Servizio Centrale Consiglio Comunale

2011 05602/002

CITTÀ DI TORINO

 

INTERPELLANZA: "LA TARSU ALLE AZIENDE CHE NON CONFERISCONO RIFIUTI ..." PRESENTATA DAL CONSIGLIERE BERTHIER IN DATA 17 OTTOBRE 2011.

 

Il sottoscritto Consigliere Comunale,  

 

RILEVATO CHE

 

-        si sono verificati aumenti della TARSU su base annuale superiori all'80% a carico di piccole aziende;

-        spesso alcune aziende generano rifiuti speciali che non possono essere assimilati al rifiuto solido urbano e che pertanto vengono smaltiti autonomamente senza alcun costo a carico della collettività;

-        in alcuni casi non solo vengono prodotti rifiuti speciali che vengono smaltiti autonomamente, ma alcuni di questi rifiuti si compongono di rottami metallici o scarti che vengono rivenduti dalle stesse imprese, contribuendo in tal modo a ridurre il ricorso all'importazione di materie prime;

-        non viene in alcun modo preso in considerazione dall'Amministrazione comunale, il fatto che ci siano imprese che non possono in alcun modo produrre rifiuti, grazie al sistema del vuoto a rendere degli imballaggi;

-        la tassazione cieca ed indiscriminata basata esclusivamente sulla superficie occupata non ha in alcun modo attinenza con l'effettiva quantità di rifiuto prodotto;

 

CONSIDERATO CHE

 

-        con l'attuale crisi e riduzione dei fatturati delle aziende, e la relativa riduzione del personale in esse impiegato, si ha una conseguente riduzione degli acquisti e quindi del volume di rifiuto solido urbano prodotto e ciò avrebbe dovuto tradursi in una conseguente riduzione della relativa imposta comunale;

-        regole simili ed aumenti di quella entità sono il miglior invito a non impegnarsi a mettere in atto qualsiasi forma di raccolta differenziata;

-        una seria politica di riduzione del volume dei rifiuti prodotti deve necessariamente passare attraverso politiche premianti nei confronti di chi mette il proprio impegno nel differenziare e ridurre i propri rifiuti sia in campo domestico che in campo professionale;

-        che le Direttive Europee sono ben chiare (vedi n. 12/06, la quale contiene il principio "chi inquina paga") e che nella sentenza del 16 luglio 2009 il Giudice Comunitario ha espresso un importante principio: "è illegittimo che un sistema accolli ad alcuni soggetti costi manifestamente non commisurati ai volumi o alla natura dei rifiuti da essi producibili". Di conseguenza, sarebbe in contrasto con l'ordinamento europeo una disciplina che faccia versare ad alcune categorie di cittadini i costi corrispondenti a volumi o tipologie di rifiuti che non possono avere prodotto;        

 

INTERPELLA

 

Il Sindaco e l'Assessore competente per sapere:

1)      se gli attuali aumenti TARSU abbiano qualche attinenza con la recente soppressione dell'ICI sulla prima casa e se grazie a questi aumenti il Comune intenda recuperare i proventi mancanti dell'ICI sulla prima casa;

2)      se l'Amministrazione comunale si sia resa conto che con comportamenti di questo tipo si scoraggiano i cittadini ed i piccoli imprenditori, ed a questo punto non trovano alcuna motivazione per mettere in atto la raccolta differenziata o la riduzione dei rifiuti prodotti;

3)      come l'Amministrazione comunale intenda comportarsi nel caso cittadinanza e piccoli imprenditori decidessero di ricorrere ad una "class action" od a rivolgersi alla giustizia europea. In particolare se gli eventuali risarcimenti saranno imputati alla collettività o se questi verranno sottoposti al giudizio della Corte dei Conti per valutare se si sia in presenza di danno erariale con tutte le conseguenze del caso;

4)      se l'interesse dell'Amministrazione comunale sia quello di aumentare il più possibile i rifiuti per giustificare la costruzione degli inceneritori, che resterebbero inutilizzati o parzialmente utilizzati se venisse a mancare la mole di rifiuti che dovrebbe alimentarli.         

 

F.to Ferdinando Berthier