Sotto piazza Arbarello l’energia si “trasforma”

Uno degli imponentio apparati tecnologici della nuova cabina di trasformazione realizzata da Ireti (Gruppo Iren) sotto piazza Arbarello

Potrebbe entrare in funzione già per l’estate la nuova cabina di trasformazione per l’energia elettrica realizzata da Ireti (Gruppo Iren) in piazza Arbarello  su tre livelli sotterranei, l’ultimo dei quali situato a sedici metri di profondità.

Un responsabile tecnico del cantiere mostra alcuni particolari delle attrezzature ai consiglieri e consigliere comunali in sopralluogo

Un impianto notevole, realizzato nella sua struttura con il cemento trasportato da 260 betoniere ( senza contare i moduli prefabbricati!) e che ha visto impiegare una gru immensa per calare nei locali sotterranei i macchinari più pesanti e ingombranti, sollevati al di sopra delle chiome degli alberi secolari di corso Siccardi. La cabina avrà la funzione di convertire l’energia elettrica ad alta tensione (220.000 volt) convogliata dall’elettrodotto che vi giunge in energia a media tensione  (22.000 volt), per consentirne la distribuzione alle varie cabine sparse sul territorio, fino alla redistribuzione finale in aziende e abitazioni, ulteriormente ridotta ai 320 volt industriali o ai 220 per uso civile.

Un cavo realizzato in rame per distribuire l’energia elettrica a media tensione (22mila volt)

La struttura realizzata nel cuore della città  effettuerà anche la distribuzione di energia elettrica a corrente continua per l’alimentazione della rete tranviaria. La VI Commissione Ambiente, accompagnata da dirigenti, funzionari e tecnici di Iren ed Ireti, ha potuto visitare oggi in anteprima l’impianto, realizzato con le tecniche più avanzate, anche dal punto di vista della sicurezza, e gestito in telecontrollo.

Dopo la sua attivazione, l’impianto sarà in parte visitabile dal pubblico, a partire dalle scolaresche, per le quali sono previsti percorsi e spazi didattici, dove troveranno spazio anche alcuni reperti  gallo-romani e di periodi successivi, rinvenuti durante i lavori di scavo.

Claudio Raffaelli