Interventi |
MENSIO Federico Grazie, Presidente. Ma, mi stupisco un po', perché quando si parla di vendita di partecipazioni si fa sempre, come dire, confusione. È stato detto anche da qualche Consigliere, che non si fa la vendita di partecipazioni per fare cassa; si fa la vendita perché una legge dello Stato. che è guidato da un governo, che è il Movimento 5 Stelle, ha dato delle indicazioni agli enti locali, volente o nolente. Conosco abbastanza bene, vi assicuro, quella norma. Ebbene, in base a questa norma il Comune di Torino fa delle scelte; ma non solo, le fa perché la Corte dei Conti, a inizio 2017 ha detto: "Guardate che voi avete delle partecipazioni che non potete mantenere". Perché? "Perché non incidete, non incidete assolutamente sul controllo di quelle Società". Certo avessimo avuto il 38% di SAGAT come fino a qualche anno fa forse potevamo incidere, oggi non incidiamo. Quindi per favore, la Corte dei Conti, ribadisco, ha dato indicazioni abbastanza specifiche, le ha già ricordate il Consigliere Curatella prima di me. Ma poi nel 2012 prima il 39 e nel 2014 il 41, il Comune di Torino ha ceduto due delle più grosse società di servizi pubblici di cui deteneva il 100%: prima AMIAT e poi TRM, anzi una pure insieme. Ma leggo due passaggi che sono fantastici della discussione che ci fu in allora, prima nel 2012, prese dal sito del Comune: "La dismissione di tutte le quote societarie di AMIAT porterà al Comune nuove risorse per i propri investimenti. Oggi dobbiamo poi prendere atto che la finanza pubblica non è in grado di garantire investimenti che invece il privato può effettuare. Con le dismissioni diamo modo alle aziende di operare sul mercato in modo efficace". Prima dichiarazione, poi andatevi a cercare di chi è, non ve lo dico, non vi tolgo il piacere della sorpresa. Seconda: "Anche la nostra Città, come tutti i Comuni italiani, opera da anni in un quadro finanziario in continuo mutamento, una settimana fa per esempio non si sapeva che ci fosse un deficit aggiuntivo di altri 2 miliardi nel Bilancio Regionale, è un fatto che incide negativamente anche su di noi, dal novembre 2011 i Comuni italiani sono stati destinatari di 51 decreti ciascuno dei quali è cambiato ogni volta il quadro di riferimento finanziario", questo veniva detto nel 2014; nel 2012 la prima delibera di vendita di AMIAT, del 49% di AMIAT, nella delibera c'è scritto questo, recita la delibera: "Per reperire le necessarie risorse per poter rientrare nel patto di stabilità del 2012". Quindi stiamo parlando, noi, di una vendita, anzi di una cessione di quote per norma nazionale. Non vi va bene? Fatemi una cortesia, chiedete al Governo Nazionale di cancellare questa norma, chiedeteglielo, avete il potere di farlo, cancellate la norma, voi avete il potere di andare dalla Ministra Madia e dal capo del Governo Gentiloni e dite: "Guardate, questa norma a noi non ci soddisfa perché il nostro Comune deve vendere delle quote". Chiedeteglielo! Ci chiedete a noi. Chiedetelo voi ai vostri referenti al Governo, qual è il problema? Se il problema è che noi dobbiamo cedere quote in forza di una norma, chiedeteglielo, se no andate alla Corte dei Conti e chiedete alla Corte dei Conti: "Rivedete per favore la vostra indicazione sulle cosiddette partecipazioni povere?" Chiedetele queste cose. Magari voi avete più potere di noi, noi siamo incapaci, incompetenti, non abbiamo i pareri legali giusti, non governiamo, quindi chiedetelo voi, semplicemente ci stiamo attenendo a una serie di indicazioni date da un Governo Nazionale e da una Corte dei Conti. Nel 2012, 2014 ci siamo opposti perché lì non c'erano motivazioni se non quelle che vi ho letto, cioè veramente di fare cassa, di ripianare il debito del Comune. Tra l'altro come ha detto prima Curatella, evidentemente tutto questo non è che sia servito molto nel 2012 e nel 2014, quindi andate voi a chiedere. Grazie, Presidente. |