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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 18 Settembre 2017 ore 14,00
Paragrafo n. 23
MOZIONE 2017-03157
"INDIRIZZI PER LA GESTIONE DEI GRANDI EVENTI NELLA CITT? DI TORINO IN SEGUITO A QUANTO EMERSO DURANTE I LAVORI DELLA COMMISSIONE D'INDAGINE SUGLI INCIDENTI DI PIAZZA SAN CARLO DEL 3 GIUGNO 2017" PRESENTATA IN DATA 31 LUGLIO 2017 - PRIMO FIRMATARIO LO RUSSO.
Interventi
VERSACI Fabio (Presidente)
Il primo punto come deciso dalla Conferenza dei Capigruppo è:

“Indirizzi per la gestione dei grandi eventi nella città di Torino in seguito a quanto è
emerso durante i lavori della Commissione di Indagine sugli incidenti di
piazza San Carlo del 3 giugno”

VERSACI Fabio (Presidente)
Do anche un’altra informazione al Consiglio, come deciso dalla Conferenza dei
Capigruppo, i tempi per questa discussione sono suddivisi come per una delibera e i
Gruppi Consiliari potranno anche utilizzare il loro tempo come meglio credono, quindi
sono 10 minuti uno per gruppo e 5 per ogni Consigliere che possono essere anche
cumulabili, qualora qualcuno ne sentisse la necessità. Quindi chiedo cortesemente ai
Consiglieri che la Presidenza è in grado di contare e guardare il tempo quando passa, di
non alzare la mano e chiedere di interrompere i Consiglieri, che qui c’è un supporto
abbastanza importante per guardare il tempo. Quindi, per iniziare, lascio la parola al
Capogruppo Lo Russo in quanto primo firmatario. Prego, Ricca.

RICCA Fabrizio
Prima di iniziare la discussione, Presidente, vorrei chiedere che poi la relazione e la
mozione vengano votati con due votazioni differenti, diciamo chiedere per la votazione
per parti separate tra l’impegnativa della mozione e appunto la relazione, quindi se è
possibile disporre poi questa...

VERSACI Fabio (Presidente)
Bisogna scrivere una mozione e due righe e poi la mettiamo in votazione prima della
votazione stessa, quindi prima si fa la discussione e poi in tal caso..., se Lei presenta la
mozione scritta verrà votata dal Consiglio e il Consiglio deciderà. Intanto possiamo
procedere con la discussione, prego, Capogruppo Lo Russo, il Partito Democratico ha a
disposizione 50 minuti, prego.

LO RUSSO Stefano
La tragedia di Piazza San Carlo si poteva evitare? Parto da questa domanda a fronte di
una vittima e di oltre 1.500 feriti, le nostre considerazioni conclusive dell’indagine
condotta dalla Commissione Consiliare. Un’interminabile sequenza di approssimazioni,
omissioni, deresponsabilizzazioni, scarica barile che ha caratterizzato l’intera vicenda a
partire dalla sua preparazione passando per la sua gestione fino anche al dopo evento.
Una modalità preparatoria e gestionale della serata del 3 giugno, quella emersa nel
lavoro della Commissione, ancora più grave se si considera lo scenario internazionale in
cui si sviluppano i fatti, in relazione alla costante minaccia terroristica che colpisce con
sempre maggior ferocia e determinazione in diverse aree del mondo. I protagonisti che a
vario titolo non hanno esercitato il loro ruolo, quelli che lo hanno fatto male, quelli che
banalmente si sono disinteressati delle cose di cui avrebbero dovuto occuparsi
classificano gli eventi di Piazza San Carlo del 3 giugno come una delle più stupefacenti
ed emblematiche storie italiane di sciatteria ed approssimazione politica ed
amministrativa. Di organizzare qualcosa in occasione della finale della Uefa Champions
League la Città parla con Juventus già prima in occasione della mancata e poi rimandata
festa dello scudetto del 21 maggio. La Società si dichiara disponibile a sostenere i costi
in forma di sponsorizzazione, non risulta che nessuno della Città abbia mai proposto
alla Juventus l’utilizzo dello stadio per la visione della partita. Una decisione quella di
organizzare la visione della finale della Uefa Champions League in Piazza San Carlo il
3 giugno che viene presa in una riunione convocata solo 7 giorni prima, il 26 maggio
2017, una riunione convocata dal Capo di Gabinetto dottor Paolo Giordana su mandato
della Sindaca e da lui presieduta e governata. La riunione si svolge nei suoi uffici a
Palazzo Civico, Giordana è un funzionario in staff, è privo delle funzioni dirigenziali
senza alcun potere di firma su nessun atto. Durante la riunione Giordana convoca
telefonicamente il Presidente di un Ente partecipato come Turismo Torino, il Dottor
Maurizio Montagnese, per puro caso Montagnese si trova nei pressi di Palazzo Civico e
con l’Assessore al Turismo e Commercio Alberto Sacco, suo Assessore di riferimento
politico nell’Amministrazione. Paolo Giordana una volta giunto Montagnose, presso la
riunione che è già iniziata, gli comunica verbalmente che la Città ha deciso che deve
essere Turismo Torino ad occuparsi della gestione operativa dell’allestimento della
piazza San Carlo per la finale di Uefa Champions League. L’incarico, l’affidamento
potremmo chiamarlo così, avviene quindi così verbalmente, si dice che si era fatto così
già nel 2015 per l’altra finale Uefa di Champions League, ma in realtà non è così.
Secondo l’Assessore Alberto Sacco presente per caso, anche lui per caso alla riunione
del 26 maggio 2017 negli uffici del Giordana, l’accettazione verbale in quella sede da
parte di Montagnese equivale a tutti gli effetti, a suo modo di vedere, ad un incarico
formale della Città, i giorni per mettere in piedi la macchina organizzativa sono ormai
solo 6, così proprio così. Un evento che coinvolge decine di migliaia di persone in una
delle piazze auliche più importanti della Città che avrebbe richiamato centinaia di
giornalisti e avrebbe proiettato Torino su un palcoscenico internazionale viene deciso
proprio con questa modalità 6 giorni prima. Nessun Dirigente comunale con potere di
firma partecipa alla riunione in cui si assume la decisione, l’Assessore Sacco, che ha la
delega ai rapporti con Turismo Torino, passa di lì per caso, la cosa, a suo parere, non lo
riguardava per niente, né era compito suo valutare, ma riguardava invece la Sindaca in
quanto Assessore con delega ai grandi eventi. Fine della trasmissione. Non viene istruita
una deliberazione della Giunta Comunale o anche solo un qualunque altro atto formale
scritto di incarico a Turismo Torino come, invece, avvenne nel 2015, così in questo
modo parte una macchina organizzativa per un evento di quella portata. Nei giorni
immediatamente successivi gli uffici comunali si mettono a lavoro, operano a stretto
contatto tecnico e organizzativo con Turismo Torino e i professionisti incaricati affinché
l’allestimento della manifestazione si svolga al meglio condividendo alcune decisioni
operative ed organizzative dell’allestimento della piazza. La Juventus e Jeep vengono
coinvolte dagli uffici della Città e da Turismo Torino per la copertura delle spese
sostenute da quest’ultimo Ente che, a sua volta, incarica un professionista, l’architetto
Bertoletti per la predisposizione del progetto necessario alla realizzazione dell’evento.
Turismo Torino presenta in data 29 maggio la richiesta del patrocinio della Città, il
giorno dopo 30 maggio la Giunta Comunale su proposta di Appendino delibera che “per
seguire insieme in diretta la partita Turismo Torino di concerto con la Città e con gli
organi preposti alla sicurezza posizionerà in piazza San Carlo un maxi schermo ed
eventuali strutture finalizzate alla gestione del pubblico presente”, concedendo il
patrocinio ed inoltre sempre la Giunta su proposta di Appendino approva gli
allestimenti atti a permettere la visione condivisa in diretta della finale di Champions
League Juventus-Real Madrid sabato 3 giugno 2017 in piazza San Carlo, in deroga
espressa le limitazioni previste dall’art. 23, comma 7 del Regolamento Comunale Cosap
n. 257 vigente. Il 31 maggio, solo 3 giorni prima, si tiene il tavolo tecnico presso la
Città, si analizzano i diversi aspetti autorizzativi, ma non si affronta nello specifico il
tema della sicurezza della piazza. I rappresentanti della Questura, in quella sede,
comunicano, tuttavia, che è necessario chiudere la piazza ed installare presidi fissi per il
controllo dell’accesso, il tutto viene relazionato subito dopo al dottor Paolo Giordana
che afferma di assicurare il raccordo politico degli uffici con la Sindaca. Per la serata
del 3 giugno non risulta sia mai stato riunito il tavolo Provinciale per la sicurezza e
l’ordine pubblico in Prefettura, mai. Non ci sono riunioni operative interforze tra i
diversi corpi di Polizia per verificare il tema della sicurezza dei cittadini che
parteciperanno all’evento. Semmai sono state fatte, la nostra Polizia Municipale non vi
ha mai partecipato. Non vi sono indicazioni politiche di alcun tipo da parte
dell’Assessore con delega alla sicurezza, che all’epoca dei fatti è la stessa Chiara
Appendino che lascerà la delega pochi giorni dopo. Non ci sono indicazioni politiche
sull’esigenza di emettere una qualche forma di ordinanza antivetro o specifiche forme di
contrasto all’abusivismo commerciale né da parte della Sindaca, né dall’Assessore con
la delega al commercio Alberto Sacco, né da altri componenti della Giunta. Non
vengono emesse specifiche ordinanze sul punto. Tuttavia la Sindaca Chiara Appendino
sul suo profilo Facebook alle 20.21 del 3 giugno, pochi minuti prima dell’inizio della
partita, ricorda ai torinesi e ai tifosi venuti da fuori “sarà possibile vedere la partita sul
maxi schermo di piazza San Carlo”, dichiarando che “vi assicuro che tanti cittadini sono
a lavoro da settimane per garantire sicurezza e ordine per quella che deve essere,
comunque vada, una serata di festa”, molti cittadini da settimane, Sindaca. Il
comandante della Polizia Municipale risulta non aver mai interloquito
sull’organizzazione e la sicurezza della finale della Uefa Champions League del 3
giugno con il suo Assessore di riferimento Appendino appunto, mai in nessun modo.
Non ha mai interloquito, mai parlato, neanche telefonicamente, non prima durante le
fasi organizzative, neanche durante i fatti di quella notte mentre la Sindaca è a Cardiff e
neanche dopo, i due infatti si rivedono direttamente in Prefettura il mattino dopo, il 4
giugno. Al comandante non verrà neanche chiesta una relazione sui fatti, da nessuno, lui
la predispone motu proprio perché apprende, come dichiara lui, dai giornali che la si
attenderebbe, viene invece convocato telefonicamente, sempre da Paolo Giordana, in
Prefettura la mattina stessa del 4 giugno, 25 minuti prima dell’inizio della riunione. Non
si ha accesso agli ordini di servizio della Polizia Municipale relativi alla numerosità e
alla localizzazione dell’organico di Polizia Municipale disponibile nelle giornate del 3 e
del 4, sono informazioni queste secretate dall’indagine della Procura della Repubblica di
Torino. Si tratta, peraltro, di un weekend e quindi gli organici disponibili sono già
strutturalmente ridotti, il 3 giugno c’è la finale di Eufa Champions League, ma il giorno
dopo il 4 è infatti già previsto il blocco del traffico e pertanto parte del personale
disponibile è certamente assegnato a quel servizio. Il 3 giugno la Sindaca è a Cardiff a
vedere la partita, il suo vice Guido Montanari posta sul suo profilo Facebook la foto
sfuocata della sua bicicletta da corsa in una delle pausa della sua pedalate tra Torino e
Pietra Ligure. Nella linea di comando seguono l’Assessore Marco Giusta e poi Sonia
Schellino. Chiara Appendino non ha dato disposizioni particolari a nessuno per coprire
la sua assenza, non è dato sapere dove si trovassero gli Assessori quella sera, nessuno,
salvo Alberto Sacco che sappiamo essere a Cardiff a vedersi la partita. Il mattino del 3
giugno la Commissione Provinciale di Vigilanza, organo deputato al formale via libera
dell’allestimento, effettuata il sopralluogo di rito, emette 19 articolate prescrizioni, tra le
altre cose secondo la CPV occorre che eventuali servizi di somministrazione di alimenti
e bevande debbano essere regolarmente autorizzati e che gli accessi al parcheggio
sotterraneo debbano essere presidiati al fine di garantire l’utilizzo in caso di necessità.
Secondo la Polizia Municipale questa funzione di presidio non rientra tra i compiti di
controllo della viabilità ad essa assegnati. Queste 19 prescrizioni vengono dattiloscritte
a valle del sopralluogo presso la Prefettura e sottoscritte dal Dottor Dosio delegato del
Prefetto. Sono indirizzate a tre Enti, Città, Questura e Comando Provinciale dei Vigili
del Fuoco. Secondo gli uffici comunali del suolo pubblico la verifica del rispetto delle
prescrizioni della CPV a cui è subordinata la validità dell’autorizzazione al suolo
pubblico medesimo ed è mandata alla Polizia Municipale. I tifosi iniziano ad arrivare e
a posizionarsi sotto il maxi schermo, arrivano da tutta Italia, arrivano già alle otto del
mattino come era capitato nel 2015 e come peraltro era prevedibile secondo i nostri
uffici, hanno frigo e bevande con sé. Alle 14.30 circa, ora di inizio dei filtraggi della
Polizia ai varchi della piazza, sono già molti in migliaia all’interno della piazza stessa, i
rappresentanti della Questura che nel corso della mattina comunicano telefonicamente
agli uffici della Città che sarebbero arrivati nel primo pomeriggio, quando giungono sul
posto valutano di farli uscire per controllarli e farli rientrare. Nell’attesa dell’evento
mano mano che passano le ore si posizionano i volontari delle associazioni della
Protezione Civile a presidio dei serbatoi SMAT e in altri punti predefiniti. Chi coordina
queste operazioni delle associazioni di Protezione Civile è l’ufficio preposto della Città.
L’associazione Ex Carabinieri è una delle quattro associazioni presenti quella sera
coadiuva la Polizia Municipale nella gestione del traffico anche se non se ne
ravviserebbe il bisogno, il traffico intorno alla piazza è blando e i tifosi arrivano a piedi.
Nel pomeriggio all’interno della piazza si assiste ad una situazione surreale, numerosi
venditori abusivi con carrelli pieni di bottiglie di vetro sono nella piazza all’interno
dell’area a cui si dovrebbe accedere solo attraverso i varchi pedonali che sono presidiati
dalle Forze dell’Ordine sul perimetro. Ai varchi si effettuano le perquisizioni, si tolgono
i tappi dalle bottiglie di plastica, si usano i metaldetector, dentro la piazza invece per ore
e ore carrelli pieni di bottiglie in vetro circolano tra la folla che, nel frattempo, cresce e
si surriscalda in vista del match. Gli abusivi vengono identificati, alcuni anche più volte,
non si opera però nessun sequestro, gli abusivi non vengono fatti allontanare, sono
invitati verbalmente a farlo. Nella piazza che è completamente presidiata e filtrata dalle
Forze dell’Ordine sul suo perimetro entrano, circolano tra la folla ed escono carrelli
pieni di bottiglie in vetro, i carrelli passano dal parcheggio interrato, i varchi del
parcheggio non sono presidiati adeguatamente e questo avviene per ore. Erano bottiglie
in vetro, avrebbe potuto essere altro molto più pericoloso. La Presidente dell’Ascom
Maria Luisa Coppa già nel primo pomeriggio alcune ore prima dell’inizio della finale
telefona, allarmata, per segnalare il problema all’Assessore Sacco che si trova a Cardiff
per vedere la partita. Gli segnala la questione degli abusivi in piazza, Sacco tranquillizza
la Coppa dicendole che ne avrebbe parlato con la Sindaca davanti ad un caffè, il
colloquio tra i due a Cardiff avviene, Sacco comunica alla Sindaca la segnalazione
dell’Ascom e Chiara Appendino gli conferma che ne è già al corrente e che se ne è già
occupata, dopodiché Sacco torna a vedersi la partita. All’inizio della partita la piazza è
stracolma di gente, piena di vetri rotti sul selciato, la raccolta del vetro avviene solo
all’esterno del perimetro, all’interno della piazza, saturata a tappo dai tifosi contro il
maxi scherma posizionato tra le due chiese di via Roma è impossibile qualunque
accesso veicolare. Verso la fine della partita tre ondate di panico scatenano un vero
inferno, i tifosi in preda al panico si accalcano, si calpestano, cadono e vengono
schiacciati, tre ondate a distanza di 3 minuti la seconda dalla prima e di circa 10, ben 10
minuti tra la seconda e la terza, le transenne vengono divelte dalla spinta dei tifosi e
diventano con i vetri in terra causa di ferite anche molto gravi, è il caos. La gente inizia
a scappare e a mano a mano che la piazza si svuota, appare evidente uno spettacolo
agghiacciante, centinaia di feriti in terra, bambini che si sono persi, persone in stato
confusionale, sangue, scarpe, zaini e feriti anche gravi da curare. Il bilancio finale sarà
di una vittima e di 1.526 feriti, ma questi sono quelli registrati presso gli ospedali
cittadini e dell’area metropolitana, in realtà è verosimile che siano molti di più, poteva
essere una strage. Chi è lì ed è in grado di farlo fornisce il suo aiuto, la Protezione
Civile, le Forze dell’Ordine, l’ex Comandante dei Vigili Alberto Gregnanini, che sta
guardando la partita alla tv a casa sua, apprende della cosa dalla tv e arriva in piazza, da
poco è andato in pensione ed è entrato a far parte dello staff della Sindaca per occuparsi
di sicurezza su alcuni progetti specifici, è lui che avvisa il suo collega in staff Paolo
Giordana, non parla mai con la Sindaca che nel frattempo è a Cardiff. Viene convocato
per la riunione l’indomani mattina in Prefettura dal Prefetto stesso nel frattempo accorso
sul luogo, non dalla Sindaca che non lo cerca così come la Sindaca non cercherà mai
neanche il comandante dei Vigili il dottor Berti. I soccorsi sono resi molto difficili dal
numero esorbitante di feriti, alcuni molto gravi. All’1.24 di notte del 4 giugno la
Sindaca Appendino da Cardiff annuncia, con un suo post sulla sua pagina Facebook,
che la domenica ecologica prevista per il giorno 4 è revocata, domenica ecologica
prevista da una delibera della Giunta Comunale e dai successivi atti dirigenziali
attuativi. Appendino non comunica nulla al Dirigente responsabile dell’ordinanza del
blocco Paolo Camera e al Comandante della Polizia Municipale Berti, non lo fa nessun
Assessore e non lo fa nessuno del suo staff, entrambi Camera e Berti lo apprendono dal
sito internet del Comune la mattina successiva. A quel punto gli agenti di Polizia
Municipale inizialmente previsti a (incomprensibile) del blocco del traffico in Città
vengono dirottati dai loro superiori sull’area di libera scambio in via Carcano. La
Sindaca Appendino rientra in Italia nella notte, si reca in Prefettura insieme alle altre
Autorità, al termine della riunione viene fatta una conferenza stampa. Difficile trarre
delle conclusioni a valle di quanto ricostruito anche perché quanto ricostruito è agli atti,
la mole di errori, omissioni, valutazioni sbagliate e approssimazioni è talmente grande
che sotto questo profilo diventano a nostro modo di vedere addirittura quasi
difficilmente ricostruibili nel loro complesso. Non competeva alla Commissione
d’indagine valutare i profili di responsabilità civile e penale in capo ai singoli soggetti,
pubblici ufficiali o incaricati di pubblici servizi che a vario titolo hanno contribuito con
i loro comportamenti, le loro azioni, le loro omissioni e i loro ritardi a determinare
quanto avvenuto, questo è un compito della Magistratura cui siamo convinti questa
ricostruzione potrà comunque essere utile in questo difficile lavoro, idem per quanto
concerne eventuali profili di responsabilità patrimoniale in capo ai singoli e relativi al
risarcimento dei danni alle vittime. La Commissione d’indagine avrebbe dovuto
valutare cosa non ha funzionato invece sotto il profilo politico e amministrativo; sul
primo punto, quello politico, alla luce del quadro che è emerso e che è stato ricostruito,
le considerazioni conclusive sull’adeguatezza ruolo dei diversi soggetti che hanno
contribuito alla tragedia del 3 giugno, diventa difficile addirittura esprimerle.
Preferiamo che a tirare queste conclusioni politiche sia ciascun lettore che ha ascoltato
questa relazione, lasciamo che il giudizio politico sul fatto che chi guida certi processi,
chi ha certi incarichi e ha certi ruoli sia davvero all’altezza di farlo lo lasciamo a chi ha
ascoltato e a chi ha letto la relazione, ognuno tirerà le sue conclusioni, con chiarezza
però pensiamo utile, urgente mettere mano e velocemente alla macchina organizzativa
comunale. Le recenti trasformazioni degli organigrammi, e dei processi infunzionali
interni alla Città di Torino della scorsa primavera formali e informali, hanno dimostrato
la loro totale e assoluta inadeguatezza al primo banco di prova minimamente
significativo. Lo scopo della nostra Commissione era ricostruire i fatti per mettere in
evidenza cosa non è funzionato nella macchina comunale e nelle filiere di comando
politiche e amministrative in modo da mettere in campo i correttivi necessari affinché
simili episodi non si verifichino più in futuro. I risultati del lavoro hanno scoperchiato
un tale livello di inadeguatezza che questo ripensamento non è solo indispensabile, ma
assume i caratteri di estrema urgenza. Per queste ragioni, Sindaca Appendino, abbiamo
voluto predisporre una mozione di indirizzo, come ho già avuto modo di dire non
competeva, né compete alla Commissione di indagine comunale che comunque ha fatto
un egregio lavoro analitico, preciso, attento e documentato perché tutto quello che è
stato riportato in questa relazione è scritto negli atti delle audizioni o scritto dentro gli
atti a disposizione dei Consiglieri Comunali e conseguentemente può essere
tranquillamente verificato, non competeva, né compete alla Commissione di indagine o
al Consiglio Comunale valutare i profili della responsabilità penale sulle eventuali
omissioni in atti di ufficio, su eventuali lacune comunicative che ci sono state da parte
dell’organo politico, da parte di Dirigenti di questo Comune e non solo da parte di
Dirigenti di questo Comune dall’organo politico, ma anche da tutti coloro che in
qualche modo sono stati coinvolti nell’ambito dell’organizzazione di questa vicenda e
della gestione operativa dell’ordine pubblico quella sera. Il livello di inadeguatezza è, a
nostro modo di vedere, stato palesemente evidenziato e conseguentemente siccome
questa questione ha avuto delle conseguenze gravissime, abbiamo avuto una vittima,
abbiamo avuto oltre 1.500 feriti, sarà... - e noi abbiamo la massima fiducia nell’operato
della Magistratura -, sarà la Magistratura a fare il suo corso. Tuttavia non può la politica
stare ferma in attesa che si compia l’accertamento delle responsabilità penali che non
sappiamo quando avverrà, in che termini avverrà, la politica e l’Amministrazione a valle
di quello che è emerso non può stare ferma, qui dal 3 giugno ad oggi non è cambiato
nulla, non è successo nulla, sono tutti lì al loro posto, tutti, indistintamente. Questo mi
dispiace non ha niente a che vedere con l’elemento penale, l’elemento civile, è un
elemento squisitamente politico e amministrativo, la macchina organizzativa dei grandi
eventi di questa Città ha, oggettivamente, evidenziato lacune non emendabili e
necessariamente deve essere adeguata ed è questo il senso del primo punto della
mozione che oggi sottoponiamo in Consiglio Comunale. Abbiamo anche qualche idea
su come farlo, abbiamo anche qualche idea di quali siano stati, come dire, i tasselli
mancanti, le ambiguità, i rapporti di forza sostanziali non formali, il fatto che certe
decisioni sono state assunte in un certo modo piuttosto che in un altro, ma ci riserviamo
di stare un passo indietro, se verremo chiamati a dare dei suggerimenti li daremo, a noi
basta che l’Amministrazione prenda coscienza del fatto che non è tollerabile che un
morto e 1.526 feriti non producano alcuna azione amministrativa nella macchina che ha
organizzato l’evento e nella macchina che avrebbe dovuto collaborare alla tutela
dell’incolumità dei cittadini quella sera. Il secondo punto della nostra mozione, Sindaca
e Maggioranza, riguarda il tema del risarcimento alle vittime, abbiamo appreso, in
settimana, che Turismo Torino ha impugnato di fronte al Tar Piemonte la delibera e
l’ordinanza con cui l’Amministrazione Comunale, peraltro Lei, ne do atto, un giorno
dopo ha detto che era colpa di Turismo Torino e conseguentemente, questo ha innescato
una serie di meccanismi, abbiamo preso atto che Turismo Torino ha impugnato al Tar
Piemonte la legittimità formale di quella delibera, ma al di là del tema formale della
legittimità o meno della delibera e dell’ordinanza il tema è politico. Un Sindaco si
assume le responsabilità e se ne fa carico, e se ne fa carico. Noi, Sindaca le chiedemmo,
a prescindere senza neanche aver svolto il livello di analisi che abbiamo portato avanti
in Commissione di indagine, banalmente due cose, di chiedere scusa perché qualcosa
non aveva funzionato e di dire che sarebbe Lei andata a fondo della verità, Lei doveva
farsi carico, non farselo chiedere o anzi provare, come dire, artatamente ad evitare che
questo lavoro venisse fatto e noi di questo ci dispiacciamo molto. Allora siccome non
abbiamo idea di quale sarà il principio di accertamento delle responsabilità crediamo
opportuno anche per dare un segnale alle migliaia di cittadini che hanno fatto richiesta
di risarcimento danni, che hanno presentato esposti alla Procura della Repubblica di
Torino e non solo di Torino di dare un segnale, che comunque noi ce ne occuperemo, di
risarcire questi nostri cittadini che sono state vittime di un’incapacità gestionale
operativa quella sera da parte del Comune di Torino. Il terzo punto riguarda la
pubblicizzazione di questi atti, la Commissione di indagine, secondo me, ha lavorato
molto bene e poi è finita male, ma ha prodotto un lavoro che credo sia doveroso rendere
pubblico, poi sarà il singolo cittadino ad utilizzare o non utilizzare quelle informazioni
per difendere i propri diritti, ma penso davvero che il rendere doverosamente all’onor
del mondo lei quando si insediò, Sindaca, parlò di casa di vetro, bene, lo faccia, lo
faccia. Rendiamo pubblici formalmente e non da indiscrezioni giornalistiche tutte le
carte dell’inchiesta, è nostro dovere, non è una nostra facoltà, è nostro dovere. Il quarto
punto riguarda il tema assicurativo, è emersa con grande chiarezza una strutturale
problematica di sottovalutazione, rispetto a questo tema, chiediamo davvero che
nell’ambito della riorganizzazione di questa valutazione che sta facendo la Città su se
stessa, sulle sue partecipate, sugli enti strumentali che questo punto venga esaminato. Il
quinto, guardi, è già un po’ datato e parla di un’annuale programmazione degli eventi, il
tema vero e a noi dispiace molto, è che purtroppo stiamo assistendo ad una cosa che
umanamente capiamo, ma politicamente non giustifichiamo che è quella che presi dal
terrore che possa ricapitare qualcosa noi banalmente gli eventi a Torino non li vogliamo
più, allora questo non è tollerabile. Siamo passati da un estremo, piazza San Carlo,
all’estremo opposto, i Fuochi in Piazza Vittorio del 24 di giugno in cui, forse, qualche
piccolo eccesso ci si consenta c’è stato. Capiamo il momento emotivo, capiamo anche la
difficoltà personale e infatti, Sindaca, non abbiamo minimamente speculato su questa
cosa, non abbiamo volutamente speculato, né lo facciamo oggi, ci limitiamo a rendere
noto ai torinesi che cosa è capitato, a lasciare ai torinesi, non solo ai torinesi, la
valutazione se Lei, non solo Lei, anche chi aveva compiti di tutela dell’ordine pubblico
è o non è all’altezza di guidare la poltrona su cui siede. Noi ovviamente abbiamo un
nostro giudizio, ce lo teniamo per noi, ciascuno si darà il suo, se Lei e la sua squadra
siete all’altezza del compito che vi siete assunti e chiediamo di fare cinque semplici
cose, tutte amministrative, tutte in capo all’Amministrazione Comunale di Torino. Con
questo spirito abbiamo affrontato i lavori della Commissione di indagine, con questa
serietà io credo davvero sarebbe doveroso che la Città di Torino a valle di quanto è
emerso e soprattutto a valle, come dire, di un percorso e anche un po’ di una
decantazione che c’è stata quindi fuori dal tema del patos emotivo io non ho mai
creduto a, come dire, azioni nell’imminenza di un fatto, succede qualcosa deve saltare
Tizio, no, perché non è l’emotività che deve regolare questo tipo di valutazione, ma non
può neanche passare il principio che succeda un fatto del genere e non succede niente
perché non sta succedendo niente, questo mi dispiace è sbagliato esattamente come il
metodo di agire nell’imminenza e sotto l’emotività, come dire, del patos di questa
questione, grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie a lei. E’ iscritto a parlare il Capogruppo Rosso, ne ha facoltà per 10 minuti.

