Una stanza per le donne vittime di violenza

Presentati oggi alla Biblioteca Nazionale Universitaria – con l’intervento di una consigliera comunale, in rappresentanza della Città di Torino – i risultati del progetto “Una stanza tutta per sé”, curato dall’associazione di donne Soroptimist International d’Italia: una rete globale fondata nel 1921 negli Stati Uniti, che conta in Italia 144 club (a Torino è attivo dal 1950), con complessivamente 5.500 socie.

È un’iniziativa partita cinque anni fa, proprio nel capoluogo piemontese, per contrastare la violenza di genere e ridare dignità e fiducia alle vittime che hanno il coraggio di sporgere denuncia, creando loro un ambiente accogliente dedicato, con personale qualificato, presso caserme e altre strutture.

La prima “stanza” è stata allestita nel 2014 presso la Caserma dei Carabinieri della Compagnia Torino Mirafiori, grazie al contributo della sezione torinese di Soroptmist.

In parallelo, è nato anche un gruppo di Carabinieri specializzati, adeguatamente formati e sempre disponibili, in grado di porre le domande corrette e di avere la giusta distanza emotiva, per accogliere professionalmente le donne vittime di violenza. Spesso infatti è risultato che, dopo le denunce, le vittime non proseguivano il percorso, anche per colpa della carenza di strutture adeguate e di ambienti riservati dedicati, con il rischio di atti di denuncia incompleti che a volte costringevano a nuove dolorose audizioni.

Una delle stanze allestite per accogliere le donne vittime di violenza.

Nel corso degli anni, dati i numerosi riscontri positivi, il progetto è stato esteso a molte altre caserme a Torino e anche nel resto d’Italia, grazie a protocolli siglati dall’associazione con il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri e con altre Istituzioni.

Sono ora 120 le stanze, non solo presso le caserme dei Carabinieri, ma anche nelle Questure, in Comuni, presso istituzioni e realtà associative. E la mappa è in continua espansione.

Sono stati creati anche kit portatili, composti da notebook e attrezzature indispensabili, per andare a ritirare le denunce altrove, direttamente a casa o comunque in spazi al di fuori di caserme e luoghi istituzionali.

Massimiliano Quirico