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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 2 Ottobre 2017 ore 14,00
Paragrafo n. 26
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2017-03504
REVISIONE STRAORDINARIA DELLE PARTECIPAZIONI EX ARTICOLO 24, DECRETO LEGISLATIVO 19 AGOSTO 2016 N. 175 E S.M.I. - RICOGNIZIONE PARTECIPAZIONI POSSEDUTE.
Interventi
MORANO Alberto
Mi sembra che questa delibera, sotto il finto richiamo alla legge Madia, di fatto sia
l'ennesima espressione di una mancanza di una strategia e di una visione di insieme da
parte della Maggioranza e della Giunta. Parlare della vendita delle partecipazioni
pulviscolo mettendo in piedi un processo complesso con la nomina di advisor, il
pagamento degli advisor per vendere partecipazioni che non hanno mercato perché la
sostanza brutale della legge economica è che l'1%, il 5%, il 7% non hanno un mercato,
noi possiamo mettere in campo l'advisor più bravo del mondo, pagarlo moltissimo, più
del valore della partecipazione, perché poi questo è il rischio, ma non troverà un
compratore e il prezzo non lo faremo sulla base di una valutazione teorica, il prezzo sarà
fatto dall'acquirente e che cosa volete che venga pagata una partecipazione del 6% o del
10% di SAGAT e rinvio a dopo le valutazioni sull'opportunità o meno di vendere la
partecipazione di SAGAT. Innanzitutto, visto che si dice, lo dichiarano i giornali perché
poi non è stato detto dalla Sindaca o dall'Assessore, che questa vendita avviene per far
cassa, però in Consiglio Comunale è stato detto che questa vendita avviene perché
bisogna rispettare la legge Madia; poi sui giornali invece la Sindaca o chi per essa
dichiara che la vendita avviene perché c'è bisogno di far cassa. Di cassa vendendo
queste partecipazioni non si farà nulla. Io sarei molto contento se i costi dei processi di
vendita fossero inferiori a quello che sarà ricavato dalla vendita delle partecipazioni, ma
non ne sono sicuro e poi perché manca una visione di insieme? Perché il Comune di
Torino ha numerose partecipazioni, ma delle più importanti in questa delibera non si
parla, non parliamo di IREN, non parliamo di AMIAT, non parliamo di SMAT, non
parliamo di GTT, non parliamo di Infra.To o per meglio dire si dice che queste
partecipazioni sono escluse dall'applicazione della legge Madia. Ma io non riesco a
capire perché è esclusa dalla legge Madia la vendita del 20% di AMIAT e invece ricade
nella legge Madia la vendita del 10% di SAGAT, qual è la diversità fra le due
partecipazioni? Non sono due partecipazioni di minoranza in società che comunque
hanno un ruolo essenziale nella vita della città? E perché devono essere trattate
diversamente, forse perché dalla vendita del 10% di SAGAT si ricaverà una cifra
significativa? Io non so se il Sindaco o l'Assessore o la Maggioranza hanno fatto una
valutazione di questa partecipazione; ci sono molti criteri per valutare le partecipazioni,
si può guardare il patrimonio netto, si può guardare il patrimonio netto modificato, si
può guardare un multiplo degli utili, ma quale criterio che si utilizzi alla fine si viene ad
un valore che non va molto lontano dal patrimonio netto che se deve essere venduto,
non essendoci un compratore, sarà venduto a sconto significativo e allora siamo sicuri
che anche solo da un punto di vista economico sia conveniente per la città vendere una
partecipazione ad uno sconto significativo sul patrimonio netto, quando probabilmente
gli utili attesi da questa partecipazione in 3 anni sono più alti del ricavato? Questo prima
considerazione su SAGAT e poi io, onestamente, non riesco a capire perché SAGAT
non abbia una valenza strategica per questa città, perché è vero che si nomina un
Consigliere su 11, ma innanzitutto i Consiglieri non si contano solo per teste, si pesano
e il Presidente pesa all'interno di una società, ma si pesano anche per quello che è il
livello di informazioni che trasmettono alla città. Noi non possiamo pensare che la città