ROSSO Roberto
1.526 feriti negli ospedali della Città e un morto, che credo gravi un po’ sulla coscienza
di chi ci sta ascoltando dai banchi dell’Amministrazione, 1.526 feriti e un morto non
perché uno potrebbe presumere sia stato un attentato dell’Isis, ma perché la Città di
Torino è in mano a Caifa come Amministrazione. La Città di Torino, la Prefettura di
Torino, la Questura di Torino. Il 26 maggio è la prima data in cui si trovano, lo
ricordava prima Lo Russo, si trovano alcune delle persone che avrebbero dovuto
organizzare l’evento. Di tutte l’unico che era a competenza non formale, perché non
aveva autorità formale di firma, ma che era una competenza funzionale era il Dottor
Giordana, che prende possesso della funzione e incarica al casualmente arrivato
Presidente di Torino Turismo, incarica Torino Turismo di svolgere i preparativi
dell’operazione, 7 giorni prima della vicenda. Ricevono il passaggio il 31 maggio, il
tavolo tecnico viene approntato al Comune di Torino, non c’è nessuno che affronta il
problema della sicurezza, poche baggianate in Comune e poi ci si ritira senza avere
affrontato minimamente il problema della sicurezza. Non è mai stato convocato dal
Prefetto di Torino, perché le colpe non sono soltanto della Sindaca che ci ascolta, ma
sono anche di coloro con cui Lei cerca di salvarsi il deretano che sono il Prefetto di
Torino e il Questore di Torino, ci sono responsabilità enormi da parte di questa prima
figura, il Procuratore di Torino, che mai convoca il tavolo Provinciale per l’ordine
pubblico della sicurezza. Si ritiene che convocare 30 – 40.000 persone in una piazza
aulica di Torino e transennarli, come pretende la Questura, non sia un problema su cui
convocare un tavolo congiunto. Non ci sarà nessuna riunione operativa interforce, e
nessuna ordinanza autorizzativa ordinativa, ordinanza autorizzativa, contro l’uso dei
vetri e bottigliette in piazza. Mai, lo ricordava prima Lo Russo, mai la Sindaca di Torino
né prima né durante né dopo persino dopo l’evento si mette in contatto col Comandante
dei Vigili, che francamente, io ho visto un bel film di Michael Moore sul modo in cui
Bush Junior prendeva atto del fatto dell’attentato delle due Torri in modo estremamente
stralunato, per mezz’ora senza dire parola, ebbene, io mi chiedo cosa abbia fatto in
quelle 24 ore il Sindaco di Torino oltre che vedersi la partita a Cardiff. Infine il 3
giugno, cioè la mattina in cui si svolgerà l’evento, la Commissione Provinciale di
Vigilanza dà alcune disposizioni di buon senso, le da l’ultimo giorno e l’ultima mattina,
e voglio ricordare due cose, primo: bisogna impedire in ogni modo l’accesso del vetro
alla piazza, secondo: bisogna presidiare i varchi d’accesso al parcheggio sotterraneo.
Ebbene, di entrambe queste cose non viene fatta nessuna, né la prima, né la seconda, è
proprio vero che l’Isis è un po’ strabica, per fortuna, nei confronti nostri, dell’Italia e di
Torino, perché quel giorno, sotto i varchi di accesso al parcheggio, anziché soltanto i
pulmini con le bibite che andavano a vendersi all’interno della piazza, poteva passare
qualsiasi tipo di esplosivo che né la Sindaca, né il Questore, né il Prefetto avrebbero
impedito arrivasse. Ecco, durante queste cose, che ho riassunto rispetto alla relazione
molto più lunga che Lo Russo ha tenuto, durante queste cose il comportamento normale
di una persona normale sarebbe quello primo di chiedere scusa, ufficialmente,
platealmente, il secondo di considerare se non sia il caso, e con Lei la sua Maggioranza,
di ritirarsi ad altro lavoro, forse meglio retribuito, ma sicuramente più in grado di essere
svolto dalle competenze della Sindaca, perché le sue competenze da Sindaca non sa
svolgere. Qui non è in ballo se la Sindaca di Torino verrà inquisita, rinviata a giudizio,
condannata per le sue responsabilità su piazza San Carlo, non è in ballo se il Prefetto o
il Questore verranno altrettanti inquisiti, rinviati a giudizio o condannati, è in ballo che,
perché questo è compito della Magistratura, non attiene a noi, ma la politica deve poter
dire “se uno sbaglia in modo così clamoroso come la Commissione di Indagine ha
dimostrato (inc.) sbagliato”. Questo è un compito non della Magistratura ma della
politica, ci mancherebbe ancora che la Magistratura dovrebbe, dovesse supplire il
compito della politica anche su questo campo, cioè, prendere atto di un lavoro
bestialmente svolto da parte della macchina organizzativa organizzata dalla Sindaca è
un fatto che presiede temporalmente e fattualmente a chi fa politica in questo nostro
Consiglio Comunale. Io mi chiedo che cosa ha indotto la Sindaca, ad esempio, a mai
imputare alcunché al Prefetto e al Questore, forse ha paura di essere con loro coinvolti
in questa vicenda, forse ha paura di dover rispondere con loro di responsabilità che
l’accomunano a loro, ma è evidente che il Questore e il Prefetto di Torino avrebbero
dovuto essere richiesti di essere mandati ad altre destinazioni, ad altro incarico rispetto a
quello di fare il Questore e il Prefetto di Torino dopo questa pessima condizione degli
avvenimenti. Io mi auguro che almeno le 5 osservazioni che la mozione presenta
vengano accolte, ma devo dire anche una cosa, la dico a Lo Russo che è stato
sicuramente un validissimo e valente membro di questa Commissione di indagine, io
sono arrivato dopo, almeno una cosa, come sia stato possibile, a fronte della relazione
che lui ha letto pedissequamente e intelligentemente, come sia stato possibile non
mettere, nella mozione, due righe in cui si chiedesse alla Maggioranza di sfiduciare la
Sindaca di Torino e al Consiglio Comunale di Torino di chiedere al Prefetto Minniti di
prendere provvedimento verso il Prefetto e verso il Questore. Io non so se ci sono una
buona intendenza di sentimenti tra il maggior partito di opposizione e l’unico partito di
Maggioranza, ma è evidente che da un po’ di tempo a questa parte si constata che da un
lato la Sindaca Appendino si mette sotto le gonne di Chiamparino per ottenere quello
che altrimenti non otterrebbe, in particolare sul Bilancio di Torino, è evidente che ci
sono uno straforo di miliardi di debiti che mai l’Appendino ha imputato al vero
responsabile che è Chiamparino, dall’altro lato un brodino somministrato dal PD a
questo Consiglio Comunale, sulla mozione, perché la relazione è molto forte e molto
dura. Davanti a quella relazione, l’unica cosa, si possono mettere tutte le cose che ha
messo Lo Russo evidentemente, però la prima principale cosa che si doveva mettere è
chiedere le dimissioni del Sindaco. Sono rimasto abbastanza sconcertato, ne ho parlato
anche con Lo Russo prima che venisse completata la relazione, del fatto che questa
domanda non c’era, eppure il Sindaco l’ho votato. Però credo che sarebbe estremamente
opportuno che qualcuno in quest’Aula, anche da parte della sua Maggioranza,
cominciasse a chiedere dei comportamenti coerenti da parte del Sindaco in carica. Fino
adesso non è venuto noto, spero che nel corso del dibattito questo possa emergere,
grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Prima di dare la parola alla Consigliera Sganga, comunico che il Movimento 5 Stelle ha
a disposizione 120 minuti. Prego, Consigliera Sganga.

