ORDINE DEL GIORNO

Approvato dal Consiglio Comunale il 12 ottobre 1998

OGGETTO: RIFORMA DELLA LEGGE NAZIONALE 6 DICEMBRE 1971, N. 1044 "PIANO QUINQUENNALE PER L'ISTITUZIONE DEGLI ASILI COMUNALI CON IL CONCORSO DELLO STATO - ESCLUSIONE DELL'ASILO NIDO DAI SERVIZI A DOMANDA INDIVIDUALE" - SOLLECITAZIONE AL GOVERNO.

"Il Consiglio Comunale

Premesso che:

- gli asili nido a livello nazionale sono circa 2.000, contro i 3.800 previsti dalla legge 1044 del 1971;

- più di mille nidi costruiti da Regioni e Comuni restano chiusi ed inutilizzati per mancanza di personale e risorse economiche;

- intere zone del nostro paese sono prive di questo servizio, concentrato nelle aree del Centro Nord, e (nonostante alcuni meritevoli interventi) in alcune città del sud gli asili nido restano accessibili solo al 6% dei bambini in età residenti nel nostro paese e quindi disponibili ad un numero limitato di famiglie (10% nella Regione Piemonte e circa il 16% nella città di Torino);

- in Piemonte assistiamo ad una riduzione dei comuni sedi di nido e ad una progressiva diminuzione delle unità nido funzionanti; nel 1985, anno di massima presenza del servizio sul territorio i comuni erano 121 con ben 251 nidi funzionanti; nel 1997 i comuni sedi di asilo nido risultano essere scesi a 105 con sole 209 unità nido aperte (max capienza 75 posti). Nella Città di Torino si è passati dalle 63 unità nido del 1992 alle attuali 59.

Premesso inoltre che:

nonostante le modificazioni di quanto previsto nell'art. 6 del Decreto Legge 26 aprile 1983, n. 131, per effetto del quale le spese per gli asili nido sono escluse per il 50% dal calcolo della percentuale di copertura dei servizi pubblici a domanda individuale, gli alti costi di gestione (13 milioni circa per posto bimbo nella Città di Torino) ed i modesti trasferimenti economici dalla

Regione, la conseguente ed obbligata politica tariffaria rende i nidi inaccessibili a numerose famiglie.

Verificato che:

- il 2 marzo 1993 è stata presentata all'allora presidente della Camera dei deputati On. Giorgio Napolitano la proposta di legge di iniziativa popolare "L'asilo nido: un diritto delle bambine e dei bambini", accompagnata da oltre 150.000 firme ed alla raccolta delle quali il Piemonte ha concorso con 18.000 firme frutto dell'impegno del Coordinamento Genitori di Torino, dei lavoratori del settore e della CGIL Funzione Pubblica;

- la legge di iniziativa popolare giace tuttora in Parlamento in attesa della sua discussione nella competente commissione;

- la proposta di legge di iniziativa popolare indica un percorso sicuro: essa rimette al centro del servizio gli asili nido, le bambine ed i bambini e i loro diritti, riconosce carattere educativo al servizio, supera la collocazione del nido tra i servizi a domanda individuale, ridefinisce le competenze a livello nazionale inserendolo nel sistema dell'istruzione di base.

Condividendo:

- la raccomandazione n. 92/241/CEE emanata dal Consiglio Europeo dei Ministri che invita gli stati membri a promuovere politiche che consentano ai genitori di conciliare lavoro e cura dei figli, in un'ottica attenta contemporaneamente a fattori di natura economica, sociale e culturale, garantire pari opportunità tra uomini e donne all'interno del mercato del lavoro, consentire la mobilità dei lavoratori, promuovere il benessere dei bambini e delle loro famiglie.

Preso atto che:

nel quadro degli impegni assunti dal Governo e in particolare dal Ministero per la Solidarietà Sociale con il piano d'azione per la promozione dei diritti e delle opportunità per l'infanzia e l'adolescenza, il tema degli asili nido, e più complessivamente quello dei servizi rivolti ai bambini in età 0-3 anni, è stato individuato tra quelli prioritari sui quali la necessità di intervenire si presenta con urgenza maggiore.

Impegna il Signor Sindaco

a sollecitare

il Governo affinchè presenti all'approvazione del Parlamento entro il 20 novembre 1998, giornata internazionale dei diritti dei bambini, una nuova legge nazionale sugli asili nido e sui servizi per la prima infanzia che ne definisca con maggiore chiarezza gli obiettivi, le caratteristiche e le modalità di sviluppo, adeguandoli alle mutate esigenze sociali, nonché definendo le responsabilità ed i compiti dei diversi livelli istituzionali di governo e della società nel suo insieme.