Interventi |
CURATELLA Cataldo Grazie, Presidente. Cercherò di dare le risposte che da più parti sono arrivate. Ci troviamo qui a discutere di un documento, questa mozione, presentata dai Consiglieri della minoranza che facevano parte della Commissione di Indagine, che non è un documento fine a se stesso, ma porta con se in allegato una, secondo loro, relazione sui lavori della Commissione. Dico secondo loro per i motivi che poi andrò ad esporre. Essendo questo allegato un documento che fa parte integrante della mozione, prima di parlare dell’impegnativa se ci troviamo favorevoli o meno, se condividiamo alcuni punti nella parte dell’impegnativa della mozione, credo sia opportuno affrontare il contenuto di questo allegato per un motivo abbastanza semplice per quanto banale: questo allegato, più che essere importante per quello che dice, è importante per quello che non dice e per quello che dice in modo di parte. Quindi cercherò, per quanto possibile, di esser chiaro e di spiegare un po’ quali sono le situazioni che dal nostro punto di vista non tornano. Innanzitutto noi abbiamo affrontato i lavori e abbiamo aderito alla richiesta, che era arrivata dalla minoranza, di istituire questa Commissione di Indagine, perché ritenevamo importante cercare di affrontare il tema dal punto di vista tecnico- amministrativo di come avvenuta l’organizzazione dell’evento, come si erano organizzati i vari enti, cosa era successo nella parte organizzativa e che aveva poi portato agli eventi tragici peggiorando un po’ la situazione di quello che era accaduto in piazza. L’abbiamo fatto perché volevamo che i lavori fossero basati su dati di fatto, documentabili, non delle supposizioni personali, dei “secondo lei cos’è successo?” che ha interessato la Commissione in diversi ambiti. Oppure quanto emerso dalle audizioni, ma sempre in modo fattuale non di dicerie, “sentito dire”, pareri personali. Una cosa che non dice questa relazione, questo allegato, che è stato già anticipato dei miei colleghi, è che è vero, abbiamo avuto alcuni documenti a disposizione, è vero che ci sono state un po’ di audizioni, però molti documenti della Città stessa non sono stati resi disponibili, perché la Procura ha posto il veto, erano necessari, quindi noi non sappiamo, sono stati citati gli ordini di servizio sono stati citati come era la disposizione degli agenti in Piazza, ma non sappiamo neanche come è stata progettata la sicurezza della Piazza, perché oltre a questi documenti, sono stati secretati tutte le mail dell’organizzatore, Turismo Torino, tutti gli scambi mail con la Città e tutta la relazione progettuale della sicurezza sulla base di che cosa è stata progettata la sicurezza? Noi commissari non lo sappiamo. Abbiamo ricevuto solo da uno dei componenti comunali della Commissione Vigilanza Provinciale, che ha fatto il sopralluogo, la planimetria finale di come era la disposizione in Piazza, è l’unico documento che noi abbiamo avuto a disposizione, non abbiamo avuto altro dal punto di vista della relazione tecnico-progettuale del professionista che ha deciso l’organizzazione della sicurezza in Piazza. Noi non sappiamo sulla base di quale ipotesi la Piazza è stata organizzata in quel modo. Ma ci arriviamo. 