SGANGA Valentina
Sì, grazie, Presidente. Questa mozione ci costringe inevitabilmente ad affrontare una
discussione sui fatti, appunto, sui tragici fatti del 3 giugno. Credo che proprio per questo
aspetto sia necessaria una doverosa premessa, desidero dire, a nome sicuramente della
Maggioranza ma credo di tutti i presenti, che pesa sulle spalle di questo Consiglio
Comunale un sentimento di... incancellabile di tristezza e di sconforto per qualcosa che
mai e poi mai avremmo voluto vedere nella nostra Città. Sono passati più di tre mesi da
quella sera e tante ipotesi sono state vagliate per cercare di capire chi o che cosa ha
scatenato quelle ondate di panico, eppure ad oggi ancora una risposta a questa domanda
non c’è e probabilmente questo nodo specifico, io mi auguro di sì, però probabilmente
non verrà mai chiarito fino in fondo. I molti aspetti, innegabilmente distruttivi, di
quanto accaduto il 3 giugno, mi riferisco in particolar modo alla circostanza che ha visto
la presenza di venditori abusivi sulla piazza e al transennamento della stessa, che ha
impedito il corretto deflusso della folla, hanno portato il 12 giugno scorso alla
costituzione di una Commissione, appunto, di una Commissione Comunale di indagine
a cui io, insieme ad altri 8 colleghi di Maggioranza e Minoranza, ho preso parte. E per
questa ragione credo di poter intervenire con ragionevolezza in questo dibattito.
L’obiettivo che ci si era posto era quello appunto di costruire, come già detto appunto
dagli interventi precedenti, l’iter organizzativo che ha portato all’allestimento di un
maxi schermo in piazza San Carlo per la proiezione della finale di Champions League.
L’esigenza era quella di cercare di capire se qualcosa in quell’iter amministrativo ed
organizzativo non avesse funzionato, e se quel qualcosa potesse, da un lato, essere
migliorato e dell’altro costituire un’eventuale responsabilità di ordine politico e
amministrativo in capo a chi governa quest’Ente. Era un compito non facile e dico
subito che, per rispetto ad una Città ferita abbiamo, tutti, in quella sede, cercato di dare
il meglio di noi, sfortunatamente per lo scopo che quella Commissione si era data, ma
giustamente e legittimamente, parallelamente ai nostri lavori si è aperta una ben più
cospicua indagine della Procura della Repubblica di Torino con vari filoni di inchiesta.
La Procura ha acquisito e secretato documenti del Comune, della Questura, della Polizia
Municipale, della Prefettura, oltre che del servizio del 118 e del Consorzio Turismo
Torino, ovvero l’Ente strumentale, l’Ente terzo che, come abbiamo avuto modo di
ricostruire nei lavori della Commissione, si è occupato dell’organizzazione dell’evento.
E, al vaglio degli inquirenti, c’è anche l’operato di un altro organo molto importante ai
fini di quella che doveva essere la nostra indagine, ovvero la Commissione Provinciale
di Vigilanza, cioè l’organo interforze istituito presso la Prefettura a cui partecipano
rappresentanti di Prefetto, Questore, Sindaca, ASL, Vigili del Fuoco e Genio Civile e
che ha competenze su tutte quelle manifestazioni che prevedono un’affluenza di
pubblico superiore alle 5.000 persone. Quella sera in Piazza San Carlo c’erano 30.000
persone, ed è proprio la Commissione di Vigilanza che aveva fissato, tra le varie
prescrizioni che son state già richiamate, appunto per garantire delle condizioni di
solidità, di sicurezza e igiene in piazza, la capienza massima a 40.000 spettatori, quindi
circa 10.000 in più di quelli che poi effettivamente quella sera erano presenti in piazza.
Ed ora arrivo al punto. Io ho avuto modo di leggere con attenzione questa mozione che
ha in “impegna” tutta una serie di richieste che sono basate su delle deduzioni personali
e politiche contenute in u altro documento che è, appunto, allegato e questa mozione e
che è, appunto, la relazione conclusiva sui lavori della Commissione di indagine,
relazione conclusiva sottoscritta da 4 Consiglieri di Minoranza, appunto il Consigliere
Lo Russo, il Consigliere Rosso, Magliano e Lavolta. Ho avuto modo di leggere con
attenzione e ora di riascoltarla, dato che ci è stata gentilmente letta in Aula, e sono
rimasta basita e stupita dalla sicumera con cui senza mezzi termini si afferma che gli
eventi di piazza San Carlo si classificano, rileggo una delle frasi più salienti, come “una
delle più stupefacenti ed emblematiche storie italiane di sciatteria e approssimazione
politica e amministrativa”. È un giudizio forte, e io non entro nel merito della capacità
di valutazione anche fortemente critica dei Consiglieri di Minoranza che hanno
sottoscritto questo documento, però mi porgo delle questioni, e mi chiedo sulla base di
quali elementi, sulla base di quali elementi di comprovata oggettività è basato questo
giudizio? Perché fino a prova contraria in quella Commissione c’ero anche io e se mi
dovessero chiedere “quali sono i profili omissivi, quali sono le carenze nella catena
organizzativa e nella gestione della sicurezza che hanno portato all’epilogo di quella
sera?” io risponderei “non lo so”. Non lo so non perché non si è in grado di formulare
un giudizio critico, ma perché mi mancano gli elementi per poterlo formulare. Abbiamo
ricostruito in quella sede, in quella Commissione dei pezzi, ne mancano tanti altri, lo
sappiamo, vi sono tante caselline con un punto interrogativo sopra. L’indagine della
Commissione Comunale si è sovrapposta a quella della Procura e questo ha vanificato i
nostri sforzi e magari anche le nostre buone intenzioni, per cui vi chiedo e continuo a
chiedervi: sulla base di quali elementi di comprovata oggettività è basato questo
giudizio? Noi in Commissione non abbiamo potuto neanche potuto ascoltare la
testimonianza dei soggetti che più di ogni altro hanno concorso alla definizione delle
scelte dal punto di vista organizzativo, e mi riferisco al fatto che per via dell’iscrizione
nel registro degli indagati sono saltati gli incontri, che avevamo fissato a calendario, del
Dottor Montagnese e Dottor Bessone, ovvero dei Dirigenti di Turismo Torino, mi
riferisco altresì al fatto che in molti casi, a fronte di puntuali domande poste in
Commissione da noi commissari ai nostri ospiti, c’è stato da questi riferito che erano
impossibilitati a rispondere perché vincolati all’indagine della Procura della Repubblica.
Mi riferisco al fatto che in questa relazione si parla di mancato coordinamento interforze
tra il Comune e gli organi preposti alla sicurezza e al controllo del territorio, eppure noi
non disponevamo, perché secretati, dei carteggi tra l’Amministrazione e la Prefettura,
non disponevamo dell’impiego e della dislocazione delle forze della Polizia Municipale,
né dei verbali redatti quella sera dalla Municipale stessa; non disponevamo del piano di
sicurezza predisposto dall’Ente organizzatore Turismo Torino, non sappiamo sulla base
di cosa la Prefettura abbia dato via libera con le prescrizioni della Commissione di
Vigilanza, non disponevamo dell’organizzazione della Questura, dell’autorizzazione
con cui la Questura, non disponevamo dell’ordinanza della Questura con cui si chiariva
l’attuazione di queste misure. Non abbiamo potuto confrontarci con il Prefetto e con il
Questore, e non abbiamo idea, non abbiamo idea delle comunicazioni intercorse tra
questi e gli Uffici Comunali e la Sindaca e via dicendo. Eppure siamo di fronte ad una
relazione in cui i giudizi si sprecano, in cui le congetture personali si vendono ai torinesi
per dati oggettivi. Io non ho ragioni per non supporre che questa vicenda sia
caratterizzata da approssimazione ed errori, anzi, credo personalmente che lo sia, ci
sono stati errori e ci sono state omissioni, ma nella ricostruzione dell’iter organizzativo,
a noi, mancano troppi pezzi per poter attribuire responsabilità. Sarebbe stato più giusto
dirlo, sarebbe stato un esercizio di correttezza verso la Città dirlo, eppure invece c’è chi
se l’è sentita di mettere nero su bianco un giudizio in cui si attribuisce una
responsabilità specifica in capo alla Sindaca e qualcuno si è sentito di fare questo, pur
non avendo gli elementi sufficienti per poterlo fare. Ci tengo a dirlo, Io credo
fortemente che chi si trova al vertice di un’organizzazione complessa non possa mai, a
fronte di un evento tragico, relegare le colpe a chi doveva eseguire le sue scelte e non
l’ha fatto. Credo debba assumersi sempre la responsabilità morale e formale di quanto
accaduto, cosa che per altro è stata fatta dalla Sindaca, è stata fatta con una lettera aperta
di scuse alla cittadinanza. Credo invece che lo scopo della Commissione fosse di
ricostruire le responsabilità materiali, perché attribuire le responsabilità formali non
c’era bisogno, non c’era bisogno di una Commissione di indagine per poterlo fare,
avremmo potuto farlo benissimo anche senza, bastava una chiacchierata al bar in cui
ognuno si lanciava nelle proprie ipotetiche ricostruzioni e in cui tutti si attendeva, con
fiducia, l’esito delle indagini della Magistratura, ovvero l’unico organo che al momento
non solo è in grado di attribuire delle responsabilità di carattere civile e penale, ma che
ha tutti gli elementi e tutta la documentazione per poter formulare un giudizio oggettivo
sulle eventuali mancanze istituzionali. E altresì credo, anzi, altresì non credo che il
Consiglio Comunale di questa Città possa permettersi di vendere ai torinesi delle verità
parziali, delle verità squisitamente politiche e soggettive, espressione della volontà di
avere uno scalpo politico tra le mani. Sono certa che tutto ciò non rende nessun
vantaggio alla cittadinanza, e sono altrettanto convinta che tutto ciò che questa relazione
corrisponde ad un’unica esigenza, ad un vostro interesse stringente minimo che è quello
di scaricare sulla Sindaca la frustrazione repressa che ha connotato il vostro primo anno
di opposizione. Grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
È iscritto a parlare il Capogruppo Napoli, ne ha facoltà per 10 minuti, prego.

NAPOLI Osvaldo
Grazie, Presidente. Inizio dal fondo. Ho ascoltato la relazione di Lorusso e mi pare che
Lorusso abbia al 95% parlato di quello che è scaturito dalla Commissione, l’altro 5% ha
parlato di altro. Allora, dico ai colleghi del Partito Democratico e a Lorusso che per
quanto mi riguarda su 4 punti che lui ha prospettato 5 punti, 4 mi trova perfettamente
d’accordo, il quinto credo che lui lo sappia, per quanto l’utilizzo dei dati, emersi in
questa pseudo Commissione, non sono d’accordo di poterli dare a chi eventualmente li
richiede. È un alinea che ho sempre tenuto dal primo minuto ed è una linea che continuo
a tenere. Aggiungo che quando sento un attacco durissimo nei confronti del Prefetto, del
Questore e del Sindaco, non mi riconosco. La mia storia istituzionale da Sindaco per 27
anni e la mia storia istituzionale in senso generale mi porta a fare completamente un
ragionamento diverso, le istituzioni si attaccano quando si hanno delle certezze e
quando altre istituzioni colpevolizzano quelle istituzioni. Non è una Commissioni di
inchiesta, né io dal lato personale che posso accusare Questori, lo stesso Sindaco e il
Prefetto, e quando qualcuno dice “ho votato il Sindaco”, pochi giorni fa leggevo anche
l’intervista in cui dice “se dovessi scegliere continuerei a votare l’Appendino”, io invece
sono diverso, non voterei nessuno dei due, è una battuta ma è una battuta estremamente
seria. E mi trovo quindi in condizioni istituzionali completamente diverso. Vedete, ho
sempre detto che il lavoro della Commissione di inchiesta su piazza San Carlo era
destinato ad alimentare la polemica politica senza cavare un ragno dal buco di
responsabilità. Non vi sono dubbi, quanto accaduto in piazza San Carlo è di una gravità
eccezionale perché sono episodi che alimentano la sfiducia nelle istituzioni, minano la
loro credibilità e costituiscono oggettivamente un intralcio al lavoro della Procura,
unico organo come ho sempre sostenuto, titolato ad indagare sulla notte del 3 giugno.
Bene, se le polemiche non hanno l’intento di colpire il Sindaco, allora chi fa questo, chi
fa questo calcolo, bene secondo me, prendo un abbaglio perché il Sindaco Appendino si
cala agevolmente nei panni della vittima di una macchinazione politica. Quando si dice
alla politica screditata sugli occhi dell’opinione pubblica o assediata dalla Magistratura,
si trascura un particolare rilevante, la politica è assediata da se stessa, dai suoi
protagonisti e la credibilità dei politici, io per primo, è minacciata dall’ uso strumentale
che noi per primi facciamo degli eventi che accadono. La pubblicazione dei lavori della
Commissione, senza alcun potere, io credo e l’ho detto anticipatamente, non è un
servizio reso alla democrazia e l’informazione, é invece l’ennesima conferma del livello
molto spesso di attacco duro toccato oggi dalla politica in Italia ed è un servizio reso al
qualunquismo e allo stesso grillismo che ringraziano gli autori. Vedete le Commissioni,
diceva Luigi Einaudi io l’ho ancora vissuto ma non in quel senso, si fanno più per
accattare i problemi e non per risolverli. Bene, la drammatica serata di piazza San Carlo
e sostanzioso, sostanziale, e chiedo scusa all’amico e collega Lavolta fallimento della
Commissione non certamente per colpa sua, né per i membri di inchiesta su quei fatti
stanno sprigionando, non vi sono dubbi, veleni politici, con il risultato da un lato di
allontanare l’accertamento della responsabilità, da parte della Magistratura, e dall’altro
lato di offrire ai torinesi l’ennesima rappresentazione di una politica inconcludente e
incapace di guardare la realtà senza il paraocchi dell’ideologia o degli interessi di parte.
I giustizialisti di ieri e quelli di oggi e non faccio cenni a nessun partito, credo che
rendono un pessimo servizio alla Città e ai torinesi. Ho detto e ripetuto che ogni attacco
al Sindaco Appendino, che non sia fondato sui dati di fatto, rischia di risolversi in un
boomerang per chi lo porta, lo dico senza per questo considerarmi e non ci sono dubbi
su questo, l’avvocato difensore del Sindaco, sono semmai un suo fiero e determinato
oppositore, non privilegio però il tanto peggio e il tanto meglio. L’esperienza mi ha
insegnato però che un’opposizione pregiudiziale e ideologica e anche un’opposizione
sterile allontani i cittadini dalla politica e infiacchisce il senso delle istituzioni,
istituzioni che dicevo prima, quando lo si attacca in questa maniera certamente si fa del
qualunquismo e si da la possibilità alla gente che vuole il qualunquismo di parlare male
della politica e anche di se stessi. Allora, allontana i cittadini dalla politica e infiacchisce
il senso delle istituzioni. Per queste ragioni Forza Italia a Torino, ma non solo, svolge
un ruolo di opposizione responsabile e concreta, come accade sulla questione spinosa
anche del risanamento delle finanze comunali. Cavalcare le inchieste giudiziarie o
pensare di dare scacco a un avversario politico sulla base di vicende giudiziarie, se va
bene non porta da nessuna parte, mentre se va male rischia di rafforzare
quell’avversario. Permettetemi una battuta di oggi, di questi tempi, il pentimento sulla
via di Damasco di Cinque Stelle che avevano detto fuori chi è indagato, ma si tengono
stretti tutti quanti gli indagati, e lo vediamo in questi giorni, (inc.) la loro posizione.
Siamo garantisti noi di Forza Italia, e lo rimaniamo fino alla fine delle sentenze al di là
dei colori ma al di là di qualsiasi tipo di cittadino, non soltanto nei confronti della
politica. Se esistono documenti esaminati dalla Commissione Consiliare d’inchiesta non
ancora resi noti, per quanto mi riguarda, non cambino in ogni caso il quadro delle
responsabilità, poiché l’unico giudizio che conta è quello che potrà emergere
dall’inchiesta e la Procura della Repubblica. Ecco, Forza Italia non intende rafforzare la
Giunta Appendino e proprio per questo aspettiamo fiduciosi la conclusione
dell’inchiesta giudiziaria, leggevo oggi sui giornali che c’è qualcuno che dice che gli
avvisi di garanzia ed altro arriveranno dopo il G7. non ci credo, ho troppo rispetto per la
Procura della Repubblica per pensare che avvisi di garanzia od altro possano arrivare in
base ad un evento che potrà venire dopo. Non ci credo, credo che la Procura di Torino
con il suo Procuratore Generale ed altri abbia il buon senso e le capacità di decidere
senza essere condizionato da altri fatti che estremamente, leggo ancora oggi sui giornali,
estremamente gravi. Allora noi di Forza Italia aspettiamo fiduciosi la conclusione
dell’inchiesta giudiziaria, l’unica in grado davvero di restituirci un quadro chiaro sulle
responsabilità di quanto accaduto in piazza San Carlo la sera del 3 giugno e la Procura
della Repubblica dovrà certamente rendere, come dire, onore a quelle 1.500 persone
ferite o a quel morto che è qualcuno di cui, le responsabilità di qualcuno ci sono nella
maniera più assoluta. Allora dico e lo ripeto, per quanto riguarda il mio voto 4 su 5 c’è
sul quinto, ripeto ma con estrema correttezza come han potuto vedere tutti i colleghi di
questo Consiglio Comunale, non potrò aggregarmi a questo tipo di richiesta, grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
È iscritto a parlare il Capogruppo Tresso, ne ha facoltà per 10 minuti.

