Lavoro flessibile e modelli di welfare innovativi le proposte della Consulta femminile

Tempi di vita e tempi di lavoro, un tema che mantiene tutta l’attualità, soprattutto se coniugato al femminile, tanto più condizionato dalla situazione di emergenza che sta caratterizzando questo periodo.

Lo ha affrontato nei giorni scorsi la commissione Diritti e Pari opportunità, presieduta da Cinzia Carlevaris, incontrando la Consulta Femminile della Città di Torino, presieduta da Silvana Ferratello, al termine di un lavoro di indagine su conciliazione tempi lavoro famiglia che ha visto coinvolte 1500 donne che hanno risposto ad un questionario distribuito all’anagrafe, nelle farmacie o nelle Circoscrizioni dove si sono tenuti dibattiti sull’argomento.

Il lavoro, realizzato prima del lockdown, ha portato all’elaborazione di proposte relative in particolare a servizi per l’infanzia e alla cura degli anziani, due ambiti di vita nei quali le donne restano maggiormente coinvolte e che hanno accentuato elementi di criticità proprio durante la fase più acuta dell’emergenza, la primavera scorsa.

In particolare, da parte del Gruppo di Lavoro-Tempi di vita della Consulta, viene proposto l’aumento dei posti negli asili nido, un aumento del tempo della scuola primaria, raddoppiando il tempo pieno e garantendo servizi mensa di qualità sostenibili per tutte le famiglie.

In ambito assistenziale, rilevano la necessità di rafforzare le infrastrutture socio-assistenziali per gli anziani, per i disabili e per tutte le situazioni di fragilità, a partire dall’assistenza domiciliare socio-sanitaria integrata, di prevedere assistenza attiva per tutte quelle famiglie che hanno, al loro interno, disabili o bambini autistici.

Propongono inoltre l’introduzione di modelli di assistenza domiciliare, telemedicina, infermieri di comunità, l’introduzione di housing sociale con progetti pilota utili a favorire la creazione di una “comunità amichevole” di familiari, operatori  sociosanitari e cittadini attorno a soggetti affetti da demenza, nonchè l’estensione dei congedi parentali, prevedendone una copertura retributiva almeno pari al 50% e l’innalzamento del congedo obbligatorio per il padre.

Infine non è mancata una riflessione sul lavoro, che deve essere più flessibile, e deve garantire  la conciliazione del proprio tempo di vita con l’attività professionale che non è, è stato sottolineato, lo smart working così come utilizzato oggi che mette in evidenza lacune strutturali sul piano della tutela della salute e della sicurezza e non garantisce la gestione del proprio tempo a causa di una costante connessione.

Federico D’Agostino