Smaile, l’intelligenza artificiale spiegata alla Generazione Z

Si chiama “Smaile”, ovvero “Simple Methods for Artificial Intelligence Learning and Education”, il progetto diretto dal Politecnico di Torino in collaborazione con UniTo e la Royal Holloway University of London per formare all’utilizzo consapevole dell’intelligenza artificiale le ragazze e i ragazzi nati tra il 1997 e il 2010: la cosiddetta “Generazione Z”.

L’iniziativa è stata sviluppata nell’ambito del primo bando dedicato all’intelligenza artificiale della Fondazione Compagnia di San Paolo, con la collaborazione dell’Ufficio Scolastico Regionale (Usr) e di sei partner: Aiace (festival Sottodiciotto), Convitto Nazionale Umberto I, Pop Ai, Quercetti, Giffoni film festival, Ente Valutatore Fondazione Bruno Kessler.

Abbiamo avvicinato ragazze e ragazzi attraverso il gioco – ha spiegato Giacomo Como, docente del Politecnico di Torino che ha coordinato la parte scientifica del progetto – per promuoverne un uso consapevole e responsabile dell’intelligenza artificiale”.

Abbiamo voluto investire sull’intelligenza artificiale – ha spiegato Alberto Anfossi, segretario generale della Fondazione – per creare competenze e una rete sul territorio che mettesse al centro i giovani”.

L’intervento di Nadia Conticelli.

Alla presentazione dei primi risultati del progetto, è intervenuta la consigliera comunale Nadia Conticelli, in rappresentanza del sindaco Stefano Lo Russo. La consigliera ha sottolineato il grande impatto dell’intelligenza artificiale sui processi dell’apprendimento, non solo sul mercato del lavoro.

“Sono richieste competenze specifiche – ha affermato – anche dal punto di vista linguistico e quindi occorre concentrarsi non solo sugli hardware per le scuole, ma investire anche su software e formazione dei docenti”.

La Città di Torino – ha aggiunto – sta anche lavorando per garantire la massima trasparenza sui servizi digitali, grazie ai fondi del Pnrr”.

Tra le attività di Smaile, c’è stato lo sviluppo di EmpAI: una piattaforma educativa curata dal professor Matteo Baldoni e dalla professoressa Monica Bucciarelli. L’idea alla base della ricerca, condotta nei due Dipartimenti di Informatica e di Psicologia dell’Università di Torino, è stata quella di preparare i giovani a comprendere un mondo sempre più digitalizzato, potenziando le capacità che già possiedono, fondamentali per lo sviluppo del pensiero e del ragionamento, e per affrontare situazioni complesse della vita quotidiana.

Massimiliano Quirico