TRESSO Francesco
Grazie, Presidente. Io ero quasi dubbioso se intervenire in merito a questa mozione,
avrei fatto fosse una dichiarazione di voto più snella, però a valle dell’intervento della
Consigliera Sganga, mi permetterò di dire alcune cose. Innanzitutto vorrei far notare al
Consiglio che comunque la Costituzione della Commissione di indagine è stata votata
all’unanimità da tutti i Capigruppo, quindi è stata una decisione plenaria del Consiglio.
Nel momento in cui si è votato questa Commissione, ricordo anche la discussione che
come i Capigruppo di minoranza avevamo avuto, che era abbastanza presumibile e
scontato che ci sarebbe stata da parte della Procura un altro tipo di indagine di tipo …,
sotto il profilo penale, per cui era assolutamente ovvio e palese, che comunque gli
intendimenti, gli obiettivi che ci davamo con questo tipo di Commissione non erano
certo quelli di andare a indagare ed accertare delle responsabilità o delle omissioni sotto
il profilo penale, abbiamo ribadito più volte che si voleva comunque fare un’analisi,
sotto un profilo anche più esclusivamente tecnico di quelle che erano stati degli aspetti
procedurali che avevano evidenziato delle lacune, delle carenze, sia in fase preventiva,
sia in fase gestionale dell’evento. Ora, non entro nel merito di come la Commissione ha
lavorato, io personalmente rispetto a quelle che il Regolamento Comunale prevede
come possibilità di conclusione del percorso di una Commissione di questo tipo, forse
mi sarei aspettato la presentazione di una o forse più relazioni che avessero dato,
un’evidenza di quelli che erano stati i lavori, da offrire al Consiglio per poi dare una
valutazione di tipo politico. Così non è stato, però oggi ci troviamo comunque a dover
valutare una proposta di mozione che secondo me ha una sua coerenza. Ma mi spiego:
davvero pensiamo che oggi, a 3 mesi dall’accaduto, di un fatto di così grave entità, la
risposta della Consigliera Sganga, ossia dire: “io non so quali siano i profili omissivi e
non so dare risposte?”. Ma allora, premesso che era ovvio che non avremmo avuto un
quadro esaustivo e completo, ma questo ci mancherebbe, è ovvio che avere elementi
completi, prima di dare un giudizio sul profilo penale, è quello che, insomma, il nostro
diritto giuridico chiede ed è fondamentale. Ma io mi son fatto, come penso molti di noi
qui dentro, un semplicissimo lavoro di andare a confrontare quella che è la
documentazione che c’è stata resa disponibile, cioè quelli che sono gli atti delle
audizioni, e ho verificato quello che si dice nella Relazione, questo al netto dei toni, ma
non vogliamo usare il termine sciatteria, non vogliamo usare sicumera, ma per carità,
però io non ho trovato cose false rispetto a quello che era riportato dalle audizioni, non
ho trovato cose inventate, allora, voglio dire, ce n’è già abbastanza comunque, ma
proprio su tanti aspetti, ma come dico io non ho qui nessuna intenzione di andare a
distinguere delle responsabilità per individuare delle responsabilità specifiche in capo
alle persone, in capo ai tecnici, in capo alla Giunta, in capo ai singoli componenti. A me
interessa però una presa d’atto politica, di quello che la Giunta ha assunto come
comportamento nelle fasi, che giustamente la Relazione riporta, prima, durante e dopo
l’evento, su questo sì, è fondamentale comunque. Io mi stupisco, Sindaca Appendino
che lei comunque, a valle di ciò che è successo, della gravità che sicuramente anche
sotto il profilo umano l’ha coinvolta, sappiamo che sicuramente l’ha segnata, ma non
abbia chiesto lei di potere avviare un accertamento di quello che era stato questo tipo di
accadimento, di come aveva funzionato la macchina comunale e di dare comunque delle
risposte. Ma questa una città ferita, come è stato detto, si aspettava. Ancorchè poi la
tardiva lettera di scuse, ma soprattutto mai una mancanza totale di assunzione di
responsabilità, comunque di un comportamento che questa ha portato, ma voglio dire, se
c’è una delega sugli eventi, poi questo che sia in capo o delegato, voglio dire, ma
quando ci viene detto che un evento di questo genere, in un contesto internazionale,
quale quello che si è verificato, cioè, non va più la narrazione del dire: “abbiamo
applicato quelli che erano i protocolli consolidati”, ma non si può più usare questo tipo
di narrazione, il mondo è cambiato in questi due anni, dico due anni per dire, forse la
presente situazione dell’altra finale di Champions, eccetera. Allora, tutto quello che è
successo non è più giustificabile col dire: “ma noi avevamo una check list, le abbiamo
assegnate”, a parte che poi comunque io mi chiedo che check list sia, che razza di
protocolli siano quelli che vedono una riunione per un evento di questo genere avvenire
7 giorni prima, come è stato detto, fare ancora il tavolo tecnico 3 giorni prima e poi la
totale lacuna, mancanza della presenza, comunque anche politica della Giunta, la sera
dell’evento stesso. Io voglio dire, ma più che lecito andare a Cardiff, andare a vedere la
partita, un segno anche di presenza dei suoi tifosi ma va benissimo, però intanto devi
delegare che ci sia una presenza anche sotto il profilo politico, poi non sarà lui che
dovrà avere la gestione degli eventi, ci mancherebbe, ma anche il totale coordinamento
e mancanza, cioè, ma davvero non c’era la possibilità, anche telefonica: “sì ma tutto sta
succedendo, sì ma va bene”, insomma, c’è stata una sottovalutazione, ma veramente
imbarazzante su tutto, io dico, anche proprio la presenza della Città in quell’evento, è un
evento, comunque anche al di là della fede sportiva, ma di una rilevanza notevole, che ci
fossero 30.000, che ci fossero 40.000 persone, ma comunque è un evento che ha una sua
eccezionalità. Quindi io dico solo, non è assolutamente giustificabile il fatto di dire, il
quadro, diciamo degli elementi, il quadro fattuale non è completo, è vero, non lo è sotto
il profilo giuridico e questo la Magistratura farà il suo corso, ma noi cosa diciamo ai
cittadini? Tutti quanti abbiamo all’unanimità votato di fare una Commissione, questa
Commissione sapevamo già che avrebbe svolto un percorso parallelo, oggi diciamo:
“scusate, avete ragione, non possiamo dire nulla, perché aspettiamo che dican
qualcosa...”, ma allora cosa siete pagati a fare, a fare le Commissioni ci diranno? Ma
allora lo sapevano già prima, allora allontaneremo ancora un po’ di più e ancora sempre
daremo un segnale di sfiducia, che la politica sappia comunque fare delle considerazioni
o sappia comunque prendere delle conseguenze rispetto a fatti di questa gravità. Ma
possibile davvero? E qui trovo che comunque una coerenza anche tra quelli che sono i
punti dell’impegno e quello che è la Relazione, con toni che possono sicuramente …,
d’altronde la Relazione è firmata da 4 Consiglieri che sono di minoranza, quindi
giustamente avranno usato dei toni politici. Ma usiamo altri toni, ma stiamo allo stato
dei fatti, stiamo alla natura di quello che viene descritto. Io trovo che comunque una
necessaria e urgentissima revisione di quello che è il funzionamento della macchina
comunale sulla gestione degli eventi sia necessaria, salvo poi, appunto, passare agli
eccessi che anche circolari ministeriali hanno indotto dopo, ma comunque nella
programmazione, ma santa miseria, possibile che per eventi di questo genere non ci sia
almeno una riunione al mese, così abbiamo una schedulazione degli eventi e quali sono
quelli, ce n’è uno di livello A, uno di livello B, uno di livello C, ma non arriviamo 7
giorni prima a valutare questo, oltre al fatto, come tutti abbiamo già detto più volte, che
forse anche una gestione migliore dei rapporti con la società, non capisco perché a
Madrid, al Bernabéu l’hanno fatto e qui non si può fare, ma non è che, purtroppo in
finale ci andiamo spesso e non la vinciamo, però voglio dire, magari è anche il caso che
l’interlocuzione con la società fosse stata anche a livello si trattativa un pochino più
adeguata. Io ravviso, concludo perché non voglio ripetere cose che son già state dette,
un imbarazzante, davvero, livello di improvvisazione nella gestione pre, durante e post,
quello che è stato l’evento tragico e auspico, davvero, che comunque ci sia una volontà
dell’Amministrazione, al di là delle sostanze, come dico, giuridiche, ma anche proprio
politiche del Sindaco, ma solo di dare un segnale forte, che comunque si è preso atto che
non si lascia solo passare il tempo per cercare di fare in modo che i toni si calmino, ma
ci sono segni concreti che assumono la responsabilità di quello che è accaduto e che
vogliono mettere mano per il futuro.

VERSACI Fabio (Presidente)
È iscritto a parlare il Capogruppo Morano, ne ha facoltà per 10 minuti.

MORANO Alberto
Sono stato molto incerto se intervenire, ma questo dibattito e soprattutto la posizione del
Movimento 5 Stelle in risposta alla relazione letta dal Capogruppo Russo, pongono
secondo me, alcuni quesiti abbastanza importanti. C’è, nella vicenda di piazza San
Carlo, un profilo di responsabilità penale, c’è un profilo di responsabilità
amministrative, un profilo di responsabilità civili e queste non attengono al compito del
Consiglio Comunale accertarle, questo è compito della Magistratura, perché da questo
discenderanno conseguenze nel risarcimento dei danni e nel pagare, o espiare le colpe,
se ci saranno colpe, ma c’è anche un profilo, che emerge chiarissimo dalla Relazione e
dal dibattito, di responsabilità politiche di adeguatezza di questa Amministrazione ad
affrontare eventi complessi. Io ho estrapolato, l’ho letto più volte, e ogni tanto pensavo
di essere su Scherzi a Parte, leggendo quello che riportava il Capogruppo Lo Russo,
perché ho letto più volte, ho estrapolato 5 momenti: il 26 giugno 2017 vi è una riunione
presso gli uffici di Paolo Giordana, maggio, 25 maggio sì, presso gli uffici di Paolo
Giordana, dove Paolo Giordana non ha un incarico formale a presiedere una riunione,
non ha responsabilità, non ha poteri di firma e convoca telefonicamente Montagnese,
che era con Sacco e si trovava per caso vicino alla sede degli uffici di Paolo Giordana, si
presenta e qui mi viene la prima domanda: “ma se non aveva deleghe, se non aveva
poteri, perché ha convocato?” E se è stato convocato da qualcuno che non aveva poteri,
perché è stato deciso in quella sede, senza che nessuno avesse poteri di firma, senza che
nessuno potesse impegnare il Comune di dar corso alla manifestazione, chi è che si è
preso questa responsabilità? Certo, abbiamo poi appreso successivamente, che Paolo
Giordana è solo un passacarte, ma se è un passacarte, passerà le carte da un soggetto ad
un altro e allora io vorrei sapere da quale soggetto a quale altro soggetto ha passato le
carte? Le ha passate da un’entità vana, vuota, che non si riesce a identificare al Sindaco
Appendino? O dal Sindaco Appendino a qualcun altro? Questo è il primo punto che
emerge, perché non può essere che un evento di questa portata sia stato deciso da
persone che passavano di lì per caso e che son state convocate o perché hanno risposto a
una telefonata. E se non avessero risposto alla telefonata? A me capita una volta su due
di non rispondere al telefono, se non avessero risposto alla telefonata si faceva il giorno
dopo una riunione formale? Poi il 31 maggio 2017 c’è stato un tavolo tecnico, in cui
viene illustrato quanto richiesto dalla Questura e dove Paolo Giordana si fa carico,
presumo questa volta veramente nel ruolo di passacarte, di trasmettere alla Sindaca
quelle che sono stati gli argomenti discussi in questa sede. Ma veniamo poi al giorno del
3 giugno, perché è qui che tutta la vicenda, se non fosse drammatica, per i 1.526 feriti,
un morto e una persona che rischia di restare paralizzata, saremmo su Scherzi a Parte.
Perché alla mattina si riunisce la Commissione Provinciale di Vigilanza, emette 19
articolate prescrizioni, queste prescrizioni vengono comunicate a Città, Questura e
Vigili, vengono comunicate, alcune, anche agli esercizi di piazza San Carlo alle 3 e alle
4 del pomeriggio, quando la piazza era già occupata dai tifosi della Juventus. Io ho
parlato con due perché sono amici e mi hanno detto: “ noi abbiamo ricevuto la
comunicazione alle 15.30, non sapevamo come fare con la piazza occupata a smontare i
dehors”. Poi a metà pomeriggio ed estrapolo e mi scuso per la ripetizione, quanto letto
già dal Capogruppo Lo Russo, il Presidente dell’Ascom, Maria Luisa Coppa, che non è
membro della Giunta, che non ha alcun ruolo istituzionale nell’Amministrazione della
città, il Presidente di Ascom, che si occupa degli esercenti, probabilmente sollecitata da
qualche esercente che ha ricevuto queste richieste inattuabili, prende il telefono e
telefona allarmata per segnalare il problema all’Assessore Sacco, che si trova insieme al
Sindaco, a Cardiff, per vedere la partita. Gli segnala la questione degli abusivi in piazza,
Sacco tranquillizza la Coppa, dicendole che ne avrebbe parlato con la Sindaca davanti
ad un caffè e, ovvio, d’altronde loro erano a Londra, non erano in città. Il colloquio tra i
due avviene, Sacco comunica alla Sindaca la segnalazione dell’Ascom e Chiara
Appendino gli conferma che ne è già al corrente e che se ne è già occupata, se n’è già
occupata di un qualche cosa che non ha portato ad alcun risultato, per cui la Sindaca
Appendino non ha detto: “non conosco il problema”, che forse tutto sommato oggi
sarebbe stata una risposta migliore, perché dire: “me ne sono occupata” e poi succede il
disastro, non è una risposta tranquillizzante. Ma veniamo poi alle 20.21, sulla pagina
Facebook del Sindaco, appare un messaggio: “vi assicuro che tanti cittadini sono al
lavoro da settimane”, 7 giorni non sono settimane, è una settimana scarsa, per garantire
la sicurezza e l’ordine per quella che deve essere una festa per tutti. Allora, guardando
solo l’ultimo giorno, la Sindaca Appendino ha detto due cose che sono fra loro in
contraddizione e questo è il profilo di responsabilità politica, che secondo me tutta la
Giunta deve valutare attentamente, ha detto è stata informata e ha detto che si è già
occupata dell’evento e alle 20.20 di sera dice: “è tutto a posto, tutto funziona, state
tranquilli”. Non ha funzionato nulla, ci sono stati 1.526 feriti e io non sono come il
Capogruppo Rosso, non chiedo le dimissioni di nessuno, è alla coscienza di ognuno di
noi guardarsi dentro, guardarsi allo specchio e dire: “ma io ho fatto quello che era
richiesto? Ho gestito correttamente l’evento non avendo delegato Giordana?”, perché
Giordana non aveva poteri di firma. Se l’ho delegato allora ho delle responsabilità che
non sono forse giudiziali, ma sono sicuramente politiche. Ma se non l’ho delegato e ho
tollerato che il dottor Giordana gestisse l’evento senza la delega ho responsabilità
politiche anche più importanti di quelle che emergono da una cattiva gestione di una
delega, quindi io chiedo a lei Sindaca, se l’è fatto l’esame di coscienza? È sicura di aver
operato correttamente? È sicura di aver gestito l’evento in modo prudente a tutela dei
cittadini? Perché se lei di questo non è sicura, è lei che deve trarre le conclusioni.

LAVOLTA Enzo (Vice Presidente Vicario)
È iscritto a parlare il Consigliere Sicari, prego.

SICARI Francesco
Grazie, Presidente. Io ho qui nelle mani l’intervento della Consigliera Sganga, pagina 3.
Ci sono tanti “non disponevamo”, “non sappiamo”, “perché non abbiamo potuto
interloquire con tutti i soggetti”, allora noi cerchiamo di dire i fatti oggettivi, i fatti
oggettivi sono: “non abbiamo tutta la documentazione disponibile per poter trarre le
conclusioni nel miglior modo”. Poi mi piace però, perché la politica ci da margini di
manovra immensi, possiamo mettere il dubbio delle persone, possiamo scrivere 30
pagine e poi lasciamo agli altri le considerazioni, forse ogni tanto bisognerebbe avere il
coraggio di scriverle, forse però non ci sono le conclusioni, perché ci mancano, appunto,
un pochino di pezzi, di passaggi, la ricostruzione non è completa, quindi noi vi diciamo
qualche pezzettino, poi se con il resto cambia tutto non importa, voi fatevi una
considerazione su quello che riusciamo a darvi, troppo difficile trarre delle conclusioni.
Come è anche troppo difficile prendersi però le responsabilità quando andiamo a
scrivere su Facebook, giusto per mettere i puntini sulle i, sull’obiettivo, sulla voglia che
i Consiglieri della città di Torino, avevano nel prendere parte a questa Commissione. E
allora il 13 giugno alle 09.35 del mattino, noi andiamo a leggere... tutto okay? Noi
andiamo a leggere un post del Consigliere Francesco Tresso, prima di leggere il post,
ribadisco quanto scritto, il Movimento 5 Stelle era estremamente favorevole alla sua
presidenza, ma noi andiamo a leggere, non so cosa c’entra, però... grazie. “con
rammarico devo smentire la notizia che avrei presieduto la Commissione di Indagine
sugli incidenti di piazza San Carlo, avevo anticipato la notizia perché era già pronta la
delibera con il mio nome, e sia le forze di maggioranza che di minoranza, avevano
espresso gradimento nei miei confronti, riconoscendomi un ruolo tecnico utile per
questo ruolo”, non è questo il passaggio che mi interessa, esporre qui in Aula, il
passaggio che mi interessa è ciò che viene scritto dopo: “invece ieri in Aula, sono
prevalse logiche politiche, per cui non farò parte della Commissione.” Ora, io invito...
sì, assolutamente, rimango convinto della necessità di questa Commissione e fiducioso
che sappia dare risposte chiare e tempestive alla città, io come Consigliere di questa
città, però, nel momento in cui andiamo ad aprire una Commissione, che deve andare a
trovare dei fatti e molti prima di me hanno già accertato la gravità di quanto successo,
gentilmente qualcuno mi potrebbe dire quali sono le logiche politiche? No, davvero,
stiamo qui a parlare di Relazione, di quant’altro, e poi abbiamo dietro, con tutto il
rispetto, logiche politiche? Quindi sì, certo, fatto personale, risponderà, però
gentilmente, risponda dicendo quali sono le logiche politiche, rinnovando in questo
preciso momento la totale disponibilità all’epoca per aver lei come Presidente di
Commissione, salvo poi una Commissione presieduta dal Consigliere Enzo Lavolta, al
quale continua anche in questa sede a ribadire che forse doveva, come Regolamento
impone, presentare una Relazione, libero di non farlo, salvo poi firmarne una di un suo
collega, ancora non capisco perché, quindi presumo che lei a breve parlerà, fantastico,
quindi concludo l’intervento, però gentilmente, mettiamo un pochino di luci, così i
cittadini potranno farsi anche un’idea, non solo delle non conclusioni presenti nella
Relazione che mettete come allegato alla mozione, ma vorrei anche si facessero un’idea
su quali logiche politiche hanno prevalso in Aula. I cittadini meritano di avere
trasparenza? Il palazzo di vetro, ecco, diamoglielo il palazzo di vetro. Buon intervento.

LAVOLTA Enzo (Vice Presidente Vicario)
Sul fatto personale, Capogruppo Tresso, ha un minuto, non di più.

TRESSO Francesco
Sì, ma guardi Consigliere Sicari, io dico solo, a me spiace un po’, io non sono un
amante poi della vita sui social, ma soprattutto riportarli in Aula, quando stiamo
affrontando fatti di tale gravità è proprio schivare un po’ l’attenzione per quelle che
sono invece le motivazioni, sono contento che abbia lei letto, mi scusi se l’ho interrotta,
la frase finale: “rimango fiducioso che sappia svolgere un buon lavoro e della necessità
di questa Commissione”, ribadisco questo, logica politica non so spiegargliela, come sa
sono nuovo di questo mestiere, però vorrei che intervenisse su questo fatto, cioè c’era
bisogno di fare quella Commissione ed ero fiducioso che si facesse, non li diamo però
l’attenzione, parliamo dei temi, perché francamente credo che alla gente dei miei post su
facebook in questo momento gliene freghi poco, forse interessano di più le ammissioni
di responsabilità.

