Interventi |
VERSACI Fabio (Presidente) Il primo punto come deciso dalla Conferenza dei Capigruppo è: “Indirizzi per la gestione dei grandi eventi nella città di Torino in seguito a quanto è emerso durante i lavori della Commissione di Indagine sugli incidenti di piazza San Carlo del 3 giugno” VERSACI Fabio (Presidente) Do anche un’altra informazione al Consiglio, come deciso dalla Conferenza dei Capigruppo, i tempi per questa discussione sono suddivisi come per una delibera e i Gruppi Consiliari potranno anche utilizzare il loro tempo come meglio credono, quindi sono 10 minuti uno per gruppo e 5 per ogni Consigliere che possono essere anche cumulabili, qualora qualcuno ne sentisse la necessità. Quindi chiedo cortesemente ai Consiglieri che la Presidenza è in grado di contare e guardare il tempo quando passa, di non alzare la mano e chiedere di interrompere i Consiglieri, che qui c’è un supporto abbastanza importante per guardare il tempo. Quindi, per iniziare, lascio la parola al Capogruppo Lo Russo in quanto primo firmatario. Prego, Ricca. RICCA Fabrizio Prima di iniziare la discussione, Presidente, vorrei chiedere che poi la relazione e la mozione vengano votati con due votazioni differenti, diciamo chiedere per la votazione per parti separate tra l’impegnativa della mozione e appunto la relazione, quindi se è possibile disporre poi questa... VERSACI Fabio (Presidente) Bisogna scrivere una mozione e due righe e poi la mettiamo in votazione prima della votazione stessa, quindi prima si fa la discussione e poi in tal caso..., se Lei presenta la mozione scritta verrà votata dal Consiglio e il Consiglio deciderà. Intanto possiamo procedere con la discussione, prego, Capogruppo Lo Russo, il Partito Democratico ha a disposizione 50 minuti, prego. LO RUSSO Stefano La tragedia di Piazza San Carlo si poteva evitare? Parto da questa domanda a fronte di una vittima e di oltre 1.500 feriti, le nostre considerazioni conclusive dell’indagine condotta dalla Commissione Consiliare. Un’interminabile sequenza di approssimazioni, omissioni, deresponsabilizzazioni, scarica barile che ha caratterizzato l’intera vicenda a partire dalla sua preparazione passando per la sua gestione fino anche al dopo evento. Una modalità preparatoria e gestionale della serata del 3 giugno, quella emersa nel lavoro della Commissione, ancora più grave se si considera lo scenario internazionale in cui si sviluppano i fatti, in relazione alla costante minaccia terroristica che colpisce con sempre maggior ferocia e determinazione in diverse aree del mondo. I protagonisti che a vario titolo non hanno esercitato il loro ruolo, quelli che lo hanno fatto male, quelli che banalmente si sono disinteressati delle cose di cui avrebbero dovuto occuparsi classificano gli eventi di Piazza San Carlo del 3 giugno come una delle più stupefacenti ed emblematiche storie italiane di sciatteria ed approssimazione politica ed amministrativa. Di organizzare qualcosa in occasione della finale della Uefa Champions League la Città parla con Juventus già prima in occasione della mancata e poi rimandata festa dello scudetto del 21 maggio. La Società si dichiara disponibile a sostenere i costi in forma di sponsorizzazione, non risulta che nessuno della Città abbia mai proposto alla Juventus l’utilizzo dello stadio per la visione della partita. Una decisione quella di organizzare la visione della finale della Uefa Champions League in Piazza San Carlo il 3 giugno che viene presa in una riunione convocata solo 7 giorni prima, il 26 maggio 2017, una riunione convocata dal Capo di Gabinetto dottor Paolo Giordana su mandato della Sindaca e da lui presieduta e governata. La riunione si svolge nei suoi uffici a Palazzo Civico, Giordana è un funzionario in staff, è privo delle funzioni dirigenziali senza alcun potere di firma su nessun atto. Durante la riunione Giordana convoca telefonicamente il Presidente di un Ente partecipato come Turismo Torino, il Dottor Maurizio Montagnese, per puro caso Montagnese si trova nei pressi di Palazzo Civico e con l’Assessore al Turismo e Commercio Alberto Sacco, suo Assessore di riferimento politico nell’Amministrazione. Paolo Giordana una volta giunto Montagnose, presso la riunione che è già iniziata, gli comunica verbalmente che la Città ha deciso che deve essere Turismo Torino ad occuparsi della gestione operativa dell’allestimento della piazza San Carlo per la finale di Uefa Champions League. L’incarico, l’affidamento potremmo chiamarlo così, avviene quindi così verbalmente, si dice che si era fatto così già nel 2015 per l’altra finale Uefa di Champions League, ma in realtà non è così. Secondo l’Assessore Alberto Sacco presente per caso, anche lui per caso alla riunione del 26 maggio 2017 negli uffici del Giordana, l’accettazione verbale in quella sede da parte di Montagnese equivale a tutti gli effetti, a suo modo di vedere, ad un incarico formale della Città, i giorni per mettere in piedi la macchina organizzativa sono ormai solo 6, così proprio così. Un evento che coinvolge decine di migliaia di persone in una delle piazze auliche più importanti della Città che avrebbe richiamato centinaia di giornalisti e avrebbe proiettato Torino su un palcoscenico internazionale viene deciso proprio con questa modalità 6 giorni prima. Nessun Dirigente comunale con potere di firma partecipa alla riunione in cui si assume la decisione, l’Assessore Sacco, che ha la delega ai rapporti con Turismo Torino, passa di lì per caso, la cosa, a suo parere, non lo riguardava per niente, né era compito suo valutare, ma riguardava invece la Sindaca in quanto Assessore con delega ai grandi eventi. Fine della trasmissione. Non viene istruita una deliberazione della Giunta Comunale o anche solo un qualunque altro atto formale scritto di incarico a Turismo Torino come, invece, avvenne nel 2015, così in questo modo parte una macchina organizzativa per un evento di quella portata. Nei giorni immediatamente successivi gli uffici comunali si mettono a lavoro, operano a stretto contatto tecnico e organizzativo con Turismo Torino e i professionisti incaricati affinché l’allestimento della manifestazione si svolga al meglio condividendo alcune decisioni operative ed organizzative dell’allestimento della piazza. La Juventus e Jeep vengono coinvolte dagli uffici della Città e da Turismo Torino per la copertura delle spese sostenute da quest’ultimo Ente che, a sua volta, incarica un professionista, l’architetto Bertoletti per la predisposizione del progetto necessario alla realizzazione dell’evento. Turismo Torino presenta in data 29 maggio la richiesta del patrocinio della Città, il giorno dopo 30 maggio la Giunta Comunale su proposta di Appendino delibera che “per seguire insieme in diretta la partita Turismo Torino di concerto con la Città e con gli organi preposti alla sicurezza posizionerà in piazza San Carlo un maxi schermo ed eventuali strutture finalizzate alla gestione del pubblico presente”, concedendo il patrocinio ed inoltre sempre la Giunta su proposta di Appendino approva gli allestimenti atti a permettere la visione condivisa in diretta della finale di Champions League Juventus-Real Madrid sabato 3 giugno 2017 in piazza San Carlo, in deroga espressa le limitazioni previste dall’art. 23, comma 7 del Regolamento Comunale Cosap n. 257 vigente. Il 31 maggio, solo 3 giorni prima, si tiene il tavolo tecnico presso la Città, si analizzano i diversi aspetti autorizzativi, ma non si affronta nello specifico il tema della sicurezza della piazza. I rappresentanti della Questura, in quella sede, comunicano, tuttavia, che è necessario chiudere la piazza ed installare presidi fissi per il controllo dell’accesso, il tutto viene relazionato subito dopo al dottor Paolo Giordana che afferma di assicurare il raccordo politico degli uffici con la Sindaca. Per la serata del 3 giugno non risulta sia mai stato riunito il tavolo Provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico in Prefettura, mai. Non ci sono riunioni operative interforze tra i diversi corpi di Polizia per verificare il tema della sicurezza dei cittadini che parteciperanno all’evento. Semmai sono state fatte, la nostra Polizia Municipale non vi ha mai partecipato. Non vi sono indicazioni politiche di alcun tipo da parte dell’Assessore con delega alla sicurezza, che all’epoca dei fatti è la stessa Chiara Appendino che lascerà la delega pochi giorni dopo. Non ci sono indicazioni politiche sull’esigenza di emettere una qualche forma di ordinanza antivetro o specifiche forme di contrasto all’abusivismo commerciale né da parte della Sindaca, né dall’Assessore con la delega al commercio Alberto Sacco, né da altri componenti della Giunta. Non vengono emesse specifiche ordinanze sul punto. Tuttavia la Sindaca Chiara Appendino sul suo profilo Facebook alle 20.21 del 3 giugno, pochi minuti prima dell’inizio della partita, ricorda ai torinesi e ai tifosi venuti da fuori “sarà possibile vedere la partita sul maxi schermo di piazza San Carlo”, dichiarando che “vi assicuro che tanti cittadini sono a lavoro da settimane per garantire sicurezza e ordine per quella che deve essere, comunque vada, una serata di festa”, molti cittadini da settimane, Sindaca. Il comandante della Polizia Municipale risulta non aver mai interloquito sull’organizzazione e la sicurezza della finale della Uefa Champions League del 3 giugno con il suo Assessore di riferimento Appendino appunto, mai in nessun modo. Non ha mai interloquito, mai parlato, neanche telefonicamente, non prima durante le fasi organizzative, neanche durante i fatti di quella notte mentre la Sindaca è a Cardiff e neanche dopo, i due infatti si rivedono direttamente in Prefettura il mattino dopo, il 4 giugno. Al comandante non verrà neanche chiesta una relazione sui fatti, da nessuno, lui la predispone motu proprio perché apprende, come dichiara lui, dai giornali che la si attenderebbe, viene invece convocato telefonicamente, sempre da Paolo Giordana, in Prefettura la mattina stessa del 4 giugno, 25 minuti prima dell’inizio della riunione. Non si ha accesso agli ordini di servizio della Polizia Municipale relativi alla numerosità e alla localizzazione dell’organico di Polizia Municipale disponibile nelle giornate del 3 e del 4, sono informazioni queste secretate dall’indagine della Procura della Repubblica di Torino. Si tratta, peraltro, di un weekend e quindi gli organici disponibili sono già strutturalmente ridotti, il 3 giugno c’è la finale di Eufa Champions League, ma il giorno dopo il 4 è infatti già previsto il blocco del traffico e pertanto parte del personale disponibile è certamente assegnato a quel servizio. Il 3 giugno la Sindaca è a Cardiff a vedere la partita, il suo vice Guido Montanari posta sul suo profilo Facebook la foto sfuocata della sua bicicletta da corsa in una delle pausa della sua pedalate tra Torino e Pietra Ligure. Nella linea di comando seguono l’Assessore Marco Giusta e poi Sonia Schellino. Chiara Appendino non ha dato disposizioni particolari a nessuno per coprire la sua assenza, non è dato sapere dove si trovassero gli Assessori quella sera, nessuno, salvo Alberto Sacco che sappiamo essere a Cardiff a vedersi la partita. Il mattino del 3 giugno la Commissione Provinciale di Vigilanza, organo deputato al formale via libera dell’allestimento, effettuata il sopralluogo di rito, emette 19 articolate prescrizioni, tra le altre cose secondo la CPV occorre che eventuali servizi di somministrazione di alimenti e bevande debbano essere regolarmente autorizzati e che gli accessi al parcheggio sotterraneo debbano essere presidiati al fine di garantire l’utilizzo in caso di necessità. Secondo la Polizia Municipale questa funzione di presidio non rientra tra i compiti di controllo della viabilità ad essa assegnati. Queste 19 prescrizioni vengono dattiloscritte a valle del sopralluogo presso la Prefettura e sottoscritte dal Dottor Dosio delegato del Prefetto. Sono indirizzate a tre Enti, Città, Questura e Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco. Secondo gli uffici comunali del suolo pubblico la verifica del rispetto delle prescrizioni della CPV a cui è subordinata la validità dell’autorizzazione al suolo pubblico medesimo ed è mandata alla Polizia Municipale. I tifosi iniziano ad arrivare e a posizionarsi sotto il maxi schermo, arrivano da tutta Italia, arrivano già alle otto del mattino come era capitato nel 2015 e come peraltro era prevedibile secondo i nostri uffici, hanno frigo e bevande con sé. Alle 14.30 circa, ora di inizio dei filtraggi della Polizia ai varchi della piazza, sono già molti in migliaia all’interno della piazza stessa, i rappresentanti della Questura che nel corso della mattina comunicano telefonicamente agli uffici della Città che sarebbero arrivati nel primo pomeriggio, quando giungono sul posto valutano di farli uscire per controllarli e farli rientrare. Nell’attesa dell’evento mano mano che passano le ore si posizionano i volontari delle associazioni della Protezione Civile a presidio dei serbatoi SMAT e in altri punti predefiniti. Chi coordina queste operazioni delle associazioni di Protezione Civile è l’ufficio preposto della Città. L’associazione Ex Carabinieri è una delle quattro associazioni presenti quella sera coadiuva la Polizia Municipale nella gestione del traffico anche se non se ne ravviserebbe il bisogno, il traffico intorno alla piazza è blando e i tifosi arrivano a piedi. Nel pomeriggio all’interno della piazza si assiste ad una situazione surreale, numerosi venditori abusivi con carrelli pieni di bottiglie di vetro sono nella piazza all’interno dell’area a cui si dovrebbe accedere solo attraverso i varchi pedonali che sono presidiati dalle Forze dell’Ordine sul perimetro. Ai varchi si effettuano le perquisizioni, si tolgono i tappi dalle bottiglie di plastica, si usano i metaldetector, dentro la piazza invece per ore e ore carrelli pieni di bottiglie in vetro circolano tra la folla che, nel frattempo, cresce e si surriscalda in vista del match. Gli abusivi vengono identificati, alcuni anche più volte, non si opera però nessun sequestro, gli abusivi non vengono fatti allontanare, sono invitati verbalmente a farlo. Nella piazza che è completamente presidiata e filtrata dalle Forze dell’Ordine sul suo perimetro entrano, circolano tra la folla ed escono carrelli pieni di bottiglie in vetro, i carrelli passano dal parcheggio interrato, i varchi del parcheggio non sono presidiati adeguatamente e questo avviene per ore. Erano bottiglie in vetro, avrebbe potuto essere altro molto più pericoloso. La Presidente dell’Ascom Maria Luisa Coppa già nel primo pomeriggio alcune ore prima dell’inizio della finale telefona, allarmata, per segnalare il problema all’Assessore Sacco che si trova a Cardiff per vedere la partita. Gli segnala la questione degli abusivi in piazza, Sacco tranquillizza la Coppa dicendole che ne avrebbe parlato con la Sindaca davanti ad un caffè, il colloquio tra i due a Cardiff avviene, Sacco comunica alla Sindaca la segnalazione dell’Ascom e Chiara Appendino gli conferma che ne è già al corrente e che se ne è già occupata, dopodiché Sacco torna a vedersi la partita. All’inizio della partita la piazza è stracolma di gente, piena di vetri rotti sul selciato, la raccolta del vetro avviene solo all’esterno del perimetro, all’interno della piazza, saturata a tappo dai tifosi contro il maxi scherma posizionato tra le due chiese di via Roma è impossibile qualunque accesso veicolare. Verso la fine della partita tre ondate di panico scatenano un vero inferno, i tifosi in preda al panico si accalcano, si calpestano, cadono e vengono schiacciati, tre ondate a distanza di 3 minuti la seconda dalla prima e di circa 10, ben 10 minuti tra la seconda e la terza, le transenne vengono divelte dalla spinta dei tifosi e diventano con i vetri in terra causa di ferite anche molto gravi, è il caos. La gente inizia a scappare e a mano a mano che la piazza si svuota, appare evidente uno spettacolo agghiacciante, centinaia di feriti in terra, bambini che si sono persi, persone in stato confusionale, sangue, scarpe, zaini e feriti anche gravi da curare. Il bilancio finale sarà di una vittima e di 1.526 feriti, ma questi sono quelli registrati presso gli ospedali cittadini e dell’area metropolitana, in realtà è verosimile che siano molti di più, poteva essere una strage. Chi è lì ed è in grado di farlo fornisce il suo aiuto, la Protezione Civile, le Forze dell’Ordine, l’ex Comandante dei Vigili Alberto Gregnanini, che sta guardando la partita alla tv a casa sua, apprende della cosa dalla tv e arriva in piazza, da poco è andato in pensione ed è entrato a far parte dello staff della Sindaca per occuparsi di sicurezza su alcuni progetti specifici, è lui che avvisa il suo collega in staff Paolo Giordana, non parla mai con la Sindaca che nel frattempo è a Cardiff. Viene convocato per la riunione l’indomani mattina in Prefettura dal Prefetto stesso nel frattempo accorso sul luogo, non dalla Sindaca che non lo cerca così come la Sindaca non cercherà mai neanche il comandante dei Vigili il dottor Berti. I soccorsi sono resi molto difficili dal numero esorbitante di feriti, alcuni molto gravi. All’1.24 di notte del 4 giugno la Sindaca Appendino da Cardiff annuncia, con un suo post sulla sua pagina Facebook, che la domenica ecologica prevista per il giorno 4 è revocata, domenica ecologica prevista da una delibera della Giunta Comunale e dai successivi atti dirigenziali attuativi. Appendino non comunica nulla al Dirigente responsabile dell’ordinanza del blocco Paolo Camera e al Comandante della Polizia Municipale Berti, non lo fa nessun Assessore e non lo fa nessuno del suo staff, entrambi Camera e Berti lo apprendono dal sito internet del Comune la mattina successiva. A quel punto gli agenti di Polizia Municipale inizialmente previsti a (incomprensibile) del blocco del traffico in Città vengono dirottati dai loro superiori sull’area di libera scambio in via Carcano. La Sindaca Appendino rientra in Italia nella notte, si reca in Prefettura insieme alle altre Autorità, al termine della riunione viene fatta una conferenza