Cosa pensano le cicliste torinesi? I risultati del sondaggio discussi in Commissione

Per discutere dell’uso della bicicletta in città declinato al mondo femminile la Commissione Pari Opportunità – riunita in seduta congiunta con la 2^, la 5^ e la 6^ Commissione – ha ascoltato stamane Andrea Rosso della Wageningen University dove sta completando il master in Environmental sciences. L’autore ha intervistato trecentosessanta donne torinesi con l’idea di comprendere la percezione nell’uso della bicicletta come mezzo di trasporto. Donne di diversa istruzione, censo e zone di residenza sono state interpellate sulla frequentazione di quattro strade della città percorribili in bicicletta con differenti infrastrutture ciclistiche. 

È emerso come le due ruote siano usate specie per brevi spostamenti e spesso durante il periodo di gravidanza. Lo studio rileva come le donne siano disincentivate ad andare a lavoro in bici perchè debbono presentarsi ben vestite, con i capelli in ordine e non giungere sudate in ufficio. Tra i fattori incentivanti la comodità negli spostamenti e una coscienza ambientalista che pare ampliarsi visto che è ben considerata la conseguente riduzione di smog. Disincentiva l’uso invece l’insicurezza delle piste ciclabili poco connesse tra loro quanto il manto stradale non sempre ottimale. In parte a sorpresa è poco segnalato il rischio di possibili molestie verbali e fisiche. 

Cosa si può fare per ampliare la platea femminile ciclistica? Ad esempio lavorare sulle infrastrutture, ha spiegato Rosso, riepilogando i risultati del questionario: rendere maggiormente sicure le piste ciclabili introducendo dei separatori tra la carreggiata automobilistica e le piste stesse; creare delle app che evidenzino i percorsi più sicuri; aumentare il numero dei pali della luce per l’illuminazione notturna. La carenza di rastrelliere non è indicato tra i fattori critici. Anche gli spogliatoi nei luoghi di lavoro – diffusi nei paesi dell’Europa del Nord – sono una modalità che in Italia non ha ancora preso piede.

Colpisce una risposta in particolare: il novantadue per cento del campione è disponibile a usare ancor più la bici per spostarsi se ci fossero tante persone a usarle (il safety number) e se venissero creati maggiori percorsi specifici per ciclisti.

Le donne potrebbero aiutare a ridurre l’inquinamento di circa un terzo delle auto private a Torino, ha aggiunto Rosso; vanno in bici per sentirsi comode ma sono demotivate se non si sentono sicure e tante di loro potrebbero andare meno in auto e incentivare il minor inquinamento. Va promosso l’uso delle biciclette e un esempio incentivante è la nuova pista di via Nizza, ha concluso: “Così com’è stata progettata è perfetta”.

(Roberto Tartara)