Un anno di carcere in Piemonte

Presentata a Palazzo Lascaris una relazione sull’esecuzione penale in Piemonte, a cura di Bruno Mellano, garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale.

All’evento sono intervenuti anche i garanti dei Comuni di Torino, Monica Cristina Gallo, e di Alba, Alessandro Prandi.

L’incontro è stato aperto dal presidente del Consiglio regionale Nino Boeti, che ha elogiato il lavoro svolto dai garanti, con competenza e passione.

Mellano ha quindi sottolineato i problemi del sovraffollamento e dei suicidi in carcere: 30 dall’inizio dell’anno. E ha annunciato che ieri il Governo ha ripreso il lavoro di riforma dell’ordinamento penitenziario, partendo dalla bozza fatta dal precedente Esecutivo.

Tra le altre novità segnalate da Mellano, l’imminente nomina dei garanti comunali di Asti e Alessandria.

L’incontro del 3 agosto 2018 a Palazzo Lascaris. Da sinistra: Guerriero, Mellano, Boeti, Gallo, Prandi, Perego.

La garante di Torino, Monica Cristina Gallo, ha fornito un quadro della vita quotidiana nell’istituto torinese, segnalando le difficoltà – di detenuti e operatori – nel convivere con topi e scarafaggi e i problemi di igiene e salute, che aumentano con il caldo dell’estate: i detenuti, pur avendo i fondi, non possono neanche acquistare un ventilatore. Ha quindi auspicato interventi per garantire dignità a chi vive e opera in carcere.

Il garante Alessandro Prandi ha denunciato che il carcere di Alba è il più sovraffollato del Piemonte, con spazi per palestra e camminamento inadeguati.

L’avvocato Benedetta Perego dell’associazione Antigone ha poi evidenziato il numero decrescente degli stranieri in carcere: il tasso di detenzione degli stranieri in Italia è percentualmente diminuito di oltre due volte negli ultimi dieci anni ed è calato anche in termini assoluti. Nel 2008, su 3.023.000 immigrati residenti in Italia erano 21.562 i detenuti stranieri; al 30 giugno 2018, su 5.958.000 erano 19.868. Ha poi ricordato che da vent’anni non vengono banditi concorsi per nuovi direttori di carcere e che molti istituti non hanno ancora cartelle sanitarie informatizzate.

Infine, il provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria, Liberato Guerriero, consapevole delle difficili condizioni strutturali delle carceri, ha rimarcato la cronica scarsità di risorse finanziarie destinate alla ristrutturazione degli edifici (14 in Piemonte e Valle d’Aosta e 6 in Liguria) e al miglioramento della vita in carcere.

Massimiliano Quirico