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ALBANO Daniela Grazie, Presidente. Finalmente, finalmente il Consiglio Comunale di Torino si appresta a votare una delibera che avvia il percorso per dare piena attuazione al referendum del 12 e 13 giugno 2011. Finalmente dopo 6 lunghi anni anche il Comune di Torino si appresta a dare voce ai quasi 387.000 elettori che in città si sono espressi per avere una gestione pubblica trasparente e partecipata dell'Azienda che a Torino, nella Città Metropolitana gestisce il servizio idrico. Finalmente la città di Torino si appresta a riempire di contenuti l'articolo 80 del proprio Statuto che afferma che la città si impegna per garantire che la gestione del servizio idrico integrato sia operata senza scopo di lucro. L'Amministrazione Comunale di Torino, come testualmente riportato nella delibera, intende mantenere in mano pubblica la proprietà e la gestione partecipativa senza scopo di lucro del sistema idrico integrato nel nostro territorio e pertanto dichiara che riconosce il diritto umano all'acqua, ossia l'accesso all'acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell'acqua come bene comune pubblico. Conferma il principio della proprietà e gestione pubblica del servizio idrico integrato e che tutte le acque superficiali e sotterranee, anche se non estratte dal sottosuolo sono pubbliche e costituiscono una risorsa da utilizzare secondo criteri di solidarietà. Riconosce che il servizio idrico integrato è un servizio pubblico locale senza scopo di lucro in quanto servizio pubblico essenziale per garantire l'accesso all'acqua per tutti e pari dignità umana a tutti i cittadini. Inoltre l'Amministrazione Comunale di Torino, attraverso l'approvazione di tale delibera, rigetta le logiche imposte dal Governo che vorrebbero le partecipate che forniscono servizi essenziali come bancomat da spremere per ricavare utili, per dare respiro ai bilanci dei Comuni rimasti ormai senza risorse. I servizi pubblici essenziali vanno gestiti dai Comuni in ottica di garantire un servizio efficiente e di qualità ai cittadini e senza finalità di lucro. Le aziende di servizi non possono e non devono essere lo strumento per risanare o mantenere i bilanci dei Comuni, ma è lo Stato che deve garantire trasferimenti al fine di poter garantire ai cittadini servizi adeguati. La gestione dei beni comuni di servizi essenziali per i cittadini, dei servizi educativi, delle politiche energetiche, dei trasporti deve poter essere controllata dall'ente pubblico. In questo contesto abbiamo deciso di riprendere in mano un percorso iniziato da alcuni cittadini nel 2012 attraverso una proposta di delibera di iniziativa popolare che aveva raccolto ampi consensi tra i cittadini e che era stata presentata all'Amministratore da quasi 5.000 sottoscrittori. Lo scopo è duplice: valorizzare il processo partecipativo intrapreso dai cittadini 4 anni prima e ottenere un risultato che metta definitivamente al sicuro l'Azienda che fornisce sul territorio il servizio idrico integrato, garantendo per l'Azienda non solo una proprietà interamente pubblica, ma anche una gestione pubblica e partecipativa. L'obbiettivo è quello di modificare la forma giuridica di SMAT da Società per azioni in Azienda Consortile di Diritto Pubblico, in modo da garantire due risultati immediati, togliere l'Azienda dal mercato, le società per azione, anche quelle non quotate in borsa, obbediscono comunque a logiche di mercato, significa metterla al sicuro da ogni possibile scalata da parte delle multiutility dopo aver messo le mani su mercati fondamentali quali la produzione di energia, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti vedono la gestione del servizio idrico integrato come uno degli obbiettivi più interessanti per incrementare i loro profitti e nel contempo, poiché le aziende di diritto pubblico sono vincolate al pareggio di bilancio la trasformazione risolverebbe in via definitiva il problema degli utili suddivisi tra i soci, ponendo così in atto il risultato referendario e rafforzando al contempo l'affidamento in house. Pertanto chiediamo, con questa delibera, che è una delibera di indirizzo, che la Città di Torino, in qualità di socio di maggioranza di SMAT, si faccia promotore nei confronti degli altri Comuni soci della trasformazione di SMAT in Azienda Consortile di Diritto Pubblico a norma degli articoli 31 e 114 del TUEL, finalizzata esclusivamente alla produzione, erogazione e gestione del servizio idrico integrato nel territorio degli enti locali consorziati e richiedere di modificare lo Statuto dell'Azienda al fine di rendere esplicito che l'Azienda non potrà perseguire fini di lucro, anche per via indiretta. Grazie. ALBANO Daniela Grazie, Presidente. Solo per una breve replica per sottolineare alcuni punti che secondo me sono emersi e che sono importanti. Quando si parla del referendum del 2011 tutti si fanno sostenitori del referendum del 2011, probabilmente molti dimenticano che il referendum era fatto di due quesiti: uno era contro le privatizzazioni dei servizi pubblici essenziali; il secondo riguardava strettamente l'acqua e chiedeva di eliminare la remunerazione del capitale investito, quindi la remunerazione degli utili dall'acqua. Eliminare la remunerazione del capitale investito dal servizio idrico integrato, questo era il secondo quesito referendario e questo è uno dei quesiti a cui 387.000 torinesi hanno detto sì, quindi hanno chiesto di eliminare la remunerazione del capitale investito dal sistema idrico integrato. Poi, un'altra precisazione: sono contenta quando mi viene detto che ci sono delle agevolazioni per le famiglie che hanno ISEE basso perché come ben sapete le tariffe del sistema idrico vengono definite dall'ATO, dall'ATO 3, grazie appunto agli utili che vengono mantenuti all'interno dell'azienda che si può fare questa riduzione; quindi mantenere gli utili in azienda permette anche di sostenere le famiglie in difficoltà economica. È grazie a questi utili, non agli utili che vengono distribuiti ai soci, ma agli utili che rimangono all'interno dell'azienda che permettono di fare agevolazioni per famiglie in difficoltà, permettono la manutenzione di tutta la rete idrica e quindi mantenere gli utili in azienda è fondamentale. Per quello che riguarda le citazioni fatte spesso da alcuni Consiglieri su ABC Napoli fortunatamente o purtroppo, io non so come dire, se sia meglio o se sia peggio, però non è la forma giuridica societaria che possa dire se un'azienda va bene o va male. Il fatto che un'azienda funzioni bene o funzioni male non è strettamente legato alla forma giuridica societaria, quindi non possiamo avere una garanzia se una S.p.A. funzioni bene così come non possiamo avere la garanzia che un'azienda consortile funzioni male, tutto dipende da come queste aziende vengono amministrate e gestite, quindi la correlazione col fatto che un'azienda consortile funzioni male soltanto perché a Napoli ABC non funziona molto bene non è così immediata questa correlazione, grazie. |