Salute mentale: come cambiano i servizi con l’Asl unificata

Novità importanti stanno modificando l’impianto organizzativo della salute mentale torinese. Su tutte, la creazione di un dipartimento unico di salute mentale cui faranno capo cinque strutture complesse, ognuna con un proprio direttore. Quattro di queste strutture avranno una distrettualità (con una popolazione di circa 200.000 persone) corrispondente a quattro quadranti della Città e ai loro ospedali di riferimento: Città della salute, San Giovanni Bosco, Maria Vittoria, Martini. Ognuna delle quattro strutture complesse per la salute mentale condividerà con l’ospedale di riferimento il medesimo direttore. Tale impianto dovrebbe meglio integrare le attività di cura svolte sul territorio con quelle svolte negli ospedali. Una quinta struttura complessa opererà trasversalmente su tutto il territorio per la domiciliarità e la residenzialità. Questo in sintesi il nuovo modello annunciato dal direttore generale dell’Asl torinese Flavio Valerio Alberti.
L’occasione, martedì 26 luglio, è data dall’audizione di fronte alla commissione sanità e servizi sociali presieduta da Deborah Montalbano di psicologi e psichiatri, ospedalieri e dei servizi territoriali di salute mentale.
Un’audizione preceduta nei mesi scorsi da altri incontri che hanno interessato dirigenti e operatori della sanità torinese. Medici e personale sanitario, ospedalieri e medici di famiglia, sono stati di volta in volta invitati a valutare criticamente l’atto di organizzazione con cui la Regione Piemonte, dal primo gennaio scorso, ha unificato le due Asl torinesi.
Se per Alberti l’interesse delle audizioni consisteva nel raccogliere le valutazioni degli operatori sanitari, per i commissari comunali e per l’assessora ai servizi sociali, Sonia Schellino, presente alle audizioni, si è trattato soprattutto di capire l’impatto dei cambiamenti in termini di servizi erogati ai cittadini, sia in chiave di tutela sia per gli aspetti operativi e finanziarii, che vedono Comune e Asl impegnati in una presa in carico congiunta delle persone che necessitano oltre che di cure mediche anche di assistenza e accompagnamento sociale.
Come è stato osservato nel corso dell’audizione del 26 luglio scorso, il campo della salute mentale è particolarmente importante in questa prospettiva, per la frequenza di situazioni multiproblematiche che richiedono una presa in carico unitaria, di tipo sanitario e di tipo socio-assistenziale. Viene menzionata a tale proposito la residenzialità, ma anche i trattamenti sanitari obbligatori, che evocano in tutti, inevitabilmente, una recente, tragica vicenda.
La presidente Montalbano e l’assessora Schellino, annunciando la chiusura del ciclo di incontri con gli operatori della sanità, alla vigilia della pausa estiva, hanno specificato che non è ancora possibile sapere se la richiesta del Comune di realizzare una riunione congiunta delle commissioni sanitarie di Regione e Comune sarà soddisfatta e quando ciò avverrà. Lo scopo di quella riunione è, come più volte Schellino e Montalbano avevano spiegato, dare spazio almeno in questa fase avanzata di riorganizzazione dei servizi, ad una fattiva interlocuzione con la Città.

Silvio Lavalle