LAVOLTA Enzo (Vice Presidente Vicario)
È iscritto a parlare il Capogruppo Ricca, ne ha facoltà per 10 minuti.

RICCA Fabrizio
Sì, dalla morte di Erica Violetti, io non ho più proferito parola su piazza San Carlo,
perché ritengo che il lavoro della Magistratura nell’individuare quelle che sono le
responsabilità di una morte e di 1.526 feriti sia, sia più importante che addossare
responsabilità politiche. Per questo motivo, quando dovevo essere presente all’interno
della Commissione, dalla Commissione mi son tirato fuori, perché non avevo più la
serenità personale di poter fare questo tipo di lavoro. Poi quando ci son stati consegnati
gli atti, quelli da cui poi si son trasformati in una Relazione parziale, due idee me le son
fatte e ritengo di doverle esprimere, perché quella del collega Lo Russo, sarà una verità
parziale, però è una parte della verità, perché in mezzo a quei tutti “non disponibile, non
disponibile, non disponibile”, ci sono delle cose disponibili che sono alla... che tutti
possono leggere, che sono audizioni di Assessori, della Sindaca, del Comandante della
Polizia Municipale, che dicono delle cose ben precise, che qualcosa non ha funzionato e
questo qualcosa che non ha funzionato, non è neanche smentito dal fatto che la
maggioranza non ha prodotto una sua Relazione, perché qualcosa si poteva dire, perché
quando l’Assessore Sacco dice: “passo lì per caso” e mi porto dietro il dottor
Montagnese, io qualcosa posso dire. Nessuno vi chiede di andare a commentare quello
che è secretato nelle indagini, ma io un Assessore che si porta dietro il Presidente di
Turismo Torino, che ci dice: “passavo lì per caso” permettetemi, io due domande a lui
gliele vado a fare, perché c’è una responsabilità. Sapere che ci sono delle riunioni a cui
partecipa, pare avrebbe partecipato in nome della Giunta, il Capo di Gabinetto della
Sindaca, che non ha nessun tipo di possibilità di poter intervenire a quelle riunioni, io
due domande me le vado a fare. Allora quello che vi chiedo è: perché non c’è una
relazione di maggioranza su quello che si poteva dire? Per quale motivo su quelle 3
settimane di lavoro che hanno prodotto comunque delle documentazioni, per quale
motivo c’è stato solo ed esclusivamente silenzio? Allora, io dico che, non è vero che
non c’è stato il modo, non c’è stato il coraggio, la maggioranza quest’oggi non ha avuto
il coraggio di dire: “qualcosa non ha funzionato”. La Sindaca e io l’ho apprezzato
tantissimo quando, 2 settimane dopo in Consiglio Comunale dice: “ci assumeremo le
nostre responsabilità”, l’ho apprezzato davvero, perché chi si assume le responsabilità
ha fatto un passo avanti nel voler risolvere le cose e non di nascondersi dietro un muro.
Quello che non ha fatto questa maggioranza, perché se avesse voluto trovare, aiutare la
Sindaca, magari 2 indicazioni gliele davate, perché io non ho visto niente di diverso
all’interno della struttura della Sindaca, nell’organizzazione degli eventi, se no non fare
più gli eventi da piazza San Carlo ad oggi. Quindi io quello che mi permetto di dire è
che, forse è il caso di iniziare a individuare quei meccanismi che non hanno funzionato,
continuiamo a lasciar fare alla Magistratura il suo lavoro e ad identificare i colpevoli,
però dato che i torinesi tutti i giorni ci chiedono un governo della Città in assoluta
serenità, vogliono che quando si organizzi qualcosa, si organizzi senza dover pensare
che qualcosa possa succedere, esattamente come sono stati messi i new jersey in piazza
Castello, in via Roma, in piazza San Carlo, perché è giusto che sia così, io mi aspetto
che qualcosa venga cambiato e allora se qualcosa deve cambiare, qualcuno deve
assumersi delle responsabilità politiche, perché ci sono delle persone che, da quella che
è la Relazione, hanno delle oggettive responsabilità e queste persone devono essere
accompagnate alla porta, lo dissi il giorno del primo dibattito su piazza San Carlo, lo
ribadisco oggi, gli incompetenti vadano a casa, gli incompetenti vadano a casa, per
colpa di un incompetente c’è un morto. Quindi, Sindaca e questo glielo chiedo, lei
continui finché lo riterrà opportuno, se riterrà opportuno dopo questa discussione fare
come qualcuno gli ha chiesto di dimettersi, si dimetta, se riterrà opportuno continuare,
continui, l’importante è che lei, davvero, attivi un qualcosa per fare in modo che chi ha
delle responsabilità politiche causate e che ha causato un morto, tolga il disturbo e
almeno permetta la serenità dei torinesi, perché tutte le volte che viene organizzato un
evento il primo pensiero di chi a questo evento partecipa è: “chissà cosa succederà”.

LAVOLTA Enzo (Vice Presidente Vicario)
È iscritta a parlare la Consigliera Tevere, prego.

TEVERE Carlotta
Grazie, Presidente. Prima di qualsiasi considerazione di merito, ci tenevo a dire che la
Relazione allegata alla mozione in discussione oggi, mi trova concorde su un unico
punto, e cito testualmente: “le riunioni si sono svolte con regolarità contraddistinte da
un clima di piena collaborazione, senza peraltro rinunciare a una costante dialettica
interna.” Partendo da tale assunto, mi dispiaccio che non si sia riusciti ad elaborare una
Relazione condivisa. Invero, la richiesta di proroga, e qui cito testualmente dalla
Relazione redatta dalle minoranze, della data di chiusura dei lavori della Commissione,
dal 7 luglio 2017 al 21 luglio 2017, si è resa necessaria per consentire, al termine delle
audizioni, di esaminare e riordinare il materiale acquisito ed al fine di procedere alla
stesura della presente relazione finale, quindi dal 7 al 21 giugno, la proroga era motivata
su questa necessità di tempi. Tutto vero, tranne il fatto che il 21 luglio il Presidente della
Commissione, ai sensi dell’articolo 75 del Regolamento del Consiglio Comunale,
avrebbe dovuto sottoporre al voto della Commissione una Relazione, non dunque quella
che è in discussione oggi, ma avrebbe dovuto presentarla all’epoca. Una Relazione
presentata dal Presidente, che avrebbe potuto essere emendata, visti comunque i rapporti
di collaborazione e che hanno contraddistinto comunque i lavori della Commissione,
emendata dalla Commissione stessa e poi votata. Così non è stato. Devo dare atto della
mole di materiale raccolto durante le audizioni, benché materiale, ribadisco, parziale,
ma non si comprende, almeno non comprendo io, come dal 7 al 21 luglio non sia stato
possibile stendere una Relazione e infatti nella seduta del 21, che è l’ultima seduta della
Commissione, il Presidente dichiarava di non aver avuto il tempo di redigerla, mentre
dal 21 al 31 luglio, che è la data di deposito di questa mozione in discussione oggi, il
presentatore dell’atto, che appartiene peraltro allo stesso Gruppo Consiliare del
Presidente, fosse riuscito magicamente a redigerla. Fatta questa breve premessa
procedurale, ovviamente riprendo tutti i concetti già esposti dai colleghi che mi hanno
preceduto, e debbo rilevare che la mozione non ci trova concordi sull’impegno che
viene chiesto alla Sindaca, ma soprattutto nel contenuto della Relazione stessa, pervasa
come anche già detto dalla Consigliera Sganga, di considerazioni valutative, a pagina 10
ce n’è una emblematica che ha ripetuto la stessa Consigliera, ma che se volete riprendo,
eccola, approssimazioni, omissioni deresponsabilizzazioni, scaricabarile, che ha
caratterizzato l’intera vicenda, questa è una valutazione che non deve essere posta in
una Relazione che doveva essere invece solo tecnica. Tutte... e questa è solo una delle
tante che ci sono, ma l’avete sentito perché il Consigliere Lo Russo l’ha letta la
Relazione, tutte queste considerazioni valutative secondo me vanno un po’ a snaturare
completamente l’intento perseguito, ovvero come più volte esplicitato a verbale dal
Presidente durante le audizioni, cercare di capire, sulla base delle informazioni raccolte,
cosa non abbia funzionato e segnalarlo, però queste segnalazioni devono essere fatte
senza dare giudizi, che comunque non ci competono, perché non siamo noi a dover
puntare il dito sull’uno o sull’altro funzionario comunale, senza considerare.
ovviamente, che tutta la vicenda è tutt’ora al vaglio della Magistratura e non è difficile
comprendere come tale circostanza abbia notevolmente influito sull’andamento dei
lavori e qui di nuovo mi riallaccio a quello che ha detto la Consigliera Sganga,
documentazione che non è pervenuta all’attenzione della Commissione. Nella mozione
si legge, che la Commissione è nata per, cito di nuovo testualmente: “accertare eventuali
responsabilità in capo all’Amministrazione Comunale in ordine ai tragici fatti del 3
giugno”. Tale affermazione non è corretta, in quanto la Commissione non è organo che
possa accettare responsabilità, ma come correttamente indicato nella delibera istitutiva,
la Commissione di Indagine, ha il compito di verificare fatti e comportamenti, acquisire
atti e provvedimenti degli organi del Comune, le responsabili degli uffici e dei servizi,
dei rappresentanti del Comune nell’Ente Consorzio Turismo Torino, gran parte di
queste cose, ribadisco, non abbiamo potuto farle perché secretate dalla Procura. Quindi,
le responsabilità le lasciamo da parte perché saranno accertate dagli organi competenti.
Oltre alla mozione, in generale, l’impegno ovviamente non ci trova concordi e
rileggendo la Relazione, quello che mi è saltato all’occhio e che mi viene da chiedere al
Presidente che ha sottoscritto la Relazione e agli altri relatori, se siano disposti ad
assumersi la responsabilità di rispondere alla domanda formulata a pagina 10, che leggo
di nuovo: “la tragedia di piazza San Carlo si poteva evitare?”. Alla luce delle
considerazioni esposte nella medesima Relazione, attendo di conoscere la risposta sulla
base delle parziali informazioni che sono state acquisite. Come già detto dalla
Consigliera, molti documenti sono stati per ovvie ragioni secretati dalla Procura e molte
delle domande formulate agli auditi, non hanno potuto avere risposta, perché sottoposta
al segreto istruttorio. Mi chiedo dunque, come si possa affermare di avere raccolto
materiale sufficiente per giungere a conclusioni oggettive e credibili. Il Consigliere Lo
Russo aveva detto prima a verbale, che è stato un lavoro attento e documentato,
documentato ma solo parzialmente, lo sa benissimo anche lei, perché la maggior parte
dei documenti non li abbiamo potuti vedere, sia nostri, sia interni del Comune,
tantomeno quelli dell’Ente Turismo Torino, tantomeno quelli sottoposti, cioè, che sono
oggetto proprio di attività di indagine, no?. Al Consigliere Tresso, che dice: “che
meraviglia che il Movimento 5 Stelle non dica la verità ai cittadini, ma noi, no, che il
Movimento 5 Stelle dice: “ah, ma sì, abbiamo fatto la Commissione, ma non è servita a
niente”, ma noi non stiamo dicendo questo, non stiamo dicendo che la Commissione
non è servita a niente, però non vogliamo nemmeno far passare verità che non sono
verità totali, non vogliamo dare ai cittadini verità parziali o..., noi aspettiamo di avere la
verità reale, cosa che non è venuta fuori dalla Commissione, e che comunque non è
contenuta in questa Relazione, perché di nuovo, anche qui, tutti i fatti citati, sono tutte
valutazioni parziali, perché molte cose non sono state nemmeno approfondite. Grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie a lei, è iscritto a parlare il Vice Presidente Lavolta, ha ancora a disposizione 22
minuti, prego.

LAVOLTA Enzo
Grazie, Presidente, io avrei fatto a meno di intervenire, però le sollecitazioni e i richiami
anche al ruolo da me svolto e l’attività che abbiamo condiviso, circa un mese tutti
insieme, mi impongono in qualche modo di, almeno di esprimere il mio punto di vista,
se non eventualmente fare chiarezza. Allora io sarò di parte, ma credo che il dibattito di
oggi abbia in qualche modo ben rappresentato quello che fosse il clima all’interno di
quella Commissione Consiliare, io purtroppo da questa maggioranza, anche oggi, non
ho ascoltato considerazioni di merito, così come nel corso dello svolgimento della
Commissione di Indagine, che ricordo, è previsto dal Regolamento del Consiglio
Comunale, l’articolo 73 dice, al primo comma: “il Consiglio Comunale nell’esercizio
delle sue funzioni di controllo politico-amministrativo, può decidere lo svolgimento di
indagini consiliari finalizzate all’accertamento di fatti e comportamenti, all’acquisizione
di atti e provvedimenti degli organi del Comune e responsabili degli uffici e servizi e
rappresentanti dei Comuni in altri Enti.”. Era evidente a tutti, dopo il 3 giugno, che
qualcosa non avesse funzionato e questo è talmente evidente e risulta, secondo me, in
modo chiaro, dal fatto che all’unanimità tutto questo Consiglio Comunale ha deciso di
utilizzare uno strumento a nostra disposizione e io vi dico in che senso e con quale
spirito mi sono permesso fin dall’inizio di promuovere l’utilizzo di questo strumento,
perché secondo me, era particolarmente necessario, alla luce di quello che era accaduto,
innanzitutto, trasmettere un messaggio chiaro e inequivocabile alla nostra comunità, alla
comunità che rappresentiamo e cioè che noi tutti, non una maggioranza, una minoranza
una Giunta, una Sindaca da sola, tutti, noi lavoriamo come istituzioni, perché ciò che è
accaduto non abbia a ripetersi, questo era lo spirito con cui abbiamo iniziato i nostri
lavori e io comincio col dire e col rivolgere un ringraziamento a tutti coloro i quali
hanno votato l’istituzione della Commissione, qualcuno si è ravveduto, non mi interessa
sapere perché, qualcuno ha cambiato idea, non mi interessa in questa sede sapere
perché, ringrazio coloro i quali hanno partecipato fattivamente ai lavori della
Commissione, perché ha ragione la Consigliera Tevere, secondo me abbiamo lavorato
bene, abbiamo lavorato seriamente, non è trapelata una informazione per tutta la durata
della Commissione, non abbiamo letto sui giornali neanche una dichiarazione, nulla di
ciò che abbiamo discusso e ce lo siamo riconosciuti vicendevolmente, ringrazio anche la
Consigliera Sganga e anche il Consigliere Sicari e tutti coloro i quali non si sono
caratterizzati per una partecipazione straordinaria della Commissione, vi ringrazio.
Oggi, io però, comprendo dalle parole della Consigliera Sganga e dalle parole del
Consigliere Sicari, di che cosa ci hanno parlato, non ci hanno parlato dei lavori della
Commissione, la Consigliera Sganga ha detto 2 cose, che io ho registrato, la prima: che
lei non se la sarebbe sentita di mettere nero su bianco una Relazione, la seconda: che in
questa città c’è un’opposizione frustrata. Il Consigliere Sicari ci ha detto: “che per
logiche politiche il Consigliere Tresso non ha potuto fare il Presidente di questa
Commissione”. Allora, queste 3 considerazioni non attendono l’asterisco nel merito del
nostro dibattito, per quello che io dico, torniamo al merito della nostra discussione,
queste 3 considerazioni, una delle quali non va sottovalutata, perché quando la
Consigliera Sganga dice: “che c’è un’opposizione frustrata in questa Città”, guardate
serpeggia questa cosa eh, questa l’ho già sentita più volte, probabilmente c’è un fondo
di verità, però io voglio rassicurare la Consigliera Sganga, che se c’è un minimo di
frustrazione, questa opposizione, ormai da un anno, ha capito che abbiamo perso le
elezioni e quando dico che ha capito, dico anche che prende sul serio una maggioranza
granitica, solida che ha i numeri per governarla questa città per dare delle risposte a
questa città e quindi io mi sarei aspettato qualche risposta Consigliera Sganga e non dire
semplicemente che c’è una opposizione frustrante. Se c’è un fondamento di verità io le
rispondo, guardi, che noi ce ne siamo fatti una ragione e le dico anche che siamo,
incominciamo anche a prendervi un po’ sul serio, perché se decidiamo di istituire una
Commissione di Indagine, è perché prendiamo sul serio la dichiarazione di una Sindaca,
si dice che da settimane c’è qualcuno che lavora per la sicurezza di un evento nella
nostra città, noi abbiamo incominciato a prendervi sul serio e prendiamo sul serio le
vostre considerazioni e le vostre parole ed è per quello che a me dispiace, ma devo
ribadirlo, perché secondo me è così, ma questo lavoro che abbiamo svolto insieme, è
stato un lavoro secondo me, rispettoso, perché ci siamo rispettati vicendevolmente
durante quel mese di lavoro, abbiamo rispettato il lavoro indipendente con altre finalità
della Procura della Repubblica, con cui, ci tengo a chiarirlo, una volta con tutti, per
tutte, ci siamo assolutamente raccordati dall’inizio alla fine dei lavori, io credo che
soprattutto fosse un lavoro doveroso, alla fine di questo lavoro doveroso, la cosa più
grave che si potesse fare era non produrre un documento. Allora, lo dico al Consigliere
Napoli che mi ha interpellato più volte, sapete perché non abbiamo prodotto una
relazione (parola incomprensibile)? Per questo motivo, perché il dibattito di
quest’ultima giornata aveva queste caratteristiche, allora non voglio dire che ci fosse un
obiettivo politico o di far saltare il banco, dico semplicemente, che con gli strumenti e
mezzi a nostra disposizione, con le audizioni che noi abbiamo condotto e con tutti i
documenti di cui siamo riusciti a venire a conoscenza, di quelli che abbiamo avuto nella
nostra disponibilità, io credo che fosse opportuno definire perlomeno un documento,
perché il 21 luglio, chiede la Consigliera e le rispondo, non c’è stato un documento?
Perché noi ci siamo alzati unanimemente da quella, da quella seduta, dicendo che
avremmo, ci saremmo presi un po’ più di tempo e che avremmo, nel verbale di
quell’ultima seduta, avremmo chiesto alla Conferenza dei Capigruppo, di prenderci
qualche altro giorno. Questa scelta unanime poi è stata smentita, perché? Perché era
evidente, e oggi lo è ancora di più secondo me, che non ci fosse la possibilità, la volontà
e prendo ancora sul serio le parole della Consigliera Sganga, non se la sentiva di mettere
nero su bianco una Relazione. Bene, l’opposizione dal canto suo, per quanto frustrata
sia, si è permessa di farlo, si è permessa di mettere nero su bianco dei fatti, non ci sono
giudizi, sono fatti sulla base delle evidenze e sulla base di ciò che abbiamo avuto modo
di approfondire, io credo che bene abbia fatto il primo firmatario, il Capogruppo Lo
Russo, a mettere nella disponibilità nostra, un documento da discutere, ma soprattutto
bene abbia fatto ad evitare che ci fossero dei giudizi di parte, perché questa Relazione e
qui condivido le considerazioni della Consigliera Tevere, questa Relazione non poteva,
per gli elementi a nostra disposizione, essere considerata esaustiva e non poteva
metterci nella condizione di esprimere giudizi. C’è un fatto, però, che io rilevo, che ha
secondo me, non può essere né omesso né taciuto e cioè, che nel momento in cui
condividiamo tutti quanti che qualcosa non ha funzionato, beh, tutti quanti abbiamo
avuto modo di appurare, che la gestione, l’organizzazione di questo evento è stato
caratterizzato da tanti atteggiamenti, in alcuni casi omissivi, in alcuni casi superficiali,
tutti quanti afferenti alla gestione e organizzazione della macchina comunale, ed è per
questo che senza polemiche, senza strumentalizzazioni, senza indicare alcuno, noi ci
siamo permessi semplicemente di dire: “guardate, è arrivato il momento di avviare una
riflessione sull’organizzazione della macchina comunale” e pensiamo che
un’organizzazione più adatta all’organizzazione di eventi, anche sulla scorta di ciò che
abbiamo avuto modo di appurare, è necessaria, questo ci siamo permessi di dire. A me
dispiace, ma lo dico sinceramente, che un’occasione di confronto come questa viene
ancora una volta strumentalizzata, viene fatto da chi ha una responsabilità di governo,
viene fatto da chi teoricamente dovrebbe aiutarci a dare delle risposte a quella comunità,
perché ripeto, noi dobbiamo lavorare come istituzioni, perché ciò che è accaduto non
abbia a ripetersi. Mi spiace che i Consiglieri che sono intervenuti, che ringrazio però per
il contributo che hanno dato durante i lavori della Commissione, i Consiglieri che sono
intervenuti, non abbiano voluto condividere con noi in questa circostanza durante
questo dibattito, alcuni degli elementi che in quelle giornate e in quelle settimane
comunque incominciavano a condividere, che potevano rappresentare un embrione di
relazione condivisa e comune, che però oggi, ancora una volta, hanno preferito tacere.
Quindi Consigliera Sganga vada al sicuro sul fatto che noi vi prendiamo sul serio.
Abbiamo capito che abbiamo perso le elezioni, vogliamo, vorremmo continuare a
prendervi sul serio, però l’invito che le faccio è molto semplice, davvero, provi ogni
tanto a contribuire nel merito delle nostre discussioni, provi ogni tanto ad aiutarci a dare
delle risposte perché noi siamo interessati tanto quanto lei a offrire delle risposte alla
nostra comunità e in questo caso,mi spiace, le poche risposte a nostra disposizione,
seppur parziali, le ha date la minoranza.

