A Barricalla si ragiona sull’ampliamento dell’impianto

Nella sua pluridecennale attività Barricalla è uno degli impianti autorizzati in Italia ad accogliere rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi, amianto compreso. Siamo a Collegno, a ridosso della tangenziale cittadina, a breve distanza dalla centrale del teleriscaldamento di corso Regina Margherita e dal carcere Lorusso e Cutugno in via Pianezza. L’ultimo giorno di giugno ad accogliere la Commissione Ambiente del Consiglio comunale presieduta da Claudio Cerrato è stato il presidente della società, Mauro Anetrini: «Si tratta di settore che funziona. Il fatto che ci siano pochi impianti come il nostro rappresenta un fattore positivo a fronte di una domanda di mercato molto alta. Poi abbiamo sempre lavorato garantendo la massima sicurezza – ha rimarcato – rispondendo alle domande sul tema dei consiglieri».

Larga parte dei rifiuti – un terzo della raccolta riguarda amianto in polvere – giunge a Barricalla dalle regioni del Nord Italia; i materiali arrivano già trattati e sono interrati fino a creare delle collinette artificiali in parte ricoperte da pannelli fotovoltaici.

La società genera circa quindici milioni di euro di fatturato annuo con utili che raggiungono anche i due milioni; “per la soddisfazione dei nostri soci” ha commentato Anetrini riferendosi a Finpiemonte Partecipazioni, società della Regione Piemonte detentrice del 30 per cento delle quote, e ai due soci operativi – Iren e Ambienthesis – entrambi al 35 per cento.

Non è notizia di oggi il fatto che il sito di Barricalla andrà in esaurimento tra un paio d’anni. Si sta ipotizzando un ampliamento, denominato Barricalla 2, partendo dall’ipotesi di usare una cava inutilizzata situata nella stessa zona dell’impianto attuale.

(Roberto Tartara)