Interventi |
SGANGA Valentina Sì, grazie, Presidente. Questa mozione ci costringe inevitabilmente ad affrontare una discussione sui fatti, appunto, sui tragici fatti del 3 giugno. Credo che proprio per questo aspetto sia necessaria una doverosa premessa, desidero dire, a nome sicuramente della Maggioranza ma credo di tutti i presenti, che pesa sulle spalle di questo Consiglio Comunale un sentimento di... incancellabile di tristezza e di sconforto per qualcosa che mai e poi mai avremmo voluto vedere nella nostra Città. Sono passati più di tre mesi da quella sera e tante ipotesi sono state vagliate per cercare di capire chi o che cosa ha scatenato quelle ondate di panico, eppure ad oggi ancora una risposta a questa domanda non c’è e probabilmente questo nodo specifico, io mi auguro di sì, però probabilmente non verrà mai chiarito fino in fondo. I molti aspetti, innegabilmente distruttivi, di quanto accaduto il 3 giugno, mi riferisco in particolar modo alla circostanza che ha visto la presenza di venditori abusivi sulla piazza e al transennamento della stessa, che ha impedito il corretto deflusso della folla, hanno portato il 12 giugno scorso alla costituzione di una Commissione, appunto, di una Commissione Comunale di indagine a cui io, insieme ad altri 8 colleghi di Maggioranza e Minoranza, ho preso parte. E per questa ragione credo di poter intervenire con ragionevolezza in questo dibattito. L’obiettivo che ci si era posto era quello appunto di costruire, come già detto appunto dagli interventi precedenti, l’iter organizzativo che ha portato all’allestimento di un maxi schermo in piazza San Carlo per la proiezione della finale di Champions League. L’esigenza era quella di cercare di capire se qualcosa in quell’iter amministrativo ed organizzativo non avesse funzionato, e se quel qualcosa potesse, da un lato, essere migliorato e dell’altro costituire un’eventuale responsabilità di ordine politico e amministrativo in capo a chi governa quest’Ente. Era un compito non facile e dico subito che, per rispetto ad una Città ferita abbiamo, tutti, in quella sede, cercato di dare il meglio di noi, sfortunatamente per lo scopo che quella Commissione si era data, ma giustamente e legittimamente, parallelamente ai nostri lavori si è aperta una ben più cospicua indagine della Procura della Repubblica di Torino con vari filoni di inchiesta. La Procura ha acquisito e secretato documenti del Comune, della Questura, della Polizia Municipale, della Prefettura, oltre che del servizio del 118 e del Consorzio Turismo Torino, ovvero l’Ente strumentale, l’Ente terzo che, come abbiamo avuto modo di ricostruire nei lavori della Commissione, si è occupato dell’organizzazione dell’evento. E, al vaglio degli inquirenti, c’è anche l’operato di un altro organo molto importante ai fini di quella che doveva essere la nostra indagine, ovvero la Commissione Provinciale di Vigilanza, cioè l’organo interforze istituito presso la Prefettura a cui partecipano rappresentanti di Prefetto, Questore, Sindaca, ASL, Vigili del Fuoco e Genio Civile e che ha competenze su tutte quelle manifestazioni che prevedono un’affluenza di pubblico superiore alle 5.000 persone. Quella sera in Piazza San Carlo c’erano 30.000 persone, ed è proprio la Commissione di Vigilanza che aveva fissato, tra le varie prescrizioni che son state già richiamate, appunto per garantire delle condizioni di solidità, di sicurezza e igiene in piazza, la capienza massima a 40.000 spettatori, quindi circa 10.000 in più di quelli che poi effettivamente quella sera erano presenti in piazza. Ed ora arrivo al punto. Io ho avuto modo di leggere con attenzione questa mozione che ha in “impegna” tutta una serie di richieste che sono basate su delle deduzioni personali e politiche contenute in u altro documento che è, appunto, allegato e questa mozione e che è, appunto, la relazione conclusiva sui lavori della Commissione di indagine, relazione conclusiva sottoscritta da 4 Consiglieri di Minoranza, appunto il Consigliere Lo Russo, il Consigliere Rosso, Magliano e Lavolta. Ho avuto modo di leggere con attenzione e ora di riascoltarla, dato che ci è stata gentilmente letta in Aula, e sono rimasta basita e stupita dalla sicumera con cui senza mezzi termini si afferma che gli eventi di piazza San Carlo si classificano, rileggo una delle frasi più salienti, come “una delle più stupefacenti ed emblematiche storie italiane di sciatteria e approssimazione politica e amministrativa”. È un giudizio forte, e io non entro nel merito della capacità di valutazione anche fortemente critica dei Consiglieri di Minoranza che hanno sottoscritto questo documento, però mi porgo delle questioni, e mi chiedo sulla base di quali elementi, sulla base di quali elementi di comprovata oggettività è basato questo giudizio? Perché fino a prova contraria in quella Commissione c’ero anche io e se mi dovessero chiedere “quali sono i profili omissivi, quali sono