26 maggio 2017, la riunione nell’ufficio del dottor Giordana, dove è stato deciso. Durante l’audizione è stato detto, sia durante l’audizione della Sindaca Appendino, sia durante l’audizione del dottor Giordana - io non ero presente, ma mi sono andato ad ascoltare tutta l’audizione - durante la presenza del dottor Giordana, è stato detto che il 26 maggio ci si è riuniti e la domanda che è stata posta è stata questa: “Nel 2015, chi è che si è occupato dell’organizzazione? Ah guarda, nel 2015 era stato Turismo Torino”. Il dottor Giordana ha detto, possiamo andare a vedere l’audizione, la trascrizione dell’audizione, ha detto: “Va bene, prova a chiamare il dottor Montagnese e gli chiedo se può passare, se possiamo parlare un attimo, per capire se ha la disponibilità ad organizzare”, non: “Lo chiamo e gli dico: tu organizzi l’evento del 3 giugno” mettiamo un po’, diamo il giusto peso alle parole. Il dottor Montagnese durante la telefonata, e questo lo sappiamo, sia durante l’audizione dottor Giordana, sia quando c’è stata l’audizione dell’Assessore Sacco, perché era presente con il dottor Montagnese, ha dichiarato: “Guarda, sono con l’Assessore Sacco, stiamo parlando di altro, mi trovo vicino al Comune, non ho nessun problema a venire da te in ufficio con le persone e mi spieghi un po’ qual è la situazione”, quindi quello che può capitare normalmente; anche io coi miei clienti, li chiamo: “Possiamo vederci per approfondire un po’ le cose”. Quando si sono presentati, il dottor Montagnese con l’Assessore Sacco, è stato chiesto: “Guarda, il 3 giugno ci sarà questo evento”, ci sono le trascrizioni, se non ci credete andate a leggere le trascrizioni. Apro parentesi, sulle trascrizioni, chiederei al Segretario Generale se dalla Procura non sono arrivate nessune richieste di secretazione, di renderle pubbliche perché da quel punto di vista non c’è nulla di segreto per il nostro Gruppo, quindi se dal punto di vista della Procura non c’è nessuna richiesta di secretare determinati aspetti, dal nostro punto di vista sono pubblicabili, e troviamo giusto che siano pubblicate, perché comunque così si legge, si verifica puntualmente cosa avevamo a disposizione e cosa è stato detto. Torniamo al dottor Montagnese con l’Assessore Sacco. Si presentano in ufficio e gli viene detto, trascrizione: “Guarda, sareste voi disponibili a organizzare l’evento del 3 giugno?” la risposta ricevuta dall’Assessore Sacco e Dottor Giordana è stata: “Guada, nessun problema, mi coordino con i vostri uffici, diamo il contato del dottor Bessone che poi coordinerà quegli uffici per l’organizzazione in Piazza”. Punto. È stato richiesto, punto. Questo però noi lo sappiamo solo come riportato. Perché non lo sappiamo in modo diretto? Perché noi avremmo voluto tanto ascoltare il dottor Montagnese e il dottor Bessone, li avevamo anche convocati, ma le due persone in questione, gli organizzatori, i responsabili di Turismo Torino, giustamente, dico dal mio punto di vista, essendoci una indagine della Procura in corso, e qualche giorno prima era arrivato un avviso di garanzia a loro garanzia, hanno preferito non presentarsi. Questo perché a pagina 11 della relazione dell’allegato si legge: “Gli comunica verbalmente, dottor Giordana a Paolo Montagnese, che la Città ha deciso che deve essere Turismo Torino”. No, signori, se dobbiamo scrivere una relazione che deve essere poi approvata e diventare un documento ufficiale, non “ha deciso”, “è stata chiesta la disponibilità a seguito di una... del dottor Montagnese diciamo, okay va bene; si è andati avanti, ci sono le trascrizioni, è questo che è stato detto in Commissione, non è stato detto: “Ha deciso la città”. Perché io avrei voluto chiederlo al dottor Montagnese, al dottor Bessone per capire da loro direttamente, allora avrei potuto porre questa domanda, ma non è stato possibile, quindi non posso arrivare a dare una conclusione. Altro aspetto. Si parla a stretto contatto: “È stato organizzato il tutto… architetto Bertoletti, per la predisposizione del progetto necessario alla realizzazione dell’evento”. Questo professionista non è un professionista qualunque, era il Direttore lavori e responsabile della sicurezza, anche se non l’abbiamo mai potuto audire, non