stampa. Difficile trarre delle conclusioni a valle di quanto ricostruito anche perché quanto ricostruito è agli atti, la mole di errori, omissioni, valutazioni sbagliate e approssimazioni è talmente grande che sotto questo profilo diventano a nostro modo di vedere addirittura quasi difficilmente ricostruibili nel loro complesso. Non competeva alla Commissione d’indagine valutare i profili di responsabilità civile e penale in capo ai singoli soggetti, pubblici ufficiali o incaricati di pubblici servizi che a vario titolo hanno contribuito con i loro comportamenti, le loro azioni, le loro omissioni e i loro ritardi a determinare quanto avvenuto, questo è un compito della Magistratura cui siamo convinti questa ricostruzione potrà comunque essere utile in questo difficile lavoro, idem per quanto concerne eventuali profili di responsabilità patrimoniale in capo ai singoli e relativi al risarcimento dei danni alle vittime. La Commissione d’indagine avrebbe dovuto valutare cosa non ha funzionato invece sotto il profilo politico e amministrativo; sul primo punto, quello politico, alla luce del quadro che è emerso e che è stato ricostruito, le considerazioni conclusive sull’adeguatezza ruolo dei diversi soggetti che hanno contribuito alla tragedia del 3 giugno, diventa difficile addirittura esprimerle. Preferiamo che a tirare queste conclusioni politiche sia ciascun lettore che ha ascoltato questa relazione, lasciamo che il giudizio politico sul fatto che chi guida certi processi, chi ha certi incarichi e ha certi ruoli sia davvero all’altezza di farlo lo lasciamo a chi ha ascoltato e a chi ha letto la relazione, ognuno tirerà le sue conclusioni, con chiarezza però pensiamo utile, urgente mettere mano e velocemente alla macchina organizzativa comunale. Le recenti trasformazioni degli organigrammi, e dei processi infunzionali interni alla Città di Torino della scorsa primavera formali e informali, hanno dimostrato la loro totale e assoluta inadeguatezza al primo banco di prova minimamente significativo. Lo scopo della nostra Commissione era ricostruire i fatti per mettere in evidenza cosa non è funzionato nella macchina comunale e nelle filiere di comando politiche e amministrative in modo da mettere in campo i correttivi necessari affinché simili episodi non si verifichino più in futuro. I risultati del lavoro hanno scoperchiato un tale livello di inadeguatezza che questo ripensamento non è solo indispensabile, ma assume i caratteri di estrema urgenza. Per queste ragioni, Sindaca Appendino, abbiamo voluto predisporre una mozione di indirizzo, come ho già avuto modo di dire non competeva, né compete alla Commissione di indagine comunale che comunque ha fatto un egregio lavoro analitico, preciso, attento e documentato perché tutto quello che è stato riportato in questa relazione è scritto negli atti delle audizioni o scritto dentro gli atti a disposizione dei Consiglieri Comunali e conseguentemente può essere tranquillamente verificato, non competeva, né compete alla Commissione di indagine o al Consiglio Comunale valutare i profili della responsabilità penale sulle eventuali omissioni in atti di ufficio, su eventuali lacune comunicative che ci sono state da parte dell’organo politico, da parte di Dirigenti di questo Comune e non solo da parte di Dirigenti di questo Comune dall’organo politico, ma anche da tutti coloro che in qualche modo sono stati coinvolti nell’ambito dell’organizzazione di questa vicenda e della gestione operativa dell’ordine pubblico quella sera. Il livello di inadeguatezza è, a nostro modo di vedere, stato palesemente evidenziato e conseguentemente siccome questa questione ha avuto delle conseguenze gravissime, abbiamo avuto una vittima, abbiamo avuto oltre 1.500 feriti, sarà... - e noi abbiamo la massima fiducia nell’operato della Magistratura -, sarà la Magistratura a fare il suo corso. Tuttavia non può la politica stare ferma in attesa che si compia l’accertamento delle responsabilità penali che non sappiamo quando avverrà, in che termini avverrà, la politica e l’Amministrazione a valle di quello che è emerso non può stare ferma, qui dal 3 giugno ad oggi non è cambiato nulla, non è successo nulla, sono tutti lì al loro posto, tutti, indistintamente. Questo mi dispiace non ha niente a che vedere con l’elemento penale, l’elemento civile, è un elemento squisitamente politico e amministrativo, la macchina organizzativa dei grandi eventi di questa Città ha, oggettivamente, evidenziato lacune non emendabili e necessariamente deve essere adeguata ed è questo il senso del primo punto della mozione che oggi sottoponiamo in Consiglio Comunale. Abbiamo anche qualche idea su come farlo, abbiamo anche qualche idea di quali siano stati, come dire, i tasselli mancanti, le ambiguità, i rapporti di forza sostanziali non formali, il fatto che certe decisioni sono state assunte in un certo modo piuttosto che in un altro, ma ci riserviamo di stare un passo indietro, se verremo chiamati a dare dei suggerimenti li daremo, a noi basta che l’Amministrazione prenda coscienza del fatto che non è tollerabile che un morto e 1.526 feriti non producano alcuna azione amministrativa nella macchina che ha organizzato l’evento e nella macchina che avrebbe dovuto collaborare alla tutela dell’incolumità dei cittadini quella sera. Il secondo punto della nostra mozione, Sindaca e Maggioranza, riguarda il tema del risarcimento alle vittime, abbiamo appreso, in settimana, che Turismo Torino ha impugnato di fronte al Tar Piemonte la delibera e l’ordinanza con cui l’Amministrazione Comunale, peraltro Lei, ne do atto, un giorno dopo ha detto che era colpa di Turismo Torino e conseguentemente, questo ha innescato una serie di meccanismi, abbiamo preso atto che Turismo Torino ha impugnato al Tar Piemonte la legittimità formale di quella delibera, ma al di là del tema formale della legittimità o meno della delibera e dell’ordinanza il tema è politico. Un Sindaco si assume le responsabilità e se ne fa carico, e se ne fa carico. Noi, Sindaca le chiedemmo, a prescindere senza neanche aver svolto il livello di analisi che abbiamo portato avanti in Commissione di indagine, banalmente due cose, di chiedere scusa perché qualcosa non aveva funzionato e di dire che sarebbe Lei andata a fondo della verità, Lei doveva farsi carico, non farselo chiedere o anzi provare, come dire, artatamente ad evitare che questo lavoro venisse fatto e noi di questo ci dispiacciamo molto. Allora siccome non abbiamo idea di quale sarà il principio di accertamento delle responsabilità crediamo opportuno anche per dare un segnale alle migliaia di cittadini che hanno fatto richiesta di risarcimento danni, che hanno presentato esposti alla Procura della Repubblica di Torino e non solo di Torino di dare un segnale, che comunque noi ce ne occuperemo, di risarcire questi nostri cittadini che sono state vittime di un’incapacità gestionale operativa quella sera da parte del Comune di Torino. Il terzo punto riguarda la pubblicizzazione di questi atti, la Commissione di indagine, secondo me, ha lavorato molto bene e poi è finita male, ma ha prodotto un lavoro che credo sia doveroso rendere pubblico, poi sarà il singolo cittadino ad utilizzare o non utilizzare quelle informazioni per difendere i propri diritti, ma penso davvero che il rendere doverosamente all’onor del mondo lei quando si insediò, Sindaca, parlò di casa di vetro, bene, lo faccia, lo faccia. Rendiamo pubblici formalmente e non da indiscrezioni giornalistiche tutte le carte dell’inchiesta, è nostro dovere, non è una nostra facoltà, è nostro dovere. Il quarto punto riguarda il tema assicurativo, è emersa con grande chiarezza una strutturale problematica di sottovalutazione, rispetto a questo tema, chiediamo davvero che nell’ambito della riorganizzazione di questa valutazione che sta facendo la Città su se stessa, sulle sue partecipate, sugli enti strumentali che questo punto venga esaminato. Il quinto, guardi, è già un po’ datato e parla di un’annuale programmazione degli eventi, il tema vero e a noi dispiace molto, è che purtroppo stiamo assistendo ad una cosa che umanamente capiamo, ma politicamente non giustifichiamo che è quella che presi dal terrore che possa ricapitare qualcosa noi banalmente gli eventi a Torino non li vogliamo più, allora questo non è tollerabile. Siamo passati da un estremo, piazza San Carlo, all’estremo opposto, i Fuochi in Piazza Vittorio del 24 di giugno in cui, forse, qualche piccolo eccesso ci si consenta c’è stato. Capiamo il momento emotivo, capiamo anche la difficoltà personale e infatti, Sindaca, non abbiamo minimamente speculato su questa cosa, non abbiamo volutamente speculato, né lo facciamo oggi, ci limitiamo a rendere noto ai torinesi che cosa è capitato, a lasciare ai torinesi, non solo ai torinesi, la valutazione se Lei, non solo Lei, anche chi aveva compiti di tutela dell’ordine pubblico è o non è all’altezza di guidare la poltrona su cui siede. Noi ovviamente abbiamo un nostro giudizio, ce lo teniamo per noi, ciascuno si darà il suo, se Lei e la sua squadra siete all’altezza del compito che vi siete assunti e chiediamo di fare cinque semplici cose, tutte amministrative, tutte in capo all’Amministrazione Comunale di Torino. Con questo spirito abbiamo affrontato i lavori della Commissione di indagine, con questa serietà io credo davvero sarebbe doveroso che la Città di Torino a valle di quanto è emerso e soprattutto a valle, come dire, di un percorso e anche un po’ di una decantazione che c’è stata quindi fuori dal tema del patos emotivo io non ho mai creduto a, come dire, azioni nell’imminenza di un fatto, succede qualcosa deve saltare Tizio, no, perché non è l’emotività che deve regolare questo tipo di valutazione, ma non può neanche passare il principio che succeda un fatto del genere e non succede niente perché non sta succedendo niente, questo mi dispiace è sbagliato esattamente come il metodo di agire nell’imminenza e sotto l’emotività, come dire, del patos di questa questione, grazie. VERSACI Fabio (Presidente) Grazie a lei. E’ iscritto a parlare il Capogruppo Rosso, ne ha facoltà per 10 minuti. ROSSO Roberto 1.526 feriti negli ospedali della Città e un morto, che credo gravi un po’ sulla coscienza di chi ci sta ascoltando dai banchi dell’Amministrazione, 1.526 feriti e un morto non perché uno potrebbe presumere sia stato un attentato dell’Isis, ma perché la Città di Torino è in mano a Caifa come Amministrazione. La Città di Torino, la Prefettura di Torino, la Questura di Torino. Il 26 maggio è la prima data in cui si trovano, lo ricordava prima Lo Russo, si trovano alcune delle persone che avrebbero dovuto organizzare l’evento. Di tutte l’unico che era a competenza non formale, perché non aveva autorità formale di firma, ma che era una competenza funzionale era il Dottor Giordana, che prende possesso della funzione e incarica al casualmente arrivato Presidente di Torino Turismo, incarica Torino Turismo di svolgere i preparativi dell’operazione, 7 giorni prima della vicenda. Ricevono il passaggio il 31 maggio, il tavolo tecnico viene approntato al Comune di Torino, non c’è nessuno che affronta il problema della sicurezza, poche baggianate in Comune e poi ci si ritira senza avere affrontato minimamente il problema della sicurezza. Non è mai stato convocato dal Prefetto di Torino, perché le colpe non sono soltanto della Sindaca che ci ascolta, ma sono anche di coloro con cui Lei cerca di salvarsi il deretano che sono il Prefetto di Torino e il Questore di Torino, ci sono responsabilità enormi da parte di questa prima figura, il Procuratore di Torino, che mai convoca il tavolo Provinciale per l’ordine pubblico della sicurezza. Si ritiene che convocare 30 – 40.000 persone in una piazza aulica di Torino e transennarli, come pretende la Questura, non sia un problema su cui convocare un tavolo congiunto. Non ci sarà nessuna riunione operativa interforce, e nessuna ordinanza autorizzativa ordinativa, ordinanza autorizzativa, contro l’uso dei vetri e bottigliette in piazza. Mai, lo ricordava prima Lo Russo, mai la Sindaca di Torino né prima né durante né dopo persino dopo l’evento si mette in contatto col Comandante dei Vigili, che francamente, io ho visto un bel film di Michael Moore sul modo in cui Bush Junior prendeva atto del fatto dell’attentato delle due Torri in modo estremamente stralunato, per mezz’ora senza dire parola, ebbene, io mi chiedo cosa abbia fatto in quelle 24 ore il Sindaco di Torino oltre che vedersi la partita a Cardiff. Infine il 3 giugno, cioè la mattina in cui si svolgerà l’evento, la Commissione Provinciale di Vigilanza dà alcune disposizioni di buon senso, le da l’ultimo giorno e l’ultima mattina, e voglio ricordare due cose, primo: bisogna impedire in ogni modo l’accesso del vetro alla piazza, secondo: bisogna presidiare i varchi d’accesso al parcheggio sotterraneo. Ebbene, di entrambe queste cose non viene fatta nessuna, né la prima, né la seconda, è proprio vero che l’Isis è un po’ strabica, per fortuna, nei confronti nostri, dell’Italia e di Torino, perché quel giorno, sotto i varchi di accesso al parcheggio, anziché soltanto i pulmini con le bibite che andavano a vendersi all’interno della piazza, poteva passare qualsiasi tipo di esplosivo che né la Sindaca, né il Questore, né il Prefetto avrebbero impedito arrivasse. Ecco, durante queste cose, che ho riassunto rispetto alla relazione molto più lunga che Lo Russo ha tenuto, durante queste cose il comportamento normale di una persona normale sarebbe quello primo di chiedere scusa, ufficialmente, platealmente, il secondo di considerare se non sia il caso, e con Lei la sua Maggioranza, di ritirarsi ad altro lavoro, forse meglio retribuito, ma sicuramente più in grado di essere svolto dalle competenze della Sindaca, perché le sue competenze da Sindaca non sa svolgere. Qui non è in ballo se la Sindaca di Torino verrà inquisita, rinviata a giudizio, condannata per le sue responsabilità su piazza San Carlo, non è in ballo se il Prefetto o il Questore verranno altrettanti inquisiti, rinviati a giudizio o condannati, è in ballo che, perché questo è compito della Magistratura, non attiene a noi, ma la politica deve poter dire “se uno sbaglia in modo così clamoroso come la Commissione di Indagine ha dimostrato (inc.) sbagliato”. Questo è un compito non della Magistratura ma della politica, ci mancherebbe ancora che la Magistratura dovrebbe, dovesse supplire il compito della politica anche su questo campo, cioè, prendere atto di un lavoro bestialmente svolto da parte della macchina organizzativa organizzata dalla Sindaca è un fatto che presiede temporalmente e fattualmente a chi fa politica in questo nostro Consiglio Comunale. Io mi chiedo che cosa ha indotto la Sindaca, ad esempio, a mai imputare alcunché al Prefetto e al Questore, forse ha paura di essere con loro coinvolti in questa vicenda, forse ha paura di dover rispondere con loro di responsabilità che l’accomunano a loro, ma è evidente che il Questore e il Prefetto di Torino avrebbero dovuto essere richiesti di essere mandati ad altre destinazioni, ad altro incarico rispetto a quello di fare il Questore e il Prefetto di Torino dopo questa pessima condizione degli avvenimenti. Io mi auguro che almeno le 5 osservazioni che la mozione presenta vengano accolte, ma devo dire anche una cosa, la dico a Lo Russo che è stato sicuramente un validissimo e valente membro di questa Commissione di indagine, io sono arrivato dopo, almeno una cosa, come sia stato possibile, a fronte della relazione che lui ha letto pedissequamente e intelligentemente, come sia stato possibile non mettere, nella mozione, due righe in cui si chiedesse alla Maggioranza di sfiduciare la Sindaca di Torino e al Consiglio Comunale di Torino di chiedere al Prefetto Minniti di prendere provvedimento verso il Prefetto e verso il Questore. Io non so se ci sono una buona intendenza di sentimenti tra il maggior partito di opposizione e l’unico partito di Maggioranza, ma è evidente che da un po’ di tempo a questa parte si constata che da un lato la Sindaca Appendino si mette sotto le gonne di Chiamparino per ottenere quello che altrimenti non otterrebbe, in particolare sul Bilancio di Torino, è evidente che ci sono uno straforo di miliardi di debiti che mai l’Appendino ha imputato al vero responsabile che è Chiamparino, dall’altro lato un brodino somministrato dal PD a questo Consiglio Comunale, sulla mozione, perché la relazione è molto forte e molto dura. Davanti a quella relazione, l’unica cosa, si possono mettere tutte le cose che ha messo Lo Russo evidentemente, però la prima principale cosa che si doveva mettere è chiedere le dimissioni del Sindaco. Sono rimasto abbastanza sconcertato, ne ho parlato anche con Lo Russo prima che venisse completata la relazione, del fatto che questa domanda non c’era, eppure il Sindaco l’ho votato. Però credo che sarebbe estremamente opportuno che qualcuno in quest’Aula, anche da parte della sua Maggioranza, cominciasse a chiedere dei comportamenti coerenti da parte del Sindaco in carica. Fino adesso non è venuto noto, spero che nel corso del dibattito questo possa emergere, grazie. VERSACI Fabio (Presidente) Prima di dare la parola alla Consigliera Sganga, comunico che il Movimento 5 Stelle ha a disposizione 120 minuti. Prego, Consigliera Sganga. SGANGA Valentina Sì, grazie, Presidente. Questa mozione ci costringe inevitabilmente ad affrontare una discussione sui fatti, appunto, sui tragici fatti del 3 giugno. Credo che proprio per questo aspetto sia necessaria una doverosa premessa, desidero dire, a nome sicuramente della Maggioranza ma credo di tutti i presenti, che pesa sulle spalle di questo Consiglio Comunale un sentimento di... incancellabile di tristezza e di sconforto per qualcosa che mai e poi mai avremmo voluto vedere nella nostra Città. Sono passati più di tre mesi da quella sera e tante ipotesi sono state vagliate per cercare di capire chi o che cosa ha scatenato quelle ondate di panico, eppure ad oggi ancora una risposta a questa domanda non c’è e probabilmente questo nodo specifico, io mi auguro di sì, però probabilmente non verrà