le carenze nella catena organizzativa e nella gestione della sicurezza che hanno portato all’epilogo di quella sera?” io risponderei “non lo so”. Non lo so non perché non si è in grado di formulare un giudizio critico, ma perché mi mancano gli elementi per poterlo formulare. Abbiamo ricostruito in quella sede, in quella Commissione dei pezzi, ne mancano tanti altri, lo sappiamo, vi sono tante caselline con un punto interrogativo sopra. L’indagine della Commissione Comunale si è sovrapposta a quella della Procura e questo ha vanificato i nostri sforzi e magari anche le nostre buone intenzioni, per cui vi chiedo e continuo a chiedervi: sulla base di quali elementi di comprovata oggettività è basato questo giudizio? Noi in Commissione non abbiamo potuto neanche potuto ascoltare la testimonianza dei soggetti che più di ogni altro hanno concorso alla definizione delle scelte dal punto di vista organizzativo, e mi riferisco al fatto che per via dell’iscrizione nel registro degli indagati sono saltati gli incontri, che avevamo fissato a calendario, del Dottor Montagnese e Dottor Bessone, ovvero dei Dirigenti di Turismo Torino, mi riferisco altresì al fatto che in molti casi, a fronte di puntuali domande poste in Commissione da noi commissari ai nostri ospiti, c’è stato da questi riferito che erano impossibilitati a rispondere perché vincolati all’indagine della Procura della Repubblica. Mi riferisco al fatto che in questa relazione si parla di mancato coordinamento interforze tra il Comune e gli organi preposti alla sicurezza e al controllo del territorio, eppure noi non disponevamo, perché secretati, dei carteggi tra l’Amministrazione e la Prefettura, non disponevamo dell’impiego e della dislocazione delle forze della Polizia Municipale, né dei verbali redatti quella sera dalla Municipale stessa; non disponevamo del piano di sicurezza predisposto dall’Ente organizzatore Turismo Torino, non sappiamo sulla base di cosa la Prefettura abbia dato via libera con le prescrizioni della Commissione di Vigilanza, non disponevamo dell’organizzazione della Questura, dell’autorizzazione con cui la Questura, non disponevamo dell’ordinanza della Questura con cui si chiariva l’attuazione di queste misure. Non abbiamo potuto confrontarci con il Prefetto e con il Questore, e non abbiamo idea, non abbiamo idea delle comunicazioni intercorse tra questi e gli Uffici Comunali e la Sindaca e via dicendo. Eppure siamo di fronte ad una relazione in cui i giudizi si sprecano, in cui le congetture personali si vendono ai torinesi per dati oggettivi. Io non ho ragioni per non supporre che questa vicenda sia caratterizzata da approssimazione ed errori, anzi, credo personalmente che lo sia, ci sono stati errori e ci sono state omissioni, ma nella ricostruzione dell’iter organizzativo, a noi, mancano troppi pezzi per poter attribuire responsabilità. Sarebbe stato più giusto dirlo, sarebbe stato un esercizio di correttezza verso la Città dirlo, eppure invece c’è chi se l’è sentita di mettere nero su bianco un giudizio in cui si attribuisce una responsabilità specifica in capo alla Sindaca e qualcuno si è sentito di fare questo, pur non avendo gli elementi sufficienti per poterlo fare. Ci tengo a dirlo, Io credo fortemente che chi si trova al vertice di un’organizzazione complessa non possa mai, a fronte di un evento tragico, relegare le colpe a chi doveva eseguire le sue scelte e non l’ha fatto. Credo debba assumersi sempre la responsabilità morale e formale di quanto accaduto, cosa che per altro è stata fatta dalla Sindaca, è stata fatta con una lettera aperta di scuse alla cittadinanza. Credo invece che lo scopo della Commissione fosse di ricostruire le responsabilità materiali, perché attribuire le responsabilità formali non c’era bisogno, non c’era bisogno di una Commissione di indagine per poterlo fare, avremmo potuto farlo benissimo anche senza, bastava una chiacchierata al bar in cui ognuno si lanciava nelle proprie ipotetiche ricostruzioni e in cui tutti si attendeva, con fiducia, l’esito delle indagini della Magistratura, ovvero l’unico organo che al momento non solo è in grado di attribuire delle responsabilità di carattere civile e penale, ma che ha tutti gli elementi e tutta la documentazione per poter formulare un giudizio oggettivo sulle eventuali mancanze istituzionali. E altresì credo, anzi, altresì non credo che il Consiglio Comunale di questa Città possa permettersi di vendere ai torinesi delle verità parziali, delle verità squisitamente politiche e soggettive, espressione della volontà di avere uno scalpo politico tra le mani. Sono certa che tutto ciò non rende nessun vantaggio alla cittadinanza, e sono altrettanto convinta che tutto ciò che questa relazione corrisponde ad un’unica esigenza, ad un vostro interesse stringente minimo che è quello di scaricare sulla Sindaca la frustrazione repressa che ha connotato il vostro primo anno di opposizione. Grazie. |