“Restiamo umani”. L’appello di Vittorio Arrigoni è più che mai attuale.

Il 10 marzo scorso una guida alpina ha soccorso, trasportandola in ospedale, una donna migrante in procinto di partorire mentre tentava di attraversare la frontiera al Monginevro. La Gendarmeria francese ha avviato nei confronti del soccorritore una procedura di incriminazione per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Questo ci interroga su clamorose contraddizioni, delle leggi e delle forme della nostra coesistenza. Esistono le norme sull’immigrazione, ma esistono gli obblighi di soccorso: l’omissione di soccorso è un reato sempre, quale sia lo status della persona in pericolo. Prima ancora esiste una regola naturale che fonda l’esistenza e la continuità della comunità umana: riconoscerci come persone, donne e uomini che, per loro fragilità di diversa natura, possono aver bisogno di aiuto.

Ho presentato un ordine del giorno al Consiglio comunale di Torino, perché credo che questi principi-apparentemente naturali, ma evidentemente smentiti da applicazioni “cieche”di norme o sacrificati rispetto all’ansia del controllo e della sicurezza-debbano essere pronunciati, ripetuti, comunicati: per”restare umani”, appunto.

Eleonora Artesio