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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 18 Settembre 2017 ore 14,00
Paragrafo n. 8
INTERPELLANZA 2017-02911
"LA MONETA CITTADINA" PRESENTATA IN DATA 18 LUGLIO 2017 - PRIMA FIRMATARIA ARTESIO.
Interventi
LAVOLTA Enzo (Vice Presidente Vicario)
Risponde, sempre l’Assessore Pisano, all’interpellanza successiva 2911, presentata dalla
Collega Capogruppo Artesio, avente per oggetto:

“La moneta cittadina”

LAVOLTA Enzo (Vice Presidente Vicario)
Prego, Assessore.

PISANO Paola (Assessore)
Buongiorno a tutti. Allora, io ringrazio la Consigliera Artesio per questa interpellanza
che mi dà l’opportunità di spiegare meglio alcuni concetti e ribadire parte del nostro
programma. Allora, la prima cosa è che esistono tre macro differenze: la prima
differenza è all’interno del macro calderone che normalmente si fa sulla parte di
blockchain bitcoin è appunto l’esistenza di queste cripto monete, proprio il bitcoin. Il
bitcoin è una valuta alternativa che è estendibile a livello globale staccata ed è staccata
da qualunque paese di qualunque altro paese di riferimento e che ovviamente ha una
fluttuazione sua personale; quindi è garantita da una tecnologia sottostante che viene
chiamata blockchain. Poi ci sono delle monete di comunità, ad esempio, le monete di
comunità che hanno fatto delle città come Bristol e come Liverpool che sono delle
monete che in realtà hanno uno scambio con l’euro di 1 a 1 e che servono praticamente
per garantire la crescita del tessuto locale e che però devono essere legate ad un Istituto
bancario. Ultima cosa sono le monete complementari, come ad esempio il sardex che
sono delle monete che in realtà non hanno dietro un Istituto bancario, ma che vengono
scambiate all’interno di piattaforme dove le imprese scambiano tra loro beni, ad
esempio, un’impresa coi propri fornitori, coi propri clienti e in realtà anche questo
scambio è uno scambio molto assimilabile al baratto; quindi sono queste le tre macro
categorie che sono dietro il grande tema del bitcoin e della blockchain. All’interno del
nostro programma noi abbiamo scritto delle parti in cui viene richiamato l’utilizzo di
queste tecnologie e di queste infrastrutture; prima di tutto noi diciamo che proposte che
vorremmo..., abbiamo detto che vorremmo portare avanti delle proposte con le quali
vogliamo privilegiare il tessuto commerciale composto da tantissime micro imprese che
rendono vivono e sicuro il tessuto cittadino. Questo significa che quello che noi
intendiamo fare è cercare di sostenere il tessuto delle micro imprese attraverso attività
quali, ad esempio, l’utilizzo di monete complementari. Attraverso queste monete
complementari è possibile rafforzare lo scambio tra le varie aziende e quindi prediligere
lo scambio tra aziende locali e non fare in modo che alcune aziende vadano magari a
trovare dei fornitori al di fuori del Piemonte o diciamo dell’area locale. Un’altra parte in
cui parliamo dell’utilizzo di strumenti simili è quello per favorire l’insediamento di
nuove imprese affinché Torino diventi una città di opportunità per le start up e le nuove
industrie e i piccoli e micro imprenditori; anche in questo caso utilizzare nuove
tecnologie come monete virtuali o complementari o tecnologie di blockchain non solo
applicate al FinTech, ma anche applicate ad altri ambiti può fare in modo che nuove
aziende vengono attratte nel nostro territorio. Infine, c’è un’altra parte del programma
dove espressamente diciamo e parliamo di sperimentazioni di strumenti che favoriscano
l’incentivazione del consumo locale e facciamo cenno all’introduzione di un circuito
SCEC o di altre forme simili di scambio, anche qui viene richiamato appunto il concetto
delle monete complementari, grazie.

LAVOLTA Enzo (Vice Presidente Vicario)
Prego, Consigliera Artesio.

ARTESIO Eleonora
Direi che i contenuti della risposta confermano l’aspettativa dell’interpellanza, vale a
dire che la tematica a tale complessità merita di essere approfondita ulteriormente in una
Commissione dedicata. Le modalità a cui ha fatto riferimento l’Assessora, che ha letto
la relazione, proprio per la declinazione delle varie esperienze in corso coprono
caratteristiche profondamente diverse. Il circuito SCEC, se ben ricordo, è un sistema di
buoni per ottenere una riduzione di prezzo in ordine all’acquisto di determinati prodotti
ed era in vigore in alcuni circuiti della città di Napoli fin dal 2007, mentre le esperienze
che sono state citate, del Lazio e della Valle D’Aosta, hanno più a che vedere con le
modalità di relazione economica tra produttori e, quindi, l’individuazione di forme di
scambio complementari rispetto a quelle del rapporto di costo di vendita e prezzo di
acquisto. Tuttavia, è abbastanza innegabile che o noi circoscriviamo specificamente
l’ambito di applicazione e lo rappresentiamo come uno dei potenziali di crescita del
livello economico, ed è stata molto attenta l’Assessore nel farlo relativamente al
commercio e alle piccole imprese, ma io che credo di essere non disattenta non sarei
mai riuscita dalla lettura di quei passaggi del programma arrivare ad immaginare questo
tipo di soluzione individuata dall’Amministrazione; quindi o lo circoscriviamo e lo
rendiamo comprensibile oppure l’estensione alla forma del baratto, che pure qui è stata
citata, introduce una dimensione di relazioni che non è più quella dell’ambito
strettamente economico, piccola o media impresa che sia, ma è nell’ambito dello
scambio e lo scambio non necessariamente ha bisogno di monete complementari, molto
spesso è legato allo scambio di prodotti o allo scambio di competenze. Il baratto è
inserito ad esempio in progetti come quello della banca del tempo o il baratto è una
modalità tipica delle forme di mutualità che le persone autodeterminano e a cui
volontariamente scelgono di aderire avendo, però, già preselezionato qual è la propria
comunità a cui intendono fidelizzarsi. Infine, non banale è l’aspetto, soprattutto quello
applicato in ambito commerciale ed industriale, della sostenibilità e della garanzia di
questo tipo di scambio economico fondato su moneta complementare, nel senso che
evidentemente non si può iniziare questa strada se contestualmente non si è certi e non
si garantiscono gli eventuali aderenti del fatto che in qualunque disavventura
intercorrerà questo circuito ci saranno delle garanzie per chi vi ha partecipato. Quindi,
come diceva il tema è complesso, devo dire che la complessità meritava forse una
comunicazione più scientifica, ma questo non è colpa ovviamente
dell’Amministrazione, ma è a debito dell’Amministrazione non aver immaginato di
doverne parlare perché (audio disturbato) che ne è emersa è che a Roma si farà il
sesterzio, a Torino, se Torino (audio disturbato) ma nessuno comprende bene oltre a
qualche comizio di Grillo nel 2007 sul progetto SCEC che cosa questa prospettiva
meglio introdurrà rispetto alla nostra economia. Quindi io, ovviamente, uso
l’interpellanza come occasione per discutere in modo più approfondito del tema in
Commissione.

LAVOLTA Enzo (Vice Presidente Vicario)
Bene, approfondiremo questa interpellanza e le politiche adottate dall’Amministrazione
in una Commissione Consiliare che a questo punto potrebbe essere sia la Smart City sia
la III avendo rilevanza economica; invito la Consigliera Artesio a segnalarci quali sono
le Commissioni nelle quali ritiene più opportuno.
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