Consiglio Comunale
C I T T À D I T O R I N O
MOZIONE
Respinta dal Consiglio Comunale in data 29 aprile 2009
Il
Consiglio Comunale di Torino,
PREMESSO
CHE
- i servizi
pubblici locali devono essere prodotti, erogati e distribuiti partendo dalla
considerazione che essi non possono essere considerati alla stregua di una
qualunque merce disponibile sul mercato;
- la loro stessa
definizione dispone che la possibilità della loro utilizzazione debba essere
considerata verso tutte le persone alla stregua di un bene pubblico e, quindi,
la più libera e disponibile possibile con particolare riferimento all'acqua;
VERIFICATO
CHE
- il processo di
fusione tra Iride ed Enìa è accompagnato dalla definizione di nuovi statuti e
patti parasociali che mutano la natura pubblica della soddisfazione dei bisogni
sociali, producendo una uniformazione delle attività svolte da aziende diverse
e quindi in un ampliamento dei campi di intervento della nuova società;
- tale processo
prefigura una soppressione delle società partecipate dal Comune attualmente
erogatrici di servizi pubblici, verso le quali la nuova società si troverebbe
in una oggettiva situazione di concorrenza;
- la
realizzazione di queste attività, il cui lungo elenco è indicato nell'articolo
4 del nuovo Statuto, ci consegnerebbe una realtà in cui i Consigli Comunali non
sarebbero più chiamati a decidere sui servizi pubblici erogati, poiché la
definizione delle scelte e degli indirizzi nella gestione economica e
produttiva verrebbe operata da una società quotata in Borsa il cui scopo
prioritario non è quello di garantire la soddisfazione di diritti e bisogni
sociali, bensì quello di distribuire utili e dividendi ai propri azionisti;
CONSIDERATO
CHE
- non può essere
sottovalutata l'implicazione che la realizzazione di questa nuova società
potrà avere direttamente sulla qualità e quantità dei servizi pubblici locali,
sulla possibilità di controllo diretto dell'amministrazione pubblica sulla
efficacia ed efficienza nella loro disponibilità per i cittadini, sulla
difficoltà per questi ultimi di individuare e scindere responsabilità
politiche, amministrative, tecniche e gestionali;
- non può essere
condivisa la retorica di quanti, ancora oggi, nel mezzo di una crisi che
riscrive le leggi dell'economia, continuano a lodare in modo sperticato termini
quali la concorrenza, la competizione e il mercato, dimenticando in pochi
giorni i guasti e i disastri che sul piano economico e sociale sono stati
prodotti proprio da un sistema produttivo che ha fatto carta straccia della
soddisfazione dei bisogni primari e che ha incassato gli utili lasciando allo
Stato la socializzazione delle perdite;
DOPO
AVER RILEVATO
1) come tutto questo rappresenti:
- l'inizio della fine per i servizi pubblici
locali;
- un'ulteriore tentativo di
ridimensionamento dell'autorità e dell'autonomia delle
assemblee elettive che deriva loro dall'essere
espressione della volontà popolare;
- un
aggravarsi dello squilibrio già esistente nella distribuzione del potere tra il
Sindaco e il Consiglio Comunale, sempre di più a discapito di quest'ultimo;
2) come la ricerca
di nuovi e sofisticati sistemi di gestione delle imprese, sempre più esterne
all'Amministrazione, sempre più grandi e anonime, sempre più lontane geograficamente
dai luoghi di residenza dei consumatori, determini per gli eletti nei Consigli
Comunali, una condizione di incapacità di controllo e di verifica, una perdita
di senso e di responsabilità a causa della loro sempre più marcata
impossibilità di intraprendere quelle necessarie azioni di controllo ispettivo
che rendono compiuta una democrazia;
3) come tutto ciò
