Quale futuro per Caselle? Il dibattito in Sala Rossa

L’assessore Alberto Sacco ha risposto, questo pomeriggio in Sala Rossa, ad un’interpellanza generale presentata dai consiglieri Stefano Lo Russo (PD), Francesco Tresso (Lista civica per Torino) e Silvio Magliano (Moderati) riguardante il futuro dell’aeroporto “Sandro Pertini” di Caselle. Questo l’intervento dell’assessore Alberto Sacco: riporto una nota ufficiale della Sagat, che ricorda come nella stagione estiva, dal 31 marzo al 26 ottobre, l’aeroporto di Torino sia collegato con 40 aeroporti, 14 nazionali e 26 internazionali. Alcuni vettori hanno incrementato le proprie rotte rispetto al 2018, con voli interni ed internazionali e ci sono anche tre nuovi collegamenti, con Berlino, Fez e Cracovia. Obiettivo prioritario di Sagat rimane lo sviluppo dello scalo: mantenendo una relazione costante con tutti i vettori per incrementare le frequenze; finanziando con Regione Piemonte un bando congiunto per l’affidamento di servizi di comunicazione finalizzato alla promozione turistica per via aerea; investendo sulle infrastrutture, sull’ammodernamento dell’impianto e sulla qualità dei servizi destinati alla clientela. All’intervento di Sacco, hanno fatto seguito quelli dei consiglieri comunali. Stefano Lo Russo (PD): L’interpellanza era su altro oggetto: sapere nella sua qualità di assessore cosa stia facendo per invertire la tendenza che nel 2018 vede un calo di passeggeri su Torino (4 milioni) del 2,1% in controtendenza rispetto agli altri aeroporti italiani, che sono tutti in crescita. Quale strategia avete in mente di mettere in campo per invertire la rotta, come Città di Torino? Il nostro sospetto è che non facciate nulla. C’è un tema strutturale che riguarda la politica sul turismo. Speriamo che l’estate aiuti. Ma c’è qualcosa che non aiuta nel rapporto con Sagat, da cui, per altro, avete voluto uscire. Scelta che non porterà vantaggio alcuno. La quarta città d’Italia meriterebbe un aeroporto all’altezza. Oggi è assolutamente inadeguato. Osvaldo Napoli (FI): Si parla di quaranta destinazioni, che dovrebbero essere incrementate, ma sono tutte stagionali. Torino dovrebbe essere attrattiva tutto l’anno, utilizzando con attenzione le iniziative che portano stranieri a Torino, valgono come esempio le partite di Champions della Juventus, che porta spettatori da tutto il mondo. Trovo umiliante una politica che punta solo al traffico stagionale, che porta Torino ad essere sedicesimo aeroporto d’Italia per numero di passeggeri. Francesco Tresso (Lista civica per Torino): Tanti dati e tante destinazioni che sembrano confortanti. Ma ho scaricato una tabella di Assoaeroporti, l’associazione italiana che gestisce i dati aeroportuali, che confronta i dati 2018 verso il 2017: tutti gli altri aeroporti sono in crescita, Torino ha una flessione del 2,2%. E questo vale anche per il traffico merci. Temo che sia stata improvvida l’uscita di uscire da Sagat, ritenuta non strategica, per fare cassa e rinunciando, di fatto, a sedersi al tavolo dove si prendono le decisioni sul futuro dell’aeroporto torinese. Manca una strategia forte sul territorio e in sinergia con il territorio, che deve avere una sua dignità, non accettare di seguire il flusso di mercato. Questo aeroporto non può essere relegato a fare volare droni. Antonio Fornari (M5S): L’articolo 117 della costituzione parla chiaro, gli aeroporti sono competenza statale e regionale. E allora come mai, oggi nessuno parla di quanto siano state deboli le politiche della Giunta regionale nel quinquennio precedente. Perché non sono state messe in campo politiche adatte a costruire un aeroporto torinese forte ma si è, invece, deciso di incentivare Levaldigi. Piero Fassino (PD): Non possiamo solo affidarci alle strategie delle compagnie di bandiera. Servono iniziative di promozione del territorio in grado di realizzare una forte attrazione verso le compagnie. Ma in questi anni è mancata una strategia di marketing territoriale della città. Sono mancati eventi ed iniziative che determinano flussi che utilizzano vettori aerei o ferroviari che collegano la città con l’Italia e con il mondo. Da qui la mia sollecitazione all’assessore di non prendere solamente atto delle rotte che le compagnie mettono in campo, ma di fare un salto in avanti nella definizione di una strategia di marketing territoriale con una calendarizzazione di eventi che incrementino la capacità attrattiva della città. Andrea Russi (M5S): E’ mancata così tanto la strategia sul turismo, che nei primi sei mesi del 2019 abbiamo il flusso turistico più alto d’Italia. Città così poco attrattiva che anche il turismo congressuale è aumentato. Sull’aeroporto possiamo dire che la Regione l’ha ritenuto poco strategico molto prima della Città, visto che ha dismesso prima le sue quote. Il vero problema, semmai, è la mancanza di un trasporto serio dall’aeroporto e verso l’aeroporto, oggi servito solo da taxi, carissimi, un servizio bus di Sadem inadeguato e la ferrovia che ferma in piazza Baldissera, lontano dal centro città. In conclusione di dibattito, è arrivata la replica dell’assessore Alberto Sacco: alcune criticità, che stiamo cercando di superare, ce le siamo trovate. Ad esempio la permanenza dei turisti in città per pochi giorni e la presenza minima di stranieri. Da qui gli accordi di territorio con le Langhe e con i vari vettori, in sinergia con l’aeroporto. Anche non avere un collegamento diretto della città con l’aeroporto non aiuta. Sul turismo mi permetto di dissentire. Alla recente assemblea di Federalberghi, osservatori neutrali hanno dichiarato che la nostra città è cresciuta più di tutte la altre nel nostro Paese, complimentandosi per le nostre strategie turistiche. In più, i dati oggettivi, e positivi, della Camera di commercio. Dire che l’aeroporto non funziona perché non funziona il turismo è smentito dai dati. E Unioncamere, nei giorni scorsi, ha dichiarato che anche sul turismo congressuale, Torino è la città cresciuta di più. Le strategie le abbiamo chiare e i risultati ci stanno dando ragione.

Marcello Longhin