Il Teatro Regio tra passato e futuro

L'ingresso principale del Teatro Regio

Sulla vicenda delle dimissioni del Sovraintendente del Teatro Regio, Walter Vergano, seguite dalla decadenza dall’incarico degli altri vertici, tra cui il direttore musicale, Gianandrea Noseda, che hanno animato le pagine dei giornali negli ultimi giorni, hanno dato comunicazioni al Consiglio comunale l’assessora Leon e la sindaca Appendino.
Nell’autunno 2017, ha spiegato Leon, il sovraintendente Walter Vergnano ha manifestato la volontà di anticipare la chiusura del suo mandato.
La recente scoperta di un possibile squilibrio di bilancio ha poi accelerato questo processo con la presentazione delle dimissioni nell’aprile 2018 e la conseguente decadenza delle altre cariche.
Il possibile squilibrio di bilancio, secondo Leon,  si innesta in una sofferenza finanziaria che ha varie ragioni tra cui il trasferimento di immobili nel 2011, alcuni venduti ma altri non vendibili, con conseguente incremento dei fidi bancari, degli interessi passivi e dei debiti verso fornitori.
Inoltre i ricavi di biglietteria, ha spiegato,  non coprono i costi delle attività artistiche e nel 2017 hanno registrato un calo sensibile.
Per la necessità di affrontare con urgenza queste difficoltà finanziarie, il 18 aprile scorso il Consiglio di indirizzo ha deciso di accettare le dimissioni del Sovraintendente, ha detto Leon, e una settimana dopo Chiara Appendino, Presidente del Consiglio di indirizzo, ha proposto la nomina di William Graziosi, che fino al 2017 ha diretto la Fondazione Pegolesi Spontini, a Jesi.

Riferendosi alle polemiche sulla riduzione delle trasferte all’estero Leon ha specificato che nella stessa seduta, alla luce delle difficoltà economiche, sono state autorizzate le sole tournées a copertura totale dei costi, non autorizzando, per questa ragione e con voto unanime, quella prevista negli Usa.

Leon ha annunciato che l’Amministrazione, per il tramite del nuovo Sovraintendente, intende espandere l’attività della fondazione lirica sia a livello locale che internazionale, e che la sindaca, incontrerà il prossimo 9 maggio tutte le componenti della Fondazione, compresi i lavoratori e le loro rappresentanze sindacali, per informarli e individuare un percorso condiviso tra Città e Teatro Regio con il fine comune di diffondere l’arte e la cultura musicale nella nostra città e nel mondo.

La sindaca, Chiara Appendino, ha ripreso gli argomenti di Leon assumendosi in pieno la responsabilità della scelta del nuovo sovraintendente e dell’accelerazione del processo.
“A ottobre in modo riservato assieme al Sovraintendente uscente, che ringrazio per il suo lavoro, convenimmo che dopo 19 anni di gestione, avremmo utilizzato il prossimo anno per gestire la transizione del teatro”. Poi, ha spiegato, con l’emersione del potenziale squilibrio di bilancio è diventata necessaria una nuova programmazione affidata a una nuova guida. Una guida che accolga la prima delle sfide: quella dell’equilibrio finanziario dell’ente, su cui hanno inciso i trasferimenti di immobili e, nel 2015 e nel 2016, la decisione di utilizzare l’anticipazione dei fondi triennali cosicché nel 2017 si è creata una difficoltà strutturale.
“Il Teatro Regio – ha detto – non ha subito tagli da questa Amministrazione, che anzi quest’anno metterà a disposizione anche risorse aggiuntive per intervenire sul palcoscenico che ha bisogno di interventi strutturali che non sono stati attuati in precedenza”.

Le altre sfide che attendono Graziosi e i suoi collaboratori, ha detto Appendino, riguardano il pubblico da ampliare, così come i ricavi da biglietteria, e il mantenimento degli standard professionali e artistici, pur con una più oculata gestione finanziaria.
“In questo momento lo sforzo del Consiglio di indirizzo e mio, è per non chiudere in disavanzo il bilancio del 2017 e del 2018 perché questo è importante per il futuro del teatro e per permettergli di continuare a crescere con una programmazione all’altezza”.

Sono intervenuti nel successivo dibattito Fabrizio Ricca della Lega nord, che ha chiesto di capire come mai alla vigilia delle dimissioni risultavano ottimi i rapporti tra Vergnano e la sindaca. “Cosa è successo improvvisamente e perché una persona che dichiarava di avere i conti in ordine ha deciso di andarsene”?
Ricca ha inoltre messo in questione l’adeguatezza professionale del nuovo sopraintendente. “C’è un’approssimazione – ha concluso – che denota mancanza di competenze che rappresentano un prezzo che pagheranno il Teatro e i torinesi”.

Secondo Stefano Lo Russo, capogruppo del Partito Democratico, il metodo della scelta non è stato opportuno e dimostra l’incapacità della sindaca di costruire consenso e i tempi brevi della scelta sarebbero una mancanza di rispetto nei confronti di coloro che si ponevano il problema di lasciare l’Ente in mani sicure. “Preoccupa l’idea di sviluppo futuro del Teatro, oggi assente, in merito a programma artistico, programmazione internazionale e sostenibilità economica”.

“Fuori dal coro” si è definito Osvaldo Napoli, di Forza Italia, che ha parlato di una figuraccia fatta da Noseda. “Faccia il maestro (al quale faccio i complimenti), ma lasci ad altri la decisione di scegliere chi deve gestire il Teatro”. Napoli ha definito Graziosi, “persona preparata, non schierata politicamente, che ha avuto il benestare del ministro Franceschini”. Si parla di questo, ha aggiunto, ma non si parla del buco di bilancio rimasto: un milione e 800 mila euro. Da lui anche un elogio alla Sindaca per la scelta di incontrare le maestranze.

Francesco Tresso (Lista civica per Torino) punta il dito non sul merito delle scelte ma sul metodo. “Con una fretta inopportuna sono state prese decisioni non condivise che, di fatto, hanno decapitato il vertice dell’ente lirico torinese”. Secondo Tresso si poteva aspettare qualche settimana in più, e coinvolgere prima in un confronto i lavoratori del Regio.

Massimo Giovara (M5S): è tornato sulla figura di Graziosi, difendendone la professionalità e l’operato a Jesi. Da lui un invito a collaborare “tutti insieme per il futuro buon andamento del teatro Regio, come nello spirito dalla mozione da me presentata qualche settimana fa”. E a proposito della difficile situazione economica del teatro Regio, Giovara ha detto che non si può non considerare la gestione uscente responsabile dell’attuale stato delle finanze dell’Ente.

 

Silvio Lavalle