La Sala Rossa chiede al Governo un confronto con la Città sul Decreto Sicurezza

Lunedì scorso in Sala Rossa il timore di molti Consiglieri comunali era evidente: paventavano il tramonto di un sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati che negli ultimi anni ha ben risposto. Un sistema virtuoso di raccordo tra gli Enti locali e il mondo associazionistico del Terzo settore che rischia di essere smantellato con l’entrata in vigore del Decreto Sicurezza. Il testo in materia di ‘immigrazione e sicurezza’, approvato il 24 settembre, sarà convertito in legge a novembre (60 giorni dopo il provvedimento licenziato dal Consiglio dei Ministri) e modifica il rilascio dei permessi temporanei per esigenze di carattere umanitario, gli ambiti della protezione internazionale, di immigrazione e di cittadinanza. E se nelle prossime settimane non interverranno modifiche all’impianto del documento, il provvedimento legislativo rimarrà quello approvato a settembre.
Il Consiglio comunale ha approvato un Ordine del giorno che invita a sospendere in via transitoria, fino alla conclusione dell’iter parlamentare, gli effetti del Decreto e ad aprire un confronto con Torino e le altre grandi Città per valutare le ricadute concrete del provvedimento in termini economici, sociali e di sicurezza dei territori.
La consigliera del Partito Democratico Elide Tisi è la prima firmataria dell’atto, e nell’illustrare in Aula il documento, frutto di approfondite discussioni in IV Commissione, ha commentato: “La norma favorirà situazioni di illegalità sul territorio, scaricando sulla Città i costi delle persone fragili e del ‘prosieguo amministrativo’ di tutela dei minori, oltre a interrompere i percorsi di integrazione positiva avviati nei progetti SPRAR”.
Il provvedimento legislativo – ha precisato – favorirà le forti concentrazioni di persone nei grandi centri di accoglienza straordinaria e si rischia l’aumento dei soggetti presenti nei centri di permanenza per il rimpatrio, compreso quello di Torino.
Oggi la Città di Torino gestisce due progetti SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) grazie al quale sono seguite 478 persone: 465 soggetti nelle categorie ordinarie; 16 per le categorie di disagio mentale e sanitario.
I progetti sono stati finanziati dal Ministero dell’Interno per il triennio 2017/19. Il contributo annuo per il progetto ordinario è pari a 6.217.000 euro, mentre ammonta a 203.000 il finanziamento annuo per il ‘disagio mentale’ ed è pari a 280.000 lo stanziamento per il ‘disagio sanitario’.
Attualmente sono 180 le persone in possesso di permesso umanitario accolte nei progetti citati.
Sempre in base ai dati forniti dal ‘Servizio stranieri e minoranza etniche’ della Città, a fine 2017 erano circa 1.400 le persone accolte nei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) della Prefettura.
Il documento della sala Rossa è stato approvato con il voto favorevole congiunto dei consiglieri dei gruppi di maggioranza del M5S e di larga parte dei gruppi di opposizione. Contrari ‘Lega Nord’ e ‘Noi con l’Italia’.

(Roberto Tartara)