sappiamo sulla base di quali ipotesi, come ha deciso, come ha deciso di organizzare la sicurezza, si chiede: “No, non c’è stata mai la possibilità di capire”, cioè nell’organizzazione della sicurezza la Città non è stata coinvolta, ma è l’organizzatore che si occupa della sicurezza, è il progettista incaricato che si occupa della sicurezza. La Questura e il Prefetto, con i loro rappresentanti, già dall’incontro del 26 maggio al Tavolo Tecnico del 31 maggio, erano presenti coi loro rappresentanti; se non sono intervenuti a richiedere, in quel momento, delle situazioni puntuali, allora il Comune ogni volta deve fare il peggio per essere sicuri di pararsi poi le spalle? Sempre qui. Si analizzano i diversi aspetti autorizzativi, ma non si affronta nello specifico il tema della sicurezza della Piazza. C’è un responsabile di sicurezza che sta progettando la sicurezza in Piazza e quel progetto lo presenta alla Commissione di Vigilanza Provinciale, che a differenza di quello che c’è scritto nella relazione a pagina 16, qui c’è scritto: “Il mattino del 3 giugno la Commissione Provinciale di Vigilanza, organo deputato al formale via libera dell’allestimento”. No, mi spiace. La Commissione Provinciale di Vigilanza è attuata dall’art. 20 della legge 121 dell’’81, nuovo ordinamento dell’amministrazione della pubblica sicurezza, ed è un organo che compete al Prefetto per l’esercizio delle sue attribuzioni di autorità provinciale di pubblica sicurezza. Non dà una formale autorizzazione alla Piazza, dà una sostanziale autorizzazione della Provincia alla Piazza, perché solo a seguito della presentazione di una autorizzazione del Prefetto con le prescrizioni l’organizzatore può procedere con l’evento, altrimenti l’evento non si realizza. Non è formale, una cosa solo sulla carta, va bene, vediamo un po’, se non c’è sicurezza va avanti uguale; nel momento in cui la Commissione di Vigilanza Provinciale, in particolare il Prefetto, che è a capo della Commissione Vigilanza Provinciale, invia un documento in cui dice che autorizza l’evento perché le condizioni di sicurezza ci sono, a patto di 19 prescrizioni, ha fatto il suo lavoro, ha dato (parola incomprensibile) sostanziale, e poi sono altri organi che hanno la competenza di questo, non è la città di Torino che ha la competenza, ad esempio, gli accessi al parcheggio sotterraneo siano presidiati. Come ci è stato detto dal dottor Revelchione alla prima audizione, ci sono competenze diverse, la Polizia Municipale, questo ci è stato anche detto dal Comandante Berti, si occupa della viabilità durante gli eventi, non si occupa della sicurezza, la sicurezza è in mano alla Questura, che la organizza sulla base, con le forze dell’ordine, ed eventualmente, se ha necessità, chiede alla Polizia Urbana di intervenire. E qui arriviamo a una delle audizioni che secondo me è la chiave di volta, perché durante l’audizione del Comandante Berti, più di tre quarti delle domande le risposte sono state: “Mi dispiace, non posso rispondere perché è in corso un’indagine della Procura” quindi noi dal comandante Berti, dal Comandante dei Vigili non sappiamo niente, quindi non sappiamo nulla perché non ci può rispondere; la Procura, dopo averlo interrogato, ha detto: “Non rispondere”, quindi noi non sappiamo cosa è successo in Piazza, come è stato organizzata, dove erano gli uomini, in base a che disposizioni sono state date agli uomini, se era necessario avere più uomini, meno uomini, quali sono state le interazioni col Comando dei Vigili del Fuoco, col Comando di Polizia, con la Questura. Non lo sappiamo, perché non ci può rispondere, e come faccio a dare un giudizio tecnico-amministrativo se banalmente, adesso banalizzo, la Polizia Municipale non ha svolto