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SCHELLINO Sonia (Assessora) ...Anche per essere arrivata in ritardo rispetto all’ordine prestabilito prima. La Città di Torino, a far tempo dal 2003, raccoglie e monitora i dati degli sfratti che pubblica sull’osservatorio della condizione abitativa giunta ormai alla tredicesima edizione. Rappresentare il fenomeno degli sfratti, visto l’articolato iter in cui si sviluppa in molti atti posti in essere dei quali alcuni reiterati, la circostanza che una parte significativa delle procedure non necessita del completamento della fase esecutiva, può risultare complesso e con ulteriore rischio di una comunicazione difficilmente comprensibile. In questi anni la Città ha ritenuto di tenere sotto osservazione, perché più significativo, il dato delle monitorie o richieste di esecuzioni relative ad abitazioni private, piuttosto che le convalide o il dato degli sfratti eseguiti, dati tra loro diversi e tutti forniti dalla Corte D’Appello di Torino, sposando la linea di una comunicazione più semplice e comprensiva, un solo dato piuttosto che tre per il racconto di un fenomeno assai complesso. Dal canto suo quest'Amministrazione ha, invece, contezza delle richieste di assegnazione di casa popolare presentate dai cittadini torinesi sottoposti a procedure esecutive che, naturalmente, rappresentano soltanto una parte dell’universo degli sfratti cittadini perché non tutti gli sfrattati sono interessati alla casa popolare o ne hanno i requisiti. Inoltre la circostanza che l’andamento degli sfratti, a livello cittadino o comunicati dalla Corte D’Appello, sia in linea con il dato acquisito direttamente dagli uffici comunali dello sportello casa, nel senso che, se aumenta il primo, si registra un incremento del secondo e viceversa, ci fa propendere per la verosimiglianza dei dati a livello cittadino comunicati a mezzo dell’osservatorio della condizione abitativa e forniti dalla Corte D’Appello di Torino. Tra i dati relativi agli ultimi anni, da cui emerge una sostanziale corrispondenza delle variazioni riscontrate anno su anno dei dati degli sfratti a livello cittadino rispetto alle richieste di casa popolare, motivata dal procedimento di sfratto questi dati possono essere consultati appunto dal documento dell’osservatorio disponibile sul sito del quale, tra l’altro, abbiamo solo fatto una conferenza stampa, ma durante una delle IV Commissioni Consiliari è già stato chiesto di fare un approfondimento. Nei mesi scorsi testate giornalistiche hanno, invece, dato risalto ad un’impennata degli sfratti a Torino e Provincia sulla scorta del report di maggio 2017 del Ministero Dell’Interno ufficio centrale di statistica intitolato “Gli sfratti in Italia andamento delle procedure di rilascio di immobili ad uso abitativo”, dal quale, per quanto riguarda la nostra Città emergono questi dati. Provvedimenti di sfratto per morosità e finita locazione emessi a Torino anno 2015 - 852, anno 2016 - 2.526. Provvedimenti di sfratto per morosità e finita locazione emessi nella Provincia di Torino anno 2015 - 334, anno 2016 - 1.847, totale dei provvedimenti di sfratto per morosità e finita locazione emessi a Torino e Provincia 2015 - 1.186, 2016 - 4.373. Quanto pubblicato giustifica quindi lo scalpore mediatico, ma pare evidente che, i dati relativi ai provvedimenti di sfratto emessi a Torino, non ci pronunciamo sui dati del resto della Provincia perché non abbiamo tutti gli elementi, i dati, appunto, degli sfratti emessi a Torino nel 2015 sono grandemente sottostimati rispetto al 2016, solo 852 quando sono stati già solo 890 le famiglie torinesi che nel 2015 hanno chiesto la casa popolare, documentando lo sfratto emesso nei loro confronti. Quindi 2015 è un dato molto sottostimato quello del Ministero. Inoltre il dato delle richieste di esecuzione nel 2016 7.205, dato di tutta la Provincia, appare sovrastimato e non coerente con il dato degli sfratti emessi secondo la medesima fonte, 4.373 di cui, tra l’altro, meno della metà riferiti solo a Torino. In conclusione, al netto dei possibili errori o interpretazione dei dati rappresentativi dall’andamento degli sfratti che, come suddetto, sono di diversa tipologia, noi riteniamo di aver osservato nel 2016 un amento degli sfratti in Città, ma al contrario una riduzione di un fenomeno che comunque continua ad essere di assoluta gravità. Alla domanda se è possibile prevedere nuove misure innovative, ma strutturali come ha fatto con Salvasfratti in passato per arginare il fenomeno, possiamo far notare che, il fondo in cui gli inquilini morosi incolpevoli introdotto a livello nazionale dalla Legge 80/2014 sulla base della sperimentazione del fondo Salvasfratti attuata proprio a Torino nel 2013, oggi è una realtà adeguatamente dotata di fondi che consente di rispondere ad almeno 150 case all’anno. L’attività degli uffici comunali continuerà in questo senso anche per i prossimi anni, in quanto la misura è diventata, appunto, strutturale e pertanto non ha un termine definito nel tempo. L’incremento degli sfratti per morosità è stato dal 2011 conseguenza della riduzione della capacità reddituale delle famiglie che hanno progressivamente perso il lavoro in chiaro e, successivamente, anche l’occupazione in nero, in qualche modo ne è prova anche la riduzione del numero di cittadini stranieri residenti a Torino verificatosi negli ultimi 4 anni. Questa tendenza all’impoverimento e alla marginalizzazione sociale ed economica sta diventando condizione stabile per un numero significativo di famiglie italiane e straniere, come abbiamo visto, nei precedenti punti, il numero di sfratti si riduce in valore assoluto, quello che sembra, invece, aumentare è l’incidenza tra gli sfrattati delle famiglie in condizione di povertà strutturale tanto da non poter nemmeno sostenere le spese dovute per l’accesso ad una legge sociale, tipo le spese per i contratti, il trasloco, eccetera. Tutto ciò porta a dire che oggi come ieri la via migliore per risolvere il problema della casa a Torino sarebbe quella di produrre occasioni di lavoro e di sviluppo economico. In questa direzione vanno misure come il sostegno all’inclusione attiva, cosiddetto SIA, e le misure di prossimo avvio contenute nel Pon inclusione e nel Pon Metro all’asse 3. Queste misure, infatti, si propongono di sostenere il cittadino e la sua famiglia in condizioni di povertà conclamata sia nella ricerca del lavoro, sia della casa anche nel mercato privato della locazione ampliando, di molto, così le possibilità di reperire un alloggio idoneo ed anche un canone sostenibile per il nucleo. Per valutare l’impatto di queste misure, di questo insieme di misure occorrerà naturalmente un po’ di tempo perché stanno partendo ora, ma la Città è impegnata, in questo senso, a fondo. |