Un Museo del Cinema sempre più aperto alla cittadinanza e alle collaborazioni internazionali

Tante nuove proposte e una vocazione sempre più internazionale per il Museo nazionale del Cinema di Torino – Fondazione Maria Adriana Prolo.

Lo ho spiegato Domenico De Gaetano, direttore della struttura dallo scorso 7 ottobre, in occasione della sua prima audizione in Commissione Cultura, a Palazzo Civico, il 4 marzo 2020.

De Gaetano ha illustrato le principali attività e collaborazioni, tra cui quelle con i maggiori festival cinematografici torinesi, che trovano ospitalità nelle sale del Cinema Massimo, gestite dal museo stesso.

Tra gli eventi, oltre a ricordare i numerosi appuntamenti di Torino Città del Cinema 2020 e la mostra “Cinemaddosso” che espone abiti di scena di altissima sartoria, attualmente in corso alla Mole, ha segnalato la prossima organizzazione di una serie di iniziative sul regista Dario Argento – che ha girato a Torino uno dei suoi capolavori, “Profondo rosso” – che coinvolgeranno anche Sergio Stivaletti, artista degli effetti speciali, fidato collaboratore di Argento, e il gruppo musicale dei Goblin.

Il direttore ha quindi spiegato che, grazie a 500mila euro di fondi ministeriali, nella cineteca di via Sospello 195 verrà allestito un laboratorio per la digitalizzazione di pellicole 35mm. Grazie all’acquisto di attrezzature, alla formazione del personale esistente e all’assunzione di un’ulteriore risorsa umana con i fondi del progetto, sarà possibile il lavaggio, la correzione colore, il restauro e la catalogazione delle pellicole, trasformando la struttura in una cineteca all’avanguardia in Europa.

Per quanto riguarda la collezione del Museo – tra le più importanti al mondo, con un patrimonio di 1.800.000 pezzi, tra film, lanterne magiche, manifesti e oggetti vari – De Gaetano ha annunciato che verrà catalogata in un unico database, grazie alla piattaforma Mèmora sviluppato dal Csi Piemonte.

E, dopo vent’anni, si sta lavorando a nuovo allestimento della Mole (quello attuale è del 2000, realizzato dallo scenografo François Confino), per rendere il museo più “immersivo” e coinvolgente, anche per i giovani, ridefinendo il percorso di visita e spiegando le sperimentazioni e l’evoluzione delle tecnologie del cinema: dalla lanterna magica all’iPhone, dal film muto Cabiria alle serie tv di Netflix.

Saranno inoltre potenziate l’area mostre, producendo e co-producendo nuove esposizioni, anche da vendere, gli uffici che si occupano di fundraising e sponsorizzazioni e la didattica.

Vengono inoltre incrementate le collaborazioni con Berlino, Parigi, Francoforte, Amsterdam e altre città europee, oltre a quelle con il sistema culturale torinese, piemontese e nazionale.

Infine, con l’Università di Torino si sta progettando la creazione di un Centro studi sul cinema muto.

Massimiliano Quirico