VERSACI Fabio (Presidente)
Ho iscritto a parlare il Consigliere Curatella, prego. Ha ancora parecchi minuti, poi se
vuole, le dico quanto.

CURATELLA Cataldo
Grazie, Presidente. Cercherò di dare le risposte che da più parti sono arrivate. Ci
troviamo qui a discutere di un documento, questa mozione, presentata dai Consiglieri
della minoranza che facevano parte della Commissione di Indagine, che non è un
documento fine a se stesso, ma porta con se in allegato una, secondo loro, relazione sui
lavori della Commissione. Dico secondo loro per i motivi che poi andrò ad esporre.
Essendo questo allegato un documento che fa parte integrante della mozione, prima di
parlare dell’impegnativa se ci troviamo favorevoli o meno, se condividiamo alcuni punti
nella parte dell’impegnativa della mozione, credo sia opportuno affrontare il contenuto
di questo allegato per un motivo abbastanza semplice per quanto banale: questo
allegato, più che essere importante per quello che dice, è importante per quello che non
dice e per quello che dice in modo di parte. Quindi cercherò, per quanto possibile, di
esser chiaro e di spiegare un po’ quali sono le situazioni che dal nostro punto di vista
non tornano. Innanzitutto noi abbiamo affrontato i lavori e abbiamo aderito alla
richiesta, che era arrivata dalla minoranza, di istituire questa Commissione di Indagine,
perché ritenevamo importante cercare di affrontare il tema dal punto di vista tecnico-
amministrativo di come avvenuta l’organizzazione dell’evento, come si erano
organizzati i vari enti, cosa era successo nella parte organizzativa e che aveva poi
portato agli eventi tragici peggiorando un po’ la situazione di quello che era accaduto in
piazza. L’abbiamo fatto perché volevamo che i lavori fossero basati su dati di fatto,
documentabili, non delle supposizioni personali, dei “secondo lei cos’è successo?” che
ha interessato la Commissione in diversi ambiti. Oppure quanto emerso dalle audizioni,
ma sempre in modo fattuale non di dicerie, “sentito dire”, pareri personali. Una cosa che
non dice questa relazione, questo allegato, che è stato già anticipato dei miei colleghi, è
che è vero, abbiamo avuto alcuni documenti a disposizione, è vero che ci sono state un
po’ di audizioni, però molti documenti della Città stessa non sono stati resi disponibili,
perché la Procura ha posto il veto, erano necessari, quindi noi non sappiamo, sono stati
citati gli ordini di servizio sono stati citati come era la disposizione degli agenti in
Piazza, ma non sappiamo neanche come è stata progettata la sicurezza della Piazza,
perché oltre a questi documenti, sono stati secretati tutte le mail dell’organizzatore,
Turismo Torino, tutti gli scambi mail con la Città e tutta la relazione progettuale della
sicurezza sulla base di che cosa è stata progettata la sicurezza? Noi commissari non lo
sappiamo. Abbiamo ricevuto solo da uno dei componenti comunali della Commissione
Vigilanza Provinciale, che ha fatto il sopralluogo, la planimetria finale di come era la
disposizione in Piazza, è l’unico documento che noi abbiamo avuto a disposizione, non
abbiamo avuto altro dal punto di vista della relazione tecnico-progettuale del
professionista che ha deciso l’organizzazione della sicurezza in Piazza. Noi non
sappiamo sulla base di quale ipotesi la Piazza è stata organizzata in quel modo. Ma ci
arriviamo. 26 maggio 2017, la riunione nell’ufficio del dottor Giordana, dove è stato
deciso. Durante l’audizione è stato detto, sia durante l’audizione della Sindaca
Appendino, sia durante l’audizione del dottor Giordana - io non ero presente, ma mi
sono andato ad ascoltare tutta l’audizione - durante la presenza del dottor Giordana, è
stato detto che il 26 maggio ci si è riuniti e la domanda che è stata posta è stata questa:
“Nel 2015, chi è che si è occupato dell’organizzazione? Ah guarda, nel 2015 era stato
Turismo Torino”. Il dottor Giordana ha detto, possiamo andare a vedere l’audizione, la
trascrizione dell’audizione, ha detto: “Va bene, prova a chiamare il dottor Montagnese e
gli chiedo se può passare, se possiamo parlare un attimo, per capire se ha la disponibilità
ad organizzare”, non: “Lo chiamo e gli dico: tu organizzi l’evento del 3 giugno”
mettiamo un po’, diamo il giusto peso alle parole. Il dottor Montagnese durante la
telefonata, e questo lo sappiamo, sia durante l’audizione dottor Giordana, sia quando c’è
stata l’audizione dell’Assessore Sacco, perché era presente con il dottor Montagnese, ha
dichiarato: “Guarda, sono con l’Assessore Sacco, stiamo parlando di altro, mi trovo
vicino al Comune, non ho nessun problema a venire da te in ufficio con le persone e mi
spieghi un po’ qual è la situazione”, quindi quello che può capitare normalmente; anche
io coi miei clienti, li chiamo: “Possiamo vederci per approfondire un po’ le cose”.
Quando si sono presentati, il dottor Montagnese con l’Assessore Sacco, è stato chiesto:
“Guarda, il 3 giugno ci sarà questo evento”, ci sono le trascrizioni, se non ci credete
andate a leggere le trascrizioni. Apro parentesi, sulle trascrizioni, chiederei al Segretario
Generale se dalla Procura non sono arrivate nessune richieste di secretazione, di
renderle pubbliche perché da quel punto di vista non c’è nulla di segreto per il nostro
Gruppo, quindi se dal punto di vista della Procura non c’è nessuna richiesta di secretare
determinati aspetti, dal nostro punto di vista sono pubblicabili, e troviamo giusto che
siano pubblicate, perché comunque così si legge, si verifica puntualmente cosa avevamo
a disposizione e cosa è stato detto. Torniamo al dottor Montagnese con l’Assessore
Sacco. Si presentano in ufficio e gli viene detto, trascrizione: “Guarda, sareste voi
disponibili a organizzare l’evento del 3 giugno?” la risposta ricevuta dall’Assessore
Sacco e Dottor Giordana è stata: “Guada, nessun problema, mi coordino con i vostri
uffici, diamo il contato del dottor Bessone che poi coordinerà quegli uffici per
l’organizzazione in Piazza”. Punto. È stato richiesto, punto. Questo però noi lo
sappiamo solo come riportato. Perché non lo sappiamo in modo diretto? Perché noi
avremmo voluto tanto ascoltare il dottor Montagnese e il dottor Bessone, li avevamo
anche convocati, ma le due persone in questione, gli organizzatori, i responsabili di
Turismo Torino, giustamente, dico dal mio punto di vista, essendoci una indagine della
Procura in corso, e qualche giorno prima era arrivato un avviso di garanzia a loro
garanzia, hanno preferito non presentarsi. Questo perché a pagina 11 della relazione
dell’allegato si legge: “Gli comunica verbalmente, dottor Giordana a Paolo Montagnese,
che la Città ha deciso che deve essere Turismo Torino”. No, signori, se dobbiamo
scrivere una relazione che deve essere poi approvata e diventare un documento ufficiale,
non “ha deciso”, “è stata chiesta la disponibilità a seguito di una... del dottor
Montagnese diciamo, okay va bene; si è andati avanti, ci sono le trascrizioni, è questo
che è stato detto in Commissione, non è stato detto: “Ha deciso la città”. Perché io avrei
voluto chiederlo al dottor Montagnese, al dottor Bessone per capire da loro
direttamente, allora avrei potuto porre questa domanda, ma non è stato possibile, quindi
non posso arrivare a dare una conclusione. Altro aspetto. Si parla a stretto contatto: “È
stato organizzato il tutto… architetto Bertoletti, per la predisposizione del progetto
necessario alla realizzazione dell’evento”. Questo professionista non è un professionista
qualunque, era il Direttore lavori e responsabile della sicurezza, anche se non l’abbiamo
mai potuto audire, non sappiamo sulla base di quali ipotesi, come ha deciso, come ha
deciso di organizzare la sicurezza, si chiede: “No, non c’è stata mai la possibilità di
capire”, cioè nell’organizzazione della sicurezza la Città non è stata coinvolta, ma è
l’organizzatore che si occupa della sicurezza, è il progettista incaricato che si occupa
della sicurezza. La Questura e il Prefetto, con i loro rappresentanti, già dall’incontro del
26 maggio al Tavolo Tecnico del 31 maggio, erano presenti coi loro rappresentanti; se
non sono intervenuti a richiedere, in quel momento, delle situazioni puntuali, allora il
Comune ogni volta deve fare il peggio per essere sicuri di pararsi poi le spalle? Sempre
qui. Si analizzano i diversi aspetti autorizzativi, ma non si affronta nello specifico il
tema della sicurezza della Piazza. C’è un responsabile di sicurezza che sta progettando
la sicurezza in Piazza e quel progetto lo presenta alla Commissione di Vigilanza
Provinciale, che a differenza di quello che c’è scritto nella relazione a pagina 16, qui c’è
scritto: “Il mattino del 3 giugno la Commissione Provinciale di Vigilanza, organo
deputato al formale via libera dell’allestimento”. No, mi spiace. La Commissione
Provinciale di Vigilanza è attuata dall’art. 20 della legge 121 dell’’81, nuovo
ordinamento dell’amministrazione della pubblica sicurezza, ed è un organo che compete
al Prefetto per l’esercizio delle sue attribuzioni di autorità provinciale di pubblica
sicurezza. Non dà una formale autorizzazione alla Piazza, dà una sostanziale
autorizzazione della Provincia alla Piazza, perché solo a seguito della presentazione di
una autorizzazione del Prefetto con le prescrizioni l’organizzatore può procedere con
l’evento, altrimenti l’evento non si realizza. Non è formale, una cosa solo sulla carta, va
bene, vediamo un po’, se non c’è sicurezza va avanti uguale; nel momento in cui la
Commissione di Vigilanza Provinciale, in particolare il Prefetto, che è a capo della
Commissione Vigilanza Provinciale, invia un documento in cui dice che autorizza
l’evento perché le condizioni di sicurezza ci sono, a patto di 19 prescrizioni, ha fatto il
suo lavoro, ha dato (parola incomprensibile) sostanziale, e poi sono altri organi che
hanno la competenza di questo, non è la città di Torino che ha la competenza, ad
esempio, gli accessi al parcheggio sotterraneo siano presidiati. Come ci è stato detto dal
dottor Revelchione alla prima audizione, ci sono competenze diverse, la Polizia
Municipale, questo ci è stato anche detto dal Comandante Berti, si occupa della viabilità
durante gli eventi, non si occupa della sicurezza, la sicurezza è in mano alla Questura,
che la organizza sulla base, con le forze dell’ordine, ed eventualmente, se ha necessità,
chiede alla Polizia Urbana di intervenire. E qui arriviamo a una delle audizioni che
secondo me è la chiave di volta, perché durante l’audizione del Comandante Berti, più
di tre quarti delle domande le risposte sono state: “Mi dispiace, non posso rispondere
perché è in corso un’indagine della Procura” quindi noi dal comandante Berti, dal
Comandante dei Vigili non sappiamo niente, quindi non sappiamo nulla perché non ci
può rispondere; la Procura, dopo averlo interrogato, ha detto: “Non rispondere”, quindi
noi non sappiamo cosa è successo in Piazza, come è stato organizzata, dove erano gli
uomini, in base a che disposizioni sono state date agli uomini, se era necessario avere
più uomini, meno uomini, quali sono state le interazioni col Comando dei Vigili del
Fuoco, col Comando di Polizia, con la Questura. Non lo sappiamo, perché non ci può
rispondere, e come faccio a dare un giudizio tecnico-amministrativo se banalmente,
adesso banalizzo, la Polizia Municipale non ha svolto correttamente il suo compito, se il
suo Comandante non mi può rispondere, non mi può dare gli elementi oggettivi per dare
un parere politico, tecnico, personale? Qui si parla di filtraggio della Polizia iniziata alle
14:30, quando c’erano già all’interno della Piazza tutta una serie di persone. Scusate, io
capisco che dobbiamo fare degli attacchi politici e quindi Minoranza, Maggioranza,
opposizione bisogna per forza andare contro chi amministra in quel momento, però se la
sicurezza in Piazza è di competenza di Questura, Prefettura, Forze dell’Ordine, spetta a
loro definire i parametri di sicurezza, non posso essere io amministratore a dire “no,
guarda, perché li lasci tutti in Piazza?” Avranno fatto le loro valutazioni. È corretto, non
è corretto. Non lo so, non lo posso dire. Avrei tanto voluto ascoltarli in Commissione,
non è stato possibile ascoltarli; certamente quando la Procura arriverà a fine indagine, ci
dirà, o comunque sapremo, quali sono state le valutazioni che hanno portato a non
svuotare la Piazza. Controllo degli accessi, venditori abusivi che passavano dall’interno
dell’area. Io non ho sentito nessuno degli auditi che ci ha detto: “Li abbiamo visti
passare da là”, erano delle supposizioni, delle ipotesi, tutti quanti ci hanno detto:
“Pensiamo che” perché mancava il presidio. Può essere corretto o non essere coretto.
(INTERVENTI FUORI MICROFONO) Non lo so, io non ero in Piazza, ma nessuno
degli auditi...

VERSACI Fabio (Presidente)
Scusate, no, no, no, no. Scusate, si fanno gli interventi, non si fanno domande a chi fa
interventi, per cortesia. Prego.