correttamente il suo compito, se il suo Comandante non mi può rispondere, non mi può dare gli elementi oggettivi per dare un parere politico, tecnico, personale? Qui si parla di filtraggio della Polizia iniziata alle 14:30, quando c’erano già all’interno della Piazza tutta una serie di persone. Scusate, io capisco che dobbiamo fare degli attacchi politici e quindi Minoranza, Maggioranza, opposizione bisogna per forza andare contro chi amministra in quel momento, però se la sicurezza in Piazza è di competenza di Questura, Prefettura, Forze dell’Ordine, spetta a loro definire i parametri di sicurezza, non posso essere io amministratore a dire “no, guarda, perché li lasci tutti in Piazza?” Avranno fatto le loro valutazioni. È corretto, non è corretto. Non lo so, non lo posso dire. Avrei tanto voluto ascoltarli in Commissione, non è stato possibile ascoltarli; certamente quando la Procura arriverà a fine indagine, ci dirà, o comunque sapremo, quali sono state le valutazioni che hanno portato a non svuotare la Piazza. Controllo degli accessi, venditori abusivi che passavano dall’interno dell’area. Io non ho sentito nessuno degli auditi che ci ha detto: “Li abbiamo visti passare da là”, erano delle supposizioni, delle ipotesi, tutti quanti ci hanno detto: “Pensiamo che” perché mancava il presidio. Può essere corretto o non essere coretto. (INTERVENTI FUORI MICROFONO) Non lo so, io non ero in Piazza, ma nessuno degli auditi... CURATELLA Cataldo Una Piazza presidiata e filtrata dalle Forze dell’Ordine. Dalle Forze dell’Ordine. Io non lo so, è stato segnalato, poi una cosa che ci è stata detta, l’unica che ci è stata detta, certa, anche dal Responsabile in Piazza dal punto di vista della Polizia Municipale, è che, il Dirigente responsabile, è che hanno avvisato, ed erano presenti e hanno anche fermato alcuni di loro, ci hanno anche detto: “Non gli abbiamo sequestrato il materiale per evitare la rivolta di piazza”, perché quando hai un assembramento così elevato di persone, fare dei sequestri, rischia poi di essere peggio che sanzionarli e dire: “Vai via”. Sono valutazioni corrette. Io non devo fare valutazioni tecniche, perché io non so tutta la situazione, non sono un esperto di Polizia Urbana, di Polizia Municipale che sa, conosce come è corretto agire, anche a livello psicologico, per evitare di peggiorare la situazione, non posso fare queste valutazioni. Hanno fatto una valutazione corretta, si sono basati sulla loro esperienza professionale. Tre ondate di panico, è stato detto, solo una persona ci parla di tre ondate di panico, che è l’ex Maresciallo, in pensione, dei Carabinieri. L’unico. È successo veramente così? È vero che ci sono state tre ondate di 15 minuti? Non lo so. Io so solo che, da notizie di giornale, la Procura, tramite la Digos, sta facendo delle indagini, ha visionato centinaia di minuti di filmati per cercare di capire come si è svolta, e a questo punto io dico: “Sì, però c’erano delle persone sedute sul tabacchino”. Allora perché il Sindaco non è intervenuto a far scendere, a uno a uno, le persone sedute sul tabacchino lì presente in Piazza? Cioè, stiamo veramente arrivando che uno dice una cosa, senza nessuna possibilità di verificare che quello che ci ha detto in Commissione sia veritiero; allora no, l’ha detto, è così. Bisogna basarsi su dati documentabili, comunque che abbiano un riscontro da più parti, non mi basta che una persona mi dica una cosa e poi dopo è verità oggettiva. Ci si lamenta: “Ma, il Commissario Berti con la Sindaca non si son sentiti fino al giorno dopo”. Io, questa è una domanda che ho fatto al Commissario Berti in Commissione, gliel’ho fatta anche quando l’ho intravisto: “Ma scusi, lei è in piazza, è il più alto in grado