Statuto Città: Linguaggio meno discriminante

Uno scorcio di Palazzo civico

In una parola può nascondersi un preconcetto o un’iniquità, le parole hanno un valore e sono portatrici di un’identità. Da un lavoro nato nel 2015 (scorsa legislatura) e conclusosi oggi, si è cercato di non discriminare con le parole e soprattutto di utilizzare la forma di genere più adatta da inserire nei documenti dell’Amministrazione e soprattutto nello Statuto cittadino, atto fondante della Città. Il Consiglio comunale ha approvato, nella seduta del 12 ottobre, una delibera di iniziativa consiliare che ha apportato le modifiche di genere allo Statuto. Un gruppo di lavoro (con la collaborazione) dell’Università di Torino, ha volto al genere femminile o con l’uso di un termine neutro, un testo che vedeva grammaticalmente genere dominante  il maschile.

Con la neutralizzazione delle parole (ad esempio la cittadinanza prende il posto di cittadini) l’uso di sostantivi (presidente/i) con l’articolo maschile o femminile) la locuzione Conferenza dei capigruppo sostituita con Conferenza capigruppo. Al posto dei consiglieri c’è lo sdoppiamento lessicale: consigliere e consiglieri. Molti termini sono già in uso come sindaca e assessora, adesso lo sono anche formalmente nel testo più importante della Città.

Tony De Nardo