CURATELLA Cataldo
Una Piazza presidiata e filtrata dalle Forze dell’Ordine. Dalle Forze dell’Ordine. Io non
lo so, è stato segnalato, poi una cosa che ci è stata detta, l’unica che ci è stata detta,
certa, anche dal Responsabile in Piazza dal punto di vista della Polizia Municipale, è
che, il Dirigente responsabile, è che hanno avvisato, ed erano presenti e hanno anche
fermato alcuni di loro, ci hanno anche detto: “Non gli abbiamo sequestrato il materiale
per evitare la rivolta di piazza”, perché quando hai un assembramento così elevato di
persone, fare dei sequestri, rischia poi di essere peggio che sanzionarli e dire: “Vai via”.
Sono valutazioni corrette. Io non devo fare valutazioni tecniche, perché io non so tutta
la situazione, non sono un esperto di Polizia Urbana, di Polizia Municipale che sa,
conosce come è corretto agire, anche a livello psicologico, per evitare di peggiorare la
situazione, non posso fare queste valutazioni. Hanno fatto una valutazione corretta, si
sono basati sulla loro esperienza professionale. Tre ondate di panico, è stato detto, solo
una persona ci parla di tre ondate di panico, che è l’ex Maresciallo, in pensione, dei
Carabinieri. L’unico. È successo veramente così? È vero che ci sono state tre ondate di
15 minuti? Non lo so. Io so solo che, da notizie di giornale, la Procura, tramite la Digos,
sta facendo delle indagini, ha visionato centinaia di minuti di filmati per cercare di
capire come si è svolta, e a questo punto io dico: “Sì, però c’erano delle persone sedute
sul tabacchino”. Allora perché il Sindaco non è intervenuto a far scendere, a uno a uno,
le persone sedute sul tabacchino lì presente in Piazza? Cioè, stiamo veramente arrivando
che uno dice una cosa, senza nessuna possibilità di verificare che quello che ci ha detto
in Commissione sia veritiero; allora no, l’ha detto, è così. Bisogna basarsi su dati
documentabili, comunque che abbiano un riscontro da più parti, non mi basta che una
persona mi dica una cosa e poi dopo è verità oggettiva. Ci si lamenta: “Ma, il
Commissario Berti con la Sindaca non si son sentiti fino al giorno dopo”. Io, questa è
una domanda che ho fatto al Commissario Berti in Commissione, gliel’ho fatta anche
quando l’ho intravisto: “Ma scusi, lei è in piazza, è il più alto in grado dal punto di vista
della sicurezza, in piazza in quel momento vede che sta succedendo tutto quello che sta
succedendo con questo evento e non chiama nessuno? Non ha visto il suo superiore?”
“Ah, no, ma io mi sono limitato, io son stato”, mi sembra di aver detto, adesso dovrei
andare a prendere le carte, “ah no, ero in cabina di regia per coordinare” va bene, un
messaggio, una telefonata la puoi fare, non è che devi stare 50 ore; un messaggio, una
telefonata per dire: “Guarda, qui sta succedendo qualcosa” non devo aspettare che
qualcuno lontano mi chiami: “Ma cosa sta succedendo?” Perché non è detto che sappia
quello che sta succedendo. C’è il Comandante in piazza, vede quello che sta succedendo
e non dice: “Ma, forse un messaggio, una telefonata è opportuno farla”? In
Commissione ha detto: “No, mi sono occupato di coordinare”; questo è testuale. Cioè,
scusate, io non trovo corretto... la verità a volte sta nel mezzo, non bisogna accusare una
parte perché: “No, perché non c’ero, perché non...”. Non è propriamente corretto.
Arriviamo poi alle presunte conclusioni., Difficile trarre delle conclusioni, concordo.
Non si può trarre conclusioni quando più della metà dei documenti non è a disposizione,
quando chi ha organizzato, che ha la responsabilità di organizzare la Piazza, non è stato
possibile audirlo, quando non è stato possibile audire e sentire il progettista della
sicurezza della Piazza; quando non abbiamo potuto vedere tutti i documenti progettuali.
Noi non sappiamo niente di come è stata progettata la sicurezza in quella Piazza,
sappiamo solo, abbiamo solo una planimetria. Tra i documenti della Commissione c’è
solo una planimetria della Piazza, non c’è altro, noi non sappiamo altro di come è stata
organizzata la sicurezza in Piazza. Ed io, sulla base di questo, decido che la
problematica è stata amministrativa, con una competenza sulla sicurezza che però è
della Commissione Vigilanza Provinciale? Lascio ad ogni lettore le sue conclusioni,
lasciamo stare. Allora, dal mio punto di vista, non è solo del mio, dal nostro punto di
vista, questa relazione è parziale e di parte; parziale per tutti gli elementi che dicevo,
mancano tutta una serie di elementi oggettivi per poterla scrivere una relazione; di parte
perché, ovviamente, è un attacco diretto. Oltretutto, in alcuni momenti, io mi ricordo
un’audizione in particolare, la seconda dove era presente la Sindaca Appendino, ma non
è stata l’unica, in cui più che assistere ad una Commissione di Indagine, a me sembrava
di essere durante il periodo dell’inquisizione, “Ma è vero che lei Sindaca doveva
garantire la sicurezza, lei ha detto che era tutto in sicurezza”, come se fosse esperta di
sicurezza in pubblica piazza. Come è stato detto durante l’audizione, il Sindaco si affida
ai Tecnici che avvisano: “Guarda dal nostro punto di vista sta andando avanti”, la
Commissione Vigilanza Provinciale la mattina del 3 giugno ha rilasciato
l’autorizzazione a procedere con l’evento. Cosa deve fare un Sindaco? “Ah non, non mi
piacciano queste prescrizioni, non ve bene, devo andare a vedere, ditemi tutti i punti uno
per uno, cosa…”. Cioè, blocchiamo la Città per ogni cosa. “Ci saremmo presi un po’ più
di tempo, ma è stata tradita questa disponibilità”, è stato detto poco fa. Allora, il 7 luglio
la Commissione ha finito i suoi lavori d’audizione, noi come Maggioranza, concordi
con la Minoranza, cioè la Minoranza e a noi ci ha trovato favorevoli, sono state date due
settimane per la scrittura della relazione, e noi abbiamo detto sin da subito “per
garantire l’imparzialità, non scriviamo noi la relazione perché dal nostro punto di vista
la Commissione d’Indagine è un elemento di garanzia, ed è anche per questo che il
regolamento prevede che a presiederla sia un componente delle Minoranze, perché deve
essere una garanzia, non deve essere una Commissione d’Indagine di parte, politica,
favorevole a chi amministra la Città in quel momento”. Ci aspettavamo, due settimane
dopo, di avere una relazione, che poteva anche essere tranquillamente questa, non
dovevamo chiedere di avere mille pagine di relazione, siamo arrivati due settimane
dopo che c’è stato detto, presentando solo un indice, quindi praticamente solo le prime
pagine di indice, senza contenuti, è stato detto più volte, anche a verbale: “No, ma
questa non è una relazione”, ed è stato anche detto “Non è stato possibile perché non ho
avuto tutto il tempo”, poi successivamente ci sono state anche, sono comparse anche su
organi di stampa alcune situazioni che hanno cambiato, quindi, anche a livello emotivo,
comprendiamo, infatti lo abbiamo anche detto in Commissione che potevano esserci
tutta l’oggettività o la serenità per scrivere una relazione, e quindi i lavori di
Commissione, dal nostro punto di vista, non potevano dirsi conclusi con una relazione.
Ed è lì che è partito il battibecco in cui qualcuno chiedeva addirittura di far diventare
relazione un indice di relazione, senza contenuti. Ed è lì che è nata tutta la diatriba,
perché ci si è resi conto che senza un documento, anche no votato, anche non votato a
Maggioranza, non si potesse avere una relazione, e allora si è chiesto che un indice che
fino a quel momento andava bene a non esser considerato relazione, divenisse la
relazione della Commissione, quindi oggi ci saremmo, oggi o comunque nel Consiglio,
ci saremmo dovuti trovare a discutere di un indice, a pagina 1, pagina 2, ma senza avere
tutto il contenuto. Cerco un po’ di rispondere... La mozione, adesso vado sul documento
della mozione, i vari punti. Come è emerso dalle diverse discussioni, dalle diverse
audizioni, gli uffici ci hanno sempre riferito, hanno seguito, e si è sempre fatto così,
prassi, consuetudini, è necessario intervenire, siamo disposti a parlarne, ma prima di
parlare di organizzazione, e quindi teste e posti, cominciamo a parlare di procedure. Io
vi ho fatto una domanda, visto che - perché in una azienda dove lavoravo in precedenza
si utilizzava ed era molto utile - visto che non c’erano tanti giorni a disposizione, tipo in
questo caso, esisteva un vademecum in cui l’organizzatore di un evento sa esattamente
cosa deve fare, con chi lo deve fare, quando, entro quando lo deve fare? Che è un
documento semplice da presentare. Fa: “No, non ci abbiamo mai pensato”, perché
probabilmente in precedenza non era mai capitato, perché le cose si scoprono solo man
mano. Non è mai captato di organizzare un evento in tempi così rapidi, no, mi
chiamavano e mi dicevano e io gli dicevo cosa fare. E’ un qualcosa da correggere, certo,
lavoriamoci su, non è un problema. Queste situazioni, che sono emerse, siamo
favorevoli, ma prima di parlare di teste e posti, perché non mi sembra che negli anni
precedenti i precedenti Capi di Gabinetto agissero in modo completamente ligio e in
modo diverso da come è stato organizzato questo evento. A me risulta che abbiano agito
tutti allo steso modo. Si parla della garanzia al punto 4, dell’assicurazione, scusate.
Durante l’audizione del 27 giugno 2017, durante l’audizione degli uffici, io avevo posto
una domanda molto semplice, si parlava un po’ come era stata organizzata la Piazza e
via dicendo; la domanda che avevo chiesto, posto io: “Ma nel preventivo che Turismo
Torino ha mandato alla Città, era compresa l’assicurazione?”, perché il tema grosso che
è nato subito dopo l’evento è legato all’assicurazione, che Turismo Torino avrebbe
dovuto stilare per l’evento in Piazza. La risposta che ho ricevuto è: “Sì, mi pare di
ricordare che ci fosse una voce ‘assicurazione’”. Anche qui, avessimo avuto a
disposizione tutti i documenti, noi avremmo potuto vedere preventivo – consuntivo,
perché richiedendo il consuntivo, non avevano a disposizione il consuntivo perché è
stato poi successivamente, è stato bloccato dalla Procura. Quindi, sul tema assicurazione
io aspetterei di capire quali erano le reali situazioni, io non lo so, perché non ho avuto a
disposizione la documentazione e, sinceramente, io mi trovo in difficoltà a votare un
documento in assenza di informazioni. Poi, vogliamo discutere di come pubblicizzare
meglio gli eventi? D’accordo, esiste un opuscolo che si chiama “What’s on”,
probabilmente non è diffuso abbastanza, probabilmente dobbiamo pensare a modi che
siano più incisivi, più diffusi, per la diffusione dell’informazione. “Definire il grado di
rischio”. Definire il grado di rischio, lo si sta già facendo, è nata un’ulteriore circolare,
“Gabrielli”; è stato detto poc’anzi, se trovo... è stato detto poc’anzi: “Siamo passati da
un eccesso all’atro, da Piazza San Carlo a Piazza San Giovanni dove non c’era
nessuno”, eh però ragazzi, scusate, Colleghi, no ragazzi - Sicari mi ha coinvolto -
Colleghi, fra Piazza San Carlo e Piazza San Giovanni, probabilmente non lo sapete tutti,
c’è stata un’ulteriore circolare “Gabrielli”, che ha ulteriormente cambiato le carte in
tavola per organizzare gli eventi ed ha richiesto tutta una serie di pre-filtraggi, stewart,
tutta una serie di situazioni che non erano previste fino ad allora, e che quindi è
cambiata completamente l’organizzazione della Piazza. E, a valle di questa circolare
“Gabrielli”, con tutti gli eventi che sono saltati perché gli organizzatori, ma non a
Torino, in tutta Italia, perché gli organizzatori non riuscivano a stare dietro ai costi della
sicurezza aumentati, costi che non possono essere tagliati, perché per legge i costi della
sicurezza non possono essere ribassati, è nata la successiva circolare “Gabrielli” che ha
suddiviso gli eventi a seconda della tipologia, della grandezza, del tipo e via dicendo.
Quindi non possiamo dire, “Okay, siccome a San Carlo non ha funzionato niente a San
Giovanni abbiamo ecceduto”, abbiamo in un caso, nell’altro rispettato i parametri di
sicurezza che ci è stato detto. Poi, vogliamo lavorare insieme per capire come meglio
gestire questa situazione? Ne parliamo, ma non si può votare una mozione del genere,
che lascia, fa diventare documento ufficiale una relazione mancante di molti elementi
oggettivi e scritta sulla base di documentazione mancante e persone che non è stato
possibile audire. Torno a ripetere, questa Commissione era nata con tutti i nostri intenti
per cercare di dare delle risposte, ci siamo trovati alla fine della Commissione che
avevamo un pugno di mosche, perché per chi legge questa relazione senza aver visto
tutta la documentazione allegata, quindi tutte le trascrizioni, le 600 pagine di
trascrizione, sembra tutto chiaro; nel momento in cui si vanno a verificare tutte le
documentazioni disponibili, tutto cambia. Noi aspettiamo la Procura, per un semplice
motivo, la Procura è l’unica che ha tutte le informazioni ed è l’unica che ha la
competenza per decidere. Il fatto che ad oggi, da giugno, io concordo questo col
Consigliere Napoli, il fatto che al momento sia un po’ ferma non è perché si sta
aspettando un evento particolare, è perché l’indagine è talmente complessa, con tutta
una serie di situazioni che stanno, prima di uscire con qualcosa che potrebbe essere
facilmente attaccato o non veritiero, stanno cercando di fare tutti gli accertamenti del
caso. Ed è per questo che dal nostro punto di vista non voteremo a favore di questa
mozione.

VERSACI Fabio (Presidente)
E’ iscritto a parlare il Consigliere Lubatti, ricordo che ha ancora a disposizione dodici
minuti come Gruppo.

LUBATTI Claudio
Va bene, tenterò di essere un pochino più breve per dare ancora qualche minuto di
spazio ai Colleghi che vogliono dire qualcosa e aggiungere qualcosa per dare il loro
contributo in questo dibattito che ritengo particolarmente interessante. Ma intanto una
riflessione sulle cose che ho ascoltato. Io, soprattutto nell’ultimo intervento, conosco
abbastanza bene il collega Lo Russo, potrei fare un elenco di difetti che il collega Lo
Russo ha, probabilmente ne aggiungereste molti anche voi, tutti i Colleghi qui presenti
potrebbero aggiungere dei loro pensieri su questo, ma non possiamo e per quanto lo
conosco, non posso pensare che abbia firmato un documento senza un’attenta
valutazione degli elementi all’interno del documento e una valutazione dei fatti, delle
questioni, delle informazioni che nella Commissione sono venuti fuori e che gli hanno
permesso di pendersi una responsabilità così forte come la firma di quel documento. Io
non interverrò né sul prima, né sul durante, ma interverrò sul dopo. Perché sul prima,
guardate, la Commissione, io per quanto conta, voglio fare un ringraziamento sentito
anche al Presidente della Commissione e a tutti i Consiglieri che hanno speso del loro
tempo per fare gli approfondimenti che sono diventati patrimonio comune e hanno
permesso la discussione di questo Consiglio Comunale, quindi il ringraziamento è
sentito davvero, ai Consiglieri che hanno lavorato nella Commissione per dare la
possibilità, anche al sottoscritto, di farsi un’idea più precisa e se verranno messi, come è
stato richiesto, a disposizione di tutti i documenti che fino ad oggi erano riservati ai
componenti della Commissione, sarà mia cura ovviamente analizzarli e andare ancora
più nel merito rispetto a quanto non mi sia già stato permesso di fare. E quindi credo
che il lavoro della Commissione si sia occupato, giustamente, del prima, cioè della fase
dell’organizzazione; poi c’è un durante, che cosa è successo quella sera, ma anche qui
c’è una inchiesta, c’è una procedura in corso, ci sono delle responsabilità che verranno
appurate, e quindi non credo di essere nella sede giusta per dare delle valutazioni, che
sarebbero davvero soltanto a titolo personale, sulle responsabilità di che cosa è successo
quella sera. Io vorrei portare la vostra attenzione un minuto sul dopo, e su che cosa è
mancato dopo. Guardate, mi dispiace che non sia più in aula, ma devo darle atto che è
stata in aula fino a questo momento quindi anche lei ha diritto ad una pausa, ma c’è il
Vice Sindaco. No infatti, lo dico io prima che lo dica qualche componente della Giunta,
io penso che sia mancato il Sindaco, dopo quella sera è venuta meno la figura del
Sindaco. Ma del Sindaco non inteso come il Sindaco, diciamo, Capo della Giunta, non
come il Sindaco della Città , della presenza: è mancato il Sindaco con la esse maiuscola,
cioè una persona che sia in grado immediatamente, dopo poche ore dall’evento, di
prendere su di sé la responsabilità con forza, con nettezza e con chiarezza di tutto il
meccanismo che noi per settimane, quasi ormai per mesi, siamo andati a valutare. Poi,
sarebbe poi stata coerenza, responsabilità del Sindaco quella, magari anche con l’ausilio
delle riflessioni della Commissione, magari anche con la valutazione di tutti gli altri
strumenti, ma del Sindaco con la esse maiuscola si è sentita la mancanza, cioè la
mancanza di una persona che non dopo qualche ora dall’evento scaricasse la
responsabilità di quanto accaduto sugli organizzatori tecnici dell’evento. E, avete, non
so se avete, i Commissari lo avranno fatto, ma non so quanti Consiglieri sono andati a
cercare l’ordinanza di viabilità firmata dall’Architetto Serra che scarica in quel
documento la responsabilità dei fatti, eventualmente penali accaduti in quella serata,
sugli organizzatori della serata, che è una questione dal punto di vista amministrativo, io
prego e spero e ho grande fiducia nel Tribunale Amministrativo, che qualcuno accerti il
fatto che dentro un’ordinanza di un Assessorato che ho avuto l’onere e l’onore di
guidare per cinque anni, ma non ci si è mai sognati di scrivere un’ordinanza firmata da
un Dirigente, neanche dal Direttore della Divisione che scarica la responsabilità penale
dei fatti di quella sera, su chi? Sugli organizzatori dell’evento. Cioè, un’ordinanza che
doveva garantire la percorribilità delle strade in termini di viabilità, cioè stiamo
parlando di un’ordinanza che di fatto è un, lasciatemi dire, è un documento
amministrativo che non ha nessuna valenza da un punto di vista né penale, ovviamente,
neanche politico. Ci mancherebbe ancora, nessuno chiede alla Sindaca di conoscere
quale è il contenuto dell’ordinanza, ma voi vi rendete conto della questione così astrusa
che è la responsabilità penale dentro un’ordinanza di un Dirigente che ha il compito di
far rispettare dei divieti di accesso all’interno della nostra Città? Questo è un elemento
che nella discussione è venuto un po’ fuori poco, e viene il dubbio che la mancanza di
lucidità da parte della Sindaca nelle ore successive all’evento sia dovuta al fatto che
quell’ordinanza, magari non fosse nota al Sindaco come può succedere, che siccome è
lecito pensare che un’ordinanza di un Dirigente venga conosciuta dal Sindaco, ma che
in qualche modo la sua struttura, i suo collaboratori, i suoi collaboratori più vicini, in
qualche misura conoscessero che dentro quell’ordinanza apparentemente documento,
come posso dire, tecnico, ci fosse invece lì uno scarico diretto della responsabilità. E
davvero guardo con grande attenzione a quello che succederà nel Tribunale
Amministrativo per capire se quel ricorso, che è stato fatto nei confronti di quel
documento, sul quale tra l’altro il Sindaco ha deciso di andare in giunta martedì scorso
costituendosi in Giudizio, quindi in qualche maniera, come posso dire, difendendo la
bontà del documento, perché quante volte sia successo in Amministrazione, tutte le
Amministrazioni hanno a che fare con dei ricorsi, ma quando si riconosce che dentro un
documento c’è qualche passaggio che forse è davvero di troppo, come questo, nessuno
mi può convincere del fatto che sia un passaggio di troppo, almeno la decenza di fare
qualche valutazione o pubblica o di evitare la Costituzione in Giudizio. E invece si è
deciso di andare a costituirsi in Giudizio. Quindi si difende il documento sapendo che lì
c’è un errore, non soltanto ovviamente di metodo a anche di merito. E lasciatemi dire
ancora una cosa, la responsabilità, le parole, le strutture, gli organizzatori, suggeritori, le
riunioni informali, i passacarte, hanno spazio solo dove manca il Sindaco, cioè se il
Sindaco avesse, a un certo punto, fermato la discussione, non con una lettera aperta di
scuse, ma con una presa di posizione chiara e netta anche nei confronti dei protagonisti
di quella serata, perché su questo tema dell’assicurazione ho sentito pochi interventi, per
fare un passaggio su questo ma forse il Consigliere Curatella è entrato meglio degli altri
su questi tema, c’è un tema di responsabilità dell’Amministrazione. Io vorrei capire cosa
pensa l’Amministrazione, non sul tema dell’assicurazione in termini di massimale, se il
massimale coprirà o non coprirà i danni che sono stati richiesti, questo è un
ragionamento non politico che non ci interessa, io voglio sapere se davanti a questo
grande evento c’è o non c’è il Sindaco che risponde e per quanto mi consta fino ad oggi
noi non abbiamo avuto una parola chiara, lucida, precisa, non di parte, come deve essere
invece la presa di posizione del Sindaco. Lo scarico di responsabilità sugli organizzatori
è un atto che davvero nessuno si poteva aspettare; in moltissimi di noi siamo stati
oggetto di un confronto nei minuti successivi, nelle ore successive dell’evento, ma
nessuno si aspettava che la responsabilità di questo grande evento che ha riguardato la
Città venisse scaricata sugli organizzatori materiali, addirittura pilotati da un’ordinanza
firmata da un Dirigente della Città. Quindi, io mi aspetto che nella replica ci sia una
presa di posizione chiara, una presa di posizione netta da parte della Città. Spero di
ascoltare queste parole, che suonerebbero comunque tardive, ma almeno riparatorie, di
una situazione dove invece regna un dibattito dove tutto è il contrario di tutto, dove il
Turismo Torino diventa responsabile penale di quello che succede nella Città di Torino,
dove un tecnico ha delle responsabilità che evidentemente non può sorreggere, dove un
Capo di Gabinetto si prende la responsabilità di dare delle indicazioni precise sul fare o
non fare qualcosa, dove vale tutto e il territorio dove vale tutto è un territorio dove
manca una figura di riferimento. Noi in questo caso, cara Sindaca, abbaiamo bisogno di
una sua parola. Chiedo scusa ai Colleghi per essere andato un po’ lungo.