mai chiarito fino in fondo. I molti aspetti, innegabilmente distruttivi, di quanto accaduto il 3 giugno, mi riferisco in particolar modo alla circostanza che ha visto la presenza di venditori abusivi sulla piazza e al transennamento della stessa, che ha impedito il corretto deflusso della folla, hanno portato il 12 giugno scorso alla costituzione di una Commissione, appunto, di una Commissione Comunale di indagine a cui io, insieme ad altri 8 colleghi di Maggioranza e Minoranza, ho preso parte. E per questa ragione credo di poter intervenire con ragionevolezza in questo dibattito. L’obiettivo che ci si era posto era quello appunto di costruire, come già detto appunto dagli interventi precedenti, l’iter organizzativo che ha portato all’allestimento di un maxi schermo in piazza San Carlo per la proiezione della finale di Champions League. L’esigenza era quella di cercare di capire se qualcosa in quell’iter amministrativo ed organizzativo non avesse funzionato, e se quel qualcosa potesse, da un lato, essere migliorato e dell’altro costituire un’eventuale responsabilità di ordine politico e amministrativo in capo a chi governa quest’Ente. Era un compito non facile e dico subito che, per rispetto ad una Città ferita abbiamo, tutti, in quella sede, cercato di dare il meglio di noi, sfortunatamente per lo scopo che quella Commissione si era data, ma giustamente e legittimamente, parallelamente ai nostri lavori si è aperta una ben più cospicua indagine della Procura della Repubblica di Torino con vari filoni di inchiesta. La Procura ha acquisito e secretato documenti del Comune, della Questura, della Polizia Municipale, della Prefettura, oltre che del servizio del 118 e del Consorzio Turismo Torino, ovvero l’Ente strumentale, l’Ente terzo che, come abbiamo avuto modo di ricostruire nei lavori della Commissione, si è occupato dell’organizzazione dell’evento. E, al vaglio degli inquirenti, c’è anche l’operato di un altro organo molto importante ai fini di quella che doveva essere la nostra indagine, ovvero la Commissione Provinciale di Vigilanza, cioè l’organo interforze istituito presso la Prefettura a cui partecipano rappresentanti di Prefetto, Questore, Sindaca, ASL, Vigili del Fuoco e Genio Civile e che ha competenze su tutte quelle manifestazioni che prevedono un’affluenza di pubblico superiore alle 5.000 persone. Quella sera in Piazza San Carlo c’erano 30.000 persone, ed è proprio la Commissione di Vigilanza che aveva fissato, tra le varie prescrizioni che son state già richiamate, appunto per garantire delle condizioni di solidità, di sicurezza e igiene in piazza, la capienza massima a 40.000 spettatori, quindi circa 10.000 in più di quelli che poi effettivamente quella sera erano presenti in piazza. Ed ora arrivo al punto. Io ho avuto modo di leggere con attenzione questa mozione che ha in “impegna” tutta una serie di richieste che sono basate su delle deduzioni personali e politiche contenute in u altro documento che è, appunto, allegato e questa mozione e che è, appunto, la relazione conclusiva sui lavori della Commissione di indagine, relazione conclusiva sottoscritta da 4 Consiglieri di Minoranza, appunto il Consigliere Lo Russo, il Consigliere Rosso, Magliano e Lavolta. Ho avuto modo di leggere con attenzione e ora di riascoltarla, dato che ci è stata gentilmente letta in Aula, e sono rimasta basita e stupita dalla sicumera con cui senza mezzi termini si afferma che gli eventi di piazza San Carlo si classificano, rileggo una delle frasi più salienti, come “una delle più stupefacenti ed emblematiche storie italiane di sciatteria e approssimazione politica e amministrativa”. È un giudizio forte, e io non entro nel merito della capacità di valutazione anche fortemente critica dei Consiglieri di Minoranza che hanno sottoscritto questo documento, però mi porgo delle questioni, e mi chiedo sulla base di quali elementi, sulla base di quali elementi di comprovata oggettività è basato questo giudizio? Perché fino a prova contraria in quella Commissione c’ero anche io e se mi dovessero chiedere “quali sono i profili omissivi, quali sono le carenze nella catena organizzativa e nella gestione della sicurezza che hanno portato all’epilogo di quella sera?” io risponderei “non lo so”. Non lo so non perché non si è in grado di formulare un giudizio critico, ma perché mi mancano gli elementi per poterlo formulare. Abbiamo ricostruito in quella sede, in quella Commissione dei pezzi, ne mancano tanti altri, lo sappiamo, vi sono tante caselline con un punto interrogativo sopra. L’indagine della Commissione Comunale si è sovrapposta a quella della Procura e questo ha vanificato i nostri sforzi e magari anche le nostre buone intenzioni, per cui vi chiedo e continuo a chiedervi: sulla base di quali elementi di comprovata oggettività è basato questo giudizio? Noi in Commissione non abbiamo potuto neanche potuto ascoltare la testimonianza dei soggetti che più di ogni altro hanno concorso alla definizione delle scelte dal punto di vista organizzativo, e mi riferisco al fatto che per via dell’iscrizione nel registro degli indagati sono saltati gli incontri, che avevamo fissato a calendario, del Dottor Montagnese e Dottor Bessone, ovvero dei Dirigenti di Turismo Torino, mi riferisco altresì al fatto che in molti casi, a fronte di puntuali domande poste in Commissione da noi commissari ai nostri ospiti, c’è stato da questi riferito che erano impossibilitati a rispondere perché vincolati all’indagine della Procura della Repubblica. Mi riferisco al fatto che in questa relazione si parla di mancato coordinamento interforze tra il Comune e gli organi preposti alla sicurezza e al controllo del territorio, eppure noi non disponevamo, perché secretati, dei carteggi tra l’Amministrazione e la Prefettura, non disponevamo dell’impiego e della dislocazione delle forze della Polizia Municipale, né dei verbali redatti quella sera dalla Municipale stessa; non disponevamo del piano di sicurezza predisposto dall’Ente organizzatore Turismo Torino, non sappiamo sulla base di cosa la Prefettura abbia dato via libera con le prescrizioni della Commissione di Vigilanza, non disponevamo dell’organizzazione della Questura, dell’autorizzazione con cui la Questura, non disponevamo dell’ordinanza della Questura con cui si chiariva l’attuazione di queste misure. Non abbiamo potuto confrontarci con il Prefetto e con il Questore, e non abbiamo idea, non abbiamo idea delle comunicazioni intercorse tra questi e gli Uffici Comunali e la Sindaca e via dicendo. Eppure siamo di fronte ad una relazione in cui i giudizi si sprecano, in cui le congetture personali si vendono ai torinesi per dati oggettivi. Io non ho ragioni per non supporre che questa vicenda sia caratterizzata da approssimazione ed errori, anzi, credo personalmente che lo sia, ci sono stati errori e ci sono state omissioni, ma nella ricostruzione dell’iter organizzativo, a noi, mancano troppi pezzi per poter attribuire responsabilità. Sarebbe stato più giusto dirlo, sarebbe stato un esercizio di correttezza verso la Città dirlo, eppure invece c’è chi se l’è sentita di mettere nero su bianco un giudizio in cui si attribuisce una responsabilità specifica in capo alla Sindaca e qualcuno si è sentito di fare questo, pur non avendo gli elementi sufficienti per poterlo fare. Ci tengo a dirlo, Io credo fortemente che chi si trova al vertice di un’organizzazione complessa non possa mai, a fronte di un evento tragico, relegare le colpe a chi doveva eseguire le sue scelte e non l’ha fatto. Credo debba assumersi sempre la responsabilità morale e formale di quanto accaduto, cosa che per altro è stata fatta dalla Sindaca, è stata fatta con una lettera aperta di scuse alla cittadinanza. Credo invece che lo scopo della Commissione fosse di ricostruire le responsabilità materiali, perché attribuire le responsabilità formali non c’era bisogno, non c’era bisogno di una Commissione di indagine per poterlo fare, avremmo potuto farlo benissimo anche senza, bastava una chiacchierata al bar in cui ognuno si lanciava nelle proprie ipotetiche ricostruzioni e in cui tutti si attendeva, con fiducia, l’esito delle indagini della Magistratura, ovvero l’unico organo che al momento non solo è in grado di attribuire delle responsabilità di carattere civile e penale, ma che ha tutti gli elementi e tutta la documentazione per poter formulare un giudizio oggettivo sulle eventuali mancanze istituzionali. E altresì credo, anzi, altresì non credo che il Consiglio Comunale di questa Città possa permettersi di vendere ai torinesi delle verità parziali, delle verità squisitamente politiche e soggettive, espressione della volontà di avere uno scalpo politico tra le mani. Sono certa che tutto ciò non rende nessun vantaggio alla cittadinanza, e sono altrettanto convinta che tutto ciò che questa relazione corrisponde ad un’unica esigenza, ad un vostro interesse stringente minimo che è quello di scaricare sulla Sindaca la frustrazione repressa che ha connotato il vostro primo anno di opposizione. Grazie. VERSACI Fabio (Presidente) È iscritto a parlare il Capogruppo Napoli, ne ha facoltà per 10 minuti, prego. NAPOLI Osvaldo Grazie, Presidente. Inizio dal fondo. Ho ascoltato la relazione di Lorusso e mi pare che Lorusso abbia al 95% parlato di quello che è scaturito dalla Commissione, l’altro 5% ha parlato di altro. Allora, dico ai colleghi del Partito Democratico e a Lorusso che per quanto mi riguarda su 4 punti che lui ha prospettato 5 punti, 4 mi trova perfettamente d’accordo, il quinto credo che lui lo sappia, per quanto l’utilizzo dei dati, emersi in questa pseudo Commissione, non sono d’accordo di poterli dare a chi eventualmente li richiede. È un alinea che ho sempre tenuto dal primo minuto ed è una linea che continuo a tenere. Aggiungo che quando sento un attacco durissimo nei confronti del Prefetto, del Questore e del Sindaco, non mi riconosco. La mia storia istituzionale da Sindaco per 27 anni e la mia storia istituzionale in senso generale mi porta a fare completamente un ragionamento diverso, le istituzioni si attaccano quando si hanno delle certezze e quando altre istituzioni colpevolizzano quelle istituzioni. Non è una Commissioni di inchiesta, né io dal lato personale che posso accusare Questori, lo stesso Sindaco e il Prefetto, e quando qualcuno dice “ho votato il Sindaco”, pochi giorni fa leggevo anche l’intervista in cui dice “se dovessi scegliere continuerei a votare l’Appendino”, io invece sono diverso, non voterei nessuno dei due, è una battuta ma è una battuta estremamente seria. E mi trovo quindi in condizioni istituzionali completamente diverso. Vedete, ho sempre detto che il lavoro della Commissione di inchiesta su piazza San Carlo era destinato ad alimentare la polemica politica senza cavare un ragno dal buco di responsabilità. Non vi sono dubbi, quanto accaduto in piazza San Carlo è di una gravità eccezionale perché sono episodi che alimentano la sfiducia nelle istituzioni, minano la loro credibilità e costituiscono oggettivamente un intralcio al lavoro della Procura, unico organo come ho sempre sostenuto, titolato ad indagare sulla notte del 3 giugno. Bene, se le polemiche non hanno l’intento di colpire il Sindaco, allora chi fa questo, chi fa questo calcolo, bene secondo me, prendo un abbaglio perché il Sindaco Appendino si cala agevolmente nei panni della vittima di una macchinazione politica. Quando si dice alla politica screditata sugli occhi dell’opinione pubblica o assediata dalla Magistratura, si trascura un particolare rilevante, la politica è assediata da se stessa, dai suoi protagonisti e la credibilità dei politici, io per primo, è minacciata dall’ uso strumentale che noi per primi facciamo degli eventi che accadono. La pubblicazione dei lavori della Commissione, senza alcun potere, io credo e l’ho detto anticipatamente, non è un servizio reso alla democrazia e l’informazione, é invece l’ennesima conferma del livello molto spesso di attacco duro toccato oggi dalla politica in Italia ed è un servizio reso al qualunquismo e allo stesso grillismo che ringraziano gli autori. Vedete le Commissioni, diceva Luigi Einaudi io l’ho ancora vissuto ma non in quel senso, si fanno più per accattare i problemi e non per risolverli. Bene, la drammatica serata di piazza San Carlo e sostanzioso, sostanziale, e chiedo scusa all’amico e collega Lavolta fallimento della Commissione non certamente per colpa sua, né per i membri di inchiesta su quei fatti stanno sprigionando, non vi sono dubbi, veleni politici, con il risultato da un lato di allontanare l’accertamento della responsabilità, da parte della Magistratura, e dall’altro lato di offrire ai torinesi l’ennesima rappresentazione di una politica inconcludente e incapace di guardare la realtà senza il paraocchi dell’ideologia o degli interessi di parte. I giustizialisti di ieri e quelli di oggi e non faccio cenni a nessun partito, credo che rendono un pessimo servizio alla Città e ai torinesi. Ho detto e ripetuto che ogni attacco al Sindaco Appendino, che non sia fondato sui dati di fatto, rischia di risolversi in un boomerang per chi lo porta, lo dico senza per questo considerarmi e non ci sono dubbi su questo, l’avvocato difensore del Sindaco, sono semmai un suo fiero e determinato oppositore, non privilegio però il tanto peggio e il tanto meglio. L’esperienza mi ha insegnato però che un’opposizione pregiudiziale e ideologica e anche un’opposizione sterile allontani i cittadini dalla politica e infiacchisce il senso delle istituzioni, istituzioni che dicevo prima, quando lo si attacca in questa maniera certamente si fa del qualunquismo e si da la possibilità alla gente che vuole il qualunquismo di parlare male della politica e anche di se stessi. Allora, allontana i cittadini dalla politica e infiacchisce il senso delle istituzioni. Per queste ragioni Forza Italia a Torino, ma non solo, svolge un ruolo di opposizione responsabile e concreta, come accade sulla questione spinosa anche del risanamento delle finanze comunali. Cavalcare le inchieste giudiziarie o pensare di dare scacco a un avversario politico sulla base di vicende giudiziarie, se va bene non porta da nessuna parte, mentre se va male rischia di rafforzare quell’avversario. Permettetemi una battuta di oggi, di questi tempi, il pentimento sulla via di Damasco di Cinque Stelle che avevano detto fuori chi è indagato, ma si tengono stretti tutti quanti gli indagati, e lo vediamo in questi giorni, (inc.) la loro posizione. Siamo garantisti noi di Forza Italia, e lo rimaniamo fino alla fine delle sentenze al di là dei colori ma al di là di qualsiasi tipo di cittadino, non soltanto nei confronti della politica. Se esistono documenti esaminati dalla Commissione Consiliare d’inchiesta non ancora resi noti, per quanto mi riguarda, non cambino in ogni caso il quadro delle responsabilità, poiché l’unico giudizio che conta è quello che potrà emergere dall’inchiesta e la Procura della Repubblica. Ecco, Forza Italia non intende rafforzare la Giunta Appendino e proprio per questo aspettiamo fiduciosi la conclusione dell’inchiesta giudiziaria, leggevo oggi sui giornali che c’è qualcuno che dice che gli avvisi di garanzia ed altro arriveranno dopo il G7. non ci credo, ho troppo rispetto per la Procura della Repubblica per pensare che avvisi di garanzia od altro possano arrivare in base ad un evento che potrà venire dopo. Non ci credo, credo che la Procura di Torino con il suo Procuratore Generale ed altri abbia il buon senso e le capacità di decidere senza essere condizionato da altri fatti che estremamente, leggo ancora oggi sui giornali, estremamente gravi. Allora noi di Forza Italia aspettiamo fiduciosi la conclusione dell’inchiesta giudiziaria, l’unica in grado davvero di restituirci un quadro chiaro sulle responsabilità di quanto accaduto in piazza San Carlo la sera del 3 giugno e la Procura della Repubblica dovrà certamente rendere, come dire, onore a quelle 1.500 persone ferite o a quel morto che è qualcuno di cui, le responsabilità di qualcuno ci sono nella maniera più assoluta. Allora dico e lo ripeto, per quanto riguarda il mio voto 4 su 5 c’è sul quinto, ripeto ma con estrema correttezza come han potuto vedere tutti i colleghi di questo Consiglio Comunale, non potrò aggregarmi a questo tipo di richiesta, grazie. VERSACI Fabio (Presidente) È iscritto a parlare il Capogruppo Tresso, ne ha facoltà per 10 minuti. TRESSO Francesco Grazie, Presidente. Io ero quasi dubbioso se intervenire in merito a questa mozione, avrei fatto fosse una dichiarazione di voto più snella, però a valle dell’intervento della Consigliera Sganga, mi permetterò di dire alcune cose. Innanzitutto vorrei far notare al Consiglio che comunque la Costituzione della Commissione di indagine è stata votata all’unanimità da tutti i Capigruppo, quindi è stata una decisione plenaria del Consiglio. Nel momento in cui si è votato questa Commissione, ricordo anche la discussione che come i Capigruppo di minoranza avevamo avuto, che era abbastanza presumibile e scontato che ci sarebbe stata da parte della Procura un altro tipo di indagine di tipo …, sotto il profilo penale, per cui era assolutamente ovvio e palese, che comunque gli intendimenti, gli obiettivi che ci davamo con questo tipo di Commissione non erano certo quelli di andare a indagare ed accertare delle responsabilità o delle omissioni sotto il profilo penale, abbiamo ribadito più volte che si voleva comunque fare un’analisi, sotto un profilo anche più esclusivamente tecnico di quelle che erano stati degli aspetti procedurali che avevano evidenziato delle lacune, delle carenze, sia in fase preventiva, sia in fase gestionale dell’evento. Ora, non entro nel merito di come la Commissione ha lavorato, io personalmente rispetto a quelle che il Regolamento Comunale prevede come possibilità di conclusione del percorso di una Commissione di questo tipo, forse mi sarei aspettato la presentazione di una o forse più relazioni che avessero dato, un’evidenza di quelli che erano stati i lavori, da offrire al Consiglio per poi dare una valutazione di tipo politico. Così non è stato, però oggi ci troviamo comunque a dover valutare una proposta di mozione che secondo me ha una sua coerenza. Ma mi spiego: davvero pensiamo che oggi, a 3 mesi dall’accaduto, di un fatto di così grave entità, la risposta della Consigliera Sganga, ossia dire: “io non so quali siano i profili omissivi e non so dare risposte?”