne scandinave hanno più
possibilità di ricoprire posizioni di potere, perché vige una vera e propria politica di
promozione della leadership femminile, e questo succede anche in Germania, dove nel
Bundesrat, anche negli organi direttivi dei partiti vi è una grossa rappresentanza
femminile, e questo deriva di nuovo da un fattore innestato di cultura, quindi con dei
provvedimenti diretti a rimuovere discriminazione sociale della donna ed esplicitamente
negli Statuti e nei partiti attuare delle soluzioni idonee a rappresentare la rappresentanza
femminile nelle liste elettorali. Quindi è il caso di ricordare. Tra l'altro, che le donne in
Italia sono state escluse dalla vita politica fino a veramente pochissimo tempo fa, ed è
dal 10 marzo del '46 che si raggiunge la parità di genere in materia elettorale. In un
mondo in cui le donne sono escluse dalla vita politica, dove, diciamocelo, le donne
fanno tantissima fatica ad imporsi come autorevoli nel mondo politico, condannate ad
essere sempre donne di qualcuno, figlie di qualcuno: questo adeguamento era qualcosa
che ci serviva. La questione, quindi, non può essere delegata a un cambio culturale di
mentalità che è la solita cosa di cui ci riempiamo un po' la bocca, e il cambio lo fai con
azioni concrete, innestando quel processo, un processo che ha la volontà di attuare un
cambiamento in un Paese dove il ruolo politico della donna è sempre stato visto come
qualcosa di passivo. Le donne sono troppo spesso chiamate in causa solo quando
devono esprimere il voto, mentre le donne sono sia elettrici, ma devono avere la
possibilità di essere elette. Anche sul discorso, per esempio dei Ministri, abbiamo
dovuto aspettare il 1976 con l'ingresso di Tina Anselmi al Ministero per il Lavoro e la
Previdenza Sociale, per avere una donna Ministro. Sono dati, cioè, il '76 veramente è
dietro l'angolo. Un Paese dove si deve superare la cultura di differenza che ancora si
avverte relativamente alla discesa in campo delle donne che non può essere tollerata in
un'azione che pone la Democrazia alla base della sua Costituzione. Io vorrei concludere
parlando del fatto che una donna deve avere e deve sapere di avere, è un percorso di
consapevolezza, però deve sapere di essere, di poter essere protagonista della vita
politica, della vita professionale, della vita sociale e delle vita familiare, e deve poter
aspirare a questo sin dall'infanzia, senza limite o preconcetto alcuno, perché il
femminile ha un grande valore, e qui ricordo, è un piccolo brano di Serena Santagata,
che dice: "Per sua natura ella è infatti portata a occuparsi degli altri, le donne sono
madri e questo vuol dire che per indole personale tendono a mettere gli altri al primo
posto, e di conseguenza sono più sensibili alle esigenze del cittadino, sono più concrete
ed operative, risultando quindi di grande utilità per la cosa pubblica". Io rivendico
questo femminile all'interno delle istituzioni, e se non si persegue la parità, intesa come
l'abbiamo voluta declinare, tra uomini e donne, se uomini e donne non hanno le stesse
opportunità in politica, la tanto declamata Democrazia, rimane esclusivamente una
Democrazia a metà. Grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie a lei. Io non ho nessun altro iscritto a parlare, procederei come per la delibera
precedente; ci sono 5 emendamenti, che credo che siano stati già illustrati dalla
Consigliera Grippo. Voleva aggiungere qualcosa? Prego.

GRIPPO Maria Grazia
Sì, grazie Presidente, solo perché nel mio intervento non ho fatto riferimento ai pareri
delle Circoscrizioni rispetto alla Circoscrizione 2 che adesso dovrei, scusi, dovrei
verificare. Rispetto alla Circoscrizione 2, se non sbaglio, che ha dato un parere
condizionato, ho ritenuto sovrabbondante andare ad una specificazione che è nelle cose
della ragione per cui ho ritenuto di non recepirlo, mentre invece, per quanto riguarda
l'unico parere negativo, ho prodotto documentazione che è allegata in delibera e che
dimostra come le Giunte circoscrizionali non possono sfuggire da questo meccanismo
come da legge nazionale. Grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie a lei, voleva intervenire la Sindaca, prego Sindaca.

APPENDINO Chiara (Sindaca)
Grazie Presidente. Volevo solo ringraziare la Presidente della Commissione delle Pari
Opportunità, la Consigliera e tutti coloro che hanno lavorato sul tema, ovviamente è
scontato, il parere della Giunta è favorevole, ringrazio per il lavoro fatto.

VERSACI Fabio (Presidente)
Allora, pongo in votazione il primo emendamento della Consigliera Grippo, prego
Consiglieri, votate. Dobbiamo rifare la votazione? Allora annulliamo la votazione, c'è
stato un problema. Dobbiamo votare, no, dobbiamo votare perché era scritto il
meccanografico, siamo al primo emendamento prego Consiglieri, votate. Se tutti i
Consiglieri hanno votato, dichiaro chiusa la votazione. Devi votare Enzo? Quindi
dichiaro chiusa la votazione. Presenti 30, favorevoli 30, dichiaro il primo emendamento
approvato.

VERSACI Fabio (Presidente)
Darei lo stesso esito per l'emendamento 2.

VERSACI Fabio (Presidente)
Stesso esito per l'emendamento 3.

VERSACI Fabio (Presidente)
Stesso esito per l'emendamento 4.

VERSACI Fabio (Presidente)
Stesso esito per l'emendamento 5.

VERSACI Fabio (Presidente)
Prima di procedere alla votazione finale ricordo a tutti che, essendo una modifica di
Statuto, servono 27 voti favorevoli perché è la modifica di Statuto. Prego, Consiglieri
votate la delibera, grazie. Se tutti i Consiglieri hanno votato, dichiaro chiusa la
votazione. Presenti 30, astenuti 1, favorevoli 29, dichiaro la delibera approvata.
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