trovi il suo contrappasso nella sempre più indiscussa e indiscutibile
definizione dei nuovi assetti di potere nella gestione delle imprese
"pubbliche", quanto mai stretta nelle competenze di pochi e potenti
Sindaci;
4) quanto agli
aspetti tecnico-finanziari di non facile comprensione, si aggiunga un
preoccupante allargamento delle possibilità di investimento per la nuova
società, che potrà non solo occuparsi di tutto ciò che oggi è nelle competenze
delle (ancora fino a quando?!) partecipate, ma ancor più dell'imbottigliamento
e vendita al dettaglio o all'ingrosso di acqua potabile tanto direttamente
quanto indirettamente, o della possibilità di entrare nella gestione o
progettazione di impianti nucleari, scenario tutt'altro che lontano, viste le
scelte dissennate del Governo;
RITIENE
CHE
1) l'ipotesi
di fusione tra Iride ed Enìa predisposta dalla Giunta Comunale non possa essere
portata a conclusione e che pertanto non possa essere dato mandato alla
prossima assemblea di FSU di procedere in tal senso;
2) viceversa
ed in continuità con quanto approvato dal Consiglio Comunale di Torino nel
corso dello scorso mandato amministrativo in relazione alla salvaguardia, alla
tutela ed alla valorizzazione dei servizi pubblici locali e contro l'accordo
generale sul commercio dei servizi (AGCS) dichiarando tra l'altro "Torino
libera dall'AGCS", occorra rivedere il percorso sulla base delle seguenti
considerazioni:
i. la
maggioranza della proprietà della nuova società deve essere in maniera
rilevante nelle disponibilità dei soci pubblici;
ii. la
predisposizione delle linee di indirizzo generali relativamente alla
erogazione, in termini di qualità e di quantità, dei servizi e dei beni, alle
politiche tariffarie ed alla tutela dei ceti sociali deboli, deve essere
sottoposta all'approvazione delle assemblee elettive;
iii. la
raccolta e la distribuzione dell'acqua deve avvenire sulla base della
affermazione del principio che essa non è un bene economico ma pubblico e
sociale;
iv. i
piani industriali devono tendere alla salvaguardia dei livelli occupazionali in
termini di quantità e qualità;
v. deve
essere reso praticabile per gli eletti nelle assemblee il potere di controllo
ispettivo sulla base del controllo analogo esercitabile nei confronti degli
uffici dell'Amministrazione.
Sono intervenuti, oltre al Presidente Castronovo, al Sindaco Chiamparino ed al Vicesindaco Dealessandri, i Consiglieri Comunali Coppola, Cantore, Ravello, Carossa, Cerutti, Petrarulo, Giorgis, Gallo Domenico, Ferraris, Olmeo, Tedesco, Silvestrini e Grimaldi.
procede alla votazione nei modi di regolamento.
Non partecipano al voto i Consiglieri Angeleri Antonello, Cantore Daniele, Carossa Mario, Coppola Michele, Gallo Domenico, Ravello Roberto Sergio e Tronzano Andrea.
Risultano assenti dall'aula, al momento della votazione, i Consiglieri Bonino Gian Luigi, Bussola Cristiano, Goffi Alberto, Lonero Giuseppe e Troiano Dario.
Esprimono voto favorevole, oltre al Presidente Castronovo Giuseppe, i Consiglieri Cassano Luca, Cerutti Monica, Cugusi Vincenzo, Ferrante Antonio, Grimaldi Marco, Salinas Francesco e Silvestrini Maria Teresa.
Esprimono voto contrario, oltre al Sindaco Chiamparino Sergio, i Consiglieri Cassiani Luca, Centillo Maria Lucia, Cutuli Salvatore, Ferraris Giovanni Maria, Galasso Ennio Lucio, Gallo Stefano, Gandolfo Salvatore, Genisio Domenica, Gentile Lorenzo, Giorgis Andrea, Lavolta Enzo, Levi-Montalcini Piera, Lo Russo Stefano, Moretti Gabriele, Olmeo Gavino, Petrarulo Raffaele, Rattazzi Giulio Cesare, Sbriglio Giuseppe e Tedesco Giuliana.
Il Presidente dichiara respinta la mozione con il seguente risultato:
PRESENTI E VOTANTI 28
VOTI FAVOREVOLI 8
VOTI CONTRARI 20