. Ma allora, premesso che era ovvio che non avremmo avuto un quadro esaustivo e completo, ma questo ci mancherebbe, è ovvio che avere elementi completi, prima di dare un giudizio sul profilo penale, è quello che, insomma, il nostro diritto giuridico chiede ed è fondamentale. Ma io mi son fatto, come penso molti di noi qui dentro, un semplicissimo lavoro di andare a confrontare quella che è la documentazione che c’è stata resa disponibile, cioè quelli che sono gli atti delle audizioni, e ho verificato quello che si dice nella Relazione, questo al netto dei toni, ma non vogliamo usare il termine sciatteria, non vogliamo usare sicumera, ma per carità, però io non ho trovato cose false rispetto a quello che era riportato dalle audizioni, non ho trovato cose inventate, allora, voglio dire, ce n’è già abbastanza comunque, ma proprio su tanti aspetti, ma come dico io non ho qui nessuna intenzione di andare a distinguere delle responsabilità per individuare delle responsabilità specifiche in capo alle persone, in capo ai tecnici, in capo alla Giunta, in capo ai singoli componenti. A me interessa però una presa d’atto politica, di quello che la Giunta ha assunto come comportamento nelle fasi, che giustamente la Relazione riporta, prima, durante e dopo l’evento, su questo sì, è fondamentale comunque. Io mi stupisco, Sindaca Appendino che lei comunque, a valle di ciò che è successo, della gravità che sicuramente anche sotto il profilo umano l’ha coinvolta, sappiamo che sicuramente l’ha segnata, ma non abbia chiesto lei di potere avviare un accertamento di quello che era stato questo tipo di accadimento, di come aveva funzionato la macchina comunale e di dare comunque delle risposte. Ma questa una città ferita, come è stato detto, si aspettava. Ancorchè poi la tardiva lettera di scuse, ma soprattutto mai una mancanza totale di assunzione di responsabilità, comunque di un comportamento che questa ha portato, ma voglio dire, se c’è una delega sugli eventi, poi questo che sia in capo o delegato, voglio dire, ma quando ci viene detto che un evento di questo genere, in un contesto internazionale, quale quello che si è verificato, cioè, non va più la narrazione del dire: “abbiamo applicato quelli che erano i protocolli consolidati”, ma non si può più usare questo tipo di narrazione, il mondo è cambiato in questi due anni, dico due anni per dire, forse la presente situazione dell’altra finale di Champions, eccetera. Allora, tutto quello che è successo non è più giustificabile col dire: “ma noi avevamo una check list, le abbiamo assegnate”, a parte che poi comunque io mi chiedo che check list sia, che razza di protocolli siano quelli che vedono una riunione per un evento di questo genere avvenire 7 giorni prima, come è stato detto, fare ancora il tavolo tecnico 3 giorni prima e poi la totale lacuna, mancanza della presenza, comunque anche politica della Giunta, la sera dell’evento stesso. Io voglio dire, ma più che lecito andare a Cardiff, andare a vedere la partita, un segno anche di presenza dei suoi tifosi ma va benissimo, però intanto devi delegare che ci sia una presenza anche sotto il profilo politico, poi non sarà lui che dovrà avere la gestione degli eventi, ci mancherebbe, ma anche il totale coordinamento e mancanza, cioè, ma davvero non c’era la possibilità, anche telefonica: “sì ma tutto sta succedendo, sì ma va bene”, insomma, c’è stata una sottovalutazione, ma veramente imbarazzante su tutto, io dico, anche proprio la presenza della Città in quell’evento, è un evento, comunque anche al di là della fede sportiva, ma di una rilevanza notevole, che ci fossero 30.000, che ci fossero 40.000 persone, ma comunque è un evento che ha una sua eccezionalità. Quindi io dico solo, non è assolutamente giustificabile il fatto di dire, il quadro, diciamo degli elementi, il quadro fattuale non è completo, è vero, non lo è sotto il profilo giuridico e questo la Magistratura farà il suo corso, ma noi cosa diciamo ai cittadini? Tutti quanti abbiamo all’unanimità votato di fare una Commissione, questa Commissione sapevamo già che avrebbe svolto un percorso parallelo, oggi diciamo: “scusate, avete ragione, non possiamo dire nulla, perché aspettiamo che dican qualcosa...”, ma allora cosa siete pagati a fare, a fare le Commissioni ci diranno? Ma allora lo sapevano già prima, allora allontaneremo ancora un po’ di più e ancora sempre daremo un segnale di sfiducia, che la politica sappia comunque fare delle considerazioni o sappia comunque prendere delle conseguenze rispetto a fatti di questa gravità. Ma possibile davvero? E qui trovo che comunque una coerenza anche tra quelli che sono i punti dell’impegno e quello che è la Relazione, con toni che possono sicuramente …, d’altronde la Relazione è firmata da 4 Consiglieri che sono di minoranza, quindi giustamente avranno usato dei toni politici. Ma usiamo altri toni, ma stiamo allo stato dei fatti, stiamo alla natura di quello che viene descritto. Io trovo che comunque una necessaria e urgentissima revisione di quello che è il funzionamento della macchina comunale sulla gestione degli eventi sia necessaria, salvo poi, appunto, passare agli eccessi che anche circolari ministeriali hanno indotto dopo, ma comunque nella programmazione, ma santa miseria, possibile che per eventi di questo genere non ci sia almeno una riunione al mese, così abbiamo una schedulazione degli eventi e quali sono quelli, ce n’è uno di livello A, uno di livello B, uno di livello C, ma non arriviamo 7 giorni prima a valutare questo, oltre al fatto, come tutti abbiamo già detto più volte, che forse anche una gestione migliore dei rapporti con la società, non capisco perché a Madrid, al Bernabéu l’hanno fatto e qui non si può fare, ma non è che, purtroppo in finale ci andiamo spesso e non la vinciamo, però voglio dire, magari è anche il caso che l’interlocuzione con la società fosse stata anche a livello si trattativa un pochino più adeguata. Io ravviso, concludo perché non voglio ripetere cose che son già state dette, un imbarazzante, davvero, livello di improvvisazione nella gestione pre, durante e post, quello che è stato l’evento tragico e auspico, davvero, che comunque ci sia una volontà dell’Amministrazione, al di là delle sostanze, come dico, giuridiche, ma anche proprio politiche del Sindaco, ma solo di dare un segnale forte, che comunque si è preso atto che non si lascia solo passare il tempo per cercare di fare in modo che i toni si calmino, ma ci sono segni concreti che assumono la responsabilità di quello che è accaduto e che vogliono mettere mano per il futuro. VERSACI Fabio (Presidente) È iscritto a parlare il Capogruppo Morano, ne ha facoltà per 10 minuti. MORANO Alberto Sono stato molto incerto se intervenire, ma questo dibattito e soprattutto la posizione del Movimento 5 Stelle in risposta alla relazione letta dal Capogruppo Russo, pongono secondo me, alcuni quesiti abbastanza importanti. C’è, nella vicenda di piazza San Carlo, un profilo di responsabilità penale, c’è un profilo di responsabilità amministrative, un profilo di responsabilità civili e queste non attengono al compito del Consiglio Comunale accertarle, questo è compito della Magistratura, perché da questo discenderanno conseguenze nel risarcimento dei danni e nel pagare, o espiare le colpe, se ci saranno colpe, ma c’è anche un profilo, che emerge chiarissimo dalla Relazione e dal dibattito, di responsabilità politiche di adeguatezza di questa Amministrazione ad affrontare eventi complessi. Io ho estrapolato, l’ho letto più volte, e ogni tanto pensavo di essere su Scherzi a Parte, leggendo quello che riportava il Capogruppo Lo Russo, perché ho letto più volte, ho estrapolato 5 momenti: il 26 giugno 2017 vi è una riunione presso gli uffici di Paolo Giordana, maggio, 25 maggio sì, presso gli uffici di Paolo Giordana, dove Paolo Giordana non ha un incarico formale a presiedere una riunione, non ha responsabilità, non ha poteri di firma e convoca telefonicamente Montagnese, che era con Sacco e si trovava per caso vicino alla sede degli uffici di Paolo Giordana, si presenta e qui mi viene la prima domanda: “ma se non aveva deleghe, se non aveva poteri, perché ha convocato?” E se è stato convocato da qualcuno che non aveva poteri, perché è stato deciso in quella sede, senza che nessuno avesse poteri di firma, senza che nessuno potesse impegnare il Comune di dar corso alla manifestazione, chi è che si è preso questa responsabilità? Certo, abbiamo poi appreso successivamente, che Paolo Giordana è solo un passacarte, ma se è un passacarte, passerà le carte da un soggetto ad un altro e allora io vorrei sapere da quale soggetto a quale altro soggetto ha passato le carte? Le ha passate da un’entità vana, vuota, che non si riesce a identificare al Sindaco Appendino? O dal Sindaco Appendino a qualcun altro? Questo è il primo punto che emerge, perché non può essere che un evento di questa portata sia stato deciso da persone che passavano di lì per caso e che son state convocate o perché hanno risposto a una telefonata. E se non avessero risposto alla telefonata? A me capita una volta su due di non rispondere al telefono, se non avessero risposto alla telefonata si faceva il giorno dopo una riunione formale? Poi il 31 maggio 2017 c’è stato un tavolo tecnico, in cui viene illustrato quanto richiesto dalla Questura e dove Paolo Giordana si fa carico, presumo questa volta veramente nel ruolo di passacarte, di trasmettere alla Sindaca quelle che sono stati gli argomenti discussi in questa sede. Ma veniamo poi al giorno del 3 giugno, perché è qui che tutta la vicenda, se non fosse drammatica, per i 1.526 feriti, un morto e una persona che rischia di restare paralizzata, saremmo su Scherzi a Parte. Perché alla mattina si riunisce la Commissione Provinciale di Vigilanza, emette 19 articolate prescrizioni, queste prescrizioni vengono comunicate a Città, Questura e Vigili, vengono comunicate, alcune, anche agli esercizi di piazza San Carlo alle 3 e alle 4 del pomeriggio, quando la piazza era già occupata dai tifosi della Juventus. Io ho parlato con due perché sono amici e mi hanno detto: “ noi abbiamo ricevuto la comunicazione alle 15.30, non sapevamo come fare con la piazza occupata a smontare i dehors”. Poi a metà pomeriggio ed estrapolo e mi scuso per la ripetizione, quanto letto già dal Capogruppo Lo Russo, il Presidente dell’Ascom, Maria Luisa Coppa, che non è membro della Giunta, che non ha alcun ruolo istituzionale nell’Amministrazione della città, il Presidente di Ascom, che si occupa degli esercenti, probabilmente sollecitata da qualche esercente che ha ricevuto queste richieste inattuabili, prende il telefono e telefona allarmata per segnalare il problema all’Assessore Sacco, che si trova insieme al Sindaco, a Cardiff, per vedere la partita. Gli segnala la questione degli abusivi in piazza, Sacco tranquillizza la Coppa, dicendole che ne avrebbe parlato con la Sindaca davanti ad un caffè e, ovvio, d’altronde loro erano a Londra, non erano in città. Il colloquio tra i due avviene, Sacco comunica alla Sindaca la segnalazione dell’Ascom e Chiara Appendino gli conferma che ne è già al corrente e che se ne è già occupata, se n’è già occupata di un qualche cosa che non ha portato ad alcun risultato, per cui la Sindaca Appendino non ha detto: “non conosco il problema”, che forse tutto sommato oggi sarebbe stata una risposta migliore, perché dire: “me ne sono occupata” e poi succede il disastro, non è una risposta tranquillizzante. Ma veniamo poi alle 20.21, sulla pagina Facebook del Sindaco, appare un messaggio: “vi assicuro che tanti cittadini sono al lavoro da settimane”, 7 giorni non sono settimane, è una settimana scarsa, per garantire la sicurezza e l’ordine per quella che deve essere una festa per tutti. Allora, guardando solo l’ultimo giorno, la Sindaca Appendino ha detto due cose che sono fra loro in contraddizione e questo è il profilo di responsabilità politica, che secondo me tutta la Giunta deve valutare attentamente, ha detto è stata informata e ha detto che si è già occupata dell’evento e alle 20.20 di sera dice: “è tutto a posto, tutto funziona, state tranquilli”. Non ha funzionato nulla, ci sono stati 1.526 feriti e io non sono come il Capogruppo Rosso, non chiedo le dimissioni di nessuno, è alla coscienza di ognuno di noi guardarsi dentro, guardarsi allo specchio e dire: “ma io ho fatto quello che era richiesto? Ho gestito correttamente l’evento non avendo delegato Giordana?”, perché Giordana non aveva poteri di firma. Se l’ho delegato allora ho delle responsabilità che non sono forse giudiziali, ma sono sicuramente politiche. Ma se non l’ho delegato e ho tollerato che il dottor Giordana gestisse l’evento senza la delega ho responsabilità politiche anche più importanti di quelle che emergono da una cattiva gestione di una delega, quindi io chiedo a lei Sindaca, se l’è fatto l’esame di coscienza? È sicura di aver operato correttamente? È sicura di aver gestito l’evento in modo prudente a tutela dei cittadini? Perché se lei di questo non è sicura, è lei che deve trarre le conclusioni. LAVOLTA Enzo (Vice Presidente Vicario) È iscritto a parlare il Consigliere Sicari, prego. SICARI Francesco Grazie, Presidente. Io ho qui nelle mani l’intervento della Consigliera Sganga, pagina 3. Ci sono tanti “non disponevamo”, “non sappiamo”, “perché non abbiamo potuto interloquire con tutti i soggetti”, allora noi cerchiamo di dire i fatti oggettivi, i fatti oggettivi sono: “non abbiamo tutta la documentazione disponibile per poter trarre le conclusioni nel miglior modo”. Poi mi piace però, perché la politica ci da margini di manovra immensi, possiamo mettere il dubbio delle persone, possiamo scrivere 30 pagine e poi lasciamo agli altri le considerazioni, forse ogni tanto bisognerebbe avere il coraggio di scriverle, forse però non ci sono le conclusioni, perché ci mancano, appunto, un pochino di pezzi, di passaggi, la ricostruzione non è completa, quindi noi vi diciamo qualche pezzettino, poi se con il resto cambia tutto non importa, voi fatevi una considerazione su quello che riusciamo a darvi, troppo difficile trarre delle conclusioni. Come è anche troppo difficile prendersi però le responsabilità quando andiamo a scrivere su Facebook, giusto per mettere i puntini sulle i, sull’obiettivo, sulla voglia che i Consiglieri della città di Torino, avevano nel prendere parte a questa Commissione. E allora il 13 giugno alle 09.35 del mattino, noi andiamo a leggere... tutto okay? Noi andiamo a leggere un post del Consigliere Francesco Tresso, prima di leggere il post, ribadisco quanto scritto, il Movimento 5 Stelle era estremamente favorevole alla sua presidenza, ma noi andiamo a leggere, non so cosa c’entra, però... grazie. “con rammarico devo smentire la notizia che avrei presieduto la Commissione di Indagine sugli incidenti di piazza San Carlo, avevo anticipato la notizia perché era già pronta la delibera con il mio nome, e sia le forze di maggioranza che di minoranza, avevano espresso gradimento nei miei confronti, riconoscendomi un ruolo tecnico utile per questo ruolo”, non è questo il passaggio che mi interessa, esporre qui in Aula, il passaggio che mi interessa è ciò che viene scritto dopo: “invece ieri in Aula, sono prevalse logiche politiche, per cui non farò parte della Commissione.” Ora, io invito... sì, assolutamente, rimango convinto della necessità di questa Commissione e fiducioso che sappia dare risposte chiare e tempestive alla città, io come Consigliere di questa città, però, nel momento in cui andiamo ad aprire una Commissione, che deve andare a trovare dei fatti e molti prima di me hanno già accertato la gravità di quanto successo, gentilmente qualcuno mi potrebbe dire quali sono le logiche politiche? No, davvero, stiamo qui a parlare di Relazione, di quant’altro, e poi abbiamo dietro, con tutto il rispetto, logiche politiche? Quindi sì, certo, fatto personale, risponderà, però gentilmente, risponda dicendo quali sono le logiche politiche, rinnovando in questo preciso momento la totale disponibilità all’epoca per aver lei come Presidente di Commissione, salvo poi una Commissione presieduta dal Consigliere Enzo Lavolta, al quale continua anche in questa sede a ribadire che forse doveva, come Regolamento impone, presentare una Relazione, libero di non farlo, salvo poi firmarne una di un suo collega, ancora non capisco perché, quindi presumo che lei a breve parlerà, fantastico, quindi concludo l’intervento, però gentilmente, mettiamo un pochino di luci, così i cittadini potranno farsi anche un’idea, non solo delle non conclusioni presenti nella Relazione che mettete come allegato alla mozione, ma vorrei anche si facessero un’idea su quali logiche politiche hanno prevalso in Aula. I cittadini meritano di avere trasparenza? Il palazzo di vetro, ecco, diamoglielo il palazzo di vetro. Buon intervento. LAVOLTA Enzo (Vice Presidente Vicario) Sul fatto personale, Capogruppo Tresso, ha un minuto, non di più. TRESSO Francesco Sì, ma guardi Consigliere Sicari, io dico solo, a me spiace un po’, io non sono un amante poi della vita sui social, ma soprattutto riportarli in Aula, quando stiamo affrontando fatti di tale gravità è proprio schivare un po’ l’attenzione per quelle che sono invece le motivazioni, sono contento che abbia lei letto, mi scusi se l’ho interrotta, la frase finale: “rimango fiducioso che sappia svolgere un buon lavoro e della necessità di questa Commissione”, ribadisco questo, logica politica non so spiegargliela, come sa sono nuovo di questo mestiere, però vorrei che intervenisse su questo fatto, cioè c’era bisogno di fare quella Commissione ed ero fiducioso che si facesse, non li diamo però l’attenzione, parliamo dei temi, perché francamente credo che alla gente dei miei post su facebook in questo momento gliene freghi poco, forse interessano