VERSACI Fabio (Presidente)
E’ iscritto a parlare la Capogruppo Artesio e ne ha facoltà per 10 minuti.

ARTESIO Eleonora
Io non ero componente della Commissione e quindi posso soltanto leggere un percorso
che ci ha portati fino qui, da un punto di vista cronologico e, se mi riuscirà, da un punto
di vista logico. Tutto il Consiglio ha votato l’istituzione della Commissione d’Indagine,
lo ha fatto sulla base della richiesta di tutti i Consiglieri di Minoranza, richiesta che è
andata a buon fine, perché la Maggioranza l’ha accolta. Quindi tutto questo Consiglio
era convinto della necessità, compresi quelli che sono stati folgorati successivamente
dall’idea che sarebbe stata inutile o ridondante; tutto il Consiglio era convinto della
necessità. Tutto il Consiglio era consapevole del perimetro dei lavori della
Commissione d’Indagine, perché era ben specificato, né poteva essere altrimenti, che si
sarebbe svolta una doverosa attività di controllo da parte dell’organo consiliare per
accertare fatti e comportamenti, acquisire atti e provvedimenti degli organi del Comune
e delle relazioni tra gli organi del Comune ed altri Enti. Quindi, che il perimetro sarebbe
stato delimitato alle competenze Comunali, era assolutamente chiaro a tutti. Nel corso
dei lavori della Commissione, da esterna, e quindi nella conferenza dei Capogruppo, io
ho visto pervenire successivamente report dell’andamento dei lavori, intendo un report
cronologico: “Abbiamo lavorato per “x” sedute, per “x” Commissioni”; ho visto
pervenire richieste di sostituzione dei componenti, ho visto pervenire una richiesta di
proroga. Ai Capigruppo mai alcun componente della Commissione, né di Maggioranza
né di Minoranza, ha fatto sapere che il lavoro della Commissione fosse impedito dalla
segretezza imposta da organi terzi al punto tale da rendere incompleta e inutile il lavoro
della Commissione. I discorsi che ho sentito qui questa sera non li ho sentiti in corso,
durante lo svolgimento della Commissione d’Indagine, anzi alla conclusione della
Commissione d’Indagine il mancato deposito della relazione non è mai stato motivato
come impossibilità di depositare una relazione unitaria o una di Maggioranza o una di
Minoranza, ma è sempre stato contestato per incapacità del Presidente di essere
addivenuto al deposito di una relazione stessa. Quindi delle due l’una, o era palese in
corso che la Commissione non avrebbe potuto corrispondere al suo mandato, e chiedo ai
componenti perché non ce l’avete detto, agivate su nostro mandato del Consiglio, o non
era possibile svolgere una relazione, come avete detto oggi, e allora perché si è
contestato, persino in un intervento oggi, che quella relazione o quelle doppie relazioni
non siano state consegnate. Io vado solo per logica, e quindi per logica deduco che
nell’ambito e nel perimetro del lavoro che è stato svolto dalla Commissione, e che è
stato svolto nel mandato del Consiglio, oggi ci è stata consegnata quella che potrebbe
essere assimilabile a una relazione di Minoranza, e che questa relazione è supportata,
per quella che è stata la mia possibilità di leggere gli atti consegnati con obbligo di
riservatezza solo ai Capigruppo e la sintesi di questa relazione illustrata dal Consigliere
Lo Russo, vedo che si è sviluppata sulla base di fatti e di comportamenti e di atti
acquisiti. Quindi a me sembra che non si possa, oggi, dire che la Commissione non
fosse in grado di operare, ma ancor di più che dire questo lasci aperta una
interpretazione del giudizio finale, quello che sarà dato da altri fuori da noi e in tempi
diversi da questi, che probabilmente lascia intendere qual è o il desiderio o la speranza o
l’aspettativa o lo stile con il quale la Maggioranza del Consiglio esaminerà, a fatti
conclusi, la vicenda. Io ho sentito dire: “Se ci sono le caselle con il punto interrogativo
o se ci sono i pezzi mancanti, se con il resto cambia tutto...”, ho citato testualmente le
dichiarazioni, è come dire: “Le responsabilità accertate nel momento in cui sarà
concluso tutto l’iter probabilmente riguarderanno gli altri, perché è del tutto possibile
che quel che abbiamo fatto noi, totalmente compiuto o imperfetto, sarà ribaltato dalle
cose ben più gravi che non hanno fatto gli altri”. Bè, intanto per il perimetro del
mandato che aveva quella Commissione e per le aspettative che riponevo io, che ho dato
un mandato e non ne ho fatto parte, io ritengo che sia sufficiente quello che sappiamo di
dover modificare da parte nostra. E allora invito il Consiglio a esprimersi sui contenuti e
sugli impegni della mozione perché non ci si vuole riconoscere in una mozione perché
non ci si vuole riconoscere nella relazione allegata, che è relazione di Minoranza? C’è
già una richiesta per votare per parti. E allora andiamo al merito delle mozione. Il
merito della mozione dice cose molto chiare: “Provvedere a una nuova riorganizzazione
della macchina Comunale almeno per quanto riguarda gli uffici che si occupano dei
cosiddetti grandi eventi”. Si dice: “È una anticipata colpevolizzazione non supportata da
elementi condivisi di giudizio e di critica”. Infatti, qui si sta solo dicendo di procedere a
una riorganizzazione, perché? Per quello che è accaduto in Piazza San Carlo. Ma anche
perché, quello che è accaduto in Piazza San Carlo il 3 di giugno, ha aperto i riflettori
sulla questione “grandi eventi”, che la deliberazione di Giunta, che ha organizzato gli
uffici su questo tema, non aveva, banalmente, è cambiata la responsabilità politica, non
è più in capo al Sindaco, è in capo a un Assessore. Vorrà dire che il percorso di
comunicazione che prima era tra la Sindaca e i suoi uffici e le organizzazioni operative
è già diverso? Non vorrà dire almeno questo? Avremo ben tratto qualche lezione,
almeno sul miglioramento del vademecum, scusate vademecum, sul miglioramento del
coordinamento magari con ricorso al vademecum? E allora, non è il caso di mettere
mano a un’organizzazione che rispondeva antecedentemente, e che oggi vede mutata
tutta la filiera di comando politica? A me sembra di sì. Due: “Nelle more
dell’accertamento delle responsabilità pare opportuno uno stanziamento economico per
far fronte alle possibili richieste di risarcimento danni”. L’attenzione che tutti hanno
dichiarato di volere avere nei confronti, certamente delle vittime a cui un risarcimento
materiale non potrà essere sufficiente per i traumi subiti, tantomeno dalla famiglia che
ha subito una perdita irreversibile, ma tutti abbiamo detto che abbiamo a cuore la
garanzia, la rassicurazione dei cittadini, quale strumento migliore di rendere praticabile
l’accesso alle forme di risarcimento. “Provvedere a pubblicizzare le modalità con le
quali i ricorrenti possano tramite i loro legali accedere all’acquisizione integrale della
documentazione”; cosa c’è di così insopportabile che rendere semplice la possibilità di
acquisire tutto il materiale di questa Commissione, e poi guardate io cerco di fare, per
come sono le mie capacità, il mestiere di Consigliere Comunale, il mestiere degli
avvocati lo fanno gli avvocati, e l’accertamento della documentazione è uno dei primi
passi. Acquisiranno questa, ne acquisiranno altre, saranno loro a farlo; francamente non
vedo perché non debbano acquisire questa, che non è l’esercizio ispettivo di un
procedimento penale, è l’esercizio ispettivo sul funzionamento delle strutture Comunali.
Il quarto: “Effettuare una programmazione di tutti gli eventi pubblici ai fini di prevenire,
laddove è oggettivamente fattibile”, ovviamente nessuno qui può mettere in discussione
che ci siano stati anche elementi di tragica fatalità, ma la preparazione delle misure di
sicurezza è esattamente fatto e si affina di volta in volta per prevenire le tragiche
fatalità, e quindi essere via via meglio, essere via via pronti. Se qui non parlassimo di
Piazza San Carlo e parlassimo dei disastri ambientali altri Colleghi della Maggioranza
sarebbero in grado di fornirmi delle lezioni su come si possono prevenire persino gli
eventi naturali, quindi non vedo cosa ci sia di strano nel prevenire le fatalità attraverso
un’altra panificazione.

VERSACI Fabio (Presidente)
La invito a concludere.

ARTESIO Eleonora
Quindi io credo che noi si debba procedere nella votazione di questa mozione.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie. Consigliera Grippo ha ancora 3 minuti a disposizione.

GRIPPO Maria Grazia
Sì, grazie, Presidente. Mah, parlo con grande serenità perché è tracciabile la freddezza
con cui io avevo accolto già a suo tempo l’istituzione della Commissione stessa, ma
questa non era bastata a farmi, a convincermi ad essere oppositiva nei confronti di uno
strumento che nella peggiore delle ipotesi doveva aggiungere qualcosa per poter
migliorare quello che era uno stato di cose inaccettabile. Evidentemente non c’è la
volontà, da parte della Maggioranza, di trovare un momento costruttivo da un lavoro
che è stato fatto, che è stato fatto tutti insieme evidentemente; abbiamo parlato ore,
avete parlato ore, e alla fine, lo dico permettetemi, in modo terzo, l’aspetto più
costruttivo rimane la mozione firmata dai Colleghi Lo Russo, Magliano, Rosso, Lavolta.
Non avete nessuna alternativa, e non siete venuti a dire mai, e in questo ha totalmente
ragione la Capogruppo Artesio, che il lavoro di quella Commissione non stava servendo
a nulla. Vien da dubitare sulla buona fede. Mentre invece noi un atteggiamento
costruttivo continuiamo a tenerlo nonostante tutto e quindi accogliamo molto volentieri
la suggestione e la proposta del Consigliere Curatella e ci riserviamo, anzi stiamo già
predisponendo, una proposta di mozione, perché possa essere fatto un ulteriore passo
nella direzione della trasparenza. Ma chiudiamo questo Consiglio, chiudiamo questo
Consiglio con una Maggioranza che in alternativa alla mozione, che è stata processata
per ore, alla relazione che avete processato per ore, in alternativa non offre nulla, e non
può essere che abbiamo impiegato il tempo e le risorse della Comunità Torinese per non
dare in cambio nulla. Questo è realmente frustrante, ed è davvero la frustrazione nella
quale mi riconosco, la frustrazione di cui parla la Consigliera Sganga, non c’è mai
un’alternativa. State facendo semplicemente una serie di processi a quelle che sono le
proposte e il lavoro che vi viene dai banchi della Minoranza. L’alternativa è: niente.
Niente. E’ questa l’offerta alla Cittadinanza, non avete certezze, non avevate certezze,
dovevate fermare i lavori della Commissione e questo non è successo. Un dubbio sulla
buona fede viene. Se adesso non va bene, se adesso dite che non siete in grado, non
quando potevate cambiare la direzione, fermare le macchine...

VERSACI Fabio (Presidente)
La invito a concludere.

GRIPPO Maria Grazia
Almeno di enunciarlo. Grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie a lei. Io non ho altri interventi all’Ordine del Giorno. Prego, Sindaca Appendino.

SINDACA
Grazie, Presidente. Io intervengo solo per ringraziare tutti i Consiglieri, le Consigliere
intervenute, di Maggioranza e di Minoranza. Sono rimasta fino alla fine perché ci
tenevo, comunque, ad ascoltare tutti gli interventi e l’ho fatto nel merito, accogliendo
eventuali spunti di riflessione, che ovviamente sono sempre ben accetti, e ben venga se
ci sarà un indirizzo comune, nell’ottica ovviamente di poter migliorare il servizio che
possiamo prestare per la Città. Non entro nel merito dei fatti, perché sappiamo bene che
c’è peraltro un’indagine in corso, io, l’Amministrazione, siamo tutti a disposizione
ovviamente della Magistratura e speriamo che la verità venga raccontata e si possa dire
ai Torinesi. Credo che la verità e le eventuali responsabilità debbano essere consegnate
ai Torinesi. Questo non credo che sia una volontà di Minoranza, di Maggioranza, o della
Giunta, credo che sia una volontà comune di tutti e di tutte e che sia un diritto dei
Torinesi. Quindi noi lavoriamo per questo, come è giusto che sia e speriamo ovviamente
che la Magistratura, in cui abbiamo piena fiducia, in cu io ho piena fiducia, come credo
tutti, possa svolgere il suo lavoro e possa, nel più breve tempo possibile, nell’ambito
veramente di un’indagine che è complessa, perché i fatti sono complessi, raccontare e
dare una verità ai Torinesi e alla nostra Comunità. Vorrei solo specificare un punto, che
ci tengo perché credo che davvero debba essere davvero patrimonio di tutti e tutti noi
abbiamo delle responsabilità, Maggioranza e Opposizione, riguarda la questione degli
eventi: non è vero che non ci sono gli eventi a Torino, e non è vero che la Giunta ha
paura di organizzare gli eventi, stiamo facendo “MITO” e ne faremo altri. Però è anche
vero che ciascuno di noi ha una responsabilità in questo, noi di più perché governiamo,
ché dopo i fatti di Piazza San Carlo, e non entro nel merito qui di responsabilità e fatti
perché non spetta a me farlo, ovviamente, è un rispetto per chi lo sta facendo, ma il tema
della sicurezza e il tema dell’organizzazione degli eventi è cambiato da quei fatti, è
arrivata una circolare, poi ne è arrivata un’altra, e quindi tutti noi dobbiamo fare un
passaggio culturale. Noi dobbiamo trovare il modo come Città sicuramente di stare a
fianco di chi vuole organizzare gli eventi sapendo che i costi sono lievitati e sono
veramente molto più imponenti rispetto agli anni passati, I cittadini, Torinesi e non,
devono fare uno sforzo per abituarsi al fatto che bisogna passare da un varco, e passare
da un varco non significa che quell’evento fa paura, ma è obbligatorio perché siamo in
un nuovo contesto, ma se noi stessi come Amministrazione continuiamo a puntare sulla
pausa, parlare della paura, e non ci abituiamo, noi tutti, noi tutti a far capire che è
cambiato, è cambiata la manifestazione, sono cambiate le regole delle organizzazioni
degli eventi, e questo lo stanno vivendo tutti i Comuni d’Italia. Anche in Regione sono
saltati degli eventi purtroppo. Proviamo però anche noi tutti a fare un passo in avanti e
scindere. Io mi assumo le responsabilità, l’ho fatto e continuerò a farlo, però tutti noi
qua rappresentiamo la Città, magari non siamo d’accordo su tutto, ma non alimentiamo
anche noi questo clima, che in parte è falso, di continua paura rispetto a degli eventi che
oggi richiedono delle altre regole, facciamo uno sforzo comune. Dobbiamo aiutare gli
organizzatori, dobbiamo fare anche noi una manovra di sensibilizzazione rispetto agli
organizzatori stessi che si trovano in difficoltà dall’oggi al domani. L’esempio di LOV
Vanchiglia c’è stata ieri, è stato molto complicato riuscire a farla a Vanchiglia, per tanti
motivi rispetto agli anni passati, però abbiamo lavorato insieme, grazie agli
organizzatori abbiamo trovato una soluzione. Io chiedo davvero uno sforzo, a tutto il
Consiglio, Maggioranza e Minoranza, e non è scaricare le responsabilità, noi qua ce le
assumiamo, però dobbiamo capire che dei fatti di piazza San Carlo, guardando avanti, il
tema degli eventi è cambiato ed è cambiato per tutte le Amministrazione di qualsiasi
colore politico, tutte. In un momento, peraltro di difficoltà di risorse economiche che
hanno gli Enti locali, vi assicuro che da un lato conciliare il giusto apporto per riuscire
ad organizzare eventi e costi che sono aumentati non è assolutamente semplice.
Possiamo anche fare una discussione su questo, magari ci sono anche delle idee
interessanti, noi raccogliamo, ci mancherebbe, però non dimentichiamoci qual è il
quadro in cui noi stiamo operando, non solo noi ma tutti i Comuni, tutti gli Enti che
oggi operano in Italia. Io su questo, ribadisco, sono assolutamente aperta a qualsiasi
contributo costruttivo; organizziamo pure una Commissione, però partiamo dal dato di
fatto che i fatti della responsabilità verranno accertati, e speriamo che venga fatto, ma
che se dobbiamo guardare avanti, guardando avanti bisogna capire che gli eventi
devono essere organizzati diversamente. Questo significa costi diversi, e significa
responsabilità da parte di tutti che sono diversi rispetto al passato. Se questa è una
discussione che vogliamo fare, a latere di altre, io sarò in prima fila con voi a farlo, e
ben vengano contributi costruttivi. Grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie a lei.
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