Interventi |
MORANO Alberto Mi sembra che questa delibera, sotto il finto richiamo alla legge Madia, di fatto sia l'ennesima espressione di una mancanza di una strategia e di una visione di insieme da parte della Maggioranza e della Giunta. Parlare della vendita delle partecipazioni pulviscolo mettendo in piedi un processo complesso con la nomina di advisor, il pagamento degli advisor per vendere partecipazioni che non hanno mercato perché la sostanza brutale della legge economica è che l'1%, il 5%, il 7% non hanno un mercato, noi possiamo mettere in campo l'advisor più bravo del mondo, pagarlo moltissimo, più del valore della partecipazione, perché poi questo è il rischio, ma non troverà un compratore e il prezzo non lo faremo sulla base di una valutazione teorica, il prezzo sarà fatto dall'acquirente e che cosa volete che venga pagata una partecipazione del 6% o del 10% di SAGAT e rinvio a dopo le valutazioni sull'opportunità o meno di vendere la partecipazione di SAGAT. Innanzitutto, visto che si dice, lo dichiarano i giornali perché poi non è stato detto dalla Sindaca o dall'Assessore, che questa vendita avviene per far cassa, però in Consiglio Comunale è stato detto che questa vendita avviene perché bisogna rispettare la legge Madia; poi sui giornali invece la Sindaca o chi per essa dichiara che la vendita avviene perché c'è bisogno di far cassa. Di cassa vendendo queste partecipazioni non si farà nulla. Io sarei molto contento se i costi dei processi di vendita fossero inferiori a quello che sarà ricavato dalla vendita delle partecipazioni, ma non ne sono sicuro e poi perché manca una visione di insieme? Perché il Comune di Torino ha numerose partecipazioni, ma delle più importanti in questa delibera non si parla, non parliamo di IREN, non parliamo di AMIAT, non parliamo di SMAT, non parliamo di GTT, non parliamo di Infra.To o per meglio dire si dice che queste partecipazioni sono escluse dall'applicazione della legge Madia. Ma io non riesco a capire perché è esclusa dalla legge Madia la vendita del 20% di AMIAT e invece ricade nella legge Madia la vendita del 10% di SAGAT, qual è la diversità fra le due partecipazioni? Non sono due partecipazioni di minoranza in società che comunque hanno un ruolo essenziale nella vita della città? E perché devono essere trattate diversamente, forse perché dalla vendita del 10% di SAGAT si ricaverà una cifra significativa? Io non so se il Sindaco o l'Assessore o la Maggioranza hanno fatto una valutazione di questa partecipazione; ci sono molti criteri per valutare le partecipazioni, si può guardare il patrimonio netto, si può guardare il patrimonio netto modificato, si può guardare un multiplo degli utili, ma quale criterio che si utilizzi alla fine si viene ad un valore che non va molto lontano dal patrimonio netto che se deve essere venduto, non essendoci un compratore, sarà venduto a sconto significativo e allora siamo sicuri che anche solo da un punto di vista economico sia conveniente per la città vendere una partecipazione ad uno sconto significativo sul patrimonio netto, quando probabilmente gli utili attesi da questa partecipazione in 3 anni sono più alti del ricavato? Questo prima considerazione su SAGAT e poi io, onestamente, non riesco a capire perché SAGAT non abbia una valenza strategica per questa città, perché è vero che si nomina un Consigliere su 11, ma innanzitutto i Consiglieri non si contano solo per teste, si pesano e il Presidente pesa all'interno di una società, ma si pesano anche per quello che è il livello di informazioni che trasmettono alla città. Noi non possiamo pensare che la città debba essere informata su quelle che sono le strategie di SAGAT leggendolo dai giornali; è strategico per la città avere un Consigliere dentro questa società che ci informi su quali sono le linee di sviluppo dell'Aeroporto, che è uno dei principali aeroporti italiani, e che comunque ha un impatto, se c'è una visione strategica della città, ma qui veniamo al punto, io penso che non ci sia una visione strategica dello sviluppo di Torino nell'Amministrazione 5 Stelle, per quello allora diventa totalmente irrilevante la partecipazione. E parliamo un attimo di GTT e Infra.To. GTT e Infra.To non sono parte della legge Madia, ma sono forse le due partecipazioni più importanti e più problematiche della città di cui oggi non parliamo, di cui il Sindaco non vuole parlare e di cui il Sindaco, quando abbiamo fatto l'interpellanza generale, ha taciuto qualsiasi risposta perché è venuto qui l'Assessore Lapietra a dirci che si stava lavorando e poi apprendiamo dai giornali che c'è un documento, un documento che sarebbe riservato, ma è finito sui giornali, in cui si dice che c'è un fabbisogno di 115 milioni di cassa, che questa Società genera perdite nei prossimi 3 anni in un piano industriale che sarebbe quello del salvataggio e genera perdite? Mi sembra che siamo in un mondo dell'irreale. IREN. Anche IREN si dice che non è parte di questo processo, salvo apprendere che si vuole scindere FSU e poi vendere una piccola partecipazione, ma qualcuno di voi si è preso la briga di leggere cos'è lo statuto e il patto parasociale di IREN? Fino a che livello di controllo la Città di Torino insieme alla Città di Genova possano esercitare il controllo sulla Società o qual è la soglia delle partecipazioni che fa perdere questo controllo e quindi fa perdere il premio di maggioranza? Questo a prescindere dalle considerazioni tecniche che a oggi la Città di Torino insieme alla Città di Genova per il tramite FSU esercitano un controllo sulla Società senza che questo controllo rilevi ai fini della normativa OPA, ma nel momento in cui le due società venissero scisse e si dovesse fare un nuovo patto parasociale, perché di nuovo patto parasociale si parla, questo controllo non potrà più essere esercitato perché se no poi scatterebbero degli obblighi. Ora, io non pretendo che i Consiglieri 5 Stelle siano degli esperti di diritto societario, non pretendo nemmeno che lo sia il Sindaco e l'Assessore al Bilancio, però mi aspetterei che il Sindaco della quarta città italiana si serva di consulenti legali che gli spieghino le conseguenze di queste operazioni perché già aver annunciato sui giornali pubblicamente che si voleva vendere ha portato un calo della valorizzazione della partecipazione, ma non è in questo modo che si risana la città, non è dicendo ai giornali vendiamo le partecipate pulviscolo e risaniamo la città che noi otterremo questo risultato. Quindi quello che io contesto di questa delibera è la mancanza di visione d'insieme, il diverso trattamento di partecipazioni che sarebbero omologhe se c'è un interesse della città, AMIAT vale quanto vale SAGAT e perché AMIAT la dovremmo tenere? Ma poi qualcuno di voi andate a vedere qual è la esposizione debitoria del Comune di Torino verso AMIAT? La teniamo perché così non dobbiamo pagare questi debiti? Io è questo che vorrei capire da voi, qual è la visione in cui inserite le dismissioni. E poi faccio gli auguri. Io volevo portare qui un corno che mi è stato regalato da un napoletano molto simpatico e che mi sta portando un po' di fortuna, perché io credo che bisogna regolare al Sindaco Appendino questo corno e pregare il Sindaco Appendino di avere fortuna perché oggi, amministrando in questo modo, non risana la città, creerà solo ulteriori problemi aggiuntivi, con il pressapochismo e l'improvvisazione nella gestione della vicenda IREN andiamo verso il disastro e domani ci troveremo a discutere degli errori fatti da questa Amministrazione, non da quella pregressa. |