di più le ammissioni di responsabilità. LAVOLTA Enzo (Vice Presidente Vicario) È iscritto a parlare il Capogruppo Ricca, ne ha facoltà per 10 minuti. RICCA Fabrizio Sì, dalla morte di Erica Violetti, io non ho più proferito parola su piazza San Carlo, perché ritengo che il lavoro della Magistratura nell’individuare quelle che sono le responsabilità di una morte e di 1.526 feriti sia, sia più importante che addossare responsabilità politiche. Per questo motivo, quando dovevo essere presente all’interno della Commissione, dalla Commissione mi son tirato fuori, perché non avevo più la serenità personale di poter fare questo tipo di lavoro. Poi quando ci son stati consegnati gli atti, quelli da cui poi si son trasformati in una Relazione parziale, due idee me le son fatte e ritengo di doverle esprimere, perché quella del collega Lo Russo, sarà una verità parziale, però è una parte della verità, perché in mezzo a quei tutti “non disponibile, non disponibile, non disponibile”, ci sono delle cose disponibili che sono alla... che tutti possono leggere, che sono audizioni di Assessori, della Sindaca, del Comandante della Polizia Municipale, che dicono delle cose ben precise, che qualcosa non ha funzionato e questo qualcosa che non ha funzionato, non è neanche smentito dal fatto che la maggioranza non ha prodotto una sua Relazione, perché qualcosa si poteva dire, perché quando l’Assessore Sacco dice: “passo lì per caso” e mi porto dietro il dottor Montagnese, io qualcosa posso dire. Nessuno vi chiede di andare a commentare quello che è secretato nelle indagini, ma io un Assessore che si porta dietro il Presidente di Turismo Torino, che ci dice: “passavo lì per caso” permettetemi, io due domande a lui gliele vado a fare, perché c’è una responsabilità. Sapere che ci sono delle riunioni a cui partecipa, pare avrebbe partecipato in nome della Giunta, il Capo di Gabinetto della Sindaca, che non ha nessun tipo di possibilità di poter intervenire a quelle riunioni, io due domande me le vado a fare. Allora quello che vi chiedo è: perché non c’è una relazione di maggioranza su quello che si poteva dire? Per quale motivo su quelle 3 settimane di lavoro che hanno prodotto comunque delle documentazioni, per quale motivo c’è stato solo ed esclusivamente silenzio? Allora, io dico che, non è vero che non c’è stato il modo, non c’è stato il coraggio, la maggioranza quest’oggi non ha avuto il coraggio di dire: “qualcosa non ha funzionato”. La Sindaca e io l’ho apprezzato tantissimo quando, 2 settimane dopo in Consiglio Comunale dice: “ci assumeremo le nostre responsabilità”, l’ho apprezzato davvero, perché chi si assume le responsabilità ha fatto un passo avanti nel voler risolvere le cose e non di nascondersi dietro un muro. Quello che non ha fatto questa maggioranza, perché se avesse voluto trovare, aiutare la Sindaca, magari 2 indicazioni gliele davate, perché io non ho visto niente di diverso all’interno della struttura della Sindaca, nell’organizzazione degli eventi, se no non fare più gli eventi da piazza San Carlo ad oggi. Quindi io quello che mi permetto di dire è che, forse è il caso di iniziare a individuare quei meccanismi che non hanno funzionato, continuiamo a lasciar fare alla Magistratura il suo lavoro e ad identificare i colpevoli, però dato che i torinesi tutti i giorni ci chiedono un governo della Città in assoluta serenità, vogliono che quando si organizzi qualcosa, si organizzi senza dover pensare che qualcosa possa succedere, esattamente come sono stati messi i new jersey in piazza Castello, in via Roma, in piazza San Carlo, perché è giusto che sia così, io mi aspetto che qualcosa venga cambiato e allora se qualcosa deve cambiare, qualcuno deve assumersi delle responsabilità politiche, perché ci sono delle persone che, da quella che è la Relazione, hanno delle oggettive responsabilità e queste persone devono essere accompagnate alla porta, lo dissi il giorno del primo dibattito su piazza San Carlo, lo ribadisco oggi, gli incompetenti vadano a casa, gli incompetenti vadano a casa, per colpa di un incompetente c’è un morto. Quindi, Sindaca e questo glielo chiedo, lei continui finché lo riterrà opportuno, se riterrà opportuno dopo questa discussione fare come qualcuno gli ha chiesto di dimettersi, si dimetta, se riterrà opportuno continuare, continui, l’importante è che lei, davvero, attivi un qualcosa per fare in modo che chi ha delle responsabilità politiche causate e che ha causato un morto, tolga il disturbo e almeno permetta la serenità dei torinesi, perché tutte le volte che viene organizzato un evento il primo pensiero di chi a questo evento partecipa è: “chissà cosa succederà”. LAVOLTA Enzo (Vice Presidente Vicario) È iscritta a parlare la Consigliera Tevere, prego. TEVERE Carlotta Grazie, Presidente. Prima di qualsiasi considerazione di merito, ci tenevo a dire che la Relazione allegata alla mozione in discussione oggi, mi trova concorde su un unico punto, e cito testualmente: “le riunioni si sono svolte con regolarità contraddistinte da un clima di piena collaborazione, senza peraltro rinunciare a una costante dialettica interna.” Partendo da tale assunto, mi dispiaccio che non si sia riusciti ad elaborare una Relazione condivisa. Invero, la richiesta di proroga, e qui cito testualmente dalla Relazione redatta dalle minoranze, della data di chiusura dei lavori della Commissione, dal 7 luglio 2017 al 21 luglio 2017, si è resa necessaria per consentire, al termine delle audizioni, di esaminare e riordinare il materiale acquisito ed al fine di procedere alla stesura della presente relazione finale, quindi dal 7 al 21 giugno, la proroga era motivata su questa necessità di tempi. Tutto vero, tranne il fatto che il 21 luglio il Presidente della Commissione, ai sensi dell’articolo 75 del Regolamento del Consiglio Comunale, avrebbe dovuto sottoporre al voto della Commissione una Relazione, non dunque quella che è in discussione oggi, ma avrebbe dovuto presentarla all’epoca. Una Relazione presentata dal Presidente, che avrebbe potuto essere emendata, visti comunque i rapporti di collaborazione e che hanno contraddistinto comunque i lavori della Commissione, emendata dalla Commissione stessa e poi votata. Così non è stato. Devo dare atto della mole di materiale raccolto durante le audizioni, benché materiale, ribadisco, parziale, ma non si comprende, almeno non comprendo io, come dal 7 al 21 luglio non sia stato possibile stendere una Relazione e infatti nella seduta del 21, che è l’ultima seduta della Commissione, il Presidente dichiarava di non aver avuto il tempo di redigerla, mentre dal 21 al 31 luglio, che è la data di deposito di questa mozione in discussione oggi, il presentatore dell’atto, che appartiene peraltro allo stesso Gruppo Consiliare del Presidente, fosse riuscito magicamente a redigerla. Fatta questa breve premessa procedurale, ovviamente riprendo tutti i concetti già esposti dai colleghi che mi hanno preceduto, e debbo rilevare che la mozione non ci trova concordi sull’impegno che viene chiesto alla Sindaca, ma soprattutto nel contenuto della Relazione stessa, pervasa come anche già detto dalla Consigliera Sganga, di considerazioni valutative, a pagina 10 ce n’è una emblematica che ha ripetuto la stessa Consigliera, ma che se volete riprendo, eccola, approssimazioni, omissioni deresponsabilizzazioni, scaricabarile, che ha caratterizzato l’intera vicenda, questa è una valutazione che non deve essere posta in una Relazione che doveva essere invece solo tecnica. Tutte... e questa è solo una delle tante che ci sono, ma l’avete sentito perché il Consigliere Lo Russo l’ha letta la Relazione, tutte queste considerazioni valutative secondo me vanno un po’ a snaturare completamente l’intento perseguito, ovvero come più volte esplicitato a verbale dal Presidente durante le audizioni, cercare di capire, sulla base delle informazioni raccolte, cosa non abbia funzionato e segnalarlo, però queste segnalazioni devono essere fatte senza dare giudizi, che comunque non ci competono, perché non siamo noi a dover puntare il dito sull’uno o sull’altro funzionario comunale, senza considerare. ovviamente, che tutta la vicenda è tutt’ora al vaglio della Magistratura e non è difficile comprendere come tale circostanza abbia notevolmente influito sull’andamento dei lavori e qui di nuovo mi riallaccio a quello che ha detto la Consigliera Sganga, documentazione che non è pervenuta all’attenzione della Commissione. Nella mozione si legge, che la Commissione è nata per, cito di nuovo testualmente: “accertare eventuali responsabilità in capo all’Amministrazione Comunale in ordine ai tragici fatti del 3 giugno”. Tale affermazione non è corretta, in quanto la Commissione non è organo che possa accettare responsabilità, ma come correttamente indicato nella delibera istitutiva, la Commissione di Indagine, ha il compito di verificare fatti e comportamenti, acquisire atti e provvedimenti degli organi del Comune, le responsabili degli uffici e dei servizi, dei rappresentanti del Comune nell’Ente Consorzio Turismo Torino, gran parte di queste cose, ribadisco, non abbiamo potuto farle perché secretate dalla Procura. Quindi, le responsabilità le lasciamo da parte perché saranno accertate dagli organi competenti. Oltre alla mozione, in generale, l’impegno ovviamente non ci trova concordi e rileggendo la Relazione, quello che mi è saltato all’occhio e che mi viene da chiedere al Presidente che ha sottoscritto la Relazione e agli altri relatori, se siano disposti ad assumersi la responsabilità di rispondere alla domanda formulata a pagina 10, che leggo di nuovo: “la tragedia di piazza San Carlo si poteva evitare?”. Alla luce delle considerazioni esposte nella medesima Relazione, attendo di conoscere la risposta sulla base delle parziali informazioni che sono state acquisite. Come già detto dalla Consigliera, molti documenti sono stati per ovvie ragioni secretati dalla Procura e molte delle domande formulate agli auditi, non hanno potuto avere risposta, perché sottoposta al segreto istruttorio. Mi chiedo dunque, come si possa affermare di avere raccolto materiale sufficiente per giungere a conclusioni oggettive e credibili. Il Consigliere Lo Russo aveva detto prima a verbale, che è stato un lavoro attento e documentato, documentato ma solo parzialmente, lo sa benissimo anche lei, perché la maggior parte dei documenti non li abbiamo potuti vedere, sia nostri, sia interni del Comune, tantomeno quelli dell’Ente Turismo Torino, tantomeno quelli sottoposti, cioè, che sono oggetto proprio di attività di indagine, no?. Al Consigliere Tresso, che dice: “che meraviglia che il Movimento 5 Stelle non dica la verità ai cittadini, ma noi, no, che il Movimento 5 Stelle dice: “ah, ma sì, abbiamo fatto la Commissione, ma non è servita a niente”, ma noi non stiamo dicendo questo, non stiamo dicendo che la Commissione non è servita a niente, però non vogliamo nemmeno far passare verità che non sono verità totali, non vogliamo dare ai cittadini verità parziali o..., noi aspettiamo di avere la verità reale, cosa che non è venuta fuori dalla Commissione, e che comunque non è contenuta in questa Relazione, perché di nuovo, anche qui, tutti i fatti citati, sono tutte valutazioni parziali, perché molte cose non sono state nemmeno approfondite. Grazie. VERSACI Fabio (Presidente) Grazie a lei, è iscritto a parlare il Vice Presidente Lavolta, ha ancora a disposizione 22 minuti, prego. LAVOLTA Enzo Grazie, Presidente, io avrei fatto a meno di intervenire, però le sollecitazioni e i richiami anche al ruolo da me svolto e l’attività che abbiamo condiviso, circa un mese tutti insieme, mi impongono in qualche modo di, almeno di esprimere il mio punto di vista, se non eventualmente fare chiarezza. Allora io sarò di parte, ma credo che il dibattito di oggi abbia in qualche modo ben rappresentato quello che fosse il clima all’interno di quella Commissione Consiliare, io purtroppo da questa maggioranza, anche oggi, non ho ascoltato considerazioni di merito, così come nel corso dello svolgimento della Commissione di Indagine, che ricordo, è previsto dal Regolamento del Consiglio Comunale, l’articolo 73 dice, al primo comma: “il Consiglio Comunale nell’esercizio delle sue funzioni di controllo politico-amministrativo, può decidere lo svolgimento di indagini consiliari finalizzate all’accertamento di fatti e comportamenti, all’acquisizione di atti e provvedimenti degli organi del Comune e responsabili degli uffici e servizi e rappresentanti dei Comuni in altri Enti.”. Era evidente a tutti, dopo il 3 giugno, che qualcosa non avesse funzionato e questo è talmente evidente e risulta, secondo me, in modo chiaro, dal fatto che all’unanimità tutto questo Consiglio Comunale ha deciso di utilizzare uno strumento a nostra disposizione e io vi dico in che senso e con quale spirito mi sono permesso fin dall’inizio di promuovere l’utilizzo di questo strumento, perché secondo me, era particolarmente necessario, alla luce di quello che era accaduto, innanzitutto, trasmettere un messaggio chiaro e inequivocabile alla nostra comunità, alla comunità che rappresentiamo e cioè che noi tutti, non una maggioranza, una minoranza una Giunta, una Sindaca da sola, tutti, noi lavoriamo come istituzioni, perché ciò che è accaduto non abbia a ripetersi, questo era lo spirito con cui abbiamo iniziato i nostri lavori e io comincio col dire e col rivolgere un ringraziamento a tutti coloro i quali hanno votato l’istituzione della Commissione, qualcuno si è ravveduto, non mi interessa sapere perché, qualcuno ha cambiato idea, non mi interessa in questa sede sapere perché, ringrazio coloro i quali hanno partecipato fattivamente ai lavori della Commissione, perché ha ragione la Consigliera Tevere, secondo me abbiamo lavorato bene, abbiamo lavorato seriamente, non è trapelata una informazione per tutta la durata della Commissione, non abbiamo letto sui giornali neanche una dichiarazione, nulla di ciò che abbiamo discusso e ce lo siamo riconosciuti vicendevolmente, ringrazio anche la Consigliera Sganga e anche il Consigliere Sicari e tutti coloro i quali non si sono caratterizzati per una partecipazione straordinaria della Commissione, vi ringrazio. Oggi, io però, comprendo dalle parole della Consigliera Sganga e dalle parole del Consigliere Sicari, di che cosa ci hanno parlato, non ci hanno parlato dei lavori della Commissione, la Consigliera Sganga ha detto 2 cose, che io ho registrato, la prima: che lei non se la sarebbe sentita di mettere nero su bianco una Relazione, la seconda: che in questa città c’è un’opposizione frustrata. Il Consigliere Sicari ci ha detto: “che per logiche politiche il Consigliere Tresso non ha potuto fare il Presidente di questa Commissione”. Allora, queste 3 considerazioni non attendono l’asterisco nel merito del nostro dibattito, per quello che io dico, torniamo al merito della nostra discussione, queste 3 considerazioni, una delle quali non va sottovalutata, perché quando la Consigliera Sganga dice: “che c’è un’opposizione frustrata in questa Città”, guardate serpeggia questa cosa eh, questa l’ho già sentita più volte, probabilmente c’è un fondo di verità, però io voglio rassicurare la Consigliera Sganga, che se c’è un minimo di frustrazione, questa opposizione, ormai da un anno, ha capito che abbiamo perso le elezioni e quando dico che ha capito, dico anche che prende sul serio una maggioranza granitica, solida che ha i numeri per governarla questa città per dare delle risposte a questa città e quindi io mi sarei aspettato qualche risposta Consigliera Sganga e non dire semplicemente che c’è una opposizione frustrante. Se c’è un fondamento di verità io le rispondo, guardi, che noi ce ne siamo fatti una ragione e le dico anche che siamo, incominciamo anche a prendervi un po’ sul serio, perché se decidiamo di istituire una Commissione di Indagine, è perché prendiamo sul serio la dichiarazione di una Sindaca, si dice che da settimane c’è qualcuno che lavora per la sicurezza di un evento nella nostra città, noi abbiamo incominciato a prendervi sul serio e prendiamo sul serio le vostre considerazioni e le vostre parole ed è per quello che a me dispiace, ma devo ribadirlo, perché secondo me è così, ma questo lavoro che abbiamo svolto insieme, è stato un lavoro secondo me, rispettoso, perché ci siamo rispettati vicendevolmente durante quel mese di lavoro, abbiamo rispettato il lavoro indipendente con altre finalità della Procura della Repubblica, con cui, ci tengo a chiarirlo, una volta con tutti, per tutte, ci siamo assolutamente raccordati dall’inizio alla fine dei lavori, io credo che soprattutto fosse un lavoro doveroso, alla fine di questo lavoro doveroso, la cosa più grave che si potesse fare era non produrre un documento. Allora, lo dico al Consigliere Napoli che mi ha interpellato più volte, sapete perché non abbiamo prodotto una relazione (parola incomprensibile)? Per questo motivo, perché il dibattito di quest’ultima giornata aveva queste caratteristiche, allora non voglio dire che ci fosse un obiettivo politico o di far saltare il banco, dico semplicemente, che con gli strumenti e mezzi a nostra disposizione, con le audizioni che noi abbiamo condotto e con tutti i documenti di cui siamo riusciti a venire a conoscenza, di quelli che abbiamo avuto nella nostra disponibilità, io credo che fosse opportuno definire perlomeno un documento, perché il 21 luglio, chiede la Consigliera e le rispondo, non c’è stato un documento? Perché noi ci siamo alzati unanimemente da quella, da quella seduta, dicendo che avremmo, ci saremmo presi un po’ più di tempo e che avremmo, nel verbale di quell’ultima seduta, avremmo chiesto alla Conferenza dei Capigruppo, di prenderci qualche altro giorno. Questa scelta unanime poi è stata smentita, perché? Perché era evidente, e oggi lo è ancora di più secondo me, che non ci fosse la possibilità, la volontà e prendo ancora sul serio le parole della Consigliera Sganga, non se la sentiva di mettere nero su bianco una Relazione. Bene, l’opposizione dal canto suo, per quanto frustrata sia, si è permessa di farlo, si è permessa di mettere nero su