Rete dialogo cristiano-islamico: “non riusciamo a coinvolgere i giovani”

In un frame del video proiettato in Commissione il servizio della Rai girato per l'edizione 2014 della Giornata ospitata nella Moschea Taiba di via Chivasso

Nel 2016 nasce la Rete del dialogo cristiano-islamico di Torino cui aderiscono una trentina di soggetti composti da moschee, chiese cristiane di ogni confessione, religiosi e religiose e numerose associazioni, gruppi, centri culturali, redazioni e persone impegnate in vari livelli. Oggi pomeriggio la Commissione speciale contrasto ai fenomeni di intolleranza e razzismo ha ospitato i referenti della Rete che a partire dal 2002 sono parte attiva nell’organizzazione della Giornata nazionale del dialogo cristiano islamico che si tiene da oltre due decenni il 26 ottobre. Per ricordare l’importanza dell’incontro tra religiosi e del dialogo costante tra confessioni, la Giornata si è tenuta durante la pandemia: “lo scorso anno il tema è stato il disarmo a voler ribadire il valore della non violenza come mezzo universale in grado di risolvere le controversie” hanno spiegato gli ospiti. La rete organizza incontri di vario genere – flash mob sul diritto di culto – e partecipa alle manifestazioni per la pace, per il rispetto dei diritti umani, contro la guerra ed è una realtà consolidata in un dialogo fecondo tra comunità. Resta un rammarico: “vorremmo coinvolgere anche le nuove generazioni, ma i giovani sensibili ai nostri temi sono troppo impegnati”. 

Nelle prossime sedute proseguiranno gli incontri a Palazzo civico con le realtà religiose cittadine promosse dal presidente della Commissione Abdullahi Ahmed (Pd) che ha evidenziato la concomitanza significativa dell’incontro con la Rete del dialogo cristiano-islamico nella Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Ai lavori della Commissione sono intervenuti le consigliere e i consiglieri Apollonio – Santiangeli – Viale – Conticelli – Ciampolini.

(Roberto Tartara)