Comunicare sui social network durante l’emergenza Covid-19

Come spiegare alla cittadinanza cosa sta succedendo e come comportarsi durante la pandemia? L’Associazione Nazionale Comuni Italiani ha promosso il 1° aprile 2020 un corso webinair per “Comunicare nell’emergenza. Come farlo sui social”, organizzato da Anci-Ifel, con P.A. Social e Facebook.

È un’idea nata nel corso dell’emergenza Covid-19 – come ha spiegato Danilo Moriero, responsabile comunicazione e capo ufficio stampa dell’Anci – per fornire utili strumenti ai Comuni italiani per informare in questa delicata fase della vita amministrativa e del Paese.

Francesco Di Costanzo, presidente P.A. Social, ha sottolineato l’importanza di isolare le fake news e di comunicare con chiarezza e semplicità i comportamenti corretti da attuare per superare l’emergenza e tornare presto alla normalità: utilizzare la mascherina, fare la spesa, ecc. Ha rimarcato anche l’esperienza positiva dello smart working e dell’utilizzo di strumenti smart nella Pubblica Amministrazione durante questa crisi, che porterà frutti dopo, quando sarà anche essere necessario prevedere interventi strutturali nella P.A. al riguardo, con una modifica della Legge 150/2000 sulla comunicazione pubblica.

La manager di Facebook Italia Rosa Cialini ha illustrato le modalità attivate dall’azienda per cercare di garantire a tutti l’accesso a informazioni corrette, ufficiali e cercare di fermare disinformazione, contenuti dannosi e fake news, dando spazio a persone autorevoli ed eliminando le cattive informazioni. È stata anche creata una pagina ufficiale informativa sul coronavirus, in collaborazione con Ministero della Salute e Oms, ed è stata avviata la campagna Stay at home – Io resta a casa, per spiegare l’importanza di stare a casa e cosa fare in casa, coinvolgendo famosi influencer: da Gianni Morandi a Rovazzi. Ha suggerito anche di rendere gli istituti scolastici amministratori di pagine Facebook, in un’ottica di promozione dello smart learning. Per un anno è stato fornita una suite gratuita di workplace a organi istituzionali e ong. È stato anche dato supporto alla Croce Rossa per la raccolta di fondi.

Da Palazzo Frizzoni si è poi collegato Francesco Alleva, portavoce del sindaco di Bergamo Giorgio Gori, che ha raccontato la dura esperienza della sua realtà locale, uno degli epicentri del virus in Italia (sono morte già più di 550 persone), con le difficoltà riscontrate nella prima fase nel fare capire alla cittadinanza cosa stava succedendo in città e negli ospedali, già alla fine del mese di febbraio. Si è iniziato a comunicare – ha detto – attraverso video del Sindaco, figura istituzionale autorevole, per illustrare le disposizioni della Regione Lombardia e del Governo riguardanti cittadini e imprese.

I social network – ha spiegato Alleva – sono stati fondamentali per comunicare con la cittadinanza nella realtà locale, per spiegare cosa non fare, le attività che chiudevano, ecc. Si è anche cercato di mantenere una comunicazione positiva, con il meteo e il “buongiorno” del mattino sulla pagina Facebook del Comune, facendo vedere la città e i suoi luoghi simbolici – deserti – a chi non può più uscire a vederli. Non sono state necessarie invece ripetute campagne per convincere le persone a stare a casa: Bergamo è deserto e tutti si sono dimostrati molto responsabili. Su Twitter sono stati ritwittati i messaggi di solidarietà ricevuti, come quello di Liam Gallagher, cantante degli Oasis. È stata anche lanciata l’iniziativa “Facciamo due chiacchiere” per parlare con gli anziani e costruire un senso di comunità attraverso i social network, ed è stato dato spazio a iniziative culturali degli enti (L’opera a casa, Radio Gamec, Storie per chi le vuole, a cura della biblioteca locale, ecc.) e alle tempestive risposte alle segnalazioni di cittadine e cittadini.

In una seconda fase, è stato creato un vademecum di 25 pagine da diffondere su whatsapp per fornire tutte le informazioni utili su tasse, tributi, negozi aperti, numeri da chiamare, ecc., poi sostituito da un sito web ad hoc: Bergamo Aiuta. Si è poi lavorato per fornire open data su contagiati, grazie al lavoro di un data journalist locale: Isaia Irvernizzi.

Sono anche state attivate 30 squadre di volontari per interventi sul territorio di consegna farmaci, cibo, ecc.

Infine, Christian Tosolin, social media manager del Comune di Trieste, ha raccontato le esperienze di smart working nella sua Amministrazione – che ha coinvolto 800 dipendenti – e i canali informativi attivati durante l’emergenza: principalmente, Telegram e Facebook, usato anche da tantissimi anziani – ha spiegato. Per condividere la propria visione della città e raccontare le proprie storie, è stata creata sul canale Instagram comunale la challenge #FinestreSuTrieste, che ha raccolto un grande successo e ha dimostrato la voglia di coinvolgimento della cittadinanza. Ha quindi rimarcato l’importanza di scremare le segnalazioni ricevute e di rassicurare la cittadinanza.

I materiali del corso saranno presto resi disponibili online sulla pagina del corso Anci-Ifel.

Massimiliano Quirico