“The show must go on”: ma come?

Non solo attori, orchestrali o ballerini sono i lavoratori del mondo dello spettacolo, oggi in crisi

Se per alcune attività produttive la ripartenza, seppure con nuove modalità, non appare più un miraggio, per altri lavoratori la prospettiva di un ritorno alla normalità appare davvero distante.
È il caso di tutto il personale coinvolto nel mondo dello spettacolo che questa mattina, nel corso della riunione della commissione scultura, presieduta da Massimo Giovara, attraverso la voce delle organizzazioni sindacali, ha espresso tutta preoccupazione relativa sia a problemi di sussistenza, in questi giorni di emergenza, sia sulle prospettive di un settore che viene considerato il fanalino di coda, nel programma di rilancio di attività teatrali, spettacoli e, più in generale, di attività culturali che coinvolgano il pubblico. Il sentore, emerso anche durante la Commissione, è che fino a primavera 2021 sia difficile riprendere l’attività a pieno regime.
I sindacati sottolineano la mancanza di prospettive e di progetti, si aspettano coraggio e investimenti da parte delle amministrazioni locali. Non si tratta, spiegano, solo di produrre un prodotto, ma di renderlo fruibile. Evidenziano come proposte giunte dal sindacato non siano state prese in considerazione. Il timore maggiore è più che altro per le piccole realtà meno strutturate di istituzioni come Teatro Regio o Teatro Stabile dove è il lavoro è precario, rappresentato da lavoratori “intermittenti”, assunti su chiamata. Un panorama di migliaia di persone (Si parla di circa 2000 in Piemonte) che non riescono ad essere tutelati. Volontà, fantasia e caparbietà sono gli ingredienti necessari ad impostare una ripartenza e, in questo, le realtà pubbliche devono rappresentare la forza motrice anche dell’apparato minore.
Sono pochi i lavoratori attualmente tutelati da un punto di vista salariale, rimarcano i sindacati, anche perché sono tanti e variegati gli inquadramenti contrattuali e per questi chiedono aiuto alle istituzioni nazionali l’estensione di un reddito di base e alle Amministrazioni pubbliche di intervenire su affitti e bollette.
L’assessora alla Cultura, Francesca Leon, ha evidenziato come la situazione di emergenza sanitaria abbia fatto emergere uno spaccato di lavoratori “invesibili”, non facilmente identificabili in cifre e nelle tante tipologie di contratti. “La nostra battaglia, ha annunciato facendo riferimento al neo nato coordinamento degli assessori alla Cultura delle Città metropolitane, ha L’obiettivo di dire al Governo che il mondo della cultura è solo”. La Città, ha aggiunto, sta facendo ogni sforzo per tenere in vita le grandi istituzioni alle quali si chiede a ciascuna di curare la tutela della propria filiera.
Molte le osservazioni da parte dei consiglieri comunali. Per Maria Grazia Grippo (Pd) è importante che i temi di cultura e turismo vengano affrontati in modo congiunto perché la Città possa esprimere una vocazione. Lorenza Patriarca (Pd) evidenzia come sembra ci sia rassegnazione rispetto alla difficoltà di partire mentre il peso della cultura come crescita richiederebbe soluzioni concrete. Se per Enzo Lavolta (Pd) è necessario accendere riflettori su riflettori che per inquadramento contrattuale non possono avere accesso agli ammortizzatori, per Chiara Foglietta (Pd) è importante conoscere il dato dei lavoratori “invisibili” ma altrettanto necessario che sia delineato il futuro da parte di chi riveste ruoli apicali. A questo Francesco Tresso (Lista civica per Torino) ha aggiunto la proposta di istituire un fondo di solidarietà per i lavoratori del comparto spettacolo e Cultura mentre secondo Viviana Ferrero (M5S) ha sottolineato come questo sia il momento di riordinare molti aspetti della società, compreso il mondo del teatro, dello spettacolo e della cultura.
Il presidente Giovara si è soffermato sul tema delle risorse, in particolare ai cosiddetti contributi silenti nelle casse dell’Inps, che non sono stati percepiti dai lavoratori, e il tetto Siae per gli artisti.

Federico D’Agostino