debba essere informata su quelle che sono le strategie di SAGAT leggendolo dai
giornali; è strategico per la città avere un Consigliere dentro questa società che ci
informi su quali sono le linee di sviluppo dell'Aeroporto, che è uno dei principali
aeroporti italiani, e che comunque ha un impatto, se c'è una visione strategica della
città, ma qui veniamo al punto, io penso che non ci sia una visione strategica dello
sviluppo di Torino nell'Amministrazione 5 Stelle, per quello allora diventa totalmente
irrilevante la partecipazione. E parliamo un attimo di GTT e Infra.To. GTT e Infra.To
non sono parte della legge Madia, ma sono forse le due partecipazioni più importanti e
più problematiche della città di cui oggi non parliamo, di cui il Sindaco non vuole
parlare e di cui il Sindaco, quando abbiamo fatto l'interpellanza generale, ha taciuto
qualsiasi risposta perché è venuto qui l'Assessore Lapietra a dirci che si stava lavorando
e poi apprendiamo dai giornali che c'è un documento, un documento che sarebbe
riservato, ma è finito sui giornali, in cui si dice che c'è un fabbisogno di 115 milioni di
cassa, che questa Società genera perdite nei prossimi 3 anni in un piano industriale che
sarebbe quello del salvataggio e genera perdite? Mi sembra che siamo in un mondo
dell'irreale. IREN. Anche IREN si dice che non è parte di questo processo, salvo
apprendere che si vuole scindere FSU e poi vendere una piccola partecipazione, ma
qualcuno di voi si è preso la briga di leggere cos'è lo statuto e il patto parasociale di
IREN? Fino a che livello di controllo la Città di Torino insieme alla Città di Genova
possano esercitare il controllo sulla Società o qual è la soglia delle partecipazioni che fa
perdere questo controllo e quindi fa perdere il premio di maggioranza? Questo a
prescindere dalle considerazioni tecniche che a oggi la Città di Torino insieme alla Città
di Genova per il tramite FSU esercitano un controllo sulla Società senza che questo
controllo rilevi ai fini della normativa OPA, ma nel momento in cui le due società
venissero scisse e si dovesse fare un nuovo patto parasociale, perché di nuovo patto
parasociale si parla, questo controllo non potrà più essere esercitato perché se no poi
scatterebbero degli obblighi. Ora, io non pretendo che i Consiglieri 5 Stelle siano degli
esperti di diritto societario, non pretendo nemmeno che lo sia il Sindaco e l'Assessore al
Bilancio, però mi aspetterei che il Sindaco della quarta città italiana si serva di
consulenti legali che gli spieghino le conseguenze di queste operazioni perché già aver
annunciato sui giornali pubblicamente che si voleva vendere ha portato un calo della
valorizzazione della partecipazione, ma non è in questo modo che si risana la città, non
è dicendo ai giornali vendiamo le partecipate pulviscolo e risaniamo la città che noi
otterremo questo risultato. Quindi quello che io contesto di questa delibera è la
mancanza di visione d'insieme, il diverso trattamento di partecipazioni che sarebbero
omologhe se c'è un interesse della città, AMIAT vale quanto vale SAGAT e perché
AMIAT la dovremmo tenere? Ma poi qualcuno di voi andate a vedere qual è la
esposizione debitoria del Comune di Torino verso AMIAT? La teniamo perché così non
dobbiamo pagare questi debiti? Io è questo che vorrei capire da voi, qual è la visione in
cui inserite le dismissioni. E poi faccio gli auguri. Io volevo portare qui un corno che mi
è stato regalato da un napoletano molto simpatico e che mi sta portando un po' di
fortuna, perché io credo che bisogna regolare al Sindaco Appendino questo corno e
pregare il Sindaco Appendino di avere fortuna perché oggi, amministrando in questo
modo, non risana la città, creerà solo ulteriori problemi aggiuntivi, con il
pressapochismo e l'improvvisazione nella gestione della vicenda IREN andiamo verso
il disastro e domani ci troveremo a discutere degli errori fatti da questa
Amministrazione, non da quella pregressa.

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