dal punto di vista della sicurezza, in piazza in quel momento vede che sta succedendo tutto quello che sta succedendo con questo evento e non chiama nessuno? Non ha visto il suo superiore?” “Ah, no, ma io mi sono limitato, io son stato”, mi sembra di aver detto, adesso dovrei andare a prendere le carte, “ah no, ero in cabina di regia per coordinare” va bene, un messaggio, una telefonata la puoi fare, non è che devi stare 50 ore; un messaggio, una telefonata per dire: “Guarda, qui sta succedendo qualcosa” non devo aspettare che qualcuno lontano mi chiami: “Ma cosa sta succedendo?” Perché non è detto che sappia quello che sta succedendo. C’è il Comandante in piazza, vede quello che sta succedendo e non dice: “Ma, forse un messaggio, una telefonata è opportuno farla”? In Commissione ha detto: “No, mi sono occupato di coordinare”; questo è testuale. Cioè, scusate, io non trovo corretto... la verità a volte sta nel mezzo, non bisogna accusare una parte perché: “No, perché non c’ero, perché non...”. Non è propriamente corretto. Arriviamo poi alle presunte conclusioni., Difficile trarre delle conclusioni, concordo. Non si può trarre conclusioni quando più della metà dei documenti non è a disposizione, quando chi ha organizzato, che ha la responsabilità di organizzare la Piazza, non è stato possibile audirlo, quando non è stato possibile audire e sentire il progettista della sicurezza della Piazza; quando non abbiamo potuto vedere tutti i documenti progettuali. Noi non sappiamo niente di come è stata progettata la sicurezza in quella Piazza, sappiamo solo, abbiamo solo una planimetria. Tra i documenti della Commissione c’è solo una planimetria della Piazza, non c’è altro, noi non sappiamo altro di come è stata organizzata la sicurezza in Piazza. Ed io, sulla base di questo, decido che la problematica è stata amministrativa, con una competenza sulla sicurezza che però è della Commissione Vigilanza Provinciale? Lascio ad ogni lettore le sue conclusioni, lasciamo stare. Allora, dal mio punto di vista, non è solo del mio, dal nostro punto di vista, questa relazione è parziale e di parte; parziale per tutti gli elementi che dicevo, mancano tutta una serie di elementi oggettivi per poterla scrivere una relazione; di parte perché, ovviamente, è un attacco diretto. Oltretutto, in alcuni momenti, io mi ricordo un’audizione in particolare, la seconda dove era presente la Sindaca Appendino, ma non è stata l’unica, in cui più che assistere ad una Commissione di Indagine, a me sembrava di essere durante il periodo dell’inquisizione, “Ma è vero che lei Sindaca doveva garantire la sicurezza, lei ha detto che era tutto in sicurezza”, come se fosse esperta di sicurezza in pubblica piazza. Come è stato detto durante l’audizione, il Sindaco si affida ai Tecnici che avvisano: “Guarda dal nostro punto di vista sta andando avanti”, la Commissione Vigilanza Provinciale la mattina del 3 giugno ha rilasciato l’autorizzazione a procedere con l’evento. Cosa deve fare un Sindaco? “Ah non, non mi piacciano queste prescrizioni, non ve bene, devo andare a vedere, ditemi tutti i punti uno per uno, cosa…”. Cioè, blocchiamo la Città per ogni cosa. “Ci saremmo presi un po’ più di tempo, ma è stata tradita questa disponibilità”, è stato detto poco fa. Allora, il 7 luglio la Commissione ha finito i suoi lavori d’audizione, noi come Maggioranza, concordi con la Minoranza, cioè la Minoranza e a noi ci ha trovato favorevoli, sono state date due settimane per la scrittura della relazione, e noi abbiamo detto sin da subito “per garantire l’imparzialità, non scriviamo noi la relazione perché dal nostro punto di vista la Commissione d’Indagine è un elemento di garanzia, ed è anche per questo che il regolamento