Area Fioccardo, una stazione di pompaggio per ridurre i danni da alluvione

Nella seduta congiunta – presieduta da Damiano Carretto – delle Commissioni II, I e VI del Comune di Torino e IV della Circoscrizione 8, alla presenza del Comitato Civico Fioccardo, è stato affrontato il tema delle opere di messa in sicurezza a seguito degli eventi alluvionali del novembre 2016.

Gli Uffici Tecnici comunali hanno spiegato che, dopo l’alluvione del 2016, a gennaio 2017 la Città ha inviato alla Regione Piemonte un elenco degli interventi da realizzare, per un costo complessivo di circa 14 milioni di euro, da trasmettere al Ministero competente.

Della somma richiesta, la Città ha però ottenuto soltanto 1 milione di euro (a cui il Comune ha aggiunto ulteriori 500mila euro) per due interventi prioritari, riguardanti la sponda sinistra del fiume Po e l’area del Fioccardo.

I fondi però risultano sufficienti solamente per intervenire sulla sponda sinistra del Po, nel tratta dell’alveo prospiciente il Museo nazionale dell’automobile, dove a luglio 2018 sono stati avviati i lavori di ripristino e consolidamento, che dovrebbero concludersi entro febbraio 2019.

Per quanto riguarda l’area del Fioccardo, è stato affidato un incarico da 40mila euro al prof. ing. Anselmo per uno studio sul riordino delle fognature della zona (private, non in carico alla Smat), principale causa degli allagamenti. Lo studio ha previsto di raccogliere le acque che durante le piene non riuscirebbero a essere scaricate nel fiume Po e nel torrente Sappone e convogliarle in un grande vascone, per poi scaricarle nel Po più a valle, una volta terminata la piena: un intervento “naturale”, del costo di circa 4 milioni di euro.

In attesa di disporre dell’intero finanziamento, la Città di Torino – hanno spiegato i tecnici – prevede di utilizzare i ribassi di gara dei lavori sulla sponda sinistra del Po (circa 300mila euro) e di affidare alla stessa ditta un primo lotto di lavori, per realizzare, in collaborazione con Smat, una stazione di pompaggio alimentata elettricamente per scaricare le acque nel Po, senza la vasca di accumulo. I lavori potrebbero concludersi entro l’estate 2019.

“Servono maggiori fondi regionali e nazionali – ha dichiarato il presidente Damiano Carretto – per mettere in sicurezza il territorio e prevenire dissesti idrogeologici: se a Torino arrivano risorse così scarse (1 milione sui 14 richiesti) si rischiano danni maggiori in caso di eventi alluvionali”.

Massimiliano Quirico