La Sala Rossa contro discriminazione ed emarginazione

L'ingresso del campo di Dachau

Approvato all’unanimità, ieri pomeriggio in Sala Rossa, un ordine del giorno presentato dalla capogruppo di Torino in comune, Eleonora Artesio, che impegna il Consiglio comunale, in occasione delle celebrazioni per l’ormai prossima Giornata della memoria, ad attivare ogni iniziativa di promozione culturale e sociale per diffondere l’informazione sullo sterminio dei “diversi” (condizione di disabilità fisica, orientamento sessuale, provenienza etnica…) perpetrato nella Germania nazista. Vittime, ricorda il documento, che anche dopo la fine della Seconda Guerra mondiale, sono state oggetto di discriminazioni e di politiche di emarginazione ed esclusione causate dalla loro “diversità” rispetto a presunti criteri di “normalità”. Documento che, per questo, impegna Consiglio e Giunta ad attivarsi per eliminare ogni forma di discriminazione ed emarginazione. Obiettivo ultimo, si legge nel testo, deve essere quello di garantire alle persone, cosiddette “diverse”, pieno diritto di cittadinanza su tutto il territorio regionale attraverso la realizzazione di politiche adeguate, sostenute con la messa a Bilancio di necessari e congrui finanziamenti per la realizzazione di conseguenti politiche di inclusione sociale e le pari opportunità per tutte e tutti. L’ordine del giorno si conclude con un invito al Comune di Torino, al mondo della scuola, a quello del lavoro, per attivare forme di collaborazione con le realtà associative del volontariato, della promozione sociale e del privato sociale attive sul territorio regionale, per impegnarsi verso l’obiettivo delle pari opportunità per tutte e tutti. “E’ ancora pericolosamente possibile – ha dichiarato Artesio presentando in Aula il documento – attivare nella cultura, nel linguaggio, nei comportamenti, atteggiamenti di carattere discriminatorio. Per questo la memoria non deve essere solo celebrazione o condanna di un periodo storico superato ma, anche un impegno quotidiano per contrastare ogni forma di emarginazione. E per superare le possibili condizioni di discriminazione, servono atti concreti da parte, prima di tutti, dei rappresentanti delle istituzioni”.

Marcello Longhin