bianco dei fatti, non ci sono giudizi, sono fatti sulla base delle evidenze e sulla base di ciò che abbiamo avuto modo di approfondire, io credo che bene abbia fatto il primo firmatario, il Capogruppo Lo Russo, a mettere nella disponibilità nostra, un documento da discutere, ma soprattutto bene abbia fatto ad evitare che ci fossero dei giudizi di parte, perché questa Relazione e qui condivido le considerazioni della Consigliera Tevere, questa Relazione non poteva, per gli elementi a nostra disposizione, essere considerata esaustiva e non poteva metterci nella condizione di esprimere giudizi. C’è un fatto, però, che io rilevo, che ha secondo me, non può essere né omesso né taciuto e cioè, che nel momento in cui condividiamo tutti quanti che qualcosa non ha funzionato, beh, tutti quanti abbiamo avuto modo di appurare, che la gestione, l’organizzazione di questo evento è stato caratterizzato da tanti atteggiamenti, in alcuni casi omissivi, in alcuni casi superficiali, tutti quanti afferenti alla gestione e organizzazione della macchina comunale, ed è per questo che senza polemiche, senza strumentalizzazioni, senza indicare alcuno, noi ci siamo permessi semplicemente di dire: “guardate, è arrivato il momento di avviare una riflessione sull’organizzazione della macchina comunale” e pensiamo che un’organizzazione più adatta all’organizzazione di eventi, anche sulla scorta di ciò che abbiamo avuto modo di appurare, è necessaria, questo ci siamo permessi di dire. A me dispiace, ma lo dico sinceramente, che un’occasione di confronto come questa viene ancora una volta strumentalizzata, viene fatto da chi ha una responsabilità di governo, viene fatto da chi teoricamente dovrebbe aiutarci a dare delle risposte a quella comunità, perché ripeto, noi dobbiamo lavorare come istituzioni, perché ciò che è accaduto non abbia a ripetersi. Mi spiace che i Consiglieri che sono intervenuti, che ringrazio però per il contributo che hanno dato durante i lavori della Commissione, i Consiglieri che sono intervenuti, non abbiano voluto condividere con noi in questa circostanza durante questo dibattito, alcuni degli elementi che in quelle giornate e in quelle settimane comunque incominciavano a condividere, che potevano rappresentare un embrione di relazione condivisa e comune, che però oggi, ancora una volta, hanno preferito tacere. Quindi Consigliera Sganga vada al sicuro sul fatto che noi vi prendiamo sul serio. Abbiamo capito che abbiamo perso le elezioni, vogliamo, vorremmo continuare a prendervi sul serio, però l’invito che le faccio è molto semplice, davvero, provi ogni tanto a contribuire nel merito delle nostre discussioni, provi ogni tanto ad aiutarci a dare delle risposte perché noi siamo interessati tanto quanto lei a offrire delle risposte alla nostra comunità e in questo caso,mi spiace, le poche risposte a nostra disposizione, seppur parziali, le ha date la minoranza. VERSACI Fabio (Presidente) Ho iscritto a parlare il Consigliere Curatella, prego. Ha ancora parecchi minuti, poi se vuole, le dico quanto. CURATELLA Cataldo Grazie, Presidente. Cercherò di dare le risposte che da più parti sono arrivate. Ci troviamo qui a discutere di un documento, questa mozione, presentata dai Consiglieri della minoranza che facevano parte della Commissione di Indagine, che non è un documento fine a se stesso, ma porta con se in allegato una, secondo loro, relazione sui lavori della Commissione. Dico secondo loro per i motivi che poi andrò ad esporre. Essendo questo allegato un documento che fa parte integrante della mozione, prima di parlare dell’impegnativa se ci troviamo favorevoli o meno, se condividiamo alcuni punti nella parte dell’impegnativa della mozione, credo sia opportuno affrontare il contenuto di questo allegato per un motivo abbastanza semplice per quanto banale: questo allegato, più che essere importante per quello che dice, è importante per quello che non dice e per quello che dice in modo di parte. Quindi cercherò, per quanto possibile, di esser chiaro e di spiegare un po’ quali sono le situazioni che dal nostro punto di vista non tornano. Innanzitutto noi abbiamo affrontato i lavori e abbiamo aderito alla richiesta, che era arrivata dalla minoranza, di istituire questa Commissione di Indagine, perché ritenevamo importante cercare di affrontare il tema dal punto di vista tecnico- amministrativo di come avvenuta l’organizzazione dell’evento, come si erano organizzati i vari enti, cosa era successo nella parte organizzativa e che aveva poi portato agli eventi tragici peggiorando un po’ la situazione di quello che era accaduto in piazza. L’abbiamo fatto perché volevamo che i lavori fossero basati su dati di fatto, documentabili, non delle supposizioni personali, dei “secondo lei cos’è successo?” che ha interessato la Commissione in diversi ambiti. Oppure quanto emerso dalle audizioni, ma sempre in modo fattuale non di dicerie, “sentito dire”, pareri personali. Una cosa che non dice questa relazione, questo allegato, che è stato già anticipato dei miei colleghi, è che è vero, abbiamo avuto alcuni documenti a disposizione, è vero che ci sono state un po’ di audizioni, però molti documenti della Città stessa non sono stati resi disponibili, perché la Procura ha posto il veto, erano necessari, quindi noi non sappiamo, sono stati citati gli ordini di servizio sono stati citati come era la disposizione degli agenti in Piazza, ma non sappiamo neanche come è stata progettata la sicurezza della Piazza, perché oltre a questi documenti, sono stati secretati tutte le mail dell’organizzatore, Turismo Torino, tutti gli scambi mail con la Città e tutta la relazione progettuale della sicurezza sulla base di che cosa è stata progettata la sicurezza? Noi commissari non lo sappiamo. Abbiamo ricevuto solo da uno dei componenti comunali della Commissione Vigilanza Provinciale, che ha fatto il sopralluogo, la planimetria finale di come era la disposizione in Piazza, è l’unico documento che noi abbiamo avuto a disposizione, non abbiamo avuto altro dal punto di vista della relazione tecnico-progettuale del professionista che ha deciso l’organizzazione della sicurezza in Piazza. Noi non sappiamo sulla base di quale ipotesi la Piazza è stata organizzata in quel modo. Ma ci arriviamo. 26 maggio 2017, la riunione nell’ufficio del dottor Giordana, dove è stato deciso. Durante l’audizione è stato detto, sia durante l’audizione della Sindaca Appendino, sia durante l’audizione del dottor Giordana - io non ero presente, ma mi sono andato ad ascoltare tutta l’audizione - durante la presenza del dottor Giordana, è stato detto che il 26 maggio ci si è riuniti e la domanda che è stata posta è stata questa: “Nel 2015, chi è che si è occupato dell’organizzazione? Ah guarda, nel 2015 era stato Turismo Torino”. Il dottor Giordana ha detto, possiamo andare a vedere l’audizione, la trascrizione dell’audizione, ha detto: “Va bene, prova a chiamare il dottor Montagnese e gli chiedo se può passare, se possiamo parlare un attimo, per capire se ha la disponibilità ad organizzare”, non: “Lo chiamo e gli dico: tu organizzi l’evento del 3 giugno” mettiamo un po’, diamo il giusto peso alle parole. Il dottor Montagnese durante la telefonata, e questo lo sappiamo, sia durante l’audizione dottor Giordana, sia quando c’è stata l’audizione dell’Assessore Sacco, perché era presente con il dottor Montagnese, ha dichiarato: “Guarda, sono con l’Assessore Sacco, stiamo parlando di altro, mi trovo vicino al Comune, non ho nessun problema a venire da te in ufficio con le persone e mi spieghi un po’ qual è la situazione”, quindi quello che può capitare normalmente; anche io coi miei clienti, li chiamo: “Possiamo vederci per approfondire un po’ le cose”. Quando si sono presentati, il dottor Montagnese con l’Assessore Sacco, è stato chiesto: “Guarda, il 3 giugno ci sarà questo evento”, ci sono le trascrizioni, se non ci credete andate a leggere le trascrizioni. Apro parentesi, sulle trascrizioni, chiederei al Segretario Generale se dalla Procura non sono arrivate nessune richieste di secretazione, di renderle pubbliche perché da quel punto di vista non c’è nulla di segreto per il nostro Gruppo, quindi se dal punto di vista della Procura non c’è nessuna richiesta di secretare determinati aspetti, dal nostro punto di vista sono pubblicabili, e troviamo giusto che siano pubblicate, perché comunque così si legge, si verifica puntualmente cosa avevamo a disposizione e cosa è stato detto. Torniamo al dottor Montagnese con l’Assessore Sacco. Si presentano in ufficio e gli viene detto, trascrizione: “Guarda, sareste voi disponibili a organizzare l’evento del 3 giugno?” la risposta ricevuta dall’Assessore Sacco e Dottor Giordana è stata: “Guada, nessun problema, mi coordino con i vostri uffici, diamo il contato del dottor Bessone che poi coordinerà quegli uffici per l’organizzazione in Piazza”. Punto. È stato richiesto, punto. Questo però noi lo sappiamo solo come riportato. Perché non lo sappiamo in modo diretto? Perché noi avremmo voluto tanto ascoltare il dottor Montagnese e il dottor Bessone, li avevamo anche convocati, ma le due persone in questione, gli organizzatori, i responsabili di Turismo Torino, giustamente, dico dal mio punto di vista, essendoci una indagine della Procura in corso, e qualche giorno prima era arrivato un avviso di garanzia a loro garanzia, hanno preferito non presentarsi. Questo perché a pagina 11 della relazione dell’allegato si legge: “Gli comunica verbalmente, dottor Giordana a Paolo Montagnese, che la Città ha deciso che deve essere Turismo Torino”. No, signori, se dobbiamo scrivere una relazione che deve essere poi approvata e diventare un documento ufficiale, non “ha deciso”, “è stata chiesta la disponibilità a seguito di una... del dottor Montagnese diciamo, okay va bene; si è andati avanti, ci sono le trascrizioni, è questo che è stato detto in Commissione, non è stato detto: “Ha deciso la città”. Perché io avrei voluto chiederlo al dottor Montagnese, al dottor Bessone per capire da loro direttamente, allora avrei potuto porre questa domanda, ma non è stato possibile, quindi non posso arrivare a dare una conclusione. Altro aspetto. Si parla a stretto contatto: “È stato organizzato il tutto… architetto Bertoletti, per la predisposizione del progetto necessario alla realizzazione dell’evento”. Questo professionista non è un professionista qualunque, era il Direttore lavori e responsabile della sicurezza, anche se non l’abbiamo mai potuto audire, non sappiamo sulla base di quali ipotesi, come ha deciso, come ha deciso di organizzare la sicurezza, si chiede: “No, non c’è stata mai la possibilità di capire”, cioè nell’organizzazione della sicurezza la Città non è stata coinvolta, ma è l’organizzatore che si occupa della sicurezza, è il progettista incaricato che si occupa della sicurezza. La Questura e il Prefetto, con i loro rappresentanti, già dall’incontro del 26 maggio al Tavolo Tecnico del 31 maggio, erano presenti coi loro rappresentanti; se non sono intervenuti a richiedere, in quel momento, delle situazioni puntuali, allora il Comune ogni volta deve fare il peggio per essere sicuri di pararsi poi le spalle? Sempre qui. Si analizzano i diversi aspetti autorizzativi, ma non si affronta nello specifico il tema della sicurezza della Piazza. C’è un responsabile di sicurezza che sta progettando la sicurezza in Piazza e quel progetto lo presenta alla Commissione di Vigilanza Provinciale, che a differenza di quello che c’è scritto nella relazione a pagina 16, qui c’è scritto: “Il mattino del 3 giugno la Commissione Provinciale di Vigilanza, organo deputato al formale via libera dell’allestimento”. No, mi spiace. La Commissione Provinciale di Vigilanza è attuata dall’art. 20 della legge 121 dell’’81, nuovo ordinamento dell’amministrazione della pubblica sicurezza, ed è un organo che compete al Prefetto per l’esercizio delle sue attribuzioni di autorità provinciale di pubblica sicurezza. Non dà una formale autorizzazione alla Piazza, dà una sostanziale autorizzazione della Provincia alla Piazza, perché solo a seguito della presentazione di una autorizzazione del Prefetto con le prescrizioni l’organizzatore può procedere con l’evento, altrimenti l’evento non si realizza. Non è formale, una cosa solo sulla carta, va bene, vediamo un po’, se non c’è sicurezza va avanti uguale; nel momento in cui la Commissione di Vigilanza Provinciale, in particolare il Prefetto, che è a capo della Commissione Vigilanza Provinciale, invia un documento in cui dice che autorizza l’evento perché le condizioni di sicurezza ci sono, a patto di 19 prescrizioni, ha fatto il suo lavoro, ha dato (parola incomprensibile) sostanziale, e poi sono altri organi che hanno la competenza di questo, non è la città di Torino che ha la competenza, ad esempio, gli accessi al parcheggio sotterraneo siano presidiati. Come ci è stato detto dal dottor Revelchione alla prima audizione, ci sono competenze diverse, la Polizia Municipale, questo ci è stato anche detto dal Comandante Berti, si occupa della viabilità durante gli eventi, non si occupa della sicurezza, la sicurezza è in mano alla Questura, che la organizza sulla base, con le forze dell’ordine, ed eventualmente, se ha necessità, chiede alla Polizia Urbana di intervenire. E qui arriviamo a una delle audizioni che secondo me è la chiave di volta, perché durante l’audizione del Comandante Berti, più di tre quarti delle domande le risposte sono state: “Mi dispiace, non posso rispondere perché è in corso un’indagine della Procura” quindi noi dal comandante Berti, dal Comandante dei Vigili non sappiamo niente, quindi non sappiamo nulla perché non ci può rispondere; la Procura, dopo averlo interrogato, ha detto: “Non rispondere”, quindi noi non sappiamo cosa è successo in Piazza, come è stato organizzata, dove erano gli uomini, in base a che disposizioni sono state date agli uomini, se era necessario avere più uomini, meno uomini, quali sono state le interazioni col Comando dei Vigili del Fuoco, col Comando di Polizia, con la Questura. Non lo sappiamo, perché non ci può rispondere, e come faccio a dare un giudizio tecnico-amministrativo se banalmente, adesso banalizzo, la Polizia Municipale non ha svolto correttamente il suo compito, se il suo Comandante non mi può rispondere, non mi può dare gli elementi oggettivi per dare un parere politico, tecnico, personale? Qui si parla di filtraggio della Polizia iniziata alle 14:30, quando c’erano già all’interno della Piazza tutta una serie di persone. Scusate, io capisco che dobbiamo fare degli attacchi politici e quindi Minoranza, Maggioranza, opposizione bisogna per forza andare contro chi amministra in quel momento, però se la sicurezza in Piazza è di competenza di Questura, Prefettura, Forze dell’Ordine, spetta a loro definire i parametri di sicurezza, non posso essere io amministratore a dire “no, guarda, perché li lasci tutti in Piazza?” Avranno fatto le loro valutazioni. È corretto, non è corretto. Non lo so, non lo posso dire. Avrei tanto voluto ascoltarli in Commissione, non è stato possibile ascoltarli; certamente quando la Procura arriverà a fine indagine, ci dirà, o comunque sapremo, quali sono state le valutazioni che hanno portato a non svuotare la Piazza. Controllo degli accessi, venditori abusivi che passavano dall’interno dell’area. Io non ho sentito nessuno degli auditi che ci ha detto: “Li abbiamo visti passare da là”, erano delle supposizioni, delle ipotesi, tutti quanti ci hanno detto: “Pensiamo che” perché mancava il presidio. Può essere corretto o non essere coretto. (INTERVENTI FUORI MICROFONO) Non lo so, io non ero in Piazza, ma nessuno degli auditi... VERSACI Fabio (Presidente) Scusate, no, no, no, no. Scusate, si fanno gli interventi, non si fanno domande a chi fa interventi, per cortesia. Prego. CURATELLA Cataldo Una Piazza presidiata e filtrata dalle Forze dell’Ordine. Dalle Forze dell’Ordine. Io non lo so, è stato segnalato, poi una cosa che ci è stata detta, l’unica che ci è stata detta, certa, anche dal Responsabile in Piazza dal punto di vista della Polizia Municipale, è che, il Dirigente responsabile, è che hanno avvisato, ed erano presenti e hanno anche fermato alcuni di loro, ci hanno anche detto: “Non gli abbiamo sequestrato il materiale per evitare la rivolta di piazza”, perché quando hai un assembramento così elevato di persone, fare dei sequestri, rischia poi di essere peggio che sanzionarli e dire: “Vai via”. Sono valutazioni corrette. Io non devo fare valutazioni tecniche, perché io non so tutta la situazione, non sono un esperto di Polizia Urbana, di Polizia Municipale che sa, conosce come è corretto agire, anche a livello psicologico, per evitare di peggiorare la situazione, non posso fare queste valutazioni. Hanno fatto una valutazione corretta, si sono basati sulla loro esperienza professionale. Tre ondate di panico, è stato detto, solo una persona ci parla di tre ondate di panico, che è l’ex Maresciallo, in pensione, dei Carabinieri. L’unico. È successo veramente così? È vero che ci sono state tre ondate di 15 minuti? Non lo so. Io so solo che, da notizie di giornale, la Procura, tramite la Digos, sta facendo delle indagini, ha visionato centinaia di minuti di filmati per cercare di capire come si è svolta, e a questo punto io dico: “Sì, però c’erano delle persone sedute sul tabacchino”. Allora perché il Sindaco non è intervenuto a far scendere, a uno a uno, le persone sedute sul tabacchino lì presente in Piazza? Cioè, stiamo veramente arrivando che uno dice una cosa, senza nessuna possibilità di verificare che quello che ci ha detto in Commissione sia veritiero; allora no, l’ha detto, è così. Bisogna basarsi su dati documentabili, comunque che abbiano un riscontro da più parti, non mi basta che una persona mi dica una cosa e poi dopo è verità oggettiva. Ci si lamenta: “Ma, il Commissario Berti con la Sindaca non si son sentiti fino al giorno dopo”. Io, questa è una domanda che ho fatto al Commissario Berti in Commissione, gliel’ho fatta anche quando l’ho intravisto: “Ma scusi, lei è in piazza, è il più alto in grado dal punto di vista della sicurezza, in piazza in quel momento vede che sta succedendo tutto quello che sta succedendo con questo evento e non chiama nessuno? Non ha visto il suo superiore?” “Ah, no, ma io mi sono limitato, io son stato”, mi sembra di aver detto, adesso dovrei andare a prendere le carte, “ah no, ero in cabina di regia per coordinare” va bene, un messaggio, una telefonata la puoi fare, non è che devi stare 50 ore; un messaggio, una telefonata per dire: “Guarda, qui sta succedendo qualcosa” non devo aspettare che qualcuno lontano mi chiami: “Ma cosa sta succedendo?” Perché non è detto che sappia quello che sta succedendo. C’è il Comandante in piazza, vede quello che sta succedendo e non dice: “Ma, forse un messaggio, una telefonata è opportuno farla”? In Commissione ha detto: “No, mi sono occupato di coordinare”; questo è testuale. Cioè, scusate, io non trovo corretto... la verità a volte sta nel mezzo, non bisogna accusare una parte perché: “No, perché non c’ero, perché non...”