Cultura e Fase 2 Covid, le iniziative della Città di Torino

Quale futuro per la cultura torinese nella Fase 2 Covid?

Nella seduta congiunta del 22 maggio 2020 delle Commissioni Quinta, Prima, Terza, Smart City e Controllo di gestione, presieduta da Massimo Giovara, con la partecipazione dell’assessora alla Cultura Francesca Leon, si è discusso delle misure che l’Amministrazione sta mettendo in atto, nel rispetto delle normative nazionali e regionali.

L’assessora Leon ha illustrato i principali problemi e scenari, strategie e azioni che la Città ha avviato e sta avviando nella Fase 2 dell’emergenza coronavirus.

Ha quindi spiegato che l’Osservatorio culturale del Piemonte (Ocp) sta continuando un monitoraggio sulla situazione e, nel suo ultimo rapporto (periodo dal 2 marzo al 3 aprile 2020), ha calcolato mancati incassi del comparto a causa delle limitazioni legate all’emergenza sanitaria per 11,9 milioni di euro a Torino (15,5 milioni nel Piemonte).C’è un rischio oggettivo di desertificazione culturale – ha affermato l’assessora.

Ha quindi spiegato che stanno gradualmente riaprendo musei e biblioteche e a breve partiranno anche le attività al chiuso, però con grandi difficoltà legate ai distanziamenti obbligatori.

Serve però un sostegno al reddito per tutti i lavoratori e le lavoratrici della cultura – ha detto. Proprio per questo, la Città sta partecipando a un gruppo di lavoro con 11 città capoluogo di regione per chiedere maggiori fondi al Governo, ai ministri Catalfo e Franceschini, in particolare per sostenere il reddito di lavoratori e lavoratrici del settore.

Si chiedono anche un fondo triennale ai Comuni per il ristoro del mancato introito della tassa di soggiorno, un fondo per i musei non statali e un ampliamento dell’art bonus.

Anche perché – ha affermato Leon – il Comune da solo non può risolvere i problemi dell’intero comparto culturale.

Intanto – ha aggiunto – la Città sta lanciando l’iniziativa “Torino a cielo aperto” per ripartire in modo sicuro con attività negli spazi pubblici e privati all’aperto e sta dialogando con varie realtà culturali, a diversi livelli, per promuovere riflessioni collettive e condividere nuove soluzioni – anche digitali – per la riapertura. Sono stati avviati diversi tavoli, sia generali che specifici, con decine e decine di soggetti coinvolti.

Si sta lavorando anche per l’erogazione di contributi per la salvaguardia dell’occupazione e il riavvio delle attività sul territorio, con bandi semplificati e misure per allentare il peso della burocrazia.

C’è poi il problema della liquidità degli enti culturali: la Città ha per questo accelerato il pagamento dei contributi 2019, erogandone il 79% alla data dello scorso 12 maggio.

Intanto, il 18 maggio sono state riaperte le biblioteche per prestiti e restituzioni, anche attraverso il Bibliobus, ma rimangono ancora alcuni dubbi: ad esempio, quanto deve stare in “quarantena” un libro preso in prestito? Rimangono invece ancora chiuse le sale studio.

Anche i musei stanno riaprendo, con percorsi e modalità di visita cambiate e prenotazioni consigliate (ma non obbligatorie). L’obiettivo – ha annunciato Leon – è riaprirli tutti per il prossimo 2 giugno, in occasione della Festa della Repubblica.

Per il progetto “Torino a cielo aperto”, la Città sta poi valutando l’allestimento di “arene cinema” gestite direttamente dagli esercenti delle sale cinematografiche. Ci saranno anche arene di spettacolo e punti estivi diffusi.

Nel dibattito in Commissione, il presidente Giovara ha proposto di coinvolgere anche altri soggetti, oltre agli esercenti dei cinema, nell’allestimento delle arene, mentre Federico Mensio (M5S) ha chiesto di favorire anche le associazioni che promuovono proiezioni gratuite.

Chiara Foglietta (PD) ha lamentato il mancato coinvolgimento delle Circoscrizioni e Francesco Tresso (Lista civica per Torino) ha chiesto ulteriori dettagli sulle modalità di programmazione delle attività culturali, sia diurne che serali, sia per bambini che per adulti.

