Fioccardo: così ci si difenderà dalle alluvioni

Le vasche di accumulo dell'acqua piovana dovrebbero ridurre il rischio di risalita dal Po dell'acqua, attraverso la fognatura delle acque bianche.

Dopo mezzo secolo dall’ultimo evento significativo, l’alluvione del 2000 creò notevoli problemi all’area del Fioccardo, nella zona sud di Torino. A distanza di undici anni, gli episodi analoghi si ripresentarono e così nell’autunno del 2016.
Diverse le ipotesi progettuali studiate e valutate per scongiurare nuovi disastri ma tutte, è stato sottolineato da parte dei tecnici comunali, non garantirebbero, da sole, la riduzione del rischio ma potrebbero soltanto limitarsi a contenere alcune situazioni.
Così è stata scartata, ad esempio, l’ipotesi di un argine alto 4 metri, a pochi metri dalle case, dunque molto impattante da un punto di vista visivo, oltre che per i costi. Una soluzione, questa, che se da un lato avrebbe ridotto il rischio di esondazione del Po, dall’altro non avrebbe evitato l’allagamento delle zone abitate, avvenuto in passato da un lato per l’innalzamento delle falde, dovuto anche all’acqua in discesa dalla collina, dall’altro per il riflusso delle fognature di acque bianche, in risalita da Po.
Quindi, è stato evidenziato, la progettazione di messa in sicurezza avverrà su più fronti: da un lato la realizzazione di un’opera di “mitigazione del rischio”, che protegga le zone abitate da esondazioni assimilabili a quella del 2000.
Dall’altro, si è progettata la realizzazione di vasche di accumulo dell’acqua piovana della capacità di 5000 metri cubi che consentano di alleggerire l’afflusso dell’acqua nel Po evitando il fenomeno del riflusso.
L’intervento dovrebbe costare intorno ai 3 milioni.
Intanto, grazie al primo dei 14 milioni erogati dalla Regione in seguito all’evento alluvionale dello scorso anno, si è investito sulla messa in sicurezza della sponda sinistra del Po, in corrispondenza del tratto antistante il Museo dell’Automobile. Un intervento urgente utile anche per mettere in stato di protezione l’unico collettore fognario che attraversa la città da sud a nord, verso l’impianto di depurazione della Smat, a Castiglione. Una struttura di oltre 2 metri di diametro che, nel caso di danneggiamento, rischierebbe di creare problemi sul piano ambientale.

Federico D’Agostino