prevede che a presiederla sia un componente delle Minoranze, perché deve essere una garanzia, non deve essere una Commissione d’Indagine di parte, politica, favorevole a chi amministra la Città in quel momento”. Ci aspettavamo, due settimane dopo, di avere una relazione, che poteva anche essere tranquillamente questa, non dovevamo chiedere di avere mille pagine di relazione, siamo arrivati due settimane dopo che c’è stato detto, presentando solo un indice, quindi praticamente solo le prime pagine di indice, senza contenuti, è stato detto più volte, anche a verbale: “No, ma questa non è una relazione”, ed è stato anche detto “Non è stato possibile perché non ho avuto tutto il tempo”, poi successivamente ci sono state anche, sono comparse anche su organi di stampa alcune situazioni che hanno cambiato, quindi, anche a livello emotivo, comprendiamo, infatti lo abbiamo anche detto in Commissione che potevano esserci tutta l’oggettività o la serenità per scrivere una relazione, e quindi i lavori di Commissione, dal nostro punto di vista, non potevano dirsi conclusi con una relazione. Ed è lì che è partito il battibecco in cui qualcuno chiedeva addirittura di far diventare relazione un indice di relazione, senza contenuti. Ed è lì che è nata tutta la diatriba, perché ci si è resi conto che senza un documento, anche no votato, anche non votato a Maggioranza, non si potesse avere una relazione, e allora si è chiesto che un indice che fino a quel momento andava bene a non esser considerato relazione, divenisse la relazione della Commissione, quindi oggi ci saremmo, oggi o comunque nel Consiglio, ci saremmo dovuti trovare a discutere di un indice, a pagina 1, pagina 2, ma senza avere tutto il contenuto. Cerco un po’ di rispondere... La mozione, adesso vado sul documento della mozione, i vari punti. Come è emerso dalle diverse discussioni, dalle diverse audizioni, gli uffici ci hanno sempre riferito, hanno seguito, e si è sempre fatto così, prassi, consuetudini, è necessario intervenire, siamo disposti a parlarne, ma prima di parlare di organizzazione, e quindi teste e posti, cominciamo a parlare di procedure. Io vi ho fatto una domanda, visto che - perché in una azienda dove lavoravo in precedenza si utilizzava ed era molto utile - visto che non c’erano tanti giorni a disposizione, tipo in questo caso, esisteva un vademecum in cui l’organizzatore di un evento sa esattamente cosa deve fare, con chi lo deve fare, quando, entro quando lo deve fare? Che è un documento semplice da presentare. Fa: “No, non ci abbiamo mai pensato”, perché probabilmente in precedenza non era mai capitato, perché le cose si scoprono solo man mano. Non è mai captato di organizzare un evento in tempi così rapidi, no, mi chiamavano e mi dicevano e io gli dicevo cosa fare. E’ un qualcosa da correggere, certo, lavoriamoci su, non è un problema. Queste situazioni, che sono emerse, siamo favorevoli, ma prima di parlare di teste e posti, perché non mi sembra che negli anni precedenti i precedenti Capi di Gabinetto agissero in modo completamente ligio e in modo diverso da come è stato organizzato questo evento. A me risulta che abbiano agito tutti allo steso modo. Si parla della garanzia al punto 4, dell’assicurazione, scusate. Durante l’audizione del 27 giugno 2017, durante l’audizione degli uffici, io avevo posto una domanda molto semplice, si parlava un po’ come era stata organizzata la Piazza e via dicendo; la domanda che avevo chiesto, posto io: “Ma nel preventivo che Turismo Torino ha mandato alla Città, era compresa l’assicurazione?”, perché il tema grosso che è nato subito dopo l’evento è legato all’assicurazione, che Turismo Torino avrebbe dovuto stilare per l’evento in Piazza. La risposta che ho