Interventi |
ARTESIO Eleonora Direi che i contenuti della risposta confermano l’aspettativa dell’interpellanza, vale a dire che la tematica a tale complessità merita di essere approfondita ulteriormente in una Commissione dedicata. Le modalità a cui ha fatto riferimento l’Assessora, che ha letto la relazione, proprio per la declinazione delle varie esperienze in corso coprono caratteristiche profondamente diverse. Il circuito SCEC, se ben ricordo, è un sistema di buoni per ottenere una riduzione di prezzo in ordine all’acquisto di determinati prodotti ed era in vigore in alcuni circuiti della città di Napoli fin dal 2007, mentre le esperienze che sono state citate, del Lazio e della Valle D’Aosta, hanno più a che vedere con le modalità di relazione economica tra produttori e, quindi, l’individuazione di forme di scambio complementari rispetto a quelle del rapporto di costo di vendita e prezzo di acquisto. Tuttavia, è abbastanza innegabile che o noi circoscriviamo specificamente l’ambito di applicazione e lo rappresentiamo come uno dei potenziali di crescita del livello economico, ed è stata molto attenta l’Assessore nel farlo relativamente al commercio e alle piccole imprese, ma io che credo di essere non disattenta non sarei mai riuscita dalla lettura di quei passaggi del programma arrivare ad immaginare questo tipo di soluzione individuata dall’Amministrazione; quindi o lo circoscriviamo e lo rendiamo comprensibile oppure l’estensione alla forma del baratto, che pure qui è stata citata, introduce una dimensione di relazioni che non è più quella dell’ambito strettamente economico, piccola o media impresa che sia, ma è nell’ambito dello scambio e lo scambio non necessariamente ha bisogno di monete complementari, molto spesso è legato allo scambio di prodotti o allo scambio di competenze. Il baratto è inserito ad esempio in progetti come quello della banca del tempo o il baratto è una modalità tipica delle forme di mutualità che le persone autodeterminano e a cui volontariamente scelgono di aderire avendo, però, già preselezionato qual è la propria comunità a cui intendono fidelizzarsi. Infine, non banale è l’aspetto, soprattutto quello applicato in ambito commerciale ed industriale, della sostenibilità e della garanzia di questo tipo di scambio economico fondato su moneta complementare, nel senso che evidentemente non si può iniziare questa strada se contestualmente non si è certi e non si garantiscono gli eventuali aderenti del fatto che in qualunque disavventura intercorrerà questo circuito ci saranno delle garanzie per chi vi ha partecipato. Quindi, come diceva il tema è complesso, devo dire che la complessità meritava forse una comunicazione più scientifica, ma questo non è colpa ovviamente dell’Amministrazione, ma è a debito dell’Amministrazione non aver immaginato di doverne parlare perché (audio disturbato) che ne è emersa è che a Roma si farà il sesterzio, a Torino, se Torino (audio disturbato) ma nessuno comprende bene oltre a qualche comizio di Grillo nel 2007 sul progetto SCEC che cosa questa prospettiva meglio introdurrà rispetto alla nostra economia. Quindi io, ovviamente, uso l’interpellanza come occasione per discutere in modo più approfondito del tema in Commissione. |