Interventi |
MORANO Alberto Ho appreso con una qualche sorpresa, dall'Assessore Rolando, che la Società GTT non sarebbe in crisi e questo, ricordo i dati al 31 dicembre di un bilancio più o meno stimato, 542 milioni di debiti, di cui 125 verso i fornitori, 42 verso Infra.To; 146 verso finanziatori, il Delta e verso le banche e per contributi sociali. Un fatturato di 440 milioni, un utile netto stimato di 160.000 euro: e questa non sarebbe crisi? Un fabbisogno di cassa, secondo le stime che erano nel rapporto Peat Marwick tra agosto e dicembre, di 62 milioni. Ciò significa, detto in termini diversi, uno shortfall con una mancanza di cassa generata dalla Società che deve essere procurata con altre voci. E come pensavano di far fronte a tutto questo? Perché era scritto nel documento pubblico, in parte ritardando il pagamento dei fornitori, in parte ritardando il pagamento delle tasse, in parte sperando che qualcuno versasse il Delta. Ora, in una Società di diritto privato non controllata dallo Stato, gli amministratori avrebbero seriamente valutato l'ipotesi di fare la domanda di concordato in bianco o se aveva una prospettiva di concordato preventivo. Questa Società non approva il Bilancio, perché ovviamente non ha idea se c'è o non c'è la continuità aziendale e io ho simpatia per gli amministratori che non si prendono il rischio di approvare un bilancio con criteri di continuità aziendale per scoprire poi che la Società non ce la fa, perché questo sarebbe grave, perché configura tutta una serie di ipotesi di reato, se la Società dovesse poi andare in una situazione di procedura concorsuale. Ma in questo contesto, il Comune, come unica linea strategica dice alla Società: "Fate un Piano Industriale", ma il Piano Industriale potrà far vedere un po' di generazione di cassa futura, ma non dice come si copre la mancanza di cassa attuale e come la Società ritorna in equilibrio finanziario perché un indebitamento che è 10 volte o 11 volte l'utile operativo è un indebitamento non sostenibile da società che abbiano un'alta marginalità, figuriamoci da una Società che ogni anno gioca sul limite del pareggio. In questa prospettiva, per cui non posso che esprimere voto contrario alla proposta di delibera di modifica della convenzione. Mi rendo conto che questa modifica della convenzione potrebbe essere un atto necessario nel futuro, questa convenzione, ma oggi è un atto che non può essere sottoscritto, che non può essere tenuto in considerazione dal Consiglio di Amministrazione finché non ha la certezza che la Società supererà la crisi e non dovrà entrare in una procedura concorsuale. |