ricevuto è: “Sì, mi pare di ricordare che ci fosse una voce ‘assicurazione’”. Anche qui, avessimo avuto a disposizione tutti i documenti, noi avremmo potuto vedere preventivo – consuntivo, perché richiedendo il consuntivo, non avevano a disposizione il consuntivo perché è stato poi successivamente, è stato bloccato dalla Procura. Quindi, sul tema assicurazione io aspetterei di capire quali erano le reali situazioni, io non lo so, perché non ho avuto a disposizione la documentazione e, sinceramente, io mi trovo in difficoltà a votare un documento in assenza di informazioni. Poi, vogliamo discutere di come pubblicizzare meglio gli eventi? D’accordo, esiste un opuscolo che si chiama “What’s on”, probabilmente non è diffuso abbastanza, probabilmente dobbiamo pensare a modi che siano più incisivi, più diffusi, per la diffusione dell’informazione. “Definire il grado di rischio”. Definire il grado di rischio, lo si sta già facendo, è nata un’ulteriore circolare, “Gabrielli”; è stato detto poc’anzi, se trovo... è stato detto poc’anzi: “Siamo passati da un eccesso all’atro, da Piazza San Carlo a Piazza San Giovanni dove non c’era nessuno”, eh però ragazzi, scusate, Colleghi, no ragazzi - Sicari mi ha coinvolto - Colleghi, fra Piazza San Carlo e Piazza San Giovanni, probabilmente non lo sapete tutti, c’è stata un’ulteriore circolare “Gabrielli”, che ha ulteriormente cambiato le carte in tavola per organizzare gli eventi ed ha richiesto tutta una serie di pre-filtraggi, stewart, tutta una serie di situazioni che non erano previste fino ad allora, e che quindi è cambiata completamente l’organizzazione della Piazza. E, a valle di questa circolare “Gabrielli”, con tutti gli eventi che sono saltati perché gli organizzatori, ma non a Torino, in tutta Italia, perché gli organizzatori non riuscivano a stare dietro ai costi della sicurezza aumentati, costi che non possono essere tagliati, perché per legge i costi della sicurezza non possono essere ribassati, è nata la successiva circolare “Gabrielli” che ha suddiviso gli eventi a seconda della tipologia, della grandezza, del tipo e via dicendo. Quindi non possiamo dire, “Okay, siccome a San Carlo non ha funzionato niente a San Giovanni abbiamo ecceduto”, abbiamo in un caso, nell’altro rispettato i parametri di sicurezza che ci è stato detto. Poi, vogliamo lavorare insieme per capire come meglio gestire questa situazione? Ne parliamo, ma non si può votare una mozione del genere, che lascia, fa diventare documento ufficiale una relazione mancante di molti elementi oggettivi e scritta sulla base di documentazione mancante e persone che non è stato possibile audire. Torno a ripetere, questa Commissione era nata con tutti i nostri intenti per cercare di dare delle risposte, ci siamo trovati alla fine della Commissione che avevamo un pugno di mosche, perché per chi legge questa relazione senza aver visto tutta la documentazione allegata, quindi tutte le trascrizioni, le 600 pagine di trascrizione, sembra tutto chiaro; nel momento in cui si vanno a verificare tutte le documentazioni disponibili, tutto cambia. Noi aspettiamo la Procura, per un semplice motivo, la Procura è l’unica che ha tutte le informazioni ed è l’unica che ha la competenza per decidere. Il fatto che ad oggi, da giugno, io concordo questo col Consigliere Napoli, il fatto che al momento sia un po’ ferma non è perché si sta aspettando un evento particolare, è perché l’indagine è talmente complessa, con tutta una serie di situazioni che stanno, prima di uscire con qualcosa che potrebbe essere facilmente attaccato o non veritiero, stanno cercando di fare tutti gli accertamenti del caso. Ed è per questo che dal nostro punto di vista non voteremo a favore di questa mozione. |