Cat calling, fenomeno di molestie e sopraffazione da combattere con l’educazione

Da sinistra, Maria Grazia Grippo, Jacopo Rosatelli e Silvana Ferratello

Nella dinamica del cat calling non c’è nulla di democratico. La persona che riceve commenti, fischi o avances a sfondo sessuale, subisce una decisione altrui, non sceglie di ricevere attenzioni, non presta alcun consenso”.

Con queste parole la presidente del Consiglio Comunale di Torino, Maria Grazia Grippo, portando il saluto della Città, ha introdotto il convegno “Cat calling, le scuole guardano al futuro e contrastano la violenza di genere”, promosso a Palazzo Civico dalla Consulta Femminile del Comune nell’ambito della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Il pubblico in Sala Colonne

Grippo ha sottolineato come sia importante che istituzioni e scuola si occupino di questo fenomeno. Abbiamo imparato nel tempo a codificare il cat calling come molestia, ha affermato, si tratta di un salto di qualità da un punto di vista culturale che nel passato ha fatto definire piccola questa forma di sopraffazione che piccola non è perché grandi sono le possibili conseguenze che porta con sé il meccanismo che la compone. Rischia di radicarsi, già nelle giovanissime, la convinzione che le donne non siano libere di muoversi liberamente nello spazio pubblico, di sentirsi oggettivizzate sessualmente tanto da credere che il nostro corpo non sia solo nostro ma a disposizione di commenti, apprezzamenti o addirittura tentativi di contatti fisici non desiderati e di vivere sensi di colpa. E’, ha concluso, un messaggio tossico, distorto e punitivo. Abbiamo bisogno di togliere ai cat callers la patente di vincenti e l’educazione è lo strumento primario per contrastare questo tipo di cultura che fa male alla società nel suo complesso”.

La presidente della Consulta, Silvana Ferratello, ha ricordato come il progetto cat calling sia realizzato dal gruppo di lavoro coordinato da

L’assessora Carlotta Salerno (di fronte) risponde ad una domanda della giornalista Stefania Aoi

Beatrice Rinaudo e formato dalle Consultrici Daniela Alfonzi, Claudia Apostolo, Mariavittoria Colli, Silvana Ferratello, Beatrice Buzzi Langhi, Monica Negro, Teresa Nicolini, Alessandra Parigi, Gloria Pecoraro, Cinzia Pietrosanto, Lucia Rapisarda. Su questo tema sono stati coinvolti alcuni istituti come il Berti, il Plana, lo Zerboni di Torino e il Vittone di Chieri che nella seconda parte del convegno hanno presentato i lavori svolti a scuola.

L’assessora alle Politiche giovanili, Carlotta Salerno, ha sottolineato come la scuola dovrebbe affrontare maggiormente temi legati a sessualità e corpo, prevenendo dinamiche che consentano a qualcuno di sentirsi più forte a danno di qualcun altro.

Jacopo Rosatelli, assessore alle Politiche sociali, ha evidenziato come Torino abbia sviluppato una forte sensibilità su questi temi ma come i problemi non siano ancora del tutto risolti, perché atteggiamenti considerati accettabili perché radicati in una cultura maschilista, oggi non sono più tali.

Moderato dalla giornalista Stefania Aoi, il convegno ha visto la partecipazione e gli interventi Norma De Piccoli, Ordinaria di Psicologia Sociale e di Comunità all’Università di Torino e presidente del CIRSDe e di Anna Clorinda Ronfani, Avvocata e vice presidente di Telefono Rosa Piemonte.

Federico D’Agostino