. Non è propriamente corretto. Arriviamo poi alle presunte conclusioni., Difficile trarre delle conclusioni, concordo. Non si può trarre conclusioni quando più della metà dei documenti non è a disposizione, quando chi ha organizzato, che ha la responsabilità di organizzare la Piazza, non è stato possibile audirlo, quando non è stato possibile audire e sentire il progettista della sicurezza della Piazza; quando non abbiamo potuto vedere tutti i documenti progettuali. Noi non sappiamo niente di come è stata progettata la sicurezza in quella Piazza, sappiamo solo, abbiamo solo una planimetria. Tra i documenti della Commissione c’è solo una planimetria della Piazza, non c’è altro, noi non sappiamo altro di come è stata organizzata la sicurezza in Piazza. Ed io, sulla base di questo, decido che la problematica è stata amministrativa, con una competenza sulla sicurezza che però è della Commissione Vigilanza Provinciale? Lascio ad ogni lettore le sue conclusioni, lasciamo stare. Allora, dal mio punto di vista, non è solo del mio, dal nostro punto di vista, questa relazione è parziale e di parte; parziale per tutti gli elementi che dicevo, mancano tutta una serie di elementi oggettivi per poterla scrivere una relazione; di parte perché, ovviamente, è un attacco diretto. Oltretutto, in alcuni momenti, io mi ricordo un’audizione in particolare, la seconda dove era presente la Sindaca Appendino, ma non è stata l’unica, in cui più che assistere ad una Commissione di Indagine, a me sembrava di essere durante il periodo dell’inquisizione, “Ma è vero che lei Sindaca doveva garantire la sicurezza, lei ha detto che era tutto in sicurezza”, come se fosse esperta di sicurezza in pubblica piazza. Come è stato detto durante l’audizione, il Sindaco si affida ai Tecnici che avvisano: “Guarda dal nostro punto di vista sta andando avanti”, la Commissione Vigilanza Provinciale la mattina del 3 giugno ha rilasciato l’autorizzazione a procedere con l’evento. Cosa deve fare un Sindaco? “Ah non, non mi piacciano queste prescrizioni, non ve bene, devo andare a vedere, ditemi tutti i punti uno per uno, cosa…”. Cioè, blocchiamo la Città per ogni cosa. “Ci saremmo presi un po’ più di tempo, ma è stata tradita questa disponibilità”, è stato detto poco fa. Allora, il 7 luglio la Commissione ha finito i suoi lavori d’audizione, noi come Maggioranza, concordi con la Minoranza, cioè la Minoranza e a noi ci ha trovato favorevoli, sono state date due settimane per la scrittura della relazione, e noi abbiamo detto sin da subito “per garantire l’imparzialità, non scriviamo noi la relazione perché dal nostro punto di vista la Commissione d’Indagine è un elemento di garanzia, ed è anche per questo che il regolamento prevede che a presiederla sia un componente delle Minoranze, perché deve essere una garanzia, non deve essere una Commissione d’Indagine di parte, politica, favorevole a chi amministra la Città in quel momento”. Ci aspettavamo, due settimane dopo, di avere una relazione, che poteva anche essere tranquillamente questa, non dovevamo chiedere di avere mille pagine di relazione, siamo arrivati due settimane dopo che c’è stato detto, presentando solo un indice, quindi praticamente solo le prime pagine di indice, senza contenuti, è stato detto più volte, anche a verbale: “No, ma questa non è una relazione”, ed è stato anche detto “Non è stato possibile perché non ho avuto tutto il tempo”, poi successivamente ci sono state anche, sono comparse anche su organi di stampa alcune situazioni che hanno cambiato, quindi, anche a livello emotivo, comprendiamo, infatti lo abbiamo anche detto in Commissione che potevano esserci tutta l’oggettività o la serenità per scrivere una relazione, e quindi i lavori di Commissione, dal nostro punto di vista, non potevano dirsi conclusi con una relazione. Ed è lì che è partito il battibecco in cui qualcuno chiedeva addirittura di far diventare relazione un indice di relazione, senza contenuti. Ed è lì che è nata tutta la diatriba, perché ci si è resi conto che senza un documento, anche no votato, anche non votato a Maggioranza, non si potesse avere una relazione, e allora si è chiesto che un indice che fino a quel momento andava bene a non esser considerato relazione, divenisse la relazione della Commissione, quindi oggi ci saremmo, oggi o comunque nel Consiglio, ci saremmo dovuti trovare a discutere di un indice, a pagina 1, pagina 2, ma senza avere tutto il contenuto. Cerco un po’ di rispondere... La mozione, adesso vado sul documento della mozione, i vari punti. Come è emerso dalle diverse discussioni, dalle diverse audizioni, gli uffici ci hanno sempre riferito, hanno seguito, e si è sempre fatto così, prassi, consuetudini, è necessario intervenire, siamo disposti a parlarne, ma prima di parlare di organizzazione, e quindi teste e posti, cominciamo a parlare di procedure. Io vi ho fatto una domanda, visto che - perché in una azienda dove lavoravo in precedenza si utilizzava ed era molto utile - visto che non c’erano tanti giorni a disposizione, tipo in questo caso, esisteva un vademecum in cui l’organizzatore di un evento sa esattamente cosa deve fare, con chi lo deve fare, quando, entro quando lo deve fare? Che è un documento semplice da presentare. Fa: “No, non ci abbiamo mai pensato”, perché probabilmente in precedenza non era mai capitato, perché le cose si scoprono solo man mano. Non è mai captato di organizzare un evento in tempi così rapidi, no, mi chiamavano e mi dicevano e io gli dicevo cosa fare. E’ un qualcosa da correggere, certo, lavoriamoci su, non è un problema. Queste situazioni, che sono emerse, siamo favorevoli, ma prima di parlare di teste e posti, perché non mi sembra che negli anni precedenti i precedenti Capi di Gabinetto agissero in modo completamente ligio e in modo diverso da come è stato organizzato questo evento. A me risulta che abbiano agito tutti allo steso modo. Si parla della garanzia al punto 4, dell’assicurazione, scusate. Durante l’audizione del 27 giugno 2017, durante l’audizione degli uffici, io avevo posto una domanda molto semplice, si parlava un po’ come era stata organizzata la Piazza e via dicendo; la domanda che avevo chiesto, posto io: “Ma nel preventivo che Turismo Torino ha mandato alla Città, era compresa l’assicurazione?”, perché il tema grosso che è nato subito dopo l’evento è legato all’assicurazione, che Turismo Torino avrebbe dovuto stilare per l’evento in Piazza. La risposta che ho ricevuto è: “Sì, mi pare di ricordare che ci fosse una voce ‘assicurazione’”. Anche qui, avessimo avuto a disposizione tutti i documenti, noi avremmo potuto vedere preventivo – consuntivo, perché richiedendo il consuntivo, non avevano a disposizione il consuntivo perché è stato poi successivamente, è stato bloccato dalla Procura. Quindi, sul tema assicurazione io aspetterei di capire quali erano le reali situazioni, io non lo so, perché non ho avuto a disposizione la documentazione e, sinceramente, io mi trovo in difficoltà a votare un documento in assenza di informazioni. Poi, vogliamo discutere di come pubblicizzare meglio gli eventi? D’accordo, esiste un opuscolo che si chiama “What’s on”, probabilmente non è diffuso abbastanza, probabilmente dobbiamo pensare a modi che siano più incisivi, più diffusi, per la diffusione dell’informazione. “Definire il grado di rischio”. Definire il grado di rischio, lo si sta già facendo, è nata un’ulteriore circolare, “Gabrielli”; è stato detto poc’anzi, se trovo... è stato detto poc’anzi: “Siamo passati da un eccesso all’atro, da Piazza San Carlo a Piazza San Giovanni dove non c’era nessuno”, eh però ragazzi, scusate, Colleghi, no ragazzi - Sicari mi ha coinvolto - Colleghi, fra Piazza San Carlo e Piazza San Giovanni, probabilmente non lo sapete tutti, c’è stata un’ulteriore circolare “Gabrielli”, che ha ulteriormente cambiato le carte in tavola per organizzare gli eventi ed ha richiesto tutta una serie di pre-filtraggi, stewart, tutta una serie di situazioni che non erano previste fino ad allora, e che quindi è cambiata completamente l’organizzazione della Piazza. E, a valle di questa circolare “Gabrielli”, con tutti gli eventi che sono saltati perché gli organizzatori, ma non a Torino, in tutta Italia, perché gli organizzatori non riuscivano a stare dietro ai costi della sicurezza aumentati, costi che non possono essere tagliati, perché per legge i costi della sicurezza non possono essere ribassati, è nata la successiva circolare “Gabrielli” che ha suddiviso gli eventi a seconda della tipologia, della grandezza, del tipo e via dicendo. Quindi non possiamo dire, “Okay, siccome a San Carlo non ha funzionato niente a San Giovanni abbiamo ecceduto”, abbiamo in un caso, nell’altro rispettato i parametri di sicurezza che ci è stato detto. Poi, vogliamo lavorare insieme per capire come meglio gestire questa situazione? Ne parliamo, ma non si può votare una mozione del genere, che lascia, fa diventare documento ufficiale una relazione mancante di molti elementi oggettivi e scritta sulla base di documentazione mancante e persone che non è stato possibile audire. Torno a ripetere, questa Commissione era nata con tutti i nostri intenti per cercare di dare delle risposte, ci siamo trovati alla fine della Commissione che avevamo un pugno di mosche, perché per chi legge questa relazione senza aver visto tutta la documentazione allegata, quindi tutte le trascrizioni, le 600 pagine di trascrizione, sembra tutto chiaro; nel momento in cui si vanno a verificare tutte le documentazioni disponibili, tutto cambia. Noi aspettiamo la Procura, per un semplice motivo, la Procura è l’unica che ha tutte le informazioni ed è l’unica che ha la competenza per decidere. Il fatto che ad oggi, da giugno, io concordo questo col Consigliere Napoli, il fatto che al momento sia un po’ ferma non è perché si sta aspettando un evento particolare, è perché l’indagine è talmente complessa, con tutta una serie di situazioni che stanno, prima di uscire con qualcosa che potrebbe essere facilmente attaccato o non veritiero, stanno cercando di fare tutti gli accertamenti del caso. Ed è per questo che dal nostro punto di vista non voteremo a favore di questa mozione. VERSACI Fabio (Presidente) E’ iscritto a parlare il Consigliere Lubatti, ricordo che ha ancora a disposizione dodici minuti come Gruppo. LUBATTI Claudio Va bene, tenterò di essere un pochino più breve per dare ancora qualche minuto di spazio ai Colleghi che vogliono dire qualcosa e aggiungere qualcosa per dare il loro contributo in questo dibattito che ritengo particolarmente interessante. Ma intanto una riflessione sulle cose che ho ascoltato. Io, soprattutto nell’ultimo intervento, conosco abbastanza bene il collega Lo Russo, potrei fare un elenco di difetti che il collega Lo Russo ha, probabilmente ne aggiungereste molti anche voi, tutti i Colleghi qui presenti potrebbero aggiungere dei loro pensieri su questo, ma non possiamo e per quanto lo conosco, non posso pensare che abbia firmato un documento senza un’attenta valutazione degli elementi all’interno del documento e una valutazione dei fatti, delle questioni, delle informazioni che nella Commissione sono venuti fuori e che gli hanno permesso di pendersi una responsabilità così forte come la firma di quel documento. Io non interverrò né sul prima, né sul durante, ma interverrò sul dopo. Perché sul prima, guardate, la Commissione, io per quanto conta, voglio fare un ringraziamento sentito anche al Presidente della Commissione e a tutti i Consiglieri che hanno speso del loro tempo per fare gli approfondimenti che sono diventati patrimonio comune e hanno permesso la discussione di questo Consiglio Comunale, quindi il ringraziamento è sentito davvero, ai Consiglieri che hanno lavorato nella Commissione per dare la possibilità, anche al sottoscritto, di farsi un’idea più precisa e se verranno messi, come è stato richiesto, a disposizione di tutti i documenti che fino ad oggi erano riservati ai componenti della Commissione, sarà mia cura ovviamente analizzarli e andare ancora più nel merito rispetto a quanto non mi sia già stato permesso di fare. E quindi credo che il lavoro della Commissione si sia occupato, giustamente, del prima, cioè della fase dell’organizzazione; poi c’è un durante, che cosa è successo quella sera, ma anche qui c’è una inchiesta, c’è una procedura in corso, ci sono delle responsabilità che verranno appurate, e quindi non credo di essere nella sede giusta per dare delle valutazioni, che sarebbero davvero soltanto a titolo personale, sulle responsabilità di che cosa è successo quella sera. Io vorrei portare la vostra attenzione un minuto sul dopo, e su che cosa è mancato dopo. Guardate, mi dispiace che non sia più in aula, ma devo darle atto che è stata in aula fino a questo momento quindi anche lei ha diritto ad una pausa, ma c’è il Vice Sindaco. No infatti, lo dico io prima che lo dica qualche componente della Giunta, io penso che sia mancato il Sindaco, dopo quella sera è venuta meno la figura del Sindaco. Ma del Sindaco non inteso come il Sindaco, diciamo, Capo della Giunta, non come il Sindaco della Città , della presenza: è mancato il Sindaco con la esse maiuscola, cioè una persona che sia in grado immediatamente, dopo poche ore dall’evento, di prendere su di sé la responsabilità con forza, con nettezza e con chiarezza di tutto il meccanismo che noi per settimane, quasi ormai per mesi, siamo andati a valutare. Poi, sarebbe poi stata coerenza, responsabilità del Sindaco quella, magari anche con l’ausilio delle riflessioni della Commissione, magari anche con la valutazione di tutti gli altri strumenti, ma del Sindaco con la esse maiuscola si è sentita la mancanza, cioè la mancanza di una persona che non dopo qualche ora dall’evento scaricasse la responsabilità di quanto accaduto sugli organizzatori tecnici dell’evento. E, avete, non so se avete, i Commissari lo avranno fatto, ma non so quanti Consiglieri sono andati a cercare l’ordinanza di viabilità firmata dall’Architetto Serra che scarica in quel documento la responsabilità dei fatti, eventualmente penali accaduti in quella serata, sugli organizzatori della serata, che è una questione dal punto di vista amministrativo, io prego e spero e ho grande fiducia nel Tribunale Amministrativo, che qualcuno accerti il fatto che dentro un’ordinanza di un Assessorato che ho avuto l’onere e l’onore di guidare per cinque anni, ma non ci si è mai sognati di scrivere un’ordinanza firmata da un Dirigente, neanche dal Direttore della Divisione che scarica la responsabilità penale dei fatti di quella sera, su chi? Sugli organizzatori dell’evento. Cioè, un’ordinanza che doveva garantire la percorribilità delle strade in termini di viabilità, cioè stiamo parlando di un’ordinanza che di fatto è un, lasciatemi dire, è un documento amministrativo che non ha nessuna valenza da un punto di vista né penale, ovviamente, neanche politico. Ci mancherebbe ancora, nessuno chiede alla Sindaca di conoscere quale è il contenuto dell’ordinanza, ma voi vi rendete conto della questione così astrusa che è la responsabilità penale dentro un’ordinanza di un Dirigente che ha il compito di far rispettare dei divieti di accesso all’interno della nostra Città? Questo è un elemento che nella discussione è venuto un po’ fuori poco, e viene il dubbio che la mancanza di lucidità da parte della Sindaca nelle ore successive all’evento sia dovuta al fatto che quell’ordinanza, magari non fosse nota al Sindaco come può succedere, che siccome è lecito pensare che un’ordinanza di un Dirigente venga conosciuta dal Sindaco, ma che in qualche modo la sua struttura, i suo collaboratori, i suoi collaboratori più vicini, in qualche misura conoscessero che dentro quell’ordinanza apparentemente documento, come posso dire, tecnico, ci fosse invece lì uno scarico diretto della responsabilità. E davvero guardo con grande attenzione a quello che succederà nel Tribunale Amministrativo per capire se quel ricorso, che è stato fatto nei confronti di quel documento, sul quale tra l’altro il Sindaco ha deciso di andare in giunta martedì scorso costituendosi in Giudizio, quindi in qualche maniera, come posso dire, difendendo la bontà del documento, perché quante volte sia successo in Amministrazione, tutte le Amministrazioni hanno a che fare con dei ricorsi, ma quando si riconosce che dentro un documento c’è qualche passaggio che forse è davvero di troppo, come questo, nessuno mi può convincere del fatto che sia un passaggio di troppo, almeno la decenza di fare qualche valutazione o pubblica o di evitare la Costituzione in Giudizio. E invece si è deciso di andare a costituirsi in Giudizio. Quindi si difende il documento sapendo che lì c’è un errore, non soltanto ovviamente di metodo a anche di merito. E lasciatemi dire ancora una cosa, la responsabilità, le parole, le strutture, gli organizzatori, suggeritori, le riunioni informali, i passacarte, hanno spazio solo dove manca il Sindaco, cioè se il Sindaco avesse, a un certo punto, fermato la discussione, non con una lettera aperta di scuse, ma con una presa di posizione chiara e netta anche nei confronti dei protagonisti di quella serata, perché su questo tema dell’assicurazione ho sentito pochi interventi, per fare un passaggio su questo ma forse il Consigliere Curatella è entrato meglio degli altri su questi tema, c’è un tema di responsabilità dell’Amministrazione. Io vorrei capire cosa pensa l’Amministrazione, non sul tema dell’assicurazione in termini di massimale, se il massimale coprirà o non coprirà i danni che sono stati richiesti, questo è un ragionamento non politico che non ci interessa, io voglio sapere se davanti a questo grande evento c’è o non c’è il Sindaco che risponde e per quanto mi consta fino ad oggi noi non abbiamo avuto una parola chiara, lucida, precisa, non di parte, come deve essere invece la presa di posizione del Sindaco. Lo scarico di responsabilità sugli organizzatori è un atto che davvero nessuno si poteva aspettare; in moltissimi di noi siamo stati oggetto di un confronto nei minuti successivi, nelle ore successive dell’evento, ma nessuno si aspettava che la responsabilità di questo grande evento che ha riguardato la Città venisse scaricata sugli organizzatori materiali, addirittura pilotati da un’ordinanza firmata da un Dirigente della Città. Quindi, io mi aspetto che nella replica ci sia una presa di posizione chiara, una presa di posizione netta da parte della Città. Spero di ascoltare queste parole, che suonerebbero comunque tardive, ma almeno riparatorie, di una situazione dove invece regna un dibattito dove tutto è il contrario di tutto, dove il Turismo Torino diventa responsabile penale di quello che succede nella Città di Torino, dove un tecnico ha delle responsabilità che evidentemente non può sorreggere, dove un Capo di Gabinetto si prende la responsabilità di dare delle indicazioni precise sul fare o non fare qualcosa, dove vale tutto e il territorio dove vale tutto è un territorio dove manca una figura di riferimento. Noi in questo caso, cara Sindaca, abbaiamo bisogno di una sua parola. Chiedo scusa ai Colleghi per essere andato un po’ lungo. VERSACI Fabio (Presidente) E’ iscritto a parlare la Capogruppo Artesio e ne ha facoltà per 10 minuti. ARTESIO Eleonora Io non ero componente della Commissione e quindi posso soltanto leggere un percorso che ci ha portati fino qui, da un punto di vista cronologico e, se mi riuscirà, da un punto di vista logico. Tutto il Consiglio ha votato l’istituzione della Commissione d’Indagine, lo ha fatto sulla base della richiesta di tutti i Consiglieri di Minoranza, richiesta che è andata a buon fine, perché la Maggioranza l’ha accolta. Quindi tutto questo Consiglio era convinto della necessità, compresi quelli che sono stati folgorati successivamente dall’idea che sarebbe stata inutile o ridondante; tutto il Consiglio era convinto della necessità. Tutto il Consiglio era consapevole del perimetro dei lavori della Commissione d’Indagine, perché era ben specificato, né poteva essere altrimenti, che si sarebbe svolta una doverosa attività di controllo da parte dell’organo consiliare per accertare fatti e comportamenti, acquisire atti e provvedimenti degli organi del Comune e delle relazioni tra gli organi del Comune ed altri Enti. Quindi, che il perimetro sarebbe stato delimitato alle competenze Comunali, era assolutamente chiaro a tutti. Nel corso dei lavori della Commissione, da esterna, e quindi nella conferenza dei Capogruppo, io ho visto pervenire successivamente report dell’andamento dei lavori, intendo un report cronologico: “Abbiamo lavorato per “x” sedute, per “x” Commissioni”; ho visto pervenire richieste di sostituzione dei componenti, ho visto pervenire una richiesta di proroga. Ai Capigruppo mai alcun componente della Commissione, né di Maggioranza né di Minoranza, ha fatto sapere che il lavoro della Commissione fosse impedito dalla segretezza imposta da organi terzi al punto tale da rendere incompleta e inutile il lavoro della Commissione. I discorsi che ho sentito qui questa sera non li ho sentiti in corso, durante lo svolgimento della Commissione d’Indagine, anzi alla conclusione della Commissione d’Indagine il mancato deposito della relazione non è mai stato motivato come impossibilità di depositare una relazione unitaria o una di Maggioranza o una di Minoranza, ma è sempre stato contestato per incapacità del Presidente di essere addivenuto al deposito di una relazione stessa. Quindi delle due l’una, o era palese in corso che la Commissione non avrebbe potuto corrispondere al suo mandato, e chiedo ai componenti perché non ce l’avete detto, agivate su nostro mandato del Consiglio, o non era possibile svolgere una relazione, come avete detto oggi, e allora perché si è contestato, persino in un intervento oggi, che quella relazione o quelle doppie relazioni non siano state consegnate. Io vado solo per logica, e quindi per logica deduco che nell’ambito e nel perimetro del lavoro che è stato svolto dalla Commissione, e che è stato svolto nel mandato del Consiglio, oggi ci è stata consegnata quella che potrebbe essere assimilabile a una relazione di Minoranza, e che questa relazione è supportata, per quella che è stata la mia possibilità di leggere gli atti consegnati con obbligo di riservatezza solo ai Capigruppo e la sintesi di questa relazione illustrata dal Consigliere Lo Russo, vedo che si è sviluppata sulla base di fatti e di comportamenti e di atti acquisiti. Quindi a me sembra che non si possa, oggi, dire che la Commissione non fosse in grado di operare, ma ancor di più che dire questo lasci aperta una interpretazione del giudizio finale, quello che sarà dato da altri fuori da noi e in tempi diversi da questi, che probabilmente lascia intendere qual è o il desiderio o la speranza o l’aspettativa o lo stile con il quale la Maggioranza del Consiglio esaminerà, a fatti conclusi, la vicenda. Io ho sentito dire: “Se ci sono le caselle con il punto interrogativo o se ci sono i pezzi mancanti, se con il resto cambia tutto...”, ho citato testualmente le dichiarazioni, è come dire: “Le responsabilità accertate nel momento in cui sarà concluso tutto l’iter probabilmente riguarderanno gli altri, perché è del tutto possibile che quel che abbiamo fatto noi, totalmente compiuto o imperfetto, sarà ribaltato dalle cose ben più gravi che non hanno fatto gli altri”. Bè, intanto per il perimetro del mandato che aveva quella Commissione e per le aspettative che riponevo io, che ho dato un mandato e non ne ho fatto parte, io ritengo che sia sufficiente quello che sappiamo di dover modificare da parte nostra. E allora invito il Consiglio a esprimersi sui contenuti e sugli impegni della mozione perché non ci si vuole riconoscere in una mozione perché non ci si vuole riconoscere nella relazione allegata, che è relazione di Minoranza? C’è già una richiesta per votare per parti. E allora andiamo al merito delle mozione. Il merito della mozione dice cose molto chiare: “Provvedere a una nuova riorganizzazione della macchina Comunale almeno per quanto riguarda gli uffici che si occupano dei cosiddetti grandi eventi”. Si dice: “È una anticipata colpevolizzazione non supportata da elementi condivisi di giudizio e di critica”. Infatti, qui si sta solo dicendo di procedere a una riorganizzazione, perché? Per quello che è accaduto in Piazza San Carlo. Ma anche perché, quello che è accaduto in Piazza San Carlo il 3 di giugno, ha aperto i riflettori sulla questione “grandi eventi”, che la deliberazione di Giunta, che ha organizzato gli uffici su questo tema, non aveva, banalmente, è cambiata la responsabilità politica, non è più in capo al Sindaco, è in capo a un Assessore. Vorrà dire che il percorso di comunicazione che prima era tra la Sindaca e i suoi uffici e le organizzazioni operative è già diverso? Non vorrà dire almeno questo? Avremo ben tratto qualche lezione, almeno sul miglioramento del vademecum, scusate vademecum, sul miglioramento del coordinamento magari con ricorso al vademecum? E allora, non è il caso di mettere mano a un’organizzazione che rispondeva antecedentemente, e che oggi vede mutata tutta la filiera di comando politica? A me sembra di sì. Due: “Nelle more dell’accertamento delle responsabilità pare opportuno uno stanziamento economico per far fronte alle possibili richieste di risarcimento danni”. L’attenzione che tutti hanno dichiarato di volere avere nei confronti, certamente delle vittime a cui un risarcimento materiale non potrà essere sufficiente per i traumi subiti, tantomeno dalla famiglia che ha subito una perdita irreversibile, ma tutti abbiamo detto che abbiamo a cuore la garanzia, la rassicurazione dei cittadini, quale strumento migliore di rendere praticabile l’accesso alle forme di risarcimento. “Provvedere a pubblicizzare le modalità con le quali i ricorrenti possano tramite i loro legali accedere all’acquisizione integrale della documentazione”; cosa c’è di così insopportabile che rendere semplice la possibilità di acquisire tutto il materiale di questa Commissione, e poi guardate io cerco di fare, per come sono le mie capacità, il mestiere di Consigliere Comunale, il mestiere degli avvocati lo fanno gli avvocati, e l’accertamento della documentazione è uno dei primi passi. Acquisiranno questa, ne acquisiranno altre, saranno loro a farlo; francamente non vedo perché non debbano acquisire questa, che non è l’esercizio ispettivo di un procedimento penale, è l’esercizio ispettivo sul funzionamento delle strutture Comunali. Il quarto: “Effettuare una programmazione di tutti gli eventi pubblici ai fini di prevenire, laddove è oggettivamente fattibile”, ovviamente nessuno qui può mettere in discussione che ci siano stati anche elementi di tragica fatalità, ma la preparazione delle misure di sicurezza è esattamente fatto e si affina di volta in volta per prevenire le tragiche fatalità, e quindi essere via via meglio, essere via via pronti. Se qui non parlassimo di Piazza San Carlo e parlassimo dei disastri ambientali altri Colleghi della Maggioranza sarebbero in grado di fornirmi delle lezioni su come si possono prevenire persino gli eventi naturali, quindi non vedo cosa ci sia di strano nel prevenire le fatalità attraverso un’altra panificazione. VERSACI Fabio (Presidente) La invito a concludere. ARTESIO Eleonora Quindi io credo che noi si debba procedere nella votazione di questa mozione. VERSACI Fabio (Presidente) Grazie. Consigliera Grippo ha ancora 3 minuti a disposizione. GRIPPO Maria Grazia Sì, grazie, Presidente. Mah, parlo con grande serenità perché è tracciabile la freddezza con cui io avevo accolto già a suo tempo l’istituzione della Commissione stessa, ma questa non era bastata a farmi, a convincermi ad essere oppositiva nei confronti di uno strumento che nella peggiore delle ipotesi doveva aggiungere qualcosa per poter migliorare quello che era uno stato di cose inaccettabile. Evidentemente non c’è la volontà, da parte della Maggioranza, di trovare un momento costruttivo da un lavoro che è stato fatto, che è stato fatto tutti insieme evidentemente; abbiamo parlato ore, avete parlato ore, e alla fine, lo dico permettetemi, in modo terzo, l’aspetto più costruttivo rimane la mozione firmata dai Colleghi Lo Russo, Magliano, Rosso, Lavolta. Non avete nessuna alternativa, e non siete venuti a dire mai, e in questo ha totalmente ragione la Capogruppo Artesio, che il lavoro di quella Commissione non stava servendo a nulla. Vien da dubitare sulla buona fede. Mentre invece noi un atteggiamento costruttivo continuiamo a tenerlo nonostante tutto e quindi accogliamo molto volentieri la suggestione e la proposta del Consigliere Curatella e ci riserviamo, anzi stiamo già predisponendo, una proposta di mozione, perché possa essere fatto un ulteriore passo nella direzione della trasparenza. Ma chiudiamo questo Consiglio, chiudiamo questo Consiglio con una Maggioranza che in alternativa alla mozione, che è stata processata per ore, alla relazione che avete processato per ore, in alternativa non offre nulla, e non può essere che abbiamo impiegato il tempo e le risorse della Comunità Torinese per non dare in cambio nulla. Questo è realmente frustrante, ed è davvero la frustrazione nella quale mi riconosco, la frustrazione di cui parla la Consigliera Sganga, non c’è mai un’alternativa. State facendo semplicemente una serie di processi a quelle che sono le proposte e il lavoro che vi viene dai banchi della Minoranza. L’alternativa è: niente. Niente. E’ questa l’offerta alla Cittadinanza, non avete certezze, non avevate certezze, dovevate fermare i lavori della Commissione e questo non è successo. Un dubbio sulla buona fede viene. Se adesso non va bene, se adesso dite che non siete in grado, non quando potevate cambiare la direzione, fermare le macchine... VERSACI Fabio (Presidente) La invito a concludere. GRIPPO Maria Grazia Almeno di enunciarlo. Grazie. VERSACI Fabio (Presidente) Grazie a lei. Io non ho altri interventi all’Ordine del Giorno. Prego, Sindaca Appendino. SINDACA Grazie, Presidente. Io intervengo solo per ringraziare tutti i Consiglieri, le Consigliere intervenute, di Maggioranza e di Minoranza. Sono rimasta fino alla fine perché ci tenevo, comunque, ad ascoltare tutti gli interventi e l’ho fatto nel merito, accogliendo eventuali spunti di riflessione, che ovviamente sono sempre ben accetti, e ben venga se ci sarà un indirizzo comune, nell’ottica ovviamente di poter migliorare il servizio che possiamo prestare per la Città. Non entro nel merito dei fatti, perché sappiamo bene che c’è peraltro un’indagine in corso, io, l’Amministrazione, siamo tutti a disposizione ovviamente della Magistratura e speriamo che la verità venga raccontata e si possa dire ai Torinesi. Credo che la verità e le eventuali responsabilità debbano essere consegnate ai Torinesi. Questo non credo che sia una volontà di Minoranza, di Maggioranza, o della Giunta, credo che sia una volontà comune di tutti e di tutte e che sia un diritto dei Torinesi. Quindi noi lavoriamo per questo, come è giusto che sia e speriamo ovviamente che la Magistratura, in cui abbiamo piena fiducia, in cu io ho piena fiducia, come credo tutti, possa svolgere il suo lavoro e possa, nel più breve tempo possibile, nell’ambito veramente di un’indagine che è complessa, perché i fatti sono complessi, raccontare e dare una verità ai Torinesi e alla nostra Comunità. Vorrei solo specificare un punto, che ci tengo perché credo che davvero debba essere davvero patrimonio di tutti e tutti noi abbiamo delle responsabilità, Maggioranza e Opposizione, riguarda la questione degli eventi: non è vero che non ci sono gli eventi a Torino, e non è vero che la Giunta ha paura di organizzare gli eventi, stiamo facendo “MITO” e ne faremo altri. Però è anche vero che ciascuno di noi ha una responsabilità in questo, noi di più perché governiamo, ché dopo i fatti di Piazza San Carlo, e non entro nel merito qui di responsabilità e fatti perché non spetta a me farlo, ovviamente, è un rispetto per chi lo sta facendo, ma il tema della sicurezza e il tema dell’organizzazione degli eventi è cambiato da quei fatti, è arrivata una circolare, poi ne è arrivata un’altra, e quindi tutti noi dobbiamo fare un passaggio culturale. Noi dobbiamo trovare il modo come Città sicuramente di stare a fianco di chi vuole organizzare gli eventi sapendo che i costi sono lievitati e sono veramente molto più imponenti rispetto agli anni passati, I cittadini, Torinesi e non, devono fare uno sforzo per abituarsi al fatto che bisogna passare da un varco, e passare da un varco non significa che quell’evento fa paura, ma è obbligatorio perché siamo in un nuovo contesto, ma se noi stessi come Amministrazione continuiamo a puntare sulla pausa, parlare della paura, e non ci abituiamo, noi tutti, noi tutti a far capire che è cambiato, è cambiata la manifestazione, sono cambiate le regole delle organizzazioni degli eventi, e questo lo stanno vivendo tutti i Comuni d’Italia. Anche in Regione sono saltati degli eventi purtroppo. Proviamo però anche noi tutti a fare un passo in avanti e scindere. Io mi assumo le responsabilità, l’ho fatto e continuerò a farlo, però tutti noi qua rappresentiamo la Città, magari non siamo d’accordo su tutto, ma non alimentiamo anche noi questo clima, che in parte è falso, di continua paura rispetto a degli eventi che oggi richiedono delle altre regole, facciamo uno sforzo comune. Dobbiamo aiutare gli organizzatori, dobbiamo fare anche noi una manovra di sensibilizzazione rispetto agli organizzatori stessi che si trovano in difficoltà dall’oggi al domani. L’esempio di LOV Vanchiglia c’è stata ieri, è stato molto complicato riuscire a farla a Vanchiglia, per tanti motivi rispetto agli anni passati, però abbiamo lavorato insieme, grazie agli organizzatori abbiamo trovato una soluzione. Io chiedo davvero uno sforzo, a tutto il Consiglio, Maggioranza e Minoranza, e non è scaricare le responsabilità, noi qua ce le assumiamo, però dobbiamo capire che dei fatti di piazza San Carlo, guardando avanti, il tema degli eventi è cambiato ed è cambiato per tutte le Amministrazione di qualsiasi colore politico, tutte. In un momento, peraltro di difficoltà di risorse economiche che hanno gli Enti locali, vi assicuro che da un lato conciliare il giusto apporto per riuscire ad organizzare eventi e costi che sono aumentati non è assolutamente semplice. Possiamo anche fare una discussione su questo, magari ci sono anche delle idee interessanti, noi raccogliamo, ci mancherebbe, però non dimentichiamoci qual è il quadro in cui noi stiamo operando, non solo noi ma tutti i Comuni, tutti gli Enti che oggi operano in Italia. Io su questo, ribadisco, sono assolutamente aperta a qualsiasi contributo costruttivo; organizziamo pure una Commissione, però partiamo dal dato di fatto che i fatti della responsabilità verranno accertati, e speriamo che venga fatto, ma che se dobbiamo guardare avanti, guardando avanti bisogna capire che gli eventi devono essere organizzati diversamente. Questo significa costi diversi, e significa responsabilità da parte di tutti che sono diversi rispetto al passato. Se questa è una discussione che vogliamo fare, a latere di altre, io sarò in prima fila con voi a farlo, e ben vengano contributi costruttivi. Grazie. VERSACI Fabio (Presidente) Grazie a lei. |