Federica Scanderebech (Rinascita Torino) ha domandato maggiori informazioni su chi stia mappando i luoghi all’aperto della Città utilizzabili per eventi culturali. Richiesta condivisa da Lorenza Patriarca (PD), che ha chiesto anche di accelerare l’organizzazione di Estate Ragazzi, mentre Damiano Carretto (M5S) ha domandato delucidazioni sulle tempistiche dei bandi per i punti verdi.

Dovrebbero essere quattro le arene cinematografiche che saranno aperte a Torino – ha precisato nella sua replica l’assessora Leon – mentre l’assessorato all’Ambiente si sta intanto occupando dell’apertura degli spazi verdi.

Lunedì ci sarà una riunione con i presidenti di Circoscrizione – ha aggiunto – per concordare riaperture e iniziative.

Nella seconda parte della Commissione, il consigliere Enzo Lavolta (PD) ha presentato una mozione che chiede di sgravare gli operatori culturali dai costi di allestimento per iniziative sugli spazi pubblici, prevedendo allestimenti permanenti, con strumentazioni e tecnologie che si integrino con gli arredi urbani già presenti. Proposta condivisibile per Damiano Carretto (M5S), che però – ha sottolineato – si concentra solo sulle piazze auliche di Torino e non coinvolge le periferie. Giusto facilitare la gestione degli spazi, per Federico Mensio (M5S), che comunque non ritiene opportuno che la Città si faccia carico dei costi degli allestimenti nelle piazza auliche: lo potrebbe fare per eventi gratuiti o a basso costo in altre aree, come alla Tesoriera. Difficile prevedere allestimenti permanenti nelle piazze auliche, per Enzo Napolitano (M5S). Giusto valorizzare alcuni luoghi della città, dedicandoli a eventi culturali, secondo Federica Scanderebech (Rinascita Torino) ed è auspicabile – ha detto Viviana Ferrero (M5S) – che la Città supporti anche le realtà culturali più piccole. Anche perché – come ha evidenziato Fabrizio Gavosto del Comitato Emergenza Cultura – la riattivazione culturale di una città passa anche e soprattutto dalle piccole realtà culturali.

L’assessore all’Innovazione Marco Pironti ha quindi sottolineato la necessità di attrarre in città ulteriori contenuti culturali e ha ribadito l’opportunità di utilizzare la tecnologia per nuove modalità di offerta e allestimenti il meno invasivi possibili, in partnership con i soggetti privati.

La creazione di infrastrutture per gli operatori culturali è un’operazione importante anche per il presidente Giovara, che ha presentato un emendamento alla proposta di Lavolta e ha quindi illustrato la sua proposta di mozione per l’istituzione di un fondo di aiuto, sostegno e rilancio delle attività delle piccole e media realtà del comparto culturale.

La mozione – ha spiegato il proponente – si inserisce nella nuova fase della Fondazione per la Cultura, avviata anche grazie alla nomina del nuovo segretario, alla quale il documento chiede di supportare la raccolta di fondi privati per la cultura a favore degli operatori “minori” del settore.

È indispensabile – ha affermato Giovara – non finanziare solo le grandi istituzioni, ma incentivare anche le attività dei piccoli e medi operatori culturali, fondamentali per sviluppare il tessuto culturale cittadino.

Gabriele Boccacini del Comitato Emergenza Cultura ha quindi ringraziato la Quinta Commissione per il corposo lavoro che sta svolgendo e ha auspicato un coordinamento degli interventi con gli altri Comuni dell’area metropolitana.

L’assessora Leon, nel manifestare il proprio parere favorevole alla mozione proposta da Giovara, ha ribadito l’opportunità, a maggior ragione in questa situazione emergenziale, di favorire un meccanismo di ricerca fondi per i soggetti culturali più piccoli nell’ambito della Fondazione per la Cultura, come chiede il documento. Servono però anche – ha aggiunto – nuove risorse del Governo per i Comuni, per sostenere l’ecosistema culturale.

Massimiliano Quirico