Interventi |
ROSSO Roberto Io provengo dalla zona in cui sono stoccati attualmente l'85% dei rifiuti nucleari, in parte Trino Vercellese, è il mio comune d'origine, in parte Saluggia. Di questo tema si parla dall'inizio degli anni 2000. Ci fu allora un atto coraggioso da parte del governo Berlusconi che disse: "il prossimo deposito nazionale per il rifiuto nucleare sarà a Scanzano". L'unico esito di quel decreto, che io seguii in prima persona essendo nella Commissione competente, fu quello di, grazie ad un mio emendamento, mio e del Deputato Zanetta, di far sì che almeno i soldi che erano previsti come compensazione territoriale per il deposito nazionale venissero trasferiti a coloro che occasionalmente, provvisoriamente, temporaneamente li detenevano in propria gestione. E quindi grazie a questa cosa il Comune di Trino, il Comune di Saluggia, la provincia di Vercelli, il Comune di Bosco Marengo e quant'altro hanno ottenuto una parte di rimborso territoriale per detenere queste cose. Premetto che quel decreto era stato emanato per una ragione molto ovvia e cioè per il fatto che per due volte di fila a Trino, nel 1994 e nel 2000, e per una volta a Saluggia, i siti di deposito dei rifiuti nucleari erano stati invasi dalle acque del Po e della Dora, e nel caso di Saluggia addirittura erano stati travolti una serie di bidoni, che si erano sparsi sul territorio ed erano andati ad interferire con il pozzo di adduzione dell'acquedotto del Monferrato che si trova a 200 metri a valle del deposito di Saluggia. Io ho assistito a 1000 incontri in questi anni e, tutte le volte, tutti chiedono di fare il deposito nazionale a una condizione: che non si faccia a casa loro. Io ho visto personaggi, personalità anche del Partito Democratico, dei Grillini e di tanti altri partiti e movimenti, che ogni volta chiedono, perché si rendono conto che tenere i rifiuti nucleari a Saluggia, Trino, dove sono attualmente, è una follia in termini; é una follia che ci possono essere rifiuti nucleari dove c'è la possibilità di avere l'invasione delle acque del Po e della Dora per alluvioni. Eppure, quando poi si tratta di decidere dove metterli tutti dicono: "ah, va benissimo in un altro posto e non a casa mia". Per questa ragione io credo che, realisticamente, non sia possibile - lo dico a Tresso che si è fatto propositore di questa mozione insieme a Curatella ed altri - andare a infestare con questo problema Comuni che ne sono oggi esenti. Non sarà mai concepibile, io l'ho visto per quanto riguardava Scanzano, che pure era un Comune in cui il problema si poneva; perché il deposito della (incomprensibile) si trovava esattamente a Scanzano Jonico. E ciò nonostante ci fu l'insurrezione di tutto il Sud: furono bloccate le autostrade, roghi sulle autostrade e quant'altro, perché non si voleva avere il deposito a casa propria. Io dico che realisticamente, se il Piemonte fosse una Regione appena adeguata alla sua bisogna dovrebbe prendere atto del fatto che molto probabilmente, al di fuori dei territori di Saluggia e di Trino, questi depositi nucleari non si possono porre. Esiste una condizione: a Trino l'attuale deposito dei rifiuti nucleari è sul Po, come dicevo prima, nella vecchia centrale nucleare che li deteneva. Ci sono però altri siti, penso all'area di Leri Cavour che sono a 12 chilometri dall'entroterra che potrebbero, giustamente, fare alla bisogna. Io credo che realisticamente questa Regione, questo Comune capoluogo, questi territori abbiano una sola condizione: o ricercare in fretta, io voglio augurarmi che ci sia qualcuno che chiede di avere le scorie radioattive nel proprio territorio, a breve e in termini succinti, oppure chiedere ai due Comuni principalmente interessati che detengono quasi il 90% dei depositi, dove si potrebbe, in termini di minor rischio ambientale e territoriale, ubicare questi siti. Questo sarebbe un fatto di realismo, perché altrimenti si continuerà a parlare, ma si continueranno ad avere i depositi dove non ci devono essere, perché veramente lì sono una follia. Allora, chiedo, se anche questo Consiglio Comunale potesse intervenire in modo proficuo sull'argomento, che si faccia promotore di una riunione con i due Consigli Comunali di Trino e di Crescentino per chiedere, anche con loro, come si potrebbero ubicare le scorie in un luogo meno pericoloso di quello in cui oggi si trovano. ROSSO Roberto Una cosa a Tresso e agli amici del Partito Democratico. Oggi, la Giunta Regionale, lo diceva prima Curatella, ha un ruolo molto importante su questa vicenda. Fare come Chiamparino che propone di mettere a Casale e non a Saluggia e a Trino il polo per lo sviluppo tecnologico relativo alla fusione nucleare è una follia; lasciamo stare il fatto che è in una zona alluvionabile di Casale. È una follia perché almeno la compensazione di avere laureati e diplomati impiegabili in zona da parte di coloro che ne subiscono i danni dovrebbe essere il primo merito di questa questione. La seconda cosa, e con questa chiudo, chiedere che la Sogin, che oggi impiega 430 buontemponi a Roma, si trasferisca possibilmente nelle zone in cui il problema si pone, cioè non ha senso pensare allo smantellamento degli impianti nucleari a 600 chilometri dove gli impianti nucleari sono, facciamoli in quella